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Comunita' zigane e cittadini "abbandonati" dal Comune
Di Fabrizio (del 08/10/2013 @ 09:06:24, in Italia, visitato 1272 volte)

ASSOCIAZIONE OPERA NOMADI MILANO
COMUNICATO STAMPA

Siamo ormai prossimi al raggiungimento di metà mandato Amministrativo della Giunta milanese e un bilancio seppur provvisorio su come sia stata affrontata e gestita dai due Assessorati competenti (Politiche Sociali e Sicurezza Volontariato) la "questione Rom" è doveroso farlo. Diciamolo subito con chiarezza, il nostro è un giudizio sostanzialmente negativo per l'inerzia con cui si affrontano i problemi quotidiani, quelli che nascono all'interno delle Comunità Romanì e non trovano nessun interlocutore esterno con cui confrontarsi e quelli dei cittadini che subiscono l'assenza di un soggetto pubblico e istituzionale a cui chiedere risposte concrete e non solo intenzioni. Due anni fa invocammo una valutazione generale della situazione, per capire come e in quanto tempo il corso delle nuove azioni avrebbero dovuto produrre dei risultati. D'altra parte non si fa un po' questo quando di apre un nuovo "cantiere"? Si spiegano i motivi dell'opera e il progetto, i tempi di realizzazione con i conseguenti disagi, il costo, la fine dei lavori. Non ricevemmo alcuna risposta e i risultati ad oggi sembrano indicarne il motivo: non fornire dei dati oggettivi e qualitativi di partenza per la conoscenza di un fenomeno che si è chiamati a gestire consente di non comprendere chiaramente cosa verrà fatto nel tempo, come e con quali esiti. Il "Progetto" approvato dal Comune circa un anno fa non solo disattende i problemi nella loro sostanza, ma si è rivelato pure uno "schiaffo" per tutte quelle Associazioni chiamate ad esprimere il proprio parere ma poi nei fatti estromesse nella realizzazione della strategia. Altro che partecipazione!

Ma già, quale strategia?

Un conto sono le parole, un conto i fatti.

Ci si nasconde dietro le restrizioni economiche ma, in verità, grazie ai fondi statali del precedente Piano Maroni così tanti soldi non sono mai stati posti a "bilancio", sia pure per mezzo di una Convenzione stipulata con la Prefettura, per la realizzazione di azioni di inclusione rivolte alle comunità romanì milanesi. Quello che manca sono però proprio le azioni, cioè continua a prevalere l'assenza o l'abbandono degli interventi sociali intesi in senso lato a partire proprio dai campi comunali. Non c'è stata nessuna rivisitazione rispetto ai criteri di gestione di, poche e sempre meno... azioni affidate in molti casi a Enti che pure hanno sostanzialmente fallito o esaurito i loro compiti di "mediazione sociale", abbandonando al contempo quelle buone pratiche che nel passato avevano pur tra mille difficoltà garantito un dialogo più costruttivo con le comunità romanì. Ogni giorno riceviamo segnalazioni da parte di cittadini che ci chiedono perché mai non ci sia un interlocutore in grado di metterli a confronto e lavorare insieme alle comunità zigane, almeno quelle stanziate stabilmente da anni nei quartieri. Non dovrebbero essere questi i "patti" di convivenza? Non avrebbero forse un interesse generale? Eppure non sono cittadini prevenuti e ostili in molti casi, ma persone che vivono sulla propria pelle un disagio crescente e la frustrazione di non sapere a chi rivolgersi. E questa frustrazione, che provoca rabbia, delusione e reazioni sconsiderate è la stessa che ritroviamo nelle Comunità Zigane lasciate allo sbando. Dobbiamo forse concludere che alla retorica bellicosa in stile De Corato si sia solo avvicendato un linguaggio meno esasperato ma con un orizzonte culturale che resta simile: l'esclusione di rom e sinti dalle politiche pubbliche e la loro inevitabile "assimilazione"?

Milano, 7 Ottobre 2013-10-07