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Francia
Di Fabrizio (del 23/06/2009 @ 09:43:08, in Europa, visitato 1591 volte)

Da Roma_Francais (dove si prova ancora a discutere, anche se ancora i Rom non sono coinvolti. Mi rimane il dubbio che alla fine siano le associazioni a partecipare alla solita mangiatoia)

par YOUENN MARTIN

VILLENEUVE D ASCQ L'installazione provvisoria dei Rom a lato della Rue Verte e del cammino dei Vieux-Arbres non è senza conseguenza sull'ambiente della zona. Una riunione pubblica è stata organizzata venerdì sera.

È come un gruppo di auto-aiuto. Sono un po' più di una decina su delle sedie disposte in cerchio e ciascuno si presenta a turno svuotando il sacco. Ed al finale, quest'abitante riassume bene il sentimento maggioritario: "Non arrivo a prendere una posizione." Gli abitanti dei cammini del cammino dei Vieux-Arbres o del Verger sono divisi tra la compassione che ispirano loro le 25 famiglie rom installate in condizioni precarie sotto la loro finestra e il sentimento egoista non di volerle più sopportare più a lungo. L'ambiente che si deteriora, l'aggressività che si realizzerebbe da una parte e dall'altra. "Bambini gettano pietre sulle donne mentre mendicano" testimonia un abitante.

Certamente, c'è anche quest'uomo che non è "venuto là a parlare delle condizioni di vita dei Rom". "Le autorità si occupano di loro ma non ci si occupano più di noi. Ciò che mi interessa, è il costo dei Rom sulla città." Ciò significa che le spiegazioni di Gérard Minet, responsabile dipartimentale della Lega dei Diritti dell'Uomo, sull'erranza dei Rom "perseguiti da milizie dell'ex Iugoslavia" quindi cacciati dalla Romania dopo la caduta di Ceausescu, è il meno delle sloro preoccupazioni. Finirà per partire, esausto.

Gli altri restano, sempre più perplessi. “I Rom andranno sempre ad installarsi nelle zone popolari perché sanno che là che troveranno solidarietà" riassume Gérard Minet. Ma la solidarietà ha i suoi limiti. In circuito ritornano le stesse domande: chi è responsabile? Cosa fanno il sindaco, la comunità urbana, lo Stato, l'Europa?

Nessuna soluzione miracolosa

Malik Ifri eletto municipale e comunitario, finisce per intervenire ed espone nei dettagli la soluzione immaginata a livello metropolitano: i villaggi dell'inserimento (vedi QUI ndr). L'idea: da 500 a 1.000 m ², si installano tre o quattro case mobili per fare vivere, in modo "transitorio" alcune famiglie accompagnate dalle associazioni. Se gli 85 comuni della Lilla metropolitana accolgono ciascuna un villaggio di'inserimento, si regola in parte il problema. "Con le case mobili, si vede un ovvio cambiamento" testimonia Patrick Vigneau, dell'associazione Aréas.

Salvo che tutti i sindaci non hanno così fretta di vedere questi Rom. Halluin, Faches-Thumesnil e Lilla hanno già sistemato un terreno. Roubaix, Tourcoing e Villeneuve d'Ascq fanno atto di candidatura. Sempre gli stessi.

Per quanto riguarda il cammino dei Vieux-Arbres, oltre a tutte queste considerazioni, pare che ci sia urgenza. Secondo Nadine Lefebvre, consulente di zona all'iniziativa della riunione, i caravan sono installati appena sopra uno spazio cavo. “Come evitare un dramma presto? Crollerà." Tocca rivolgersi al prefetto. Nadine Lefebvre gli aveva inviato un invito per venerdì sera.