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Da Romain Goupil atto d'accusa sui respingimenti
Di Fabrizio (del 06/05/2011 @ 09:42:56, in media, visitato 1563 volte)

Segnalazione di Alberto Maria Melis

Cinecittà.com

Esce in Italia un film francese sui rimpatri forzati, Tutti per uno diretto da Romain Goupil, dal 1° giugno nelle sale distribuito da Teodora. Di grande impatto emotivo la pellicola ha imbarazzato l'Eliseo perché la protagonista, nei panni di una madre coraggio che difende i piccoli immigrati, è Valeria Bruni Tedeschi, la sorella della Premiere Dame Carla Sarkozy. Racconta all'Ansa Goupil, già assistente di Polanski e Godard, un passato da membro Lega Comunista, "Valeria mi ha detto: 'adoro questo film ma non posso davvero assicurarti la promozione'. Del resto la capisco, quello che ha da dire sulla politica del cognato lo dice nel film e senza equivoci". La storia è una sintesi di ciò che accade agli immigrati irregolari. E' ambientata a Parigi nel 2009 quando Milana, di origine cecena, ha 11 anni, le piace il compagno di classe Blaise e con lui e altri bambini, francesi ma anche maghrebini e africani, fa parte di una piccola banda. Un giorno assistono alla 'deportazione' di uno di loro, Youssef, illegale come i suoi genitori. Dopo qualche tempo, una mamma sans papier si suicida per paura di essere presa dalla polizia. I bambini ne sono scioccati e Milana sembra essere la prossima nella lista delle autorità. Così la scuola si dà da fare per i bambini in pericolo e la mamma di Blaise e della piccola Alice accoglie Milana e la protegge, finendo per prendersi cura di tutti gli altri: li porta in vacanza, li fa entrare a scuola di nascosto dalla polizia, ci gioca. Ma l'atmosfera si fa cupa: i bambini da soli preparano una fuga e una mattina spariscono. I genitori si disperano, la polizia fa pressione sui compagni di classe, i notiziari della sera parlano di questo mistero. Milana, Blaise e gli altri sono in una cantina a sperare che il brutto passi. Poi un giorno si arrendono, mani in alto, come dei piccoli criminali. "Nel 2007, quando Sarkozy ha cercato di sedurre l'estrema destra, ha decretato questa politica del rimpatrio forzato, anche per le famiglie e i bambini, che ha provocato in me un disgusto totale, un sentimento di rivolta. Ho fatto questo film non per denunciare ma per rinascere, far vedere l'assurdo in cui viviamo. In Italia accade lo stesso: si fa leva sulle paure della popolazione, si cerca di compiacerla con pratiche incivili quando dovremmo essere fieri di accogliere queste persone. Nell'agosto 2010 con il rimpatrio forzato dei Rom abbiamo raggiunto l'apice di questa politica allucinante". Goupil ha avuto la Caméra d'or a Cannes e una nomination all'Oscar per il suo debutto, Morire a 30 anni sul maggio '68.