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Macedonia
Di Fabrizio (del 25/09/2005 @ 23:52:25, in Europa, visitato 2290 volte)

Da: Kosovo_Roma_News (Fonte: Governo della Ex Repubblica Yugoslava di Macedonia) 21-09-05

Discussione per un rapido ritorno dei rifugiati in Kossovo (vedi articolo precedente)

L'agenzia MIA riferisce che Stevco Jakimovski, Ministro macedone del Lavoro e delle Politiche Sociali e il suo collega Ibrahim Ramadani, hanno discusso martedì scorso le tematiche di un rapido rientro dei rifugiati dal Kossovo attualmente in Macedonia, e firmato un accordo di cooperazione.
"Abbiamo concordato che i rifugiati debbano ritornare in Kossovo, e che di questo se ne faccia garante l'Alto Commissariato dei Rifugiati, fintanto che il governo del Kossovo non disporrà della capacità finanziaria di provvedere in proprio al ritorno di queste persone" ha affermato Jakimovski.

Ha poi aggiunto che i due governi si impegnano per il mutuo ritorno dei 2.400 rifugiati superstiti in Macedonia e dei 793 Macedoni che attualmente sono in Kossovo.

Durante la discussione è stato affrontato anche l'argomento del sistema sociale:
"Gli accordi e i patti in vigore al tempo dell'ex repubblica di Yugoslavia riguardo le pensioni e l'assistenza sociale, [...] possono essere estesi ai cittadini delle repubbliche di Kossovo e di Macedonia, su base paritaria. Inoltre abbiamo siglato un accordo sulle politiche di adozione dell'infanzia, cosa riveste un grande interesse soprattutto da parte dei cittadini di nazionalità albanese" ha continuato Jakimovski.

A sua volta il Ministro Ramadani ha sottolineato che la partecipazione della Macedonia nella Comunità Europea e nella NATO, avrebbe grande importanza per la stabilizzazione del Kossovo e della regione.

PS: alcune note personali: recentemente discutevo con alcuni promotori della mozione contro i rimpatri forzati (forza, si può ancora firmare), e i più scafati tra loro giustificavano la scarsa attenzione dei media e di molte associazioni, col fatto che ora il "businness" in Kossovo è la ricostruzione e la gestione dei rifugiati, più che le condizioni oggettive che rendono possibile il loro rientro. L'impressione è che queste dichiarazioni vadano in quel senso.