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assolutamente [OT]
Di Fabrizio (del 13/07/2005 @ 16:56:41, in media, visitato 1859 volte)

Non c'entra proprio niente, ma visto la minaccia delle ultime righe:  Se qualcuno dei protagonisti si sentisse in qualche modo offeso o calunniato, me lo comunichi e sarà mia premura rimuovere tutto ‘sto popò di roba, con la velocità di un razzo nel culo.  preferisco metterlo in dispensa, si sa mai che venga utile...

Da: broonotipresentosally

Praticamente ci sono questi due che improvvisamente si sono innamorati e si sono sposati.
Che poi “improvvisamente” è una parola che caratterizza più di una tappa della loro vita.
 
A lei, per esempio, improvvisamente un giorno sono cresciute le tette.
Lui, per esempio, improvvisamente un giorno è arrivato al 20% della RCS.
Analogia?
Diciamo che la RCS, in Italia, può essere rappresentata come le gigantesche tette di una gran gnocca chiamata politica finanziaria.
Un passaggio obbligato, insomma, per ogni uomo che vuole arrivare a triangoli di potere ben più allettanti.
Triangoli di potere, cosa avete capito, si intende potere economico-potere dell’informazione-potere politico.
 
Praticamente lei fino a ieri era Poppea nella nota fiction, oggi fa la produttrice di film.
Ma lei parcheggiamola un attimo qui accanto, che tanto dove la metti sta.
 
L’ultima volta che le notizie diedero il nome di qualcuno interessato a scalare la RCS, fecero il nome del cavaliere.
Un paio di anni fa.
Ma alla RCS, che non sono cretini, vennero sollevati immediatamente gli impenetrabili scudi del patto sindacale, rimandandolo a casa con tanti saluti.
 
Il cavaliere, che esattamente come quelli della RCS certo non è cretino, capì che lui quel patto non solo non l’avrebbe mai potuto superare, ma soprattutto, se avesse insistito, l’avrebbe visto trasformarsi nella sua condanna al tracollo.
 
Il patto sindacale, per capirci, è un meccanismo che mette al riparo gli azionisti già proprietari di quote, dagli eventuali attacchi di quelli che improvvisamente decidono di tentare di acquistare la maggioranza della proprietà di un’azienda quotata.
Chi sottoscrive quel patto, detiene (sommando le reciproche quote) la maggioranza, e se vuole può lasciare che chiunque arrivi a comprarsi fino al 49% delle quote senza dire nulla, impedendogli però di comprarsi il restante 2%, facendo in modo che chi si è comprato quel 49% si ritrovi con una quantità allucinante di soldi da sborsare, una quantità esorbitante di azioni, ma potere zero nello stesso momento.
Niente di più di un serbatoio di soldi senza potere decisionale, insomma.
 
Il cavaliere questo lo sapeva benissimo, e dato che a lui la RCS interessava non certo per mettere da parte qualche soldino, ci ha provato, ha capito che mezza finanza italiana ne avrebbe approfittato per fargli pagare qualche vecchia incazzatura da lui procurata, e ha detto “Grazie e arrivederci”.
Se il suo interesse verso la RCS può essere considerato, a memoria d’uomo, l’unica impresa che ha mollato alla prima difficoltà, senza nemmeno provare a cambiare qualche legge, un motivo ci sarà.
Anche lui che tutto può, del resto, sapeva benissimo che sul muro Consob ci avrebbe sbattuto rovinosamente il plastico naso.
 
Dal nulla, qualche mese fa, spunta tale Ri*ucci.
Uno che nessuno aveva mai sentito nominare, si ritrova improvvisamente con il 20% della RCS in tasca.
Il 20% della RCS, per capirci, equivale a qualche centinaio di milioni di euro.
Ma vogliamo fermarci qui?
Ma noooo.
Lui annuncia che vuole arrivare ben più in alto, ad una percentuale per ottenere la quale, si stima, dovrà movimentare tra i 5 e i 6 miliardi di euro.
Cioè, non lui.
Le banche che gli forniscono il credito.
Ri*ucci.
Che se il nome non ricordasse incredibilmente il RItorno di Cuccia, …vabbè…niente.
Qualcuno l’aveva mai sentito nominare?
Ora le banche gli garantiscono migliaia di miliardi di prestiti.
Assolutamente solo sulla fiducia, visto che se la Consob lo dovesse veramente costringere a lanciare l’opa, tutti insieme gli azionisti potrebbero metterlo nella merda.
Ma le banche lo sanno che gli italiani si cagano sotto e vogliono capitalizzare al volo ad ogni occasione propizia, e quindi gli dicono “vai caro e fai il prezzo che vuoi, noi copriamo, tanto quelli mollano”
Del resto, perché pensare di non dar crediti per migliaia di miliardi ad uno che fino a ieri costruiva case e oggi vuole la RCS?
Ma no, non sto parlando del Cavaliere.
Sempre di Ri*ucci.
Come “Ri*ucci chi?”
Quello che si è sposato ieri con Anna Palchi, non avete visto i telegiornali?
 
Ora, succede che tutti improvvisamente si sono visti spuntare questo qui e mezza finanza italiana si sta chiedendo chi cazzo ci sia dietro di lui, visto che pure un bambino sa che nessuna banca ti da 10 euro se non sei figlio di un banchiere, figuriamoci migliaia di miliardi ad uno sconosciuto, ma soprattutto tutti si stanno chiedendo come mai uno che costruiva case oggi vuole la RCS.
 
Adesso riprendiamo un attimo la neo-mogliettina parcheggiata poco fa.
Tanto, come dicevo, è lì ferma e buona.
Perché anche a Poppea, le banche, improvvisamente hanno deciso di dare crediti impensabili per chiunque sia proprietario di imperi aziendali, figuriamoci per una che si presenta con un curriculum stampato su dodici fogli patinati divisi per mesi dell’anno.
Oggi, improvvisamente (che bella parola), la lupa de noartri fa la produttrice di film.
 
Per chi non mastica di ruoli del mondo dello spettacolo, il produttore è quello che ci mette i soldi.
Cioè, non lei.
Le banche che le forniscono il credito.
Cosa chiedono come garanzia le banche che forniscono i soldi per produrre film?
Magari qualche film prodotto precedentemente, di successo?
Non ne ha.
Magari qualche partecipazione personale in ruoli di primo piano in film che hanno sbancato al botteghino?
Non ne ha.
E allora come può garantire alla banca che il film avrà successo?
Ri-parcheggiamola un attimo, che tanto sta lì tanto quanto prima.
 
Perché un film abbia successo, servono due requisiti fondamentali.
La promozione e la distribuzione.
In Italia, si sa, il cinema “povero” è stato azzoppato se non addirittura messo in ginocchio, dopo che l’intera catena di distribuzione è finita nelle mani di una nota azienda italiana, che è proprietaria di quasi tutte le sale, nelle quali piazza per settimane intere quasi esclusivamente i film prodotti da se stessa o film di bassa qualità ma di sicuro incasso, spesso americani, per poi spostarli dopo ormai pochi mesi nell’altrettanto nota catena di videoteche.
Per un’assoluta involontaria catena di coincidenze, capita che quella stessa azienda sia la proprietaria di tutti quei canali (tv) attraverso i quali i film vengono “promozionati” attraverso martellanti trailer a tutte le ore.
Il percorso è studiato ben bene.
Si pubblicizzano solo certi film, solo quelli vengono messi nelle sale, solo quelli la gente va a vedere, solo quelli fanno soldi a palate.
 
Riprendiamo la parcheggiata e avviamoci verso la fine della storia.
 
Se tu sei Poppea e chiedi qualche milione di euro per fare una cosa che non hai mai fatto, come minimo la banca, dopo essersi fatta una risata, ti da comunque la possibilità, magari chiamando anche gli altri colleghi perché questa proprio non se la devono perdere, di spiegare in base a quale assurdo ragionamento dovrebbero pensare che il tuo film avrà successo e di conseguenza loro riavranno i loro soldi indietro con tanti interessi e grazie.
 
Semplice.
Basta che tu spieghi con una certa sicurezza che qualsiasi cagata tu deciderai di produrre, nelle sale ci arriverà, verrà distribuito senza nemmeno batter ciglio e arrivando nelle principali sale italiane probabilmente sotto natale, farà anche i soldi promessi.
 
“Eh si, ma lei come fa ad essere certa che il suo film verrà distribuito in tutte le principali sale?” chiede il direttore della banca.
“Ma signori, sono la moglie di Ri*ucci”
“E Ri*ucci chi sarebbe?”
“Quello che sta scalando la RCS”
“E la RCS cosa sarebbe?”
“Il Corriere della Sera che tanto interessava al Cavaliere”
“E il cavaliere chi sarebbe?”
“Il proprietario di quasi tutte le sale cinematografiche italiane”
“E lei cosa fa nella vita?”
“Da poco produco film di sicuro successo”
 
Fine del teorema.
Riassunto?
Se il primo film della Palchi avrà il logo Medusa Film, dietro Ri*ucci c’è il cavaliere.
 
Vah che razza di dono di nozze è riuscita a ottenere.
 
 
 
Tutto questo è frutto solo di un mio ragionamento personale.
Non ha basi fondate.
Non proviene da documentazioni di alcun genere.
È una pura e semplice storia inventata da me e non vuole esprimere giudizi personali su nessuno nei citati, ma solo analizzare una storia che è già pubblica, sotto l’aspetto “possibili relazioni affaristiche” e costituisce puro e semplice esercizio.
Se qualcuno dei protagonisti si sentisse in qualche modo offeso o calunniato, me lo comunichi e sarà mia premura rimuovere tutto ‘sto popò di roba, con la velocità di un razzo nel culo.