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Spagna
Di Fabrizio (del 17/06/2008 @ 09:13:44, in Europa, visitato 1353 volte)

Segnalato da Maria Grazia Dicati

RAZZISMO SELVAGGIO IN ITALIA - Perdono sempre gli stessi

I gitani italiani, specialmente, e molti altri gruppi gitani del resto del mondo, si stanno rivolgendo a noi chiedendo aiuto. La maggioranza sono messaggi angosciati di una comunità allarmata davanti al sopraffacente trionfo della coalizione politica - alcuni dei partiti che la compongono sono di estrema destra - guidata da Silvio Berlusconi. Alcuni giorni prima che si producessero le inqualificabili aggressioni patite dai gitani di Ponticelli (Napoli), per mano di alcuni scalmanati che han dato fuoco alle loro umili baracche, un'organizzazione gitana italiana ci diceva: "Noi gitani siamo in pericolo in Italia. Abbiamo paura delle deportazioni dei gitani in Italia. Per favore - mi dice - inviate un comunicato al Governo italiano perché rispetti le Direttive comunitarie".

A nostro parere la paura che esprime il nostro interlocutore non è infondata. Le ultime dichiarazioni dei nuovi governanti italiani prefigurano ogni tipo di precarietà. Giudicate voi se non è così: Il nuovo sindaco di Roma, il post-fascista Gianni Alemanno, annunciò lunedì scorso che la sua prima misura come sindaco sarebbe stata demolire gli accampamenti gitani. "Procederemo a smantellare gli accampamenti nomadi che a Roma sono 25": Però i napoletani di Ponticelli si sono portati avanti. Niente da smantellare. Fuoco purificatore che è più rapido di montare camere a gas in stile nazi! Umberto Bossi, il leader della Lega Nord, è euforico. Questo soggetto parla di "caccia" . "Dobbiamo cacciare i clandestini", ha detto, provocando la sconfitta sinistra italiana. Come qualsiasi bullo di quartiere ha lanciato il suo proclama di guerra: "Non so cosa vorrà fare la sinistra, noi siamo pronti. Se vogliono lo scontro, i fucili sono caldi. Abbiamo 300.000 uomini, 300.000 martiri, pronti a combattere. E non stiamo giocando. Non siamo quattro gatti".

Però la cosa più triste è che Silvio Berlusconi, il rieletto presidente del Governo italiano, al vedere i suoi giovani esultanti salutando in stile fascista, ha confessato: "A vederli, ho pensato: la nuova falange romana siamo noi".

Alla vista della gravità dei fatti la UNION ROMANI, riconoscendo il sentire maggioritario dei gitani spagnoli e per la rappresentazione che si ostenta nella UNION ROMANI INTERNACIONAL, si propone iniziare le seguenti azioni:

Primo, Denunciare la gravità degli attentati sofferti dai gitani europei residenti in Italia e chiedere la solidarietà dei cittadini di qualsiasi paese di fronte alla violenza cieca ed assassina dei razzisti. Per questo chiediamo che si scrivano lettere dirette al Presidente del Governo italiano, inviandole direttamente alla sua residenza nel Quirinale (Roma) o alle ambasciate italiane in ogni paese. (L'indirizzo dell'Ambasciata italiana in Spagna è il seguente: Calle Lagasca, 98. Código postal 28006 Madrid)

Secondo: Sollecitare il Ministro degli Esteri di Spagna perché si interessi alla situazione dei gitani residenti in Italia, esprimendo la preoccupazione della comunità gitana spagnola per la situazione in cui possano trovarsi i gitani espulsi dalle loro dimore incendiate. Il nostro Governo è legittimato a fare questa consultazione in base a quanto previsto dalla Direttiva 2004/38/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei membri delle sue famiglie a circolare e risiedere liberamente nel territorio degli Stati membri. Effettivamente, trattandosi di una Direttiva e non dimenticando che ogni Stato membro può determinare la miglior forma di applicare le disposizioni del Diritto comunitario, è obbligatorio esercitare un lavoro critico e di vigilanza dei Governi perché le misure adottate nei distinti Stati membri conducano ad una applicazione del Diritto comunitario con la stessa efficacia e rigore con cui si applicano le norme interne dei suoi rispettivi Diritti nazionali.

Terzo: Chiedere alla Commissione delle Petizioni del Parlamento Europeo che, con carattere d'urgenza, inizi un'inchiesta sulla situazione che ha portato la comunità italiana di Ponticelli (Napoli) allo stato di contrapposizione che soffrono i gitani che vivono in quel luogo.

Quarto: Sollecitare i Gruppi Parlamentari del Parlamento Europeo che formulino, con carattere d'urgenza, le precise iniziative parlamentari che obblighino il Consiglio a chiedere nella Sessione Plenaria di Strasburgo e Bruxelles sulle misure che il Governo italiano possa aver preso per porre freno a queste aggressioni e per condannare i colpevoli delle stesse.

Quinto: L'Unión Romaní è convinta che l'immensa maggioranza dei cittadini italiani - inclusi i votanti di Berlusconi - rifiuta la violenza, venga da dove venga. Per questa ragione, attraverso la Unión Romaní Internacional, si propone stabilire, con le organizzazioni gitane italiane, un programma di mutua collaborazione al fine di mettere in campo le misure adeguate che garantiscano la difesa di questi cittadini europei che non hanno commesso alcun delitto se non quello di essere "poveri e gitani".

Sesto: Oggi stesso abbiamo avuto notizia che il Governo italiano si propone di indurire i mezzi contro l'immigrazione di modo tale che l'essere "clandestino" sarà un delitto compreso nel Codice Penale. In questo senso, Roberto Calderoli, nuovo Ministro italiano proveniente dalla Lega Nord, ha dichiarato che per non essere "clandestino": "Bisogna dimostrare se si è onesti, altrimenti, li si espelle dall'Italia".

Come Unión Romaní inizieremo i procedimenti per interporre una denuncia contro il Governo italiano per non adempimento della Direttiva 2004/38/CE del Parlamento e del Consiglio Europeo relativa al diritto dei cittadini dell'Unione e dei membri delle sue famiglie a circolare e risiedere liberamente nel territorio degli Stati membri. Quando venne promulgato a Maastricht, nell'anno 1992, il Trattato che porta il nome della famosa città olandese, i Capi di Stato e del Governo approvarono la Dichiarazione 19 al fine di chiarire le incertezze sull'applicazione del Diritto comunitario. I massimi dirigenti europei non avevano alcun dubbio che "per la coerenza e l'unità del processo di costruzione europea, è essenziale che tutti gli Stati membri traspongano integralmente e fedelmente nel loro Diritto nazionale le direttive comunitarie di cui siano destinatari nei luoghi disposti alle stesse".

Le Direttive sono lo strumento armonizzatore per eccellenza del Direttivo Comunitario perché tramite loro si realizza, dice l'art. 94 del Trattato, l'approccio delle disposizioni legali, regolamentari ed amministrative degli Stati membri, che incidano direttamente nella stabilità o nel funzionamento dell'Unione Europea.

Settimo: Per terminare proponiamo di elevare la nostra preoccupazione per la magnitudine e la gravità di questi accadimenti di fronte alle istanze internazionali più rappresentative. Così faremo di fronte al Consiglio d'Europa, davanti all'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OCSE) e davanti alla Commissione per i Diritti Umani delle Nazioni Unite.

Una volta ancora reclamiamo la solidarietà di tutti i democratici di Spagna e d'Europa. Nessuno può farsi giustizia da solo, perché quando ciò succede perdono sempre gli stessi: i più poveri, i più indifesi, quelli per cui non ci sono diritti, nella maggioranza dei casi, di essere lettere stampate su carta bagnata. Abbiamo bisogno del calore umano della società,per questo domandiamo l'appoggio di tutti i democratici europei a difesa dei Diritti Umani di quanti, essendo innocenti, si vedono aggrediti, vilipesi e stigmatizzati per delitti che non hanno commesso. Per terminare, come proprio riconosce la Commissione, ogni espulsione "deve essere motivata dalla situazione individuale" di persone specifiche, e non "deve significare un'espulsione di gruppo" di collettivi rispetto alle loro origini geografiche.

Speriamo che il fuoco di Ponticelli purifichi ed elimini l'odio e l'intolleranza che tante volte sono stati il germe delle più gravi tragedie nella storia d'Europa.

JUAN DE DIOS RAMÍREZ HEREDIA - Presidente de la Unión Romaní