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Danimarca
Di Fabrizio (del 03/12/2005 @ 05:24:31, in scuola, visitato 1864 volte)

Il comune di Elsinore, il 22 novembre scorso ha deciso la chiusura dell'ultima classe separata destinata ai bambini Rom.

Sinora queste classi segregate erano poste sotto l'ombrello delle "scuole per la gioventù", che avevano studenti, insegnanti, materiale scolastico, aule in affitto dalla scuola pubblica, uns sitema educativo che aveva sollevato proteste da parte della nostra associazione "Romano", anche sotto il profilo della costituzione danese.

Ci è stato riferito che il direttore del dipartimento giovani del comune, Bjarne Pedersen, ha giustificato la chiusura dicendo "Tanto non funzionava comunque!!" (Det virker jo alligevel ikke!).

Riteniamo che la semplice chiusura non sia sufficiente! A quegli studenti va data ora la possibilità di recuperare la programmazione scolastica che non hanno avuto sinora, così che possano uscire di scuola con la stessa qualifica degli altri. Chiediamo anche un'adegiuato indenizzo a quelle famiglie i cui figli hanno subito un'educazione dequalificata, perché erano a tutti gli effetti studenti della scuola pubblica. Secondo la legge, la responsabilità è del comune. Similmente, ci sono stati casi di genitori (danesi) di bimbi dislessici, che hanno fatto causa al comune per la scarsa qualità dell'educazione scolastica fornita ai loro figli!

A Elsinore ci sono 250 Rom, su poco più di 5000 in tutta la Danimarca, con grosse difficoltà a trovare impieghi adeguati, molti raggiungono a fatica metà del reddito minimo. Questa situazione li ha portati a una generale disillusione sul sistema in generale, che da un lato frena la frequenza scolastico e dall'altro si traduce nella sfiducia della società nei loro confronti. La chiusura delle principali fabbriche di Elsinore (cantieri navali, birrerie e manifatture di stivali in gomma) e la mancanza di politiche comunali di reimpiego, li ha allontanati dall'economia ufficiale.

Secondo la Costituzione danese, lo stato è tenuto a fornire lavoro a chi ne ha bisogno, oppure ad intervenire col "social welfare", ma i governi più recenti non hanno approntato politiche del lavoro e di riconversione industriale, mantenendo nel contempo ai margini i 40.000 immigrati di arrivo più recente. Se da un lato il governo predica "l'integrazione", dall'altro aumenta i tagli agli investimenti e alla formazione professionale e al sistema scolastico. I dati sono reperibili su www.jobnet.dk.

Già nel 1997 il sindaco di Elsinore rifiutò un progetto EU per la qualificazione dei Rom disoccupati nel settore turistico, progetto che era stato annunciato nel Nord North Sealand (si stima avrebbe portato 1 milione di visitatori annui nel castello di Krongborg).

I Rom hanno lunga tradizione di convivenza tra le esigenze delle loro famiglie allargate - sia autoctone che di provenienza oltre-confine - con la complessa burocrazia che regola visti e permessi, sicurezza, lavoro nel campo alimentare e dello spettacolo a livello internazionale, produzioni audio e video ecc. ma di rado possiedono documentazione su carta delle loro capacità o possono presentare un c.v. Il progetto avrebbe potuto rimediare a ciò.

A dispetto dei loro innegabili talenti musicali, ai Rom viene rifiutato l'accesso ai lavori in campo culturale, musicale e dei media - e sono "forzatamente attivati" nel taglio o la cura degli alberi, nel trasporto delle pietre o nei lavori domestici, e spesso i servizi sociali municipali tagliano l'assegno sociale per risibili motivi.

Un gran numero di proteste sono state indirizzate al Comitato per le Proteste per un Equo Trattamento Etnico, patrocinato dall'Istituto Danese per i Diritti Umani - "organo" stabilito dall'art. 13 della Direttiva CEE 43/2000. Tra le lamentele raccolte, una riguardava proprio l'uso di scuole differenziali per i Rom, che secondo l'agenzia ministeriale della giustizia di Copenhagen, non aveva carattere discriminatorio. (ndr. confronta Danimarca su Pirori). L'agenzia ministeriale si occupa di verificare l'attività delle autorità locali. "Romano" portava a testimonianza il fatto che in questo tipo di scuole, i ragazzi impiegavano soltanto 3 libri di testo per un programma della durata di 9 anni. Inoltre, gli studenti terminavano il corso di studi, senza disporre del diploma finale, indispensabile al conseguimento della cittadinanza per naturalizzazione - altra forma discriminante verso quei bambini nati in Danimarca da genitori con passaporto straniero o senza nazionalità.

"Romano" aveva anche compilato un'ulteriore protesta al Comitato per violazione dell'art. 7 della Direttiva CEE 43/2000, che richiama al rispetto e alla piena informazione verso i soggetti (individuali o collettivi) che chiedano indagini sul trattamento etnico.

Eric Støttrup Thomsen
"Romano"
Kongevejen 150
3000 Helsingør
49 22 28 11
www.romano.dk