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Francia
Di Fabrizio (del 01/09/2008 @ 09:19:32, in Europa, visitato 1879 volte)

Da La voix de Rrom

Grazie al film "Il tempo dei gitani" del regista serbo Emir Kusturica, il pubblico il pubblico ha avuto una descrizione di ciò che furono negli anni '70 e '80 le reti mafiose che sfruttavano i bambini rrom nella Yugoslavia di allora. Si prenderanno in considerazione le immagini di questi campi di roulottes in Italia, dove erano tenuti da adulti abietti i figli forzati a mendicare, a volte lontani dalla loro famiglia. Quel tempo è passato, ma il film è sempre là per ricordarcelo. E là anche per mostrarci come dei ragazzi che non avevano mai visto una roulotte ci vivevano per la prima volta. Cominciò un secondo episodio all'inizio degli anni '90, quando dei Rrom rumeni vennero in Francia accompagnati da "passatori" che li misero nelle roulottes. Ancora là, hanno dovuto adattarsi a questo habitat - se così possiamo chiamare le roulottes rovinate e senza ruote dove erano stati relegati dai loro passatori - ma non è durato. Una volta liberati dai loro debiti verso i passatori, hanno costruito piccole baracche con materiale di recupero ed hanno provato sempre a sopravvivere ai margini delle grandi città francesi, lavorando in nero, recuperando ferraglia e vendendo fiori o giornali...

Dal 2002, la Romania e la Bulgaria hanno firmato accordi con i paesi Schengen, permettendo a tutti i possessori di passaporti di questi paesi di circolare liberamente e senza obbligo di visto nello spazio Schengen per una durata inferiore ai tre mesi. Cinque anni più tardi, questi paesi si sono uniti all'Unione Europea ed i controlli alle frontiere sono stati soppressi. Si arriva quindi da Sofia o da Bucarest a Parigi come se si venisse da Marsiglia, portando solo la carta d'identità con sé.

Disgrazia!

E' precisamente il periodo dove l'azione governativa si misura con le cifre. Evidentemente, la regola è più severa in materia d'immigrazione che su quella dell'impiego o del potere d'acquisto. Nell'agosto 2007, poco dopo aver assunto le sue funzioni ministeriali, M. Hortefeux ha preparato il terreno dicendo che la realizzazione dell'obiettivo quantificato in materia di espulsione di stranieri sarà difficile da raggiungere causa l'ingresso della Romania e della Bulgaria nell'Unione Europea, rappresentando i cittadini di questi due paesi circa un terzo degli espulsi nel 2006. Enorme! Vorrebbe dire che 8.000 Rumeni e Bulgari sono stati espulsi nel 2006, pur sapendo che in virtù degli accordi internazionali avessero il diritto di ritornare, come effettivamente hanno fatto. E tra questi 8.000, sono quasi tutti Rrom. Un semplice calcolo del costo di queste misure porta alla cifra ben rotonda di 80 milioni di euro. Quanti alloggi sociali si sarebbero potuti costruire con questi soldi gettati negli abissi della demagogia? Detto questo, M. Hortefeux non abbassa la guardia. Continuerà ad espellere i Rrom rumeni e bulgari, anche se cittadini europei. Nel 2007, rappresentarono circa 3.000 espulsi, sistematicamente tornati in Francia ed altri 30 milioni di euro. Come fare per espellere dei cittadini europei?

E' tutta una questione di transizione. Per quanto europei che siano, i Rumeni ed i Bulgari hanno uno statuto ibrido che assomiglia molto di più al regime di stranieri extracomunitari che a quello di comunitari. La Francia si è ben premurata di limitare i diritti di questi nuovi europei, particolarmente riguardo al diritto del lavoro, da cui indirettamente dipende anche il diritto di soggiorno. Ed ecco come si gioca per raggiungere le cifre di espulsione, con gente che si espelle anche più volte l'anno.

E per prendere comunque un aspetto di innovatore, ogni tanto, prima dell'espulsione, si raccolgono un certo numero di famiglie nel mucchio, che si pretende di "aiutarle ad integrarsi". E si inventano così "i villaggi di inserimento", queste specie di centri chiusi e sorvegliati; si osa chiamarli così! Questi MOUS (controllo d'opera urbana e sociale) di cui non si vede bene il carattere urbano o sociale: i siti sono sorvegliati 24h/24 e l'accesso è proibito a tutte le persone esterne, senza previa autorizzazione speciale. Quelli "accompagnati socialmente" che vi vivono non hanno l'autorizzazione a lavorare dalla prefettura, che è tuttavia destinataria dei progetti. Le buone idee dei Rrom che ci vivono, compreso in materia di imprenditorialità, sono soffocate dalla mancanza di "titoli di soggiorno". Il mantenimento di questi che vengono presentati come "scelti per fortuna" in una situazione di pressione costante, dove anche i corsi di formazione sono considerati come costrizioni, il prezzo da pagare per restare nei prefabbricati dei "villaggi d'inserimento", è una bomba a scoppio ritardato. Non ci si integra più dei propri fratelli o cugini che vanno da una baraccopoli all'altra rischiando le espulsioni. Non si sa dunque ciò che queste iniziative daranno tra qualche anno, ma nel frattempo, si sa che "bengalo" in rromani vuol dire diabolico.