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Porrajmos, una proposta per Il Giorno della Memoria
Di Sucar Drom (del 17/12/2005 @ 10:30:21, in musica e parole, visitato 1802 volte)
Più di 500.000 Sinti e Rom sono stati uccisi nei campi di sterminio nazisti.
Una storia dimenticata. Una storia non ancora scritta.
Raccontarla è un atto dovuto.

"Nei vari processi contro i nazisti responsabili di crimini contro l'umanità, primo fra tutti quello di Norimberga, mai nessuno si preoccupò di sentire la testimonianza di uno zingaro. Al processo di Gerusalemme, nonostante Eichmann si fosse dimostrato consapevole delle pratiche di deportazione degli zingari, il capo d'imputazione che riguardava questo argomento venne annullato. Nessun responsabile fu chiamato a rendere conto dello sterminio degli zingari."

Pino Petruzzelli, dopo i reportages in forma di spettacolo dedicati al Marocco, all'Albania, al G8 di Genova e al Messico sta preparando una nuova serie di Portraits teatrali dedicati alla cultura Rom e Sinta e da oltre un anno è in viaggio per l'Europa sulle orme di queste Minoranze Etniche Linguistiche Europee attraverso Italia, Bulgaria, Albania, Francia, paesi dell'ex Yugoslavia e Turchia.

Il primo appuntamento è dedicato al genocidio dei Rom e dei Sinti durante il nazismo. Un genocidio che nasce dal pregiudizio e dal razzismo imperanti nella Germania degli anni trenta. A Berlino il dottor Robert Ritter, direttore del Centro di Ricerche per l'Igiene e la Razza dichiara che "gli Zingari risultano come un miscuglio pericoloso di razze deteriorate" e che "la question zingara potrà considerarsi risolta solo quando il grosso di questi asociali e fannulloni sarà sterilizzato". La dottoressa Eva Justin rivela al modo accademico nazista, nella sua applaudita tesi di laurea, la presenza nel sangue dei Sinti e dei Rom di un gene molto, ma molto pericoloso: il gene dell'istinto al nomadismo, il terribile wandertrieb.
Lo spettacolo vuole essere un viaggio nella memoria alla scoperta di una pagina di storia che inspiegabilmente non trova spazio nei testi scolastici. Un genocidio dimenticato, così come dimenticati sono stati i risarcimenti dovuti a queste popolazioni perseguitate durante il nazismo.
Uno spettacolo carico di umanità e di amore per etnie, quelle Rom e Sinte, che nel corso degli anni più che essere sconosciute sono state misconosciute.

CENTRO TEATRO IPOTESI in collaborazione con TEATRO STABILE di GENOVA
e CENTRO CULTURALE "PRIMO LEVI"

ZINGARI: L'OLOCAUSTO DIMENTICATO

interpretazione, testo e regia
PINO PETRUZZELLI


Così la critica:
"... se è atroce quello che è accaduto, ancora più atroce sarebbe dimenticare: bisogna rammentare e far conoscere che nei lager accanto ai triangoli gialli di sei milioni di ebrei c'erano quelli rosa degli omosessuali, quelli rossi degli oppositori politici e quelli neri degli 'arianissimi' zingari che hanno pagato con più di mezzo milione di vittime il loro essere zingari.
Pino Petruzzelli dà vita a un canto civile e disperato contro una delle più orribili malattie dell'anima: il razzismo."
(Magda Poli - Il Corriere della sera)

"E' una storia meno nota del genocidio ebraico, per il carattere orale della cultura zingara e per la collocazione sociale molto subalterna; ma le tappe e i protagonisti sono più o meno gli stessi e l'ordine di grandezza della strage è sempre imponente, circa 500.000 vittime. Lo racconta lo spettacolo di Pino Petruzzelli interpretato dall'autore stesso. In questa sorta di orazione civile non vi sono scene né personaggi di finzione: Pino Petruzzelli ricostruisce davanti ad un leggio le vicissitudini dei Rom, dalla progressiva emarginazione medievale agli orribili esperimenti 'medici' subiti nei lager nazisti, alla beffa dei mancati risarcimenti dopo la guerra.
Si esce scossi, desolati, indignati. Ma, forse, con meno pregiudizi"
(Ugo Volli - La Repubblica)

"Una sola apertura all'ironia, nell'interrogativo sul perché di torture, cavie umane, camere a gas riservate ai Rom, di cui mai si riferisce né si chiede ragione alla giustizia umana: che il revisionismo storico - chiede con garbo Petruzzelli a metà spettacolo - consista proprio nel voler completare la documentazione e la presa di coscienza dell'Olocausto aggiungendo quel che da mezzo secolo si tace? Per il resto la chiave di lettura, interpretazione e regia, rifugge dall'effettismo; tende soltanto, con partecipe, stupefatto e teso narrare, a rappezzare, almeno con un ricordo teatrale, lo squilibrio e l'oblio di un genocidio."
(Margherita Rubino - La Repubblica)

"... Zingari: l'olocausto dimenticato è uno spettacolo asciutto, rigoroso, solo parole... eppure coinvolgente, di intensa drammaticità. Un sasso nello stagno della nostra apatia esistenziale." (Pier Antonio Zannoni - RAI 3 e RAI 2)
per informazioni
Paola Piacentini
Centro Teatro IPOTESI
via Piaggio, 28 - 16136 Genova
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