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Profondo Rom
Di Fabrizio (del 10/07/2005 @ 20:07:37, in musica e parole, visitato 3238 volte)

Giovedì scorso avevo scritto Disonesti e smemorati, poi m'è venuto un dubbio: possibile che qualcuno si sia offeso? : - P

Una delle qualità migliori che riconosco ai Rom, è di essere inguaribili bugiardi. Un po' come i leghisti, i giornalisti e i blogger; anche se devo riconoscere che di solito le bugie dei Rom fanno meno danni. L'ho già scritto e lo ripeto, non siete migliori o peggiori di loro: solamente, tendete a fidarvi delle bugie che arrivano da chi riconoscete della vostra tribù, chiamandole verità.

Tutto questo sproloquio, per presentare un altro redattore virtuale: Tikla, che sa inventare bugie e storie come il più scafato direttore di telegiornale. Solo, che lavorare in un telegiornale gli farebbe schifo.

Quel giorno, ero contento. Era stata una buona giornata, mia moglie aveva lavorato bene e mi aveva preparato un buon pasto. Ora che faceva notte, toccava a me lavorare. Dovevo soltanto scopare davanti al carro. Ma non era un lavoro che mi piaceva (a dire il vero, non ho mai amato troppo il lavoro), così brontolavo ad alta voce tra me e me:

"Sono sempre io a restare ultimo. E' quasi mezzanotte e ho tanta voglia di dormire. Mia moglie, lei che fa tutto, ha una paura atroce di uscire di notte. Vede fantasmi ovunque. Fortunatamente io non hopaura di niente, neanche del Diavolo in persona!".

Non avevo neanche finito di parlare, che mi apparve proprio lui, il Diavolo:

"E così, tu non hai paura di me?"

Non capii subito con chi avevo a che fare. Magari era qualcuno dei dintorni che voleva farmi paura. E poi col buio non civedevo molto bene. Gli risposi:

"Devi essere veramente molto forte per sfidare Tikla in duello. Mi piacciono gli uomini coraggiosi. Ma non è sufficiente dire delel parole campate in aria: dovrai provarmi la tua forza".

Il Maligno stava forse per sfidarmi a duello? Avevo terribilmente paura, ma dovevo nasconderla. Fortunatamente, era notte fonda, cosicché il Diavolo non mi vedeva tremare. E lui disse:

"Se riesci a vincermi nelle diverse scommesse che ti proporrò, ti concederò la fortuna".

Io sapevo per averlo sentito spesso dai vecchi della tribù, che quel tipo era ricchissimo. Non possedeva forse tutte le fortune della terra? Io ero povero da sempre. Mi sarebbe piaciuto avere una manciata d'oro per acquistare un cavallo nuovo, che il mio era lì lì per rendere l'anima.

"Ma se perdi una sola delle mie scommesse..."

"Ecco il pericolo" mi dissi "E poi quante scommesse mi proporrà? E come farò a vincerle tutte?"

"Ti renderò più disgraziato di quanto tu non sia mai stato!"

Più disgraziato?? Lo ero già così tanto. Dopo tutto, cosa potevo perdere ancora? Ripresi coraggio. Anche la paura era completamente svanita. Dal momento che ero soltanto un Rom ingenuo - almeno così credevano tutti - non dubitavo di nulla e, senza la minima esitazione, accettai la sfida del Diavolo.

"Da cosa cominciamo?" domandai.

"Cominceremo col vedere chi di noi due griderà più forte"

"E sia" gli concessi "A te l'onore di farmi sentire la potenza della tua voce!"

Il Diavolo si riempì d'aria i polmoni, chiuse gli occhi ed emise un grido terribile. Il soffio fu così potente che mi scaraventò sul tetto del carro. Quando riaprii gli occhi, il Diavolo mi guardava stupito:

"Cosa fai lassù appollaiato?"

....

E poi, com'è andata? Racconta Tikla!

Ragazzo, adesso sono proprio stanco. Continuo la prossima volta e vediamo se qualcuno indovina : - )

tratto da: Tikla e il Diavolo