Ricevo da Tommaso Vitale
Rom a Catania, dalle scuole alle ruspe
di Claudia Campese
Sgombrato il campo di zia Lisa. Il direttore della Caritas protesta: «Non 
avevano commesso reati, li hanno mandati via senza motivo». Che ne sarà ora del 
progetto di integrazione avviato con alcuni presidi? 
“Perchè i cani randagi vengono portati al canile e dovrebbe essere loro 
assicurata assistenza veterinaria e un ambiente igienico, e loro vengono 
trattati così?”. A parlare è Padre Valerio Di Trapani, direttore della Caritas 
Diocesana di Catania, e l'oggetto del discorso sono i rom del campo nomadi di 
Zia Lisa, sgomberato in questi giorni.
Molte sono le perplessità sulla vicenda. “Giorni fa”, racconta Padre Valerio, 
“sei agenti in borghese si sono presentati al campo, dicendo ai nomadi di 
sgomberare entro tre giorni”. Ovviamente nessuna spiegazione è stata fornita né 
ai numerosi rom che vivevano nel campo, né alla Caritas, che si è interessata 
alla vicenda. Neanche la Questura, dove si sono subito recati i volontari della 
Caritas, ha saputo dare notizie all'associazione: “Ci hanno detto di aver 
mandato due agenti per effettuare il censimento, ed in effetti due uomini si 
erano presentati prima; ma i sei agenti che avvertivano dello sgombero a loro 
non risultavano”.
Sta di fatto, comunque, che alle 23 di sabato sera nel campo sono entrate le 
ruspe a fare il loro lavoro. “Molti dei nomadi, preoccupati, erano già andati 
via. Fra sabato e stamattina, comunque, sono andati via tutti”. Uno sgombero 
pacifico dunque, anzi “sono stati molto più civili di noi. Sono stati cacciati, 
e loro hanno tolto il disturbo”.
Non una spiegazione quindi e nemmeno un'alternativa è stata fornita agli 
abitanti del campo. Proprio per questo Padre Valerio tiene a sottolineare che 
“sgomberi di questo tipo, effettuati senza pensare ai diritti delle persone, non 
sono un esempio di civiltà. Certe cose possono succedere solo nel nostro Paese, 
sono una vergogna italiana”. Il direttore della Caritas cita la carta dei 
diritti dell'uomo e le convenzioni internazionali,“dov'è chiaramente sancita la 
tutela delle minoranze”.
Il campo rom di Zia Lisa, in particolare, era famoso anche a livello nazionale 
per un progetto che coinvolgeva i bambini rom e le scuole pubbliche catanesi: 
molti bambini, infatti, erano stati inseriti negli istituti aderenti, “ottenendo 
un'integrazione pacifica. Anche i presidi delle scuole coinvolte ne erano molto 
soddisfatti”. Il progetto era sostenuto dalla Caritas. 
Il motivo dello sgombero, come già detto, non è affatto chiaro “in quanto i rom 
non avevano commesso nessun reato”, ma per Padre Di Trapani la risposta scontata 
è che sia da attribuire “al clima che si respira in questo periodo dopo i fatti 
di Napoli, e della stessa Catania”.
Mi scrive Veniero Granacci
COMUNICATO STAMPA Sgombro campo ROM a Catania
Un gravissimo attacco ai principi della solidarietà e della civile accoglienza, 
valori fondanti della Costituzione e della nostra democrazia, si è verificato a 
Catania tra sabato ed oggi.
Evidentemente a seguito delle nuove norme di legge varate da Governo Berlusconi 
mirate, anche con l’introduzione del reato “clandestini” e delle tragiche 
conseguenze determinate dalla strumentale campagna razzista e di intolleranza 
costruita ad arte dalle destre, a colpire in maniera indiscriminata e vessatoria 
gli immigrati, forze di polizia hanno intimato l’immediato sgombro al gruppo 
costituito da uomini, donne e bambini, circa cento cittadini europei rom romeni, 
stazionanti da circa due anni nell’improvvisato campo allocato nei pressi del 
cimitero nella zona del quartiere di Zia Lisa.
In questa maniera, nella nostra città, dopo i precedenti sgombri imposti agli 
immigrati stazionanti alla Plaia e al Corso Martiri della Libertà, viene 
drammaticamente negato il fondamentale diritto all’ospitalità e all’accoglienza 
attiva che, tra l’altro, vengono rafforzati e codificati dai principi della 
libera circolazione per tutti i cittadini appartenenti alla Comunità Europea, 
sanciti dal Trattato di Schengen.
Questa operazione di sgombro risulta ancor più nefasta considerato che i bambini 
presenti nel campo Rom, a seguito della realizzazione di uno specifico progetto 
di integrazione finanziato dagli Organi europei, frequentavano da tempo le 
scuole dell’obbligo catanese.
E’ questa, per le dinamiche e per l’assoluta assenza di intenti di civile 
sistemazione, una vera e propria operazione di pulizia etnica, dato che è stata 
eseguita contro persone appartenenti alla stessa etnia, che non sono accusati di 
nessun specifico reato previsto dai nostri regolamenti giudiziari. Operata 
contro cittadini, che pur di fronte alla totale assenza, da sempre, di 
appropriato intervento da parte delle strutture amministrative locali , Comune e 
Provincia ( a Catania non è stato mai realizzato un campo di accoglienza e 
soggiorno attrezzato con i minimali requisiti abitativi, di servizi e requisiti 
igienici sanitari), hanno cercato di integrarsi nel territorio, nel tentativo di 
garantire ai propri figli un futuro migliore.
Nell’esprimere viva solidarietà ai cittadini rom che sono stati forzamene 
espulsi da Catania, ai bambini strappati dalle loro scuole, muoviamo un forte e 
civile appello a tutti i cittadini democratici, alle organizzazioni sociali, 
sindacali, di volontariato e di società civile, alle strutture ecclesiali, per 
attivare tutte le urgenti prese di posizioni e le iniziative atte a dimostrare 
sdegno e disapprovazione.
Catania, come espressamente sancite dalle specifiche norme dello Statuto 
Comunale, deve immediatamente rendere operative tutte le necessarie e concrete 
iniziative per rendere esecutivi i primari principi di accoglienza e 
solidarietà.
Toti Domina - Candidato Sindaco Catania per la Lista “Liberare Catania”