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Discriminazione scolastica
Di Fabrizio (del 03/01/2008 @ 08:53:00, in scuola, visitato 2879 volte)

MaximsNews Network 

NAZIONI UNITE - Secondo un rapporto di Open Society Institute (OSI), nonostante anni di promesse governative, i bambini rom in molti paesi europei rimangono esclusi dall'educazione di qualità.

Segregati in classi di soli Rom, o in scuole speciali per disabilità intellettuale, affollati in classi decrepite e lasciati ad insegnanti con scarsa preparazione, gli studenti rom affrontano serie sfide per completare l'educazione di base.

I Rom sono la più grande minoranza d'Europa e parte chiave del suo futuro.

Fintanto che i leaders europei si crogioleranno nelle loro promesse, l'Europa pagherà caramente il perdere un'altra generazione di bambini Rom discriminati e negletti.

La situazione dei bambini rom nella scuola è dettagliata nella serie di rapporti Equal Access to Quality Education for Roma.

Il volume include uno sguardo globale all'Europa e rapporti specifici su Croazia, Macedonia, Montenegro e Slovacchia.

OSI ha poi rilasciato all'aprile di quest'anno rapporti nazionali su Bulgaria, Ungheria, Romania e Serbia.

I rapporti forniscono una profonda prospettiva ed evidenziano le azioni politiche necessarie per affrontare un'allarmante situazione.

La parlamentare europea Viktória Mohácsi dice: "Il rapporto OSI conferma che la segregazione dei bambini rom non è basata soltanto sul colore della loro pelle, ma anche fornendo educazione di bassa qualità ai nostri bambini. L'Europa non dovrebbe accettare discriminazioni così serie.

L'Ungheria è stato il primo paese a creare le basi legali per la desegregazione.

Almeno una dozzina di stati membri EU dovrebbero seguire questi passi".

La segregazione dei Rom a scuola, recentemente condannata dalla Corte Europea dei Diritti Umani nel caso D.H. ed altri contro la Repubblica Ceca, è pervasiva ma non riconosciuta in Slovacchia, Macedonia, Croazia e Montenegro.

Ci sono rapporti affidabili e disponibili sulla segregazione, tuttavia i governi continuano a negare che i bambini rom siano rinchiusi in scuole e classi separate e di bassi standard.

In tutti i paesi monitorati, c'è un significativo gap tra i dati ufficiali e quelli raccolti dalle OnG nelle loro ricerche.

In Macedonia, dati non ufficiali pongono la popolazione Rom nel paese oltre tre volte il numero indicato dai censimenti nazionali.

In Slovacchia le scuole non riportano i casi di abbandono scolastico.

Le politiche educative non possono essere effettivamente indirizzate senza questi dati di base, o su informazioni frammentate o incomplete.

I governi devono anche assistere alle deficienze fondamentali nei sistemi scolastici nazionali.

In Montenegro, mancano posti nella pre-scuola e i bambini i cui genitori lavorano entrambe hanno la priorità nell'assegnazione. Dato che la disoccupazione è diffusa tra le famiglie rom, molti dei loro bambini perdono perciò la possibilità di frequentare la pre-scuola.

In Croazia, i  costi scolastici sono il maggiore ostacolo per le famiglie rom, e anche se alcune municipalità allocano risorse per aiutare ad incontrare questi corsi, non esiste un programma per assicurare a tutti i bambini materiale scolastico appropriato.

Gli insegnati delle regioni monitorate dovrebbero ricevere maggiore supporto.

Gli insegnanti nelle scuole con una maggioranza di studenti rom hanno di rado accesso ai programmi che li preparino a lavorare con una classe diversa, i programmi di studio inflessibili limitano la loro capacità di adeguare alle lezioni i bisogni degli allievi.

I rapporti oggi rilasciati danno anche esempi dei notevoli progressi raggiunti nei paesi monitorati, spesso col supporto EU.

Questi includono l'Iniziativa Educazione Rom in Montenegro e il programma comunitario delle OnG in Macedonia, che ha aiutato a forgiare collegamenti don le famiglie rom.

Passo significativo, ognuno dei paesi monitorati ha sottoscritto il Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015, iniziativa internazionale che stabilisce un approccio coordinato  per migliorare la situazione dei Rom in Europa.

D'altra parte, gli esempi positivi e gli impegni da soli sono insufficienti per assicurare miglioramenti significativi.

Open Society Institute richiama i governi e l'Unione Europea a portare un cambiamento significativo: dove così non fosse,  i governi devono prendere coscienza e proibir la segregazione.

A livello europeo, le politiche di formazione devono richiamare la segregazione razziale ed il livello disuguale ed inadeguato per i Rom.

Per compiere gli impegni attuali verso l'uguaglianza per tutti, l'EU deve articolare un quadro chiaro e generale per progredire, promulgando le politiche che possono promuovere efficacemente l'inclusione sociale delle comunità Rom attraverso l'Europa.