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		A Roma borse di studio per bimbi rom diligenti 
			Di Fabrizio  (del 16/06/2009 @ 14:23:52, in scuola , visitato 1495 volte)
		 
		
 15:32 - CRONACA- 15 GIU 2009 Così la comunità di Sant'Egidio ha portato a scuola 30 bambini 
 
Roma, 15 giu. (Apcom) - Una borsa di studio di 100 euro al mese destinata 
a ogni bambino che frequenta la scuola con regolarità. Poche e semplici regole: 
non superare le tre assenze ingiustificate al mese, partecipare alle attività 
extrascolastiche, incluse le gite, e niente accattonaggio. Così a Roma la 
comunità di Sant'Egidio ha recuperato 30 bambini rom, di famiglie originarie 
della ex Jugoslavia. Il progetto, partito dal campo di via dei Gordiani e da 
un centro di accoglienza della Comunità, si è via via esteso ad altri 
insediamenti, coinvolgendo 42 bambini in tutto. Il progetto è stato presentato 
questa mattina dal presidente della comunità di Sant'Egidio, Marco Impagliazzo e 
dal direttore generale del dipartimento immigrazione del ministero del Welfare, 
Giuseppe Silveri. L'iniziativa, ha spiegato Impagliazzo, è partita a settembre e 
punta sulla responsabilizzazione dei genitori che non solo devono garantire la 
regolare frequenza del figlio, ma partecipare attivamente, presentandosi spesso 
a scuola per parlare con gli insegnanti. I risultati, ha sottolineato, sono 
stati sorprendenti: la maggior parte dei genitori ha usato i soldi per 
acquistare quaderni e materiale scolastico. Su 42, solo 12 bambini non hanno 
rispettato le regole e non hanno ottenuto la borsa, vale a dire solo uno su 
quattro. Quasi tutti i bambini coinvolti sono stati inseriti nella scuola 
elementare Iqbal Masih; ma anche altre 5 scuole primarie sono state coinvolte, 
con l'inserimento di 7 bambini. "Questo è un progetto esemplare con un successo 
evidente - ha sottolineato Silveri - spiegando che è stato il ministero del 
Welfare a finanziare l'iniziativa con i fondi destinati all'integrazione. Già il 
Comune di Napoli e quello di Milano - ha aggiunto - hanno mostrato interesse per 
il progetto". Il costo dell'operazione è stato 134mila euro, ha spiegato 
Impagliazzo. Una cifra, ha sottolineato, piuttosto contenuta a fronte dei 
risultati ottenuti. "Ma la cosa più importante - ha aggiunto - è che il progetto 
è replicabile anche con operatori non della Comunità di Sant'Egidio. Il problema 
di molti progetti di inserimento scolastico - ha continuato - è che puntano 
tutto sull'inserimento e poi trascurano la frequenza. Negli ultimi anni sono 
cresciute molto le iscrizioni a scuola. Ma su 17.500 minori rom e sinti in 
Italia, solo 219 sono quelli iscritti alle superiori. Li perdiamo per strada. 
Questa iniziativa premia la frequenza, investendo tutto sulla continuità". 
Coinvolgendo e responsabilizzando la famiglia nella scolarizzazione del bambino 
- ha proseguito Impagliazzo - si mettono le basi per l'integrazione. Il 
risultato è un circolo virtuoso, che ci ha permesso di organizzare feste di 
quartiere a cui hanno partecipato famiglie italiane e rom, che si sono svolte 
senza alcun problema di razzismo. Quello che ci auguriamo ora è che diverse 
amministrazioni locali seguano l'esempio, adottando questo modello". "I soldi ci 
sono", ha sottolineato Silveri: "Le amministrazioni comunali - ha spiegato - 
hanno a disposizione i fondi erogati dal ministero del Welfare agli enti locali 
proprio per questo tipo di progetti". Ma dove i municipi manterranno i cordoni 
della borsa troppo stretti, la Comunità, ha annunciato Impagliazzo, lancerà 
"l'adozione a distanza": "Oggi noi - ha spiegato - seguiamo 8mila adozioni a 
distanza nei Paesi dell'Africa e dell'America Latina. Proporremo alle famiglie 
di buona volontà di fare altrettanto per bambini meno distanti, ma che hanno 
altrettanto bisogno: chiederemo di adottare un bambino rom, per permettergli di 
andare a scuola". |