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"Miracolo alla Scala", una serie tv sui romeni di Milano
Di Fabrizio (del 02/12/2005 @ 03:12:06, in media, visitato 2278 volte)
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Gli Unza, gruppo di musicisti rom

di Zita Dazzi

MILANO - Sarà il primo serial tv dedicato ai romeni che vivono a Milano. Il primo docu-film che ha per protagonisti un gruppo di immigrati ripresi nella loro vita quotidiana alla periferia della grande città. Le prime 11 puntate di “Miracolo alla Scala”, film documentario ispirato al grande capolavoro neorealista “Miracolo a Milano”, sono già state girate e montate.

La pellicola - prodotta dall’Arci e dal Centro sperimentale “Cesare Zavattini” - è stata presentata in prima serata a Milano con una grande festa-concerto ai caselli daziari di Porta Ticinese. Presenti il regista, sceneggiatore e montatore Claudio Bernieri (che ha già in mente un progetto di 50 puntate in totale) e i protagonisti, un gruppo di musicisti rom.

Per ora il film gira nei cinema e nei circoli privati di Milano, ma l'idea è di proporlo alla tv. E Bernieri è già in contatto con Nessuno Tv, emittente privata milanese, che vuole comprare la prima serie per programmarla quest'inverno. Gli “Unza”, attori nel film, sono oggi, fra i gruppi musicali di strada, i più richiesti in città per feste, spettacoli e concerti, portati persino in passerella dallo stilista Romeo Gigli, durante le sfilate di moda della primavera scorsa.

Quella degli Unza è una parabola felice all’interno della vicenda tormentata del grande campo realizzato dal Comune per i nomadi in via Triboniano, periferia nord del capoluogo lombardo. Un campo in pessime condizioni, che accoglie in modo stabile circa 500 dei 2mila zingari sgomberati in fasi successive dalla ex favela di via Barzaghi. Gli sgomberi cominciati tre anni fa per volere della giunta del sindaco Albertini, ancora non hanno permesso all’amministrazione di venire a capo della vicenda. E ogni sei mesi la favela ricresce, alle porte di Milano, rendendo necessario un nuovo intervento della polizia.

La telenovela di via Barzaghi, l’estate scorsa, è uscita anche dai confini delle cronache cittadine per approdare sulle pagine nazionali dei quotidiani, quando la Caritas ambrosiana ha dovuto far fronte all’emergenza creata dall’ultima ondata di sgomberi, programmati senza prevedere nemmeno accoglienza per i bambini e per le donne in regola con i documenti di soggiorno. Tutta questa vicenda è sullo sfondo degli 80 minuti di pellicola girati a Musocco, il quartiere milanese dove cresceva la favela, senza effetti speciali e senza camuffare la realtà. In scena Marian Badeanue, alias “Director”, il direttore della banda musicale, e i suoi compagni di avventura.

Nel film – come nella vita vera - Director ogni mattina esce dalla sua roulotte per andare in metropolitana a suonare col suo gruppo, e con i figli, Loredana e Ciprian, costretti a una vita molto diversa da quella degli altri bambini milanesi. L’idea è quella di raccontare una grande metropoli italiana vista con gli occhi degli immigrati, sempre in bilico fra integrazione e marginalità sociale. Negli 11 episodi, in tutto 80 minuti di filmato in presa diretta, come in uno spaccato neorealista, si vedono molti aspetti della vita degli stranieri: il lavoro nero, la difficoltà per fare i documenti, l’inserimento scolastico, la precarietà degli alloggi, le discriminazioni, ma anche la fiducia nella vita e nella possibilità di integrarsi.

La presenza dei bambini, figli del protagonista, consente a un certo punto al regista di risollevare le sorti di questa fiction dal grigiore della cronaca. L’epilogo infatti ha un tocco magico che lo rende simile a una storia di Cesare Zavattini: i musicisti rom fanno fortuna, la rete del trasporto pubblico, grazie a loro, incrementa i passeggeri, e rende ricco il Comune. Per questo, l’amministrazione arriva a riconoscere i meriti dei musicisti e avvia la costruzione di case popolari per ospitarli in modo più degno di una grande città.

Il titolo della prima serie di 11 puntate, “Miracolo alla Scala”, è stato scelto perché la piccola Loredana racconta in un tema ai compagni di classe la sua vita. Loredana sogna di diventare ballerina alla Scala. E anche questa storia è a lieto fine, perché la ragazzina sarà “adottata” artisticamente da una insegnante di ballo dell’ente lirico più famoso del mondo, che le permette di realizzare il suo sogno.

“I musicisti e i due bambini – racconta il regista – vengono seguiti passo passo, in metropolitana e nel centro della città. Il film racconta le proteste per avere una casa, la difficoltà per trovare il lavoro, le roulotte, i matrimoni rom, la fatica di chi fa il muratore a cottimo… E si potrebbe andare avanti per 50 puntate, secondo il mio progetto. Sarebbe una bellissima serie tv, un programma a metà strada fra il reportage e la fiction, con un soggetto strano per la televisione: i nuovi poveri e i cittadini del mondo. Lasciando spazio per una rivelazione finale, un sogno. La realizzazione del miracolo per l’appunto”.

(21 novembre 2005 - ore 11.27)