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I partiti di maggioranza spremono l'estrema destra nei Balcani
Di Fabrizio (del 02/05/2011 @ 09:11:20, in Europa, visitato 1586 volte)

Da Roma_Daily_News (su Ataka, articoli precedenti)

La debolezza dei movimenti radicali è che il punto di vista dei partiti di governo può essere altrettanto estremo, scrive DANIEL McLAUGHLIN

DENUNCIANDO LA RICHIESTA TURCA di aderire all'Unione Europea, chiedendo ad Ankara i danni per la I guerra mondiale ed inveendo contro i Rom - il partito di estrema destra Ataka è la voce più stridente della politica bulgara.

Anche se è stato fondato ufficialmente solo pochi mesi prima delle elezioni generali del 2005, Ataka ottenne oltre l'8% dei voti al ballottaggio e 21 seggi al parlamento, una posizione che si consolidò nei sondaggi del 2009.

Ataka è la creatura di Volen Siderov, che prima ha attirato un seguito di pubblico con un programma televisivo dallo stesso nome, in cui dava la colpa di molti dei mali della Bulgaria alla sua minoranza turca, alla vasta comunità rom, alla corruzione e alla venalità dei principali politici.

I gruppi dei diritti umani l'hanno accusato di virulento antisemitismo, ma Siderov descrive il programma di Ataka come "nazionalismo difensivo... un sistema immunitario che salva la nazione dall'estinzione".

Questo approccio non solo ha dato ad Ataka una presenza significativa nell'assemblea bulgara, ma anche due seggi al Parlamento europeo, dove nel 2006 uno dei suoi rappresentanti ha sollevato polemiche per una presunta email razzista e sessista su di una deputata rom.

Fu l'anno in cui Siderov arrivò ad una maggiore attenzione internazionale, quando andò al ballottaggio per le presidenziali contro Georgi Parvanov, che poi vinse, un evento che molti collegarono alla sfida di Jean Marie Le Pen in Francia nel 2002 contro Jacques Chirac.

Gran parte dei suoi tuoni anti-corruzione sono stati rubati da Gerb, il nuovo partito di governo gestito dalla spiccia ex guardia del corpo Boiko Borisov, che ora gode del vasto supporto dei deputati Ataka. Alcuni analisti si chiedono se Siderov stia cercando di ottenere il supporto di Borisov per un altro attacco alla presidenza nelle elezioni presidenziali di quest'autunno ma, nel contempo, i sondaggi mostrano che il consenso ad Ataka è sceso ad appena il 3%.

Nella vicina Romania, la sfida in stile Siderov/Le Pen all'elite politica è stata posta nel lontano 2000 dall'ultra-nazionalista Corneliu Vadim Tudor, leader del partito Grande Romania.

Ex "poeta di corte" del dittatore Nicolae Ceausescu, Tudor divenne un'importante figura politica negli anni '90. I suoi appelli all'orgoglio nazionale e al patriottismo e la denuncia delle minoranze rom ed ungherese toccarono una corda in un paese in lotta contro la povertà, l'instabilità e profondi divisioni sociali dopo la rivoluzione del 1989.

Il partito Grande Romania venne estromesso dall'assemblea nazionale nelle elezioni del 2008 ma, un anno dopo, Tudor ottenne un seggio nel Parlamento europeo assieme allo scomodo alleato Gigi Becali, un uomo d'affari che fece scandalo per aver insultato Ebrei, Zingari e Ungheresi tra tanti altri.  Fanno appello agli elettori come cani sciolti, ma non formano una forza politica unitaria.

Alcuni esperti dicono che la debolezza dei partiti radicali in Romania è dovuta in parte al fatto che i partiti tradizionali conciliano punti che altrove sarebbero considerati estremi, come un forte conservatorismo morale, profonda riverenza per la chiesa ortodossa ed antipatia verso gruppi minoritari come Rom, gay e lesbiche. "Il nazionalismo non è così forte come negli anni '90... ed il populismo è così diffuso che i nazionalisti sono stati esclusi," dice Alina Mungiu-Pippidi, presidente della Società Accademica Rumena.