Di Fabrizio (del 09/10/2010 @ 09:52:04 in media, visitato 2009 volte)
La Stampa Una ragazza di vent'anni, torinese, che fa un documentario prodotto da
RaiTre, ispirandosi a Woody Allen e alla sua famiglia. Solo un dettaglio: è Rom.
Ecco la sua storia
DA WWW.DIGI.TO.IT - MATTEO ZOLA
"Un giorno metti la pentola a bollire sul fuoco, e sei in un posto. Quando
l'acqua bolle sei in un altro. Quando la pasta cuoce in un altro, e la mangi
chissà dove". Con queste parole la vecchia nonna di Laura Halilovic commenta lo
sgombero che la polizia ha imposto al campo nomadi in cui si trova. Laura, dal
canto suo, ne ha fatto un film: "Io la mia famiglia Rom e Woody Allen", in cui
racconta la sua vita e quella dei suoi cari, tra discriminazioni e vita
quotidiana.
Il titolo è una citazione proprio di un film di Woody Allen. Il cineasta
americano ha letteralmente folgorato la piccola Laura che, ancora bambina, si
trovò da allora a coltivare un sogno: fare la regista. Oggi, con questo film
documentario prodotto in collaborazione con RaiTre e Film Commission Torino,
quel sogno è diventato realtà.
A META' TRA DUE CULTURE
"Da quando ho fatto questo film molti si interessano a me. Certo, il pericolo è
che lo facciano solo perché sono Rom, che mi mettano addosso quest'etichetta e
ci si interessi a me perché "diversa"".
Una diversità che le viene additata anche dalla sua comunità: "Sono diversa per
gli italiani e sono diversa per i Rom perché non voglio vivere secondo la nostra
tradizione e non intendo sposarmi per realizzare "il mio futuro"". Proprio con
queste parole infatti i genitori di Laura, nel documentario, la spingono al
matrimonio: "Sei già vecchia, hai 19 anni", le dicono. "Così mi trovo a metà tra
due culture, in bilico - prosegue Laura - e certo è una sofferenza, è una
situazione che vivo malissimo".
Ma la giovane regista ha le spalle larghe e con tenacia procede nel suo cammino
umano e artistico: "Anche la mia famiglia ora si è convinta, ma all'inizio è
stata dura poiché una ragazza Rom non può studiare e nemmeno lavorare, può solo
sposarsi".
LA VITA NEI CAMPI
Nata a Torino, Laura ha vissuto nel campo vicino all'aeroporto di Caselle fino
all'età di otto anni. Poi la sua famiglia ottiene una casa popolare dove vanno a
vivere in nove: lei e i suoi quattro fratelli, i genitori e due cognati. Della
vita del campo resta un ricordo indelebile di libertà e prigionia al contempo:
"Mi ricordo la libertà, noi bambini stavamo sempre in giro nel campo, solo il
cielo a farci da confine. Ma ricordo anche il filo e la rete che delimitavano il
campo, eravamo come animali in gabbia". Le difficoltà coi "Gagé" – i non Rom –
iniziarono con la scuola: "Ricordo la mia felicità, il primo giorno. E ricordo
come gli altri genitori commentassero: "Ci mancava anche la zingarella". Quel
giorno non parlai con nessuno e corsi via appena la campanella suonò".
INTEGRAZIONE NON E' ESSERE TUTTI UGUALI
Questo dolore è quello che, secondo Laura, farà sempre sentire i Rom inferiori.
Un'inferiorità interiorizzata a tal punto da renderli incapaci di rivendicare i
loro diritti. "E non cambierà mai. Come mai cambierà l'atteggiamento dei Gagé
che continueranno sempre a disprezzarci. Un'integrazione è impossibile". Poi,
con un sospiro: "Integrazione non è essere tutti uguali, non è –per un Rom –
diventare Gagé. I Rom non vogliono diventare Gagé. Se non ci fosse più
diversità, nel futuro, forse non ci sarebbe più discriminazione. Ma poi saremmo
tutti più poveri".
Nella parole di Laura echeggia la saggezza della vecchia nonna, che nel film è
il simbolo di una cultura antica, modellata dai secoli e dai chilometri percorsi
da questo popolo nomade. "Quando mi dicono: "vai a casa tua" io mi domando qual
è la mia casa, la casa di un nomade è ovunque". Laura non nasconde che ci siano
dei problemi: "Le persone però non devono fare di tutta l'erba un fascio, tra di
noi siamo diversi. Tra un Rom Romeno e uno bosniaco c'è differenza, ad esempio.
Non conoscono la nostra cultura". E davvero è arduo conoscere la cultura Rom, il
film di Laura è un ponte per la reciproca conoscenza. Forse così sarà possibile
capire che: "Non è vero che i Rom sono tutti ladri e delinquenti". "Quando un
Rom fa un reato, a venire puniti sono tutti i Rom" si dice nel film.
CASETTE IN FILA
E Laura fa un agghiacciante parallelismo: "Quando vedo le casette in fila, tutte
uguali, del nuovo campo di via Germanasca a Torino, con un recinto di ferro
intorno alto tre metri, mi vengono in mente i campi di concentramento dove sono
morti i miei bisnonni". Già, poiché molti dimenticano che, insieme agli ebrei,
ad Auschwitz trovarono la morte milioni di zingari. "Se mai incontrassi Woody
Allen di persona – conclude Laura – gli chiederei come ha vissuto il suo essere
ebreo. E come ne ha fatto una risorsa".
Martedi 8 Giugno ore 18.30 Presentazione della Mostra fotografica "Te dikav" a cura di Andrea
Fantino
Rinfresco e intrattenimento musicale di Florin "Stufulica" Tanase e Florin "Cucurigu"
Ursu ore 21.00 Presentazione del libro "Me bashavao ande Italia" "Io (Rom) suono in
Italia" di Marco Ghezzo
Proiezione del documentario di viaggio "I Gagè ascoltano Csavas"
Mercoledi 9 Giugno ore 21.00 Sonorizzazione dal vivo del cortometraggio "The adventures of Dollie" di
Griffith a cura di Bruskoi Triu ore 21.30 Proiezione di "Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen" di Laura Halilovic e tavola rotonda con l'autrice
Giovedi 10 Giugno ore 21.30 presso "Jazz Club" di Cuneo Concerto Nadara duo + Bruskoi e Jam
Session finale
Venerdi 11 Giugno ore 21.30 Concerto del gruppo Bruskoi Prala e Nadara ore 23.00 Live set a cura di Dj Grissino e Caravan Etnique
Sabato 12 Giugno Dalle 18.00 rinfresco ed esibizioni dei laboratori di danza, canto e musica
PRATICARE LA CULTURA
Laboratori di danza, canto e musica Da Venerdi 11 a Domenica 13 Giugno 2010
Danza: Insegnanti Benki Iambor e Alexandra Beaujard
Approccio ai diversi stili di danza Rom transilvana che nei secoli hanno attinto
alla tradizione romena e ungherese rielaborandole
Adatto a tutti i livelli e le età.
Canto: Insegnante Alexandra Beaujard
Il canto, momento di aggregazione transculturale, diventa un avvicinamento alla
musica rom anche per non musicisti
Musica: Insegnante Ferenc "Tocila" Iambor
Adatto a tutti gli strumenti, particolarmente indicato ai violinisti, il corso
introduce il musicista allo stile virtuoso dei Rom attraverso la pratica
d'insieme.
Quota di iscrizione: 20 euro al giorno oppure 50 euro per tre giorni.
Di Sucar Drom (del 03/12/2010 @ 09:41:35 in Italia, visitato 2431 volte)
Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari"
o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono
veramente.
Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri, accattoni… ma
non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno commesso degli
sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di mira da
discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In
maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex
Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e genitori
sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a studiare per
questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un container o in una
roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di essere oggetto di
battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria
storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo
i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra.
Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che
occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA ("Basta" nella lingua romanes), promossa dall’UNAR, può
rappresentare la possibilità di superare quel muro del pregiudizio che circonda
la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura, vi
sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre danze
e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia,
accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video,
momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi. Venite a conoscerci. Vi aspettiamo a Venezia:
Giovedì 9 dicembre 2010, ore 21:00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San
Francesco della Vigna - Castello
PROIEZIONE DEL FILM: "Io, la mia famiglia rom e Woody Allen" di Laura Halilovic,
a cura di: Studenti del Master in Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del
Centro Europeo Inter-Universitario (EIUC)
Venerdì 10 dicembre 2010, ore 21.00 Casa dei Beni Comuni "Morion", Salizada San
Francesco della Vigna - Castello CONCERTO: Django's Clan. Nel centenario della nascita di Django Reinhardt, genio
sinto della musica jazz europea, un concerto che ne ripercorre l'arte e la
tecnica.
Lunedì 13 dicembre 2010, ore 21.00 Teatro Aurora - Marghera SPETTACOLO TEATRALE: "Rom Cabaret" di e con Dijana Pavlovic.
Lunedì 20 dicembre 2010, ore 18:30 Scoletta dei Calegheri, Campo S. Toma Venezia WORKSHOP: "io non discrimino – l’esperienza degli osservatori contro le
discriminazioni razziali". Intervengono: Massimilano Monnanni – Direttore UNAR
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali), Gianfranco Bettin – Assessore
Politiche Giovanili e Pace, Carlo Berini – Federazione Rom e Sinti Insieme,
Alessandra Sciurba – Associazione SOS Diritti
Tutti gli eventi sono ad INGRESSO GRATUITO
Gli eventi sono organizzati dalla Federazione Rom e Sinti Insieme e dalla Rete
Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia, in collaborazione con il Centro Pace del
Comune di Venezia e l'UNAR.
Il Festival Dosta si inserisce nella manifestazione DIRITTI PER TUTTI – IO NON
DISCRIMINO, organizzata dalla Rete Tuttiidirittiumanipertutti di Venezia e
comprende anche i seguenti eventi:
Sabato 4 dicembre 2010, dalle ore 16.00 alle 22.00 e Domenica 5 dicembre 2010
dalle ore 12.00 alle 20.00, Ca Foscari Auditorium, Campo Santa Margherita "Building bridges: connecting through diversity". Una serie di dibattiti e
proiezioni di Corti e Lungometraggi organizzato dagli Studenti del Master in
Diritti Umani e Democratizzazione (E.MA), del Centro Europeo Inter-Universitario
(EIUC) con sede al Lido, in collaborazione con l’ Università Cà Foscari e il
Circuito Off Venice Internation Short Film Festival.
Martedì 7 dicembre 2010, ore 19.30 Campiello delle erbe, S. Polo 2003 "L'asilo negato di fronte alle mura della fortezza Europa" a cura
dell’Associazione Metricubi.
Intervengono: Marco Ferrero, avvocato, membro dell'Associazione di studi
giuridici sull'immigrazione (ASGI) e Nicola Grigion, progetto Melting Pot
Europa.
Giovedì 9 dicembre, ore 17.15 Teatro dei Frari Venezia IO DECIDO. Primo incontro per l’avvio di un percorso di democrazia partecipativa
nel Comune di Venezia. Vieni anche tu a decidere il futuro della nostra Città.
Venerdì 10 dicembre 2010 È il giorno in cui ricorre l'anniversario della firma della dichiarazione
universale dei diritti umani avvenuta a Parigi il 10 dicembre 1948 ma è anche il
giorno in cui Zaher, ragazzo afgano è morto qui a Venezia proprio il 10 dicembre
di due anni fa. Zaher è morto perchè i diritti umani ancora oggi nelle nostre
Città, nel nostro paese non sono riconosciuti. Sabato 11 ore 12.00 nel piazzale antistante il Porto la rete
Tuttiidirittiumanipertutti invita la cittadinanza a ricordare la morte di Zaher.
LA CAMPAGNA DOSTA!
L’UNAR, Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali, nell’ambito delle sue
attività istituzionali ed in collaborazione con le principali associazioni rom e
sinte, ha lanciato per l’anno 2010 la Campagna DOSTA, una grande iniziativa di
sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulle comunità rom in Italia.
La Campagna DOSTA ("Basta" in lingua romanes) è stata già promossa dal Consiglio
d’Europa e dalla Commissione Europea nell’ambito del terzo programma congiunto "Equal
Rights and Treatment for Roma". La campagna DOSTA è stata già realizzata con
successo in cinque paesi dell’Europa dell’Est: Albania, Bosnia e Herzegovina,
Montenegro, Serbia, Slovenia ed Ex Repubblica Iugoslava di Macedonia, mentre è
di prossima presentazione la campagna in Francia e Bulgaria.
La Campagna è stata pensata e condivisa con le principali reti di associazioni
rom e sinte in Italia: la Federazione Rom e Sinti Insieme, la Federazione
Romanì, UNIRSI. Le associazioni operano all’interno di un Tavolo di
coordinamento ROM istituito e coordinato dall’UNAR e collaborano alla
pianificazione della campagna e alla progettazione e realizzazione degli eventi
previsti, in collaborazione con le istituzioni locali coinvolte dalle
iniziative.
Obiettivo generale della Campagna è quello di favorire la rimozione degli
stereotipi e pregiudizi nei confronti delle comunità rom e sinte attraverso una
strategia globale di confronto e conoscenza reciproca.
Obiettivi specifici della Campagna sono quelli di:
- favorire una migliore conoscenza della cultura Rom e del suo contributo nella
storia europea attraverso mostre e spettacoli, premi, seminari e conferenze,
eventi pubblici e campagne sui media;
- promuovere un confronto diretto con la realtà rom ed i rischi di
discriminazione ed esclusione sociale attraverso percorsi formativi per il mondo
del giornalismo e gli enti locali, tavoli di lavoro e occasioni pubbliche di
dibattito
Di Fabrizio (del 02/04/2011 @ 09:40:37 in media, visitato 1538 volte)
martedì 5 aprile dalle 19.30 Officine Corsare Circolo ARCI - Via Pallavicino 35 Torino, Italy
50 ANNI PER I DIRITTI UMANI IN TOUR DI AMNESTY INTERNATIONAL
I lunedì dei diritti umani – VIII edizione 2011
Dalle 19.30 ci sarà la proiezione del film
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen di Laura Halilovic
Intervengono Rosanna Falsetta (Associazione Terra del Fuoco) e Giulia
Castellazzi (Amnesty International).
Al termine del film Svoboda Orchestra in concerto.
Vi aspettiamo numerosi, il film, per chi non lo avesse visto è molto bello e
istruttivo. Il concerto sarà verso le 22.
Di Fabrizio (del 01/04/2011 @ 09:35:48 in Italia, visitato 1746 volte)
venerdì 8 aprile · 16.00 - 19.00
Palazzo Frascara, Piazza della Pilotta 4, Roma
Venerdì 8 aprile 2011 si celebra la Giornata Internazionale dei Rom. Per
l'occasione l'Associazione 21 luglio è lieta di invitarvi alla Tavola Rotonda
dal titolo "Dove abitano i diritti umani? I rom e il diritto a un alloggio
adeguato", organizzato insieme ad Amnesty International, che si terrà a partire
dalle ore 16.00 presso la Facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università
Gregoriana (Palazzo Frascara, Piazza della Pilotta 4, Roma).
Interverranno: - Jezerca Tigani, Segretariato Internazionale di Amnesty International;
- Carlo Stasolla, Associazione 21 luglio;
- Marco Brazzoduro, docente di Politica Sociale presso l'Università La Sapienza
di Roma;
- Roberto De Angelis, docente di Sociologia Urbana presso l’Università La
Sapienza;
- Francesco Careri, ricercatore di Architettura presso l'Università di Roma
"Roma Tre";
- lldiko Orsos, esperta in Pedagogia Sociale dell'Associazione 21 luglio.
A conclusione della Tavola Rotonda, sarà proiettato il film-documentario "Io,
la mia famiglia rom e Woody Allen", il documentario italiano più premiato
nel 2010, in cui la giovane regista Laura Halilovic, racconta, attraverso
l'occhio suggestivo della telecamera, i momenti cruciali del passaggio dalla sua
vita in un campo rom a quella in una casa in un quartiere popolare della
periferia di Torino.
Vi aspettiamo numerosi per confrontarci insieme sulla questione del diritto a un
alloggio adeguato per il popolo romanì e per combattere quel pregiudizio diffuso
secondo cui i rom vorrebbero vivere nei campi e non in case "normali".
Di Fabrizio (del 12/07/2009 @ 09:28:36 in media, visitato 1442 volte)
C'è maretta sul prossimo
Meeting Antirazzista. Riprendo comunque una segnalazione di Nico Che dal
sito
Romadecade.org (se lo linkate vedete il trailer). Di Laura Halilovic se ne era parlato
QUI
Domenica 12 luglio, la diciannovenne regista romanì Laura Halilovic riceverà
il premio "Cinema Contro il Razzismo" durante il XV Meeting Internazionale
Antirazzista di Livorno, sostenuto dalla Regione Toscana assieme a diverse
amministrazioni locali ed associazioni. Halilovic ha ricevuto il riconoscimento
per il suo documentario "Io la Mia Famiglia Zingara e Woody Allen", che ha
giugno ha vinto il Premio UCCA 2009 al Film Festival di Bellaria. Il film ha
anche ricevuto una menzione speciale dalla giuria "per l'abilità di descrivere
in maniera leggera, a volte ironica, ma sempre in maniera diretta, la propria
storia, quella della sua famiglia e tramite ciò le difficili condizioni degli
Zingari in Italia". Il Premio UCCA viene riconosciuto ai primi due documentari
del Film Festival di Bellaria, ed i film premiati ricevono l'opportunità di
essere proiettati in almeno 20 città italiane.
Dopo aver ottenuto il Premio UCCA, l'ufficio regionale dell'Istruzione in
Piemonte ha fatto in modo di promuovere la proiezione di "Io la Mia Famiglia
Zingara e Woody Allen" in oltre 200 scuole superiori. Il film verrà presentato
agli insegnanti in ottobre, e dal 2010 il documentario sarà disponibile nel
catalogo di risorse per gli insegnanti. Le scuole avranno anche la possibilità
di organizzare proiezioni seguite da dibattiti tra Halilovic e gli studenti.
"Io la Mia Famiglia Zingara e Woody Allen" è stato prodotto da Zenit Arti Audiovisive
col supporto tra gli altri, del Fondo OSI di Corrispondenza del Decennio Rom, di
RAI 3, del Ministero per le Pari Opportunità e del Fondo Film Documentari del
Piemonte.
Mi chiamo Laura Halilovic sono nata il 22 novembre del 1989. La mia passione
per la regia é nata quando avevo nove anni.
Ho vissuto al campo per anni e mi trovavo benissimo, poi mi sono trasferita
alla Falchera quando ci hanno dato una casa popolare. Mi trovo bene anche qui.
Qui ho anche girato il mio primo cortometraggio con un gruppo di amici. Voglio
fare un documentario sui Rom per far conoscere agli altri la nostra vita. I Rom,
o come vengono chiamati con un tono dispregiativo, gli Zingari, per la maggior
parte vivono nelle case, i loro figli vanno a scuola, a differenza di quello che
tutti credono, solo alcuni di loro vivono ancora girando come facevano una
volta. Sono stati fatti film e documentari sulle loro usanze, sul loro modo di
vivere, ma nulla i cui loro possano veramente riconoscersi. I registi e gli
sceneggiatori presentano il mondo dei Rom con idee ancora molto stereotipate.
Non sanno che alcuni non si direbbe che sono Rom e che molti di quelli che
ancora oggi vivono viaggiando sarebbero felici di avere una casa popolare e di
poter mandare i propri figli a scuola.
La gente oggi ha ancora paura, non si fida, appena sente la parola Zingaro si
allontana e questo mi da molto fastidio, non ci fa sentire accettati in un paese
che non è il nostro e nel quale stiamo cercando di costruirci un futuro e di
dare un futuro ai nostri figli.
Regia: Laura Halilovic (opera prima) Anno di produzione: 2009 Durata: 50' Tipologia: documentario Genere: sociale Paese: Italia Produzione:
Zenit Arti Audiovisive Formato di ripresa: HD Formato di proiezione: HD, colore Altri titoli: Una Ruota del Carro, Io la Mia Famiglia e Woody Allen - A
Wheel of the Wagon - Me, my Family and Woody Allen
Sinossi: Un viaggio intimo e personale tra la fine della vita nomade e lo
stanziamento in una casa popolare di Torino. Laura è l'unica figlia femmina
della famiglia Halilovic, una famiglia Rom arrivata in Italia dalla Bosnia negli
anni sessanta. La regista diciottenne ci racconta in prima persona con ironia e
senso dell’umorismo il suo rapporto con la famiglia e il suo percorso per
accettare le proprie origini e allo stesso tempo realizzare il suo sogno di
diventare regista.
Il documentario presenta una riflessione sulla fine della vita nomade, sulle
relazioni con i parenti che ancora vivono nei campi e con i gagè, i vicini non
rom. Più in generale è una riflessione sulla difficoltà nel rapporto con gli
altri, sentimento che accompagna Laura sin dall’infanzia.
La campagna "DOSTA!" ("basta" in lingua romanes)
promossa dalla Comunità europea è coordinata e finanziata dall'UNAR
(Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) in collaborazione con il
Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e sinte per promuovere in
Italia una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti, la più grande
minoranza etnica d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli stereotipi
che hanno sempre accompagnato questo popolo.
Piacere di conoscervi!
Siamo i Rom e i Sinti, ma molti per ignoranza o cattiveria ci chiamano "zingari"
o "nomadi".
Viviamo in mezzo a voi da circa seicento anni ma ancora in pochi ci conoscono
veramente. Probabilmente avete letto sui giornali che siamo sporchi, ladri,
accattoni… ma non è così. Certo alcuni di noi sono molto poveri e alcuni hanno
commesso degli sbagli. Ma non siamo tutti uguali anche se siamo tutti presi di
mira da discriminazioni e in alcuni casi da razzismo vero e proprio.
In Europa siamo in dodici milioni, in Italia molto meno, circa 100.000. In
maggioranza siamo Cittadini italiani dal 1871 ma alcuni di noi vengono dalla ex
Yugoslavia e dalla Romania: scappati dalla guerra o dalla miseria.
Provate ad immaginare di non poter avere documenti (anche se i vostri e
genitori sono nati in Italia), di non poter chiedere lavoro o continuare a
studiare per questo motivo, di dover aspirare al massimo a vivere in un
container o in una roulotte… di essere allontanati se entrate in un bar, di
essere oggetto di battute e scherno… che vita sarebbe? La vita di molti di noi
al momento.
Noi siamo i Rom e Sinti e come ogni altra minoranza abbiamo una lunga memoria
storica, valori, costumi, tradizioni, arti, talenti, musica e bellezza. Abbiamo
i colori di una civiltà millenaria che non hai mai preso parte ad una guerra.
Tutto questo tuttavia resta confinato troppe volte negli angusti spazi che
occupiamo alle periferie delle città, in ghetti che chiamano "campi nomadi".
La campagna DOSTA può rappresentare la possibilità di superare quel muro del
pregiudizio che circonda la nostra gente.
Noi vi tendiamo una mano, metteremo in piazza frammenti della nostra cultura,
vi sorprenderemo con il calore della nostra musica, le emozioni delle nostre
danze e lo faremo in una serie di eventi che si snoderanno per tutta Italia,
accompagnati da seminari e conferenze, mostre fotografiche e proiezioni video,
momenti di riflessione in cui ci racconteremo a voi.
Il programma di Milano è stato realizzato dalla "Federazione Rom&Sinti
insieme" e dall'Associazione UPRE ROMA con il patrocinio e il contributo di:
Fondazione Culturale San Fedele
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Fondazione Fabrizio De André onlus
Casa della Cultura
Hanno aderito: ARCI Milano, Associazione Aven Amentza, Associazione Romano
Drom, Lavoro, Gruppo Abele di Milano, Opera Nomadi di Milano
Rom e sinti: una piaga da scacciare o una realtà
da conoscere?
A Milano la campagna "DOSTA!" contro la discriminazione di Rom e Sinti
Venerdì 29 ottobre alle ore 11.30 nella sala Marra di palazzo Marino è
convocata la conferenza stampa di presentazione della campagna DOSTA!
La campagna " DOSTA!" ("basta" in lingua romanes) è stata promossa dalla
Comunità europea, in Italia è coordinata e finanziata dall'UNAR (Ufficio
Nazionale Antidiscriminazioni Razziali) del ministero per le Pari Opportunità in
collaborazione con il Consiglio d'Europa e con le principali federazioni rom e
sinte, per promuovere una maggiore conoscenza della cultura dei Rom e dei Sinti,
la più grande minoranza etnica d'Europa, e per sconfiggere con la conoscenza gli
stereotipi che hanno sempre accompagnato questo popolo.
A Milano la Federazione " Rom& Sinti insieme" e l'associazione UPRE ROMA
hanno prodotto uno sforzo particolare per la situazione estremamente delicata
delle comunità rom e sinte (350 sgomberi di campi abusivi e la prevista chiusura
di 4 campi regolari con il coinvolgimento di oltre 1000 persone tra uomini,
donne e bambini).
Il programma di iniziative che viene proposto alla città ha visto il
coinvolgimento di autorevoli istituti culturali come la Fondazione Culturale San
Fedele, la Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, la Casa della Cultura, la
Fondazione De André e l'adesione dell'ARCI Milano, dell'Associazione Aven
Amentza, dell'Associazione Romano Drom, della Camera del Lavoro, del Gruppo
Abele di Milano, dell'Opera Nomadi di Milano.
Alla presentazione del programma intervengono Massimiliano Monanni
direttore dell'UNAR, Dijana Pavlovic vicepresidente della Federazione
Rom& Sinti insieme, Giacomo Costa per la Fondazione culturale San Fedele,
Chiara Daniele direttrice della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli,
Ferruccio Capelli presidente della Casa Della Cultura.
Grazie per l'attenzione
Per informazioni: 339-11.70.311
29 ottobre - ore 11.30 – sala Marra di palazzo
Marino Conferenza stampa di presentazione della campagna DOSTA!
8 novembre - ore 21 Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b Saluti:Giacomo Costa, fondazione culturale San Fedele Presentazione: un esponente dell'UNAR; Fabrizio Casavola, Upre Roma "Le danze di Billy e Dijana" di Daniele Lamuraglia, con Dijana Pavlovic e Diego Conti
Nell'occasione verrà esposta la mostra sul Porrajmos (lo sterminio dei rom e dei
sinti)
12 novembre - ore 18-20.30 Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, via
Romagnosi 3 "Rom: a Milano si può? Politiche abitative (e altro): soluzioni possibili" Saluti:Carlo Feltrinelli presidente della Fondazione
Giangiacomo Feltrinelli Introduzione: un esponente dell'UNAR; Alfredo Alietti, Upre Roma,
docente di sociologia università degli studi di Ferrara Testimonianze:don Massimo Mapelli, Casa della Carità; abitanti
dei campi; Interventi:Laura Balbo, docente di sociologia università degli
studi di Padova; Antonio Tosi, docente di sociologia urbana al
Politecnico di Milano; Tommaso Vitale, Scientific Director of the Master
"Governing the Large Metropolis" CEE, Sciences Po Paris
E' stata invitata Mariolina Moioli, assessore alle politiche sociali
Comune di Milano.
18 novembre – ore 20.30-23 - Casa della Cultura, via Borgogna 3 "La rappresentazione mediatica dei rom e dei sinti: tra dovere di informare e
violazione dei diritti." Presenzia:Ferruccio Capelli, presidente della Casa della
Cultura Introduzione: un esponente dell'UNAR; Paolo Cagna Ninchi,
presidente Upre Roma Interventi:Michael Guet, Capo della Divisione dei Rom e dei
viaggianti del Consiglio d'Europa; Eva Rizzin e Angelica Bertellini,
Articolo 3 - Osservatorio sulle discriminazioni di Mantova; Ferruccio de
Bortoli, direttore del Corriere della Sera; Roberto Escobar, docente
di filosofia della politica alla Statale di Milano; David Parenzo,
conduttore e autore televisivo,
E' prevista la presenza del ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna
1 dicembre – ore 21 – Casa della Cultura, via Borgogna 3 "Sebben che siamo donne… rom - La via dei campi e la via dell'arte" Presenzia:Ferruccio Capelli, presidente Casa della Cultura Introduce: un esponente dell'UNAR. Rebecca Covaciu, rom rumena, premio UNICEF per i disegni; Laura Halilovic, rom bosniaca, autrice di "Io, la mia famiglia rom e
Woody Allen"; Dijana Pavlovic, rom serba, attrice
Nel corso dell'incontro saranno proiettati frammenti delle realizzazioni
artistiche
9 dicembre - ore 21 - Auditorium San Fedele, via Hoepli 3/b
Concerto conclusivo con artisti rom e italiani organizzato con la Fondazione De
André (programma in via di definizione)
"Un giorno metti la pentola a bollire sul fuoco, e sei in un posto. Quando
l'acqua bolle sei in un altro. Quando la pasta cuoce in un altro, e la mangi
chissà dove". Con queste parole la vecchia nonna di Laura Halilovic commenta lo
sgombero che la polizia ha imposto al campo nomadi in cui si trova. Laura, dal
canto suo, ne ha fatto un film: "Io la mia famiglia Rom e Woody Allen", in cui
racconta la sua vita e quella dei suoi cari, tra discriminazioni e vita
quotidiana. Il titolo è una citazione proprio di un film di Woody Allen. Il
cineasta americano ha letteralmente folgorato la piccola Laura che, ancora
bambina, si trovò da allora a coltivare un sogno: fare la regista. Oggi, con
questo film documentario prodotto in collaborazione con RaiTre e Film Commission
Torino, quel sogno è diventato realtà.
A META' TRA DUE CULTURE
«Da quando ho fatto questo film molti si interessano a me. Certo, il pericolo è
che lo facciano solo perché sono Rom, che mi mettano addosso quest'etichetta e
ci si interessi a me perché "diversa"».
Una diversità che le viene additata anche dalla sua comunità: «Sono diversa per
gli italiani e sono diversa per i Rom perché non voglio vivere secondo la nostra
tradizione e non intendo sposarmi per realizzare "il mio futuro"». Proprio con
queste parole infatti i genitori di Laura, nel documentario, la spingono al
matrimonio: "Sei già vecchia, hai 19 anni", le dicono. «Così mi trovo a metà tra
due culture, in bilico – prosegue Laura – e certo è una sofferenza, è una
situazione che vivo malissimo».
Ma la giovane regista ha le spalle larghe e con tenacia procede nel suo cammino
umano e artistico: «Anche la mia famiglia ora si è convinta, ma all'inizio è
stata dura poiché una ragazza Rom non può studiare e nemmeno lavorare, può solo
sposarsi».
LIBERTA' E PRIGIONIA
Nata a Torino, Laura ha vissuto nel campo vicino all'aeroporto di Caselle fino
all'età di otto anni. Poi la sua famiglia ottiene una casa popolare dove vanno a
vivere in nove: lei e i suoi quattro fratelli, i genitori e due cognati. Della
vita del campo resta un ricordo indelebile di libertà e prigionia al contempo:
«Mi ricordo la libertà, noi bambini stavamo sempre in giro nel campo, solo il
cielo a farci da confine. Ma ricordo anche il filo e la rete che delimitavano il
campo, eravamo come animali in gabbia». Le difficoltà coi "Gagé" – i non Rom –
iniziarono con la scuola: «Ricordo la mia felicità, il primo giorno. E ricordo
come gli altri genitori commentassero: "Ci mancava anche la zingarella". Quel
giorno non parlai con nessuno e corsi via appena la campanella suonò».
INTEGRAZIONE NON E' ESSERE TUTTI UGUALI
Questo dolore è quello che, secondo Laura, farà sempre sentire i Rom inferiori.
Un'inferiorità interiorizzata a tal punto da renderli incapaci di rivendicare i
loro diritti. «E non cambierà mai. Come mai cambierà l'atteggiamento dei Gagé
che continueranno sempre a disprezzarci. Un'integrazione è impossibile». Poi,
con un sospiro: «Integrazione non è essere tutti uguali, non è –per un Rom –
diventare Gagé. I Rom non vogliono diventare Gagé. Se non ci fosse più
diversità, nel futuro, forse non ci sarebbe più discriminazione. Ma poi saremmo
tutti più poveri».
Nella parole di Laura echeggia la saggezza della vecchia nonna, che nel film è
il simbolo di una cultura antica, modellata dai secoli e dai chilometri percorsi
da questo popolo nomade. «Quando mi dicono: "vai a casa tua" io mi domando
qual
è la mia casa, la casa di un nomade è ovunque». Laura non nasconde che ci siano
dei problemi: «Le persone però non devono fare di tutta l'erba un fascio, tra di
noi siamo diversi. Tra un Rom Romeno e uno bosniaco c'è differenza, ad esempio.
Non conoscono la nostra cultura». E davvero è arduo conoscere la cultura Rom, il
film di Laura è un ponte per la reciproca conoscenza. Forse così sarà possibile
capire che: «Non è vero che i Rom sono tutti ladri e delinquenti». "Quando un
Rom fa un reato, a venire puniti sono tutti i Rom" si dice nel film.
CASETTE IN FILA
E Laura fa un agghiacciante parallelismo: «Quando vedo le casette in fila, tutte
uguali, del nuovo campo di via Germanasca a Torino, con un recinto di ferro
intorno alto tre metri, mi vengono in mente i campi di concentramento dove sono
morti i miei bisnonni». Già, poiché molti dimenticano che, insieme agli ebrei,
ad Auschwitz trovarono la morte milioni di zingari. «Se mai incontrassi Woody
Allen di persona – conclude Laura – gli chiederei come ha vissuto il suo essere
ebreo. E come ne ha fatto una risorsa».
CE.A.S. CENTRO AMBROSIANO DI SOLIDARIETA'ONLUS venerdì 9 aprile 2010 dalle 18.30 alle 20.00
Via Marotta 8 - Milano
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen REGIA:
LAURA HALILOVIC
ANNO: 2009
DOCUMENTARIO - DURATA 50'
PRODUZIONE: ZENIT ARTE AUDIOVISIVE in collaborazione con RAI TRE, ARIA VIVA
"Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen" E' la storia di una ragazza Rom che abita
con i suoi in un quartiere popolare alla periferia di Torino.
Il racconto in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova
vita stanziale, le relazioni con i parenti che ancora vivono nomadi, i contrasti
e le incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con gli
altri, i Gagé.
Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l'anziana nonna che ancora
vive in un campo, le fotografie e i filmati del padre che ha documentato negli
anni la vita quotidiana della piccola comunità, scopriamo una realtà sconosciuta
che fino ad oggi abbiamo voluto conoscere solo attraverso gli stereotipi e i
luoghi comuni. Ma il documentario non è soltanto la storia di una famiglia, di
fatto chi parla è una ragazza di oggi che cresce inseguendo i propri sogni di
adolescente, combattendo contro i pregiudizi e le tradizioni di una cultura
difficile da accettare.
E' l'opera prima dell'emergente regista LAURA HALILOVIC
Ci sono le ladre rinchiuse nel carcere romano di Rebibbia e le bambine mandate a
mendicare, ma anche la giovane regista di Torino superpremiata per il film in
cui racconta la storia della sua famiglia e la sua passione per Woody Allen,
l'artista che ha scolpito il monumento in onore del Porrajmos, l'Olocausto rom,
l'ex maestro che rifiutò di insegnare nelle classi speciali per i rom e che,
alla guida di un'associazione, si batte per tirar fuori la sua gente dal degrado
dei campi nomadi, il ragazzino di origine slava che a scuola è tra i primi della
classe e da grande vuole fare il soldato, i rumeni sgomberati dalle baraccopoli
abusive di Milano che oggi vivono in dignitosi appartamenti. È un caleidoscopio
di storie che riunisce italiani, slavi, rumeni nel ritratto sorprendente di un
popolo apparso in Italia nel 1422, ma ancora oggi considerato sempre e solo
straniero. Rimprovera all'autrice la fragile Ermina: «Ci giudicate senza averci
conosciuto». Il viaggio che questo libro propone è un viaggio di conoscenza, un
utile antidoto contro l'assedio dei luoghi comuni, a cominciare dal primo, il
più diffuso, che gli zingari siano nomadi.
BIANCA STANCANELLI, autrice del libro "La vergogna e la fortuna" ha gentilmente
messo a disposizione dei lettori di Articolo21 uno dei capitoli del suo libro.
Il suo sogno italiano, Ramona può riassumerlo in sette parole: «fare una vita
bella per i figli.» Mi accompagna da lei Donatella De Vito. Ramona ha trentasei
anni, un marito cinque anni più grande e tre figli. Appartiene alla
generazione che ha fatto in tempo a conoscere la Romania comunista e il dopo.
Preferiva la dittatura: «Quando lui era vivo, lavoravi.» Non pronuncia il nome
di Nicolae Ceausescu: solo quell'ingombrante pronome evocativo. Quando c'era
"lui", Ramona si guadagnava da vivere come contadina nei campi di mais e suo
marito aveva un impiego come operaio in fabbrica. Caduto il regime, hanno perso
il lavoro. Nel 2003 hanno deciso di venire in Italia, lasciando alla nonna
materna, all'inizio, i tre figli. A Milano sono arrivati nel campo di via Capo Rizzuto, verso l'autostrada per Torino, una baraccopoli nascosta tra gli
alberi. Ci abitavano trecento persone: alcuni avevano chiesto l'asilo
politico, altri, portandosi dietro un figlio malato, avevano ottenuto un
permesso di soggiorno. Per due anni vissero in pace e in miseria. «Nessuno
veniva a trovarci» dice Ramona, e quel nessuno è la polizia. Niente di cui
gioire, in quella quiete: «Avevo una vita malissima.» Suo marito è un musicista
della casta dei lautari, il suo strumento, purtroppo, è la batteria.
Purtroppo? Gli amici con cui era venuto, musicisti come lui, andavano a
suonare in metropolitana e guadagnavano benino, ma non potevano portarselo
dietro «perché faceva troppo rumore.» Per tirare avanti, Ramona chiedeva
l'elemosina davanti ai supermercati. Nel giugno del 2005 li sgomberarono e
sulla loro strada si alzò la mano protettrice della Casa della Carità. Cinque
anni dopo, la famiglia di Ramona vive in affitto, in un bilocale di periferia.
L'appartamento è modesto e confortevole. Ai balconi, sgargianti tende di garza
rossa, contro il malocchio. La figlia maggiore, che ha ventidue anni, è
impegnata in un tirocinio come assistente alla persona, una via di mezzo tra
un'infermiera e una badante, il figlio sedicenne frequenta un corso per
diventare meccanico, il piccolo va a scuola, il marito è stato assunto in una
cooperativa che ha in appalto dal Comune la pulizia delle docce pubbliche, Ramona lavora come domestica, una sua sorella di vent'anni si è sposata con un
italiano e gli ha pure confessato di essere rom senza esserne ripudiata (ma ai
suoceri non l'hanno detto, non si sa mai), altre due sorelle, che si erano
trasferite in Italia con la famiglia, sono tornate indietro perché non hanno
trovato nulla. Quanto alla Romania, i suoi figli non hanno nessuna intenzione
di tornarci e lei vuole solo dimenticarla: «Speriamo che non ci vado più.»
Questo quadretto di tranquillità domestica prospera al riparo di un'identità "di
copertura". Nessuno dei vicini, dei datori di lavoro, dei compagni di classe dei
figli sa che la famiglia è zingara. La Casa della Carità ha giudicato che tacere
questo dettaglio sia il metodo migliore per offrire ai rom sgomberati
l'opportunità di rifarsi una vita. Sembrano precauzioni eccessive, ma
l'esperienza insegna che non sono mai troppe. Ramona si è giocata un posto
scoprendosi per sbaglio come zingara e ancora non se lo perdona. L'errore, forse
un minuscolo peccato di vanità, è stato prender parte a un film con i comici Ale
e Franz. S'intitolava, come per sberleffo, Mi fido di te. È successo nel 2006,
quando da due anni Ramona faceva le pulizie a casa di una ricca signora milanese
che vendeva a domicilio abiti firmati, aveva un vasto giro d'amicizie e
l'abitudine di seminare i soldi per casa senza problemi. Capitava che la
signora andasse a prendere Ramona alla fermata della metropolitana e che, in
macchina, incontrassero rom. La signora si sfogava: «Che gente schifosa, questi
zingari: ne arrivano a milioni, non se ne può più.» Seduta accanto a lei, rigida
come un lampione, Ramona farfugliava: «Ma davvero, ma che schifo» e tremava di
paura al pensiero che da un segno, da un gesto, la signora capisse che anche lei
era zingara e la cacciasse. Né Ramona né, probabilmente, la sdegnata signora
che le sedeva accanto potevano sapere che la capitale della Lombardia ha
un'antica tradizione di odio antizigano. Uno dei più brutali editti che mi sia
capitato di leggere è una grida pubblicata a Milano l'8 agosto 1693. Consente a
chiunque incontri zingari «d'ammazzarli impune e levar loro ogni sorta di robbe,
bestiami e denari che gli trovasse.» Trecento anni dopo quella grida, Ramona
traccia i suoi giudiziosi distinguo tra gli zingari: «I rom jugoslavi sono
cattivi davvero. Anche noi rumeni siamo zingari, ma non facciamo male.» La
ascolto, non replico: dopotutto, perché a noi italiani soltanto deve essere
riservato il privilegio del pregiudizio? La sua conclusione non ammette
repliche: «Tutti credono che i zingari fanno male, così non ti danno lavoro se
sei zingaro.» Quando accettò di recitare in quel film, in una particina
minuscola, confusa in un gruppo di rom, Ramona non sospettava che la signora
avrebbe mai potuto saperlo. Lo scoprì, invece; forse qualcuno che aveva visto il
film le riferì che, tra gli zingari che recitavano la parte di allegri truffaldi,
c'era Ramona. Stanata, non poté più nascondersi: «Sai come stavo male quando
quella signora ha saputo che ero zingara? Prima mi dava i soldi della spesa, mi
faceva tenere le chiavi. Dopo il film, mi stava sempre vicino, mi controllava,
alla fine mi ha lasciato a casa.» Grazioso eufemismo per definire il
licenziamento di una presunta nomade. Don Massimo Mapelli mi dice che, per i
progetti che riguardavano più di duecento rom sgomberati negli anni dal 2005 al
2007, sono stati impiegati due milioni di euro. È meno della metà della cifra
che il Comune ha speso in sgomberi nei quattro anni dal 2006 al 2010. Ma gli
sgomberi producono solo altri sgomberi, in uno sfiancante inseguimento tra
guardie e zingari, mentre i progetti della Casa della Carità hanno trasformato i
minacciosi invasori in famiglie serene. Non tutti e non sempre, naturalmente. E
non senza frizioni, difficoltà, inciampi. Don Massimo sa bene che «dovendo
sopravvivere, i rom tendono a concepire la relazione con te secondo il modello
"devo succhiare tutto quello che posso".» Come se il manghél, l'elemosina, fosse
diventato uno stile di vita. «L'idea che ha guidato gli interventi sui rom è
sempre stato l'assistenzialismo. Farli passare all'autonomia è complicato. Noi
ce l'abbiamo fatta perché, detto brutalmente, eravamo a casa nostra, potevamo
mettere le cose in chiaro: se non ci stai, amici come prima, ma te ne vai. È
quello che nei campi non si può fare. Intendiamoci, non tutti accettano. Qualche
famiglia se ne è andata, ha preferito continuare a vivere in quel sottobosco
dove l'informale si lega all'illegale.» È in quel sottobosco che gli zingari,
spesso, incontrano gli italiani. Don Massimo fa un esempio: «Nei campi abusivi,
abbiamo scoperto che i rom lavoravano in nero a fabbricare bancali, perché gli
zingari non li vuole nessuno, ma i bancali in nero li vogliono tutti. Allora
abbiamo fondato una cooperativa per fabbricarli noi, mettendoci dentro sette rom
e due nordafricani. In un anno di crisi pesante come il 2009, abbiamo creato
posti di lavoro e regolarizzato un settore che era in nero.»
In nome di un'esperienza lunga cinque anni, don Massimo può dichiarare: «Il
problema rom è un problema che, finché resta tale, è utilizzabile.» Amara
sentenza che dà ragione della curiosa inefficienza milanese nell'inventare
soluzioni diverse dai brutali, costosi, inutili sgomberi e di altre storie
accadute qua e là in Italia. Come la cacciata dei prefetti di Roma e di Venezia,
rimossi d'autorità – e senza spiegazioni – nel pieno dell'"emergenza nomadi". Il
primo, nel novembre 2008, fu Carlo Mosca, prefetto di Roma che rifiutò di
prendere le impronte ai bambini rom e mai venne meno al motto «Si sgomberano le
macerie, non le persone.» Il secondo, nel dicembre 2009, è stato Michele Lepri Gallerano, prefetto di Venezia per quattro mesi: il tempo di gestire il trasloco
di 38 famiglie di sinti veneziani dalle baracche a un villaggio di casette
allestito dal Comune. Trasloco compiuto a mezzanotte, in trentotto minuti –
troppo pochi perché le torpide truppe antizigane potessero accorgersene e
impedirlo.
Il 1° Meeting Antirazzista Europeo invita ogni persona a confrontarsi
con i temi dell’antirazzismo e dell’antidiscriminazione.
La Campagna DOSTA (“Basta” in lingua Romanì) è stata promossa dal Consiglio
d’Europa e dalla Commissione Europea in vari paesi europei; in Italia si sta
portando avanti con il coordinamento e il finanziamento dell’UNAR.
Il suo obiettivo è quello di superare i pregiudizi nei confronti dei Rom e
Sinti, facendo conoscere la ricchezza della loro cultura, nonché le difficoltà
che essi trovano per raggiungere una piena inclusione sociale, abitativa,
educativa e lavorativa.
Nella cornice naturale del Parco Europa potrai ascoltare e discutere insieme a
Sinti, Rom, politici, attivisti e operatori su come leggere e combattere il
razzismo e le discriminazioni. Nei gazebo situati nell’area circostante del
grandissimo tendone, troverai mostre sulla storia, la cultura e l’artigianato
tradizionale. Ma non solo, perché ogni sera potrai vivere insieme a Sinti e Rom
momenti di festa con gastronomia e musica che ti delizieranno e affascineranno.
Luogo:
“ >> PARCO EUROPA << “
Viale Europa – Bolzano
MEETING ANTIRAZZISTA EUROPEO
Mercoledì 2 giugno 2010 ore 17.00 - 24.00
Ore 17.00 Apertura del MEETING
On. Maria Luisa Gnecchi
Luigi Spagnolli, Sindaco della città di Bolzano
Christian Tommasini, Vice Presidente della Provincia di Bolzano
Roberto Bizzo,Assessore alle Pari Opportunità della Prov. di Bolzano
Primo Schönsberg
Radames Gabrielli Presidente dell’associazione Nevo Drom
18.00 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA
21.00 Musica jazz con il complesso Django ’ Clan
con Carmelo Tartamella
24.00 Chiusura festa
“SINTI E ROM, CITTADINI
EUROPEI DISCRIMINATI: DOSTA!”
Giovedì 3 giugno 2010 ore 17.00 - 24.00
Moderatore: Dijana Pavlovic, Vice Presidente della
Federazione Nazionale Rom e Sinti Insieme
17.00 La campagna Dosta! in Italia e in Europa
Radames Gabrielli, Presidente Fed. Nazionale Rom Sinti Insieme
Rappresentante Unar (Uff. Nazionale Antidiscriminazione Razziale ed Etnica)
Rappresentante del Consiglio d’Europa
Vladimiro Torre, Presidente associazione Them Romano (RE)
Roberto Bizzo, Assessore alle Pari Opportunità, Provincia Bolzano
Karl Tragust, Direttore di ripartizione sociale provincia Bolzano
19.35 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA E ROM
21.00 Musica tradizionale sinta
- STRAUMALI & MARLENE
- THE GIPSYES VAGANES
24.00 Chiusura Festa
LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI
Venerdì 4 giugno 2010 ore 17.00 - 24.00
Moderatore:
Luciano Scagliotti, (Enar) European Network Against Racism
17.00 Tavola Rotonda
Dott.ssa Karin Girotto
Onorevole Rita Bernardini
Enrico Lillo, Presidente circoscrizione don Bosco
Onorevole Luisa Gnecchi
Robert Gabrielli, Federazione Rom Sinti Insieme
Mauro Minniti,Vice presidente Consiglio prov. Bolzano
Onorevole Letizia de Torre
Maurizio Alemi,“progetto azioni contro le discriminazioni” Porte Aperte,
Voluntarius, Fondazione Langer, HRI
19.35 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA E ROM
21.00 L’attore teatrale, scrittore e musicista
MONI OVADIA con il suo gruppo
24.00 Chiusura Festa
SINTI E ROM IN ITALIA E IN EUROPA
Sabato 5 giugno 2010 ore 17.00 - 24.00
Moderatore: Carlo Berini
Associazione Sucar Drom
17.00 Tavola Rotonda
Primo Schönsberg
Mauro Di Vieste, Direttore Popoli Minacciati
Gabrieli Mirco, Vice Presidente Associazione NEVO DROM TN
Tommaso Vitale, sociologo
Prof. Oliver Legros, Francia
Elisabetta Vivaldi, attivista rom
Yuri Del Bar, Segretario federazione Rom Sinti Insieme
Davide Casadio, Pastore evangelico MEZ
19.30 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA E ROM
21.00 Musica tradizionale sinta
Con il complesso musicale altoatesino
DAVIDE IL GITANO
24.00 Chiusura Festa
FESTA SINTA
Domenica 6 giugno 2010 ore 15.30 - 24.00
15.00 Apertura Festa con:
GASTRONOMIA TRADIZIONALE SINTA E ROM E VARIE
17.00 Musiche varie
21.00 - Straumali & Marlene
- THE GIPSYES VAGANES
24.00 Chiusura Festa
PORRAJMOS ALTRE TRACCE
SUL SENTIERO PER AUSCHWITZ
2 – 6 Giugno 2010
dalle 9.00 alle 24.00 al Parco Europa - BZ
Mostra fotografica documentaria sulle persecuzioni razziali
subite da Sinti e Rom durante il nazifascismo.
PER NON DIMENTICARE IL PORRAJMOS
Giovedì 3 giugno 2010
Sala riunioni del Centro Syn
Piazza Don Bosco, 21 - 39100 Bolzano
Patrocinio della Città di Bolzano e in collaborazione
con l’Archivio Storico
9.30 Conferenza
sulle persecuzioni subite da Sinti e Rom, con
interventi di storici e proiezioni di filmati in
ricordo e memoria della Sinta,
BARBARA RICHTER
Bolzanina, d’origine Cecoslovacca sopravvissuta ad
Auschwitz Birkenau e agli esperimenti di Mengele,
Deceduta alcuni anni fa a Bolzano.
11.00 Deposizione di una corona
a Passaggio della Memoria davanti alla Targa in
Memoria dei Sinti e Rom, Vittime delle persecuzioni
razziali, nei pressi del Muro del Lager di Via Resia
30 Bolzano.
CINEMA
Sabato 5 giugno 2010 alle ore 21.00
AL CINEFORUM BOLZANO
(Via Roen 6, Bolzano)
“Io, la Mia Famiglia Rom e Woody Allen”
Con la partecipazione della REGISTA Rom
Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen è la storia di una ragazza Rom che
abita con i suoi in un quartiere popolare alla periferia di Torino. Il racconto
in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita
stanziale, le relazioni con i parenti che ancora vivono nomadi, i contrasti e le
incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con gli altri,
i Gagè. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l’ anziana nonna che
ancora vive in un campo, le fotografie e i filmati del padre che ha documentato
negli anni la vita quotidiana della piccola comunità, scopriamo una realtà
sconosciuta che fino ad oggi abbiamo voluto conoscere solo attraverso gli
stereotipi e i luoghi comuni. Ma il documentario non è soltanto la storia di una
famiglia, di fatto chi parla è una ragazza di oggi che cresce inseguendo i
propri sogni di adolescente, combattendo contro i pregiudizi e le tradizioni di
una cultura difficile da accettare...
Premio ‘UCCA – Venticittà’ e Menzione speciale della giuria nella sezione
Anteprima Doc del Bellaria Film Festival 2009. ‘Stella del Meeting – Cinema
contro il razzismo’ alla XV edizione del Meeting Internazionale Antirazzista di
Cecina (2009).
Un mondo che intravediamo appena, che non vogliamo vedere, che magari ci fa
paura. Sergio Pretto, romano, 73 anni, giornalista prima della carta stampata
poi alla Rai, racconta gli zingari attraverso un secolo di storia in Novecento
Rom (Cartacanta, 400 pagine, 18 euro). Narra la storia di una famiglia, dagli
anni Trenta al 2010, tessendo un arazzo di rapporti intrecciati. Se ne esce
incantati da una scrittura a immagini, frammentata, a volte straniata, che si
avvicina alla poesia.
Nella quarta di copertina si legge che lei è stato avviato alla scrittura da
Pier Paolo Pasolini. Come?
Pasolini l'ho conosciuto da ragazzo su un campetto di calcio. Era un uomo che, a
prima vista, intimoriva, dai tratti spigolosi, e che poi, invece, scoprii
umanissimo. Diede una gran pallonata, che colpì il "palo" della nostra "porta",
fatto da libri e quaderni di scuola legati con l'elastico, come si usava allora.
Si scusò moltissimo, ma si soffermò sui quaderni. Soprattutto sul mio, quello
dei temi e lì, subito, a darmi consigli, a dirmi di infrangere le regole, di
esplorare le cose e insieme di aggredirle. E io cambiai il mio modo di scrivere.
Lo cambiai più volte, dopo, anche sotto l'influsso del surrealismo di Calvino e
del realismo magico di Màrquez, scrittori che riportano, anche se a prima vista
non sembra, allo scavo nel torbido di PPP.
Perché si è interessato ai Rom?
È stato proprio Pasolini a insegnarmi a guardare agli ultimi. Il primo contatto
l'ho avuto attraverso un'assistente sociale: cercavo informazioni per un altro
libro, che stavo scrivendo. Abbiamo incontrato un giovane Rom, quello che nel
romanzo io chiamo Decebal. Non è stato facile né da parte mia, né da parte sua.
Ci dividevano mille pregiudizi. Ma mi sono reso conto che quello che noi vediamo
- la sporcizia, il furto... - è la punta di un iceberg. Sotto c'è una cultura
straordinaria, musicale, umanitaria, una solidarietà che non possiamo percepire.
Siamo fermi agli stereotipi. E invece ci sono zingari docenti universitari,
sportivi di fama (Andrea Pirlo, il calciatore), avvocati, pugili... C'è
un'orchestra sinfonica di violinisti, tutti zingari, che sta girando l'Europa
riscuotendo enorme successo. Una zingara di vent' anni, Laura Halinovic, ha
vinto il Festival audiovisivo di Montecarlo con il documentario Io, la mia
famiglia Rom e Woody Allen.
Come ha fatto a documentarsi?
Ho passato mesi tra i Rom. Decebal, una volta che siamo riusciti ad intenderci,
mi ha detto che qui in Italia sono tutti giovani: per ascoltare la loro storia
dovevo andare a Craiova, in Romania. Ho fatto partire il mio romanzo-verità da
laggiù, quando Simplon, il padre di Decebal, decide di raccontare ai suoi figli
la tragedia del Porrajmos, come gli zingari chiamano il genocidio pianificato
dai nazisti: nei lager morirono 600mila Rom e Sinti. Simplon è depositario di
testimonianze dirette, dal padre Ofiter e dalla madre Limpiana. Racconta come
dei gitani si siano salvati nelle "marce della morte" verso i campi di
sterminio. Quando seppellivano le vittime, alcuni si gettavano vivi nelle fosse:
poi una coperta, quindi i morti, poi badilate di terra. L'ultimo della fila
batteva sul tumulo cinque colpi: il segnale che la colonna si allontanava, così
i sepolti vivi potevano uscire dalle fosse. Questo stratagemma l'avevano
escogitato grazie alla loro antica tradizione di seppellire i morti durante il
cammino. Non esistono cimiteri Rom o Sinti fino ai primi del Novecento: nomadi,
gli zingari seppellivano i loro morti lungo la strada.
Rimangono impresse le figura femminili del libro. Ce ne vuol parlare?
Grifina era una giovane zingara dalla bellezza fiera e singolare. L'ufficiale
medico del lager la notò e se la prese come infermiera e amante. Lei sopravvisse
alle sevizie, accudendo una bambina che aveva trovato nel campo, sperduta, e con
la certezza che un giorno si sarebbe vendicata. Alla fine, lo fece: uccise con
il bisturi l'ufficiale medico. La giovane Jonela è invece l'esempio del
contrasto tra gli anziani e i giovani. I ragazzi vedono i lati positivi della
nostra società, quella di noi gagé, come ci chiamano i Rom. Jonela, cresciuta il
Romania sotto il regime di Ceausescu, preferiva i jeans alle gonne a fiori e non
voleva più camminare sempre un passo dietro al suo uomo...
I Rom sono così maschilisti?
Questo è un argomento, forse il primo, su cui ci siamo trovati a discutere. Ho
parlato ai Rom di grandi donne di cui non conoscevano l'esistenza: le americane
che nel 1908 scioperarono per protestare contro le terribili condizioni in cui
erano costrette a lavorare e morirono nell'incendio scoppiato l'8 marzo. Madame
Curie, Rita Levi Montalcini... Le donne, che prima si ritraevano, hanno
cominciato a sorridermi, ad invitarmi a mangiare. Gli uomini a considerare le
loro compagne in una nuova dimensione. Non ci siamo messi d'accordo, invece,
sulla scuola. "L'istruzione", mi hanno detto, "dovrebbe portare alla felicità.
Perché noi dovremmo accettare, senza discutere, la vostra?"
Apertesi le frontiere dell'Europa orientale, la famiglia di Decebal ha lasciato
la Romania per Francoforte, quindi Roma: nel campo al Casalino, che poi è stato
spazzato via, e infine al Tiburtino. La storia è chiusa?
Spero in un finale aperto. Finché noi li ghettizziamo, saranno sempre pronti a
ripagarci con il peggio perché a questo porta la disperazione. Ci chiedono di
lavorare, anche lavori umilissimi - li ho visti io stesso farli, insieme agli
immigrati - e ci chiedono di non dover rinunciare all'essenza della loro
cultura. Sono il popolo meno sanguinario del mondo, che non ha mai combattuto
una guerra, anche perché non ha confini da difendere.
Mercoledì 29 gennaio, ore 20.45 Libreria Popolare, via Tadino 18 - Milano
Incontro con l'autrice Hajrija (Maria) Seferovic in compagnia
di Frances Oliver Catania e Fabrizio Casavola
Un piccolo libro che rappresenta una scommessa: avevamo incontrato qualche
anno fa questa anziana signora in un suo momento di grave difficoltà.
Assieme, si è provato ad affrontare i problemi (ancora irrisolti) e ci si è
conosciuti meglio.
Sempre assieme, si è messo per iscritto tutto quello che Maria Seferovic
ricordava di una vita, suo malgrado, avventurosa, i consigli e le conoscenze che
avrebbe potuto dare a qualche concittadino più giovane. Partendo da quello che
può interessare tutti noi: COME STAR BENE E COSA CUCINARE, aggiungendo qualche
altro rimedio e ricetta, e farcendo il tutto con qualche racconto nato proprio
nel suo nord est milanese.
Vi proponiamo, durante questo incontro, di provare a rifare lo stesso percorso
di conoscenza e di amicizia, parlando di viaggi e della cultura che nasce dal
continuo spostarsi, di rimedi naturali, di cucina (esotica?), concedendole un
sipario che le è stato a lungo negato.
Ed infine, la storia, grande e piccola: i due conflitti che hanno segnato la sua
vita. Perché, ci ritroviamo a due giorni dalle celebrazioni del Giorno della
Memoria, e visto che il rischio è di dimenticarsene subito, un buon modo per
tenere viva la memoria è cominciare a conoscersi, attraverso quella cultura che
è il vivere quotidiano.
Maria Seferovic forse l'avete intravista per la prima volta ripresa nel film
"Io, la mia famiglia rom e Woody Allen", arrancare con un carrello della spesa
nelle campagne lombarde. Nasce a Travnik (attuale Bosnia) nel 1938, prima di
cinque figli. La famiglia si spostava spesso per guadagnarsi da vivere con la
vendita di cavalli, e facendo pentole e piatti di rame che vendevano ai mercati.
Dalla fine degli anni '60 con la sua kumpanja alterna soggiorni in Italia e
nell'ex Jugoslavia, che abbandona definitivamente allo scoppio del conflitto
negli anni '90.
Attualmente risiede nel nord est milanese. Anche se scrive lentamente e a
fatica, è un'autentica enciclopedia vivente.
Pessano con Bornago
Dopo le meritate vacanze, torniamo con due incontri di sicuro interesse.
Conoscere per non discriminare, due iniziative ideate e organizzate
dall’associazione La bottega che non c’è trasformeranno il territorio di Pessano
con Bornago in uno spazio aperto, dove riflettere sui numerosi pregiudizi che
circondano il popolo Romaní.
Due momenti di storia, letture, testimonianze, musica, che aiutano a sovvertire
le abitudini, a sottrarsi ai condizionamenti, per non smettere mai di dare
concretezza alla parola solidarietà, per non smettere mai di migliorare la
nostra società in un continuo confronto di idee, coscienze, culture e religioni
che danno significato e valore a ogni nostra scelta.
La bottega che non c'è
Venerdì 20 settembre 2013 - Ore 20.30. Sala Consiliare in Piazza della
Resistenza
1. Conoscere attraverso la storia. Relatore: Ernesto Rossi, dell'Associazione ApertaMente.
2. Testimonianze dell'Associazione Mamme e Maestre di via Rubattino.
3. Testimonianze del progetto Taivé.
4. Proiezione del film documentario Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen.
5. Musica tzigana del brillante duo de l'Orchestra dei Popoli Vittorio Baldoni.
Domenica 29 settembre 2013 - Ore 16.30. Cortile della Biblioteca Comunale
6. Conoscere attraverso la poesia e la musica. Lettura di brani e poesie di
Papuska e di Mariella Mehr a cura del gruppo Polvere di Storie.
7. Musica del violinista George Moldoveanu.
8. Performance di Jovica Jovic.
9. Cabaret di Luca Klobas.
10. Mostra pittorica di Rebecca Covaciu.
Durante il primo e il secondo incontro saranno allestite la Mostra fotografica
della Caritas ambrosiana e un Buffet tradizionale che solleticherà i nostri
palati, con tanti fragranti e appetitosi assaggi.
Di Fabrizio (del 26/11/2009 @ 09:02:17 in Italia, visitato 2232 volte)
DUE GIORNI di proiezioni, incontri ed eventi sulla condizione dei
giovani rom e sinti in Italia
Un'occasione per incontrare e conoscere, fuori da pregiudizi ideologici e
stereotipi mediatici, l'universo Rom, ricco di contraddizioni,
apparentemente chiuso e anacronistico, ma spesso protagonista di un'integrazione
possibile e praticabile, portata avanti con passione proprio dalle generazioni
più giovani.
ROM CITTA' APERTA E' UN EVENTO ORGANIZZATO DA SOTTODICIOTTO FILMFESTIVAL
E DAL CENTRO NAZIONALE DI DOCUMENTAZIONE E ANALISI PER L'INFANZIA E
L'ADOLESCENZA
gli appuntamenti:
MERCOLEDÌ 2 DICEMBRE
Cinema Massimo 3
ore 16.00 Carmen Meets Borat di Mercedes Stalenhoef - Olanda, 2009, Betacam
SP, 85'
Quando la troupe che sta girando Borat giunge a Glod, in Romania, il Paese
collabora entusiasta alle riprese pur senza conoscere il contenuto del film
interpretato da Sacha Baron Cohen. Una volta scoperto che nella fiction Glod è
diventato un villaggio kazako pieno di criminali e prostitute, gli abitanti
insorgono e fanno causa alla produzione. Sarà un modo per coronare i loro sogni
di ricchezza?
v.o. / sottotitoli italiani
ore 17.40 O Topanki - About the Shoes di Rozálie Kohoutová - Repubblica
Ceca, 2007, Betacam SP, 14'
Una piccola scuola materna in un villaggio Rom della Slovacchia: le maestre
tentano di sopperire in qualche modo allo stato di indigenza della popolazione,
che spesso non manda i figli a scuola per i problemi più banali, compresa
l'assenza di scarpe. Il film con pochi ma precisi cenni pone scottanti domande
sul senso delle parole "aiuto" e "educazione".
v.o. / sottotitoli italiani
La bougie n'est pas faite de cire mais de Flammes di Marion Gervais
-Francia, 2008, Betacam SP, 22'
La piccola Cassandra, di origini rom, si barcamena come può: spensierata in
classe, non può esserlo quando torna tra le "quattro mura di casa", ovvero
quelle dell'abitacolo di un'auto dove dorme con la famiglia. Per uscire da
questa situazione media tra i servizi sociali che cercano di trovare una
soluzione abitativa e i genitori che non conoscono il francese e temono di
essere espulsi.
v.o. / sottotitoli italiani
ore 18.15 ROM città aperta
Tavola rotonda. L'INTEGRAZIONE POSSIBILE?
Un'occasione di incontro per interrogarsi, al di là delle contingenze della
cronaca e della tenacia degli stereotipi, sulla condizione dei giovani Rom in
Italia e sulle esperienze di possibile convivenza e integrazione che – nel
silenzio generale – vengono realizzate nel nostro Paese. Un modo per
"rappresentare" con le parole oltre che con le immagini una comunità
sorprendentemente multiforme, lontana dall'immagine approssimativa solitamente
restituita dai media. Ad aiutarci nella riflessione, professionisti che operano
nel campo dell'associazionismo, rappresentanti di enti pubblici promotori di
politiche per l'integrazione, membri attivi della comunità Rom, magistrati
minorili. Durante la tavola rotonda verranno proiettate alcune sequenze-video,
tra cui brani tratti dalla puntata di Presadiretta Caccia agli zingari di
Riccardo Iacona, gentilmente concessi dalla redazione del programma Rai. Ospiti: Piercarlo Pazè - magistrato, direttore della rivista «Minori giustizia»
Giorgio Bezzecchi - esperto in processi di mediazione culturale, Associazione
Romano Drom Onlus
Ilda Curti - Assessore alle Politiche per l'integrazione - Città di Torino
Massimo Conte - ricercatore, Agenzia di ricerca sociale Codici
Anna Maria Colella - direttrice dell'Agenzia regionale per le adozioni
internazionali - Regione Piemonte
Carla Bonino - dirigente del settore Integrazione Educativa della Città di
Torino
Maurizio Pagani - Opera Nomadi Milano Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de Il Corriere
della Sera
ore 20.30 EVENTI:
IO, LA MIA FAMIGLIA ROM E WOODY ALLEN Un dialogo inedito tra passato e futuro, "vecchio" e "nuovo", muto e sonoro,
stereotipo e autobiografia, nella serata dedicata alla giovane cineasta Rom,
Laura Halilovic. Dai due cortometraggi di David W. Griffith ispirati a secolari
luoghi comuni sui Rom, uno musicato dal vivo da Bruskoi Triu, gruppo di musica
gitana, l'altro da Stefano Maccagno, pianista e compositore, agli ultimi lavori
di Laura Halilovic dedicati ai sogni, alle speranze e agli interrogativi della
sua generazione, dall'intervento in video di Moni Ovadia fino al dialogo a due
voci tra la stessa Halilovic e Costanza Quatriglio, regista da sempre attenta al
mondo giovanile, si cercherà di fare incontrare universi ed esperienze spesso
troppo lontani per conoscersi davvero.
The Adventures of Dollie di D.W. Griffith -USA 1908, 16mm, 12'
In una soleggiata giornata estiva, i genitori portano la piccola Dollie a fare
una passeggiata nei pressi di un fiume. La loro quiete è interrotta dall'arrivo
di uno zingaro che vende ceste. Il rom, approfittando di una distrazione dei
genitori, rapisce la bimba, portandola al suo accampamento. Dalla ricerca della
piccola e dalla fuga del rapitore ne nasce un'incredibile avventura. A lieto
fine?
Il mio sogno di Laura Halilovic -Italia 2009, DVD, 7'
Un gruppo di ragazzi rom, tra i 15 e i 18 anni, impegnati in diversi percorsi di
studio, raccontano che cosa vorrebbero fare "da grandi". Il sogno delle carriere
più ambite – stilisti, modelli, architetti, attori – si confronta con la
consapevolezza dei pregiudizi diffusi e con la contrarietà dei genitori verso
scelte che li possano allontanare dalla comunità d'origine. Il corto,
appositamente realizzato per il Festival, è in prima visione assoluta.
The Lonely Villa di David W. Griffith con David Miles, Marion
Leonard, Mary Pickford, Gladys Egan, Adele DeGarde - USA 1909, 16mm, 8'
Un gruppo di malviventi fa irruzione nella casa di un gentiluomo e minaccia
l'incolumità di moglie e delle tre figlie barricate in una delle stanze della
casa. Quando il gentiluomo telefona alla famiglia e scopre il pericolo ingaggia
una disperata corsa contro il tempo per salvare i suoi familiari, aiutato da un
gruppo di zingari.
Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009,
Betacam SP, 50'
La storia di una ragazza rom che abita con i suoi in un quartiere popolare alla
periferia di Torino. Il racconto
in prima persona esplora i cambiamenti e le difficoltà della nuova vita
stanziale affrontando i contrasti e le
incomprensioni che fin da bambina la accompagnano nelle relazioni con i Gagè,
tutti quelli che non sono
rom. Attraverso i ricordi dei suoi familiari, tra cui l'anziana nonna che ancora
vive in un campo, le fotografie e
i filmati del padre che documenta la vita quotidiana della piccola comunità,
Halilovic ci conduce dentro una
realtà che va oltre qualsiasi stereotipo o semplificazione.
Saluti: Teresa Angela Migliasso - Assessore al Welfare e al Lavoro - Regione
Piemonte Ospite: Laura Halilovic Con la partecipazione di: Costanza Quatriglio Intervento video di: Moni Ovadia Conduce l'incontro: Gabriela Jacomella - giornalista de «Il Corriere della Sera» Accompagnamento musicale dei corti di Griffith a cura di: Bruskoi Triu (Marco
Ghezzo, Manuela Almonte,
Florin Tanase) e Stefano Maccagno
GIOVEDI' 3 DICEMBRE
Cinema Massimo 3
ore 16.15 ROM città aperta Swing di Toni Gatlif,
con Oscar Copp, Lou Rech, Tchavolo Schmitt, Mandino Reinhardt
Francia 2002, 35mm, 90'
Max, dieci anni, si appassiona al jazz manouche, portato alla ribalta dal
musicista gitano Django Reinhardt.
In vacanza in Francia presso la nonna, il ragazzino si reca in un quartiere
abitato da una comunità Rom per
comprare una chitarra: qui conosce Swing, una coetanea della quale si innamora,
e Miraldo, un chitarrista che
gli insegnerà a suonare e a comprendere appieno la cultura manouche. Un romanzo
d'amore e formazione, di
gioia e libertà. Presenta il film: Laura Halilovic
ore 18.00 Citizen Manouche di Thomas Chansou, con Gary Chauquet, Sebastien Bellonie,
Wesley Bellonie -Francia
2005, Betacam SP, 52'
Un road movie che porta dalla città di Meymac, in Corrèze, fino in Piemonte tre
giovani cugini manouche.
Lo scopo del loro viaggio è ritrovare la comunità Sinti da cui provengono e
conoscerne la storia. Un viaggio
iniziatico, soprattutto per l'incontro con altri viaggiatori nelle varie tappe
del lungo cammino fino al confine
italiano.
v.o. / sottotitoli italiani
ore 19.00
Presentazione del libro Non chiamarmi zingaro di Pino Petruzzelli -Chiarelettere,
2008
Regista teatrale e direttore del Centro Teatro Ipotesi di Genova, Petruzzelli
racconta gli zingari dando loro la
parola, trascorrendoci insieme diversi mesi e andandoli a trovare nelle
periferie delle nostre città. Il suo libro-reportage raccoglie storie sorprendenti e inaspettate, così come racconti di
vita dura e sofferta, da cui è stata
tratta recentemente "un'orazione civile", dal titolo omonimo, che verrà portata
in scena nei prossimi mesi in
molti teatri italiani. Ospite: Pino Petruzzelli - regista, attore e scrittore Conduce: Marco Dalla Gassa - co-curatore del programma
Gipsy Summer di Kristina Nikolova - Bulgaria 2006, Betacam SP, 13'
Durante il periodo estivo, una famiglia di bulgari Rom vive in un campo non
lontano dalla spiaggia di
una località del Mar Nero, dove lavora da venticinque anni raccogliendo
l'immondizia lasciata dai turisti.
Documentario su una forma alternativa di lavoro stagionale che usa un registro
partecipe e leggero per
raccontare uno spaccato di quotidianità poco conosciuto.
v.o. / sottotitoli italiani
VENERDI' 4 DICEMBRE
Cinema Massimo 2
ore 10.00 ROM città aperta Io, la mia famiglia rom e Woody Allen di Laura Halilovic -Italia 2009,
Betacam SP, 50'
Una riflessione sull'(auto)rappresentazione della comunità rom nel cinema
rivolta ad alcune scolaresche torinesi. La giovane regista Laura Halilovic
presenterà il suo documentario autobiografico, una riflessione consapevole,
autoironica ma al tempo stesso commossa sulle proprie origini familiari ed
etniche, sulla propria comunità e sul grado di integrazione che la nostra
società offre a coloro che, a tutti gli effetti, sono suoi cittadini. proiezione per le Scuole Secondarie di II grado
Ospite: Laura Halilovic
Conduce l'incontro: Marco Dalla Gassa (consulente del Centro nazionale di
documentazione e analisi per l'infanzia e l'adolescenza)
Di Fabrizio (del 14/12/2013 @ 09:01:30 in blog, visitato 2230 volte)
Scrittori, poeti, saggisti, aspiranti cronisti o fotoamatori...
Penso di conoscere oramai i lettori di Mahalla: colti, attenti e impegnati, ma timidi o
forse un po' pigri.
Vi offro un'opportunità: esiste in Mahalla
una piccolissima
libreria, forse un'ancora più piccola casa editrice. E' a vostra
disposizione e non vi costa niente: se avete qualcosa di interessante che volete
far conoscere, potete approfittarne. La distribuzione avviene su internet
(limitatamente all'Italia) e se i testi sono in inglese, c'è anche la
possibilità di ottenere l'ISBN e di accedere ad un mercato globale tramite
le principali catene di distribuzione online.
Inoltre, se a qualcuno interessasse il prodotto cartaceo, con lo stesso circuito
ci sono costi di stampa più che interessanti.
Naturalmente, Mahalla rimane sempre a disposizione per collaborazioni anche
occasionali su cronache, eventi, iniziative...
I media e la percezione di Rom e Sinti
Lezione tenuta il 28 maggio 2013, ad un gruppo di studenti rom e sinti di
Milano, presso l'Umanitaria. 1. Come si vende il mondo dell'informazione 2.
Percezione e autopercezione 3. Alcuni casi di... GRATIS
Pacchetto formativo per Osservatori Legali
Si tratta praticamente di un gruppo di persone, addestrate e coordinate, il cui
scopo è raccogliere testimonianze di prima mano su quanto avvenga durante uno
sgombero (in questo caso), ma... GRATIS
L'Europa che c'è
Un giro tra Rom e Sinti in Europa. Parallelamente alla situazione di
deprivazione che tutti conosciamo, le testimonianze di studenti, professionisti,
attivisti e comunicatori romanì, quelli...
Cocci
E' un libro che nessuno ha voluto, e non avevo voglia di inseguire altri
possibili editori. A vostro rischio quindi, potete leggerlo come, quando, dove e
perché vorrete. Non ho fretta. Cocci,... GRATIS
VICINI DISTANTI cronache da via Idro
Cronaca di vent'anni circa di una comunità rom a Milano. Storie, testimonianze,
aneddoti. II Edizione con testo e note riveduti e aggiornati, una rassegna
fotografica inedita e un epilogo
Luoghi Comuni
Ho visto cose che voi umani... ... e voglio condividerle! La strana Lonely
Planet di Zingaropoli Tutto questo in una trentina di pagine che l'autore si è
divertito a scrivere, sperando di...
Una nonna raccontaDi Hajrija (Maria) Seferovic
Da un lato c'è una nonna (sì, proprio quella che avete visto nel film "Io, la
mia famiglia Rom e Woody Allen") che gira ancora le nostre campagne, in cerca di
erbe mediche....
Giovedì 6 giugno 2013 alle 21,00, ingresso ad offerta libera CGIL Salone Di Vittorio - Piazza Segesta 4, con ingresso da
Via Albertinelli
14 (discesa passo carraio) a Milano
"Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen" di Laura Halilovich - Italia - 2009 -
con la presenza di Frances Oliver Catania, che ha seguito la
comunità di Pessano con Bornago (quella della nonna della regista, raccontata nel film)
Il film fa parte della rassegna HO INCONTRATO ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI V
Edizione, dedicata alle donne Rom, organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con: l'Associazione
"Aven Amentza - Unione di Rom e Sinti", Associazione "ApertaMente di Buccinasco"
e la Redazione di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo
SERATA ROM
Mercoledì 26 Maggio ore 19.30
Biblioteca Vaccheria Nardi
Via Grotta di Gregna 27 ROMA
Letture di favole e storie di vita dei Rom
a cura di Cristina Fazzi e Marisa Giampietro
Alla chitarra: Emanuele Maraschini
Intervengono:
prof. Marco Brazzoduro (Università "Sapienza" di Roma) Roberta Zaccagnini (Amnesty International -Coordinamento DESC ) Valerio Tursi (Presidente "ARCI Solidarietà") Carmen Rocco (Antica Sartoria Rom)
Esposizione degli abiti della Sartoria Rom
Proiezione di Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen (50') Regia di Laura Halilovic
La manifestazione è realizzata con il sostegno dell'Assessorato alle Politiche
Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma.
Per prenotazioni e informazioni, telefonare al 064073474 o al 3336625293 oppure
inviare un'email all'indirizzo
giovannialfonso@fastwebnet.it
"ad Auschwitz dove sono rimasti gli zingari,
la lacrima è scesa, la mano ha preso la penna,
per scrivere parole qualunque" RasimSejdic
Associazione Spazio Tempo
Biblioteca Vaccheria Nardi per la Solidarietà
Il Paesaggio umano e la memoria
Laboratorio autobiografico
Quando l'altrove è qui. Storie di vita e di migrazione
Di Sucar Drom (del 18/07/2009 @ 00:35:48 in blog, visitato 1492 volte)
Perché gli zingari sono sparpagliati sulla terra
Questo fatto accadde molto tempo fa. Uno zingaro era in viaggio con la sua
famiglia. Il suo cavallo era magro e malfermo sulle gambe, e più la famiglia
dello zingaro cresceva, più al cavallo riusciva difficile tirare avanti...
Ddl sicurezza, il peccato della sodomia
Il gravissimo peccato della sodomia, contrariamente a quanto potenti e chierici
sessuofobi e omofobi hanno voluto raccontare e far credere, non ha nulla a che
fare con il sesso, né etero né omo, ma riguarda il comportamento nei confronti
dello straniero e del debole. Ricordiamo per somm...
Verona, giustizia è fatta
E' arrivata la condanna definitiva per Flavio Tosi, attuale sindaco di Verona, e
per gli altri cinque esponenti della Lega, che nel 2001 avviarono una campagna
razzista contro i Sinti veronesi. Sgomberati dal loro luogo di residenza
dall'assessore Fabi...
Sciopero dei blog, il rumoroso silenzio
Per la prima volta nella storia della Rete i blog entrano in sciopero. Accadrà
domani, 14 luglio, con una giornata di rumoroso silenzio dei blog italiani
contro il disegno di legge Alfano, i cui effetti sarebbero quelli di
imbavagliare l'informazione in Rete...
Presidente della Repubblica: “Il G8 è stato un successo. Ora più senso della
misura”
“E ora che il G8 si è chiuso , che ne sarà della tregua? Si romperà presto,
arroventando la nostra estate sotto l’incombere di alcuni appuntamenti
parlamentari delicati e controversi — il tema giustizia su tutti — e
riaccendendo il conflitto che tiene il s...
Pescara, sgomberata una comunità rom dalla pineta di Santa Filomena
Una vera e propria comunità composta da trenta Rom, otto dei quali minori, che
non è passata inosservata ai cittadini della zona nord di Pescara, residenti a
ridosso della strada parco e della pineta di Santa Filomena...
Chiari (BS), il Comune multa la bandiera della pace
Dare una multa alla bandiera della pace. E non notificarla immediatamente per
non creare “pericolo e disordine per la sicurezza pubblica”. Sembra una
contraddizione in termini, ma è quanto accaduto a Chiari alcuni mesi fa quando
l’associazione “Tavolo della pace Franciacorta ...
Latina, ragazza muore per amore
La disperazione per amore ha portato una ragazza rom a darsi fuoco. Il dramma è
successo al termine di una lite con il fidanzato nell'insediamento di via dei
Fenici, a ridosso del centro di Latina. Il ragazzo ha tentato di fermarla ma non
ha potuto fare nulla: è stato in parte...
Diritti, Rom e psichiatria
Quando negli anni novanta si aprì la discussione sui campi per Rom fui
fortemente impressionato da alcuni paralleli con quanto avevo visto negli anni
precedenti seguendo il lavoro di Giorgio Antonucci negli ospedali
psichiatrici...
Sicurezza, le ragioni del Colle
La promulgazione delle norme sulla sicurezza era abbastanza scontata; un po’
meno la lunga lettera spedita dal Quirinale al governo e ai presidenti delle
Camere con una serie di obiezioni di fondo. Le «perplessità e preoccupazioni»
espresse da Giorgio Nap...
Sicurezza, Marcello Pera: «Napolitano viola la Costituzione»
Le cinque pagine in cui il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano
esprime dubbi e preoccupazioni sulla legge sulla sicurezza, promulgata oggi dal
Capo dello Stato, hanno provocato una forte reazione dell'ex presidente del
Senato Marcello Pera. «Occorre essere consapevoli che, se anche la Costi...
Sicurezza, una mossa presidenzialista
Accolta ufficialmente con reazioni di plauso e con promesse di correggere presto
le nuove norme nel senso richiesto, la decisione del Capo dello Stato di
promulgare il pacchetto sicurezza, accompagnando la firma con una lunga lettera
di cinque pagine, i...
Sicurezza, quelle norme da riscrivere
La Costituzione (art. 74) assegna al Capo dello Stato l'incarico di promulgare
le leggi o di chiedere "con un messaggio motivato alle Camere" una nuova
deliberazione, quando intravede un vizio formale (sgorbi nel procedimento
legislativo) o sostanziale (il contrasto della legge con i principi
costituzionali)...
Sicurezza, promulgazione con letterina di accompagnamento
La decisione di Napolitano di promulgare la legge razziale e di scriverci sopra
una letterina di accompagnamento per Berlusconi, Alfano e Maroni criticandone
alcune scelte riguardanti il reato di clandestinità e le ronde è non solo
irrituale ma estranea alla Costituzione...
Scilla (RC), duplice efferato omicidio
Duplice efferato delitto poco dopo mezzogiorno di oggi 15 luglio 2009, in
contrada “Paci”, non lontano dal cimitero, nei pressi dell’acquedotto comunale.
Le vittime sono: Vincenzo Latorre 22 anni ed un minore, sembra appartenente alla
minoranza rom, F...
Il rigore non è per tutti: la casta degli uomini d'oro
Finora avevamo creduto nella celebrata etica protestante, implacabile e severa
regolatrice dello spirito del capitalismo. Ora quella convinzione vacilla e anzi
crolla. Può il capitalismo essere regolato da una morale, oppure è soltanto una
corsa all’oro (o al fallimento) senza regole e sanzioni? È quello che ci
chiediamo di fronte alla strabiliante notizia secondo...
Verona, il richiamo contro il delirio razzista della Lega Nord
«Bisognerebbe imparare a rispettare le sentenze della Corte di cassazione».
Storce la bocca il presidente del tribunale Gianfranco Gilardi di fronte alla
reazione del sindaco Flavio Tosi alla sentenza della corte di ultima istanza.
Venerdì il primo cittadino è stato conda...
Sicurezza, Fini: la lettera di Napolitano è politicamente incisiva
La lettera che il capo dello Stato ha inviato per manifestare i suoi dubbi sulla
legge sulla sicurezza è "politicamente incisiva". Lo ha spiegato il presidente
della Camera Gianfranco Fini (nella foto), nel corso della capigruppo di
Montecitorio...
Milano, è l'ora delle "super ronde"
All'inizio furono le ronde padane, poi arrivarono quelle nere. Adesso a
garantire la sicurezza ai cittadini milanesi ci pensano, almeno per una sera,
Batman, l'Uomo ragno e Wonder Woman. Le "super ronde" dei supereroi: l'idea è di
un gruppo di amici, capitanati da Gianni Miraglia, scrittore genoves...
Siamo già come la Turchia... O peggio?
Il Parlamento turco ha compiuto molti passi avanti verso il pieno riconoscimento
dei diritti civili e umani sollecitato dalle autorità europee e condizione sine
qua non per la partecipazione a pieno titolo della Turchia alla Unione Europea.
Mentre il Parlamento tu...
Milano, il NAGA risponde a De Corato: effettivamente non ci sarebbe niente da
festeggiare!
Leggiamo con interesse e con un certo stupore la reazione del vice Sindaco di
Milano rispetto all’iniziativa del Naga che organizza, per questa sera, una
notte bianca al Campo Rom di Triboniano. Perchè festeggiare, visto che è
soltanto venuta meno l'obbligatorietà di sottoporre ad identificazione segna...
La regolarizzazione delle badanti
Arriva la ’Dichiarazione di attività di assistenza e di sostegno alle famiglie’
grazie alla quale datori di lavoro italiani o stranieri lungo-soggiornanti
potranno regolarizzare fino a 2 badanti e 1 colf italiane o extracomunitarie
pagando un contributo forfetario di 500 euro per ciascun lavoratore...
Rai Tre, "Io, la mia famiglia rom e Woody Allen"
Come molti altri padri moderni e orgogliosi, anche Fikert Halilovic ha filmato e
fotografato tutta la sua famiglia. Dev´essere da lì che Laura, vent´anni il
prossimo novembre, ha ereditato i primi germi di una passione che l´ha portata
alla regia, e a un´opera prima, "...
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione. Ulteriori informazioni sono disponibili QUI
La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto
pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico
dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla
pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net
Filo diretto sivola59 per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype
Outsourcing Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare. Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti: