Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
...parlare di se stessi, ma siate gentili se faccio
un'eccezione. Un invito ai lettori milanesi ad una serata per conoscersi meglio
e sentire buona ed autentica musica
Lunedì 21 giugno 2010, alle ore 21,00, al Circolo ARCI Martiri di Turro
(ingresso gratuito con tessera ARCI), Via Rovetta, 14 a Milano
Incontro dedicato a "MAHALLA - ROM E SINTI DA TUTTO IL MONDO"- il sito web di
informazione sul "popolo del vento", organizzato dall'Associazione La Conta
in collaborazione con Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo
Il particolare Fabrizio Casavola farà conoscere le storie, i
racconti, le cronache, le testimonianze, i progetti e le iniziative culturali
più significative raccolte nell'ambito del lavoro pluriennale della redazione
del sito. Parteciperanno altresì alla serata Ernesto Rossi, dell'Associazione
Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti e Associazione ApertaMente di
Buccinasco, Erica Rodari, dell'Associazione Punto Rosso ed
altri studiosi e mediatori linguistico-culturali che ci parleranno di alcune
loro esperienze realizzate nel corso del tempo. Concluderà la serata il
bravissimo violinista Rom George Moldoveanu, che eseguirà alcuni dei
brani più belli e significativi tratti dal repertorio violinistico zigano,
capaci di dare emozioni uniche.
GEORGE
MOLDOVEANU E' un bravissimo violinista solista e direttore d’orchestra. Figlio d’arte,
a 15 anni si esibisce nel suo primo concerto pubblico. A 33 anni è già direttore
di un complesso di musica popolare e fino all’ ’89 dirige l’Ansamblul Doina
Doljului di Craiova (Romania), per poi diventare primo violino di uno dei più
importanti complessi romeni, l’Ansamblul Maria Tanase, pluripremiato in numerose
tournées all’estero (Parigi, Atene, Sofia, Il Cairo, ecc.). A Milano dal ’99
George Moldoveanu ha suonato all’ Auditorium del Centro Bonola, a Radio
Popolare, al Palalido (presentato da Gaetano Liguori e complimentato da Dario Fo
e Franca Rame), alle Vie dei Canti, manifestazione promossa da Comune di Milano
e Arci, all’ Università Cattolica, alla Provincia di Cremona, all' Università
Statale di Milano e in varie altre occasioni. George ha al suo attivo uno
spledido cd "Iubire de femeie" 2003, Romania. George suona anche nelle strade e
piazze della nostra città nonché ai matrimoni, nelle feste di compleanno e
popolari, facendo conoscere ed apprezzare lo splendido repertorio violinistico
zigano.
Vi saremo altresì grati se vorrete dare diffusione elettronica all'iniziativa
di cui sopra e/o diffondere la stessa tra le persone che ne possono esservi
interessate. Vi ringraziamo in anticipo.
Di Fabrizio (del 01/02/2010 @ 15:34:56 in Italia, visitato 1694 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
APERTAMENTE di Buccinasco
Care amiche e amici, soci, insegnanti, concreti, appassionati e affettuosi
sostenitori dell’esperienza del Quartiere Terradeo,
(se dico ‘affettuosi’, non si tratta d’una carineria accattivante, ma d’una
concreta e oggettiva valutazione sul fatto che ci si mette tutta la competenza e
la capacità di cui si dispone, certo. Ma anche l’anima)
questa mattina di sabato 30 gennaio 2010 abbiamo celebrato presso il nostro
Quartiere la Giornata della Memoria. Una ricorrenza che ha particolarmente a
che vedere e a che fare con i Sinti.
Spesso facilmente dimenticate –a partire dalla legge istitutiva- vittime di
quelle violenze che si afferma di voler ricordare.
Presenti e partecipanti circa dieci (ma come si fa a contarli, quando sono così
piccoli? erano di più?) bambine e bambini del Terradeo, alcuni speditici dai
genitori, una minuteria infantile (a parte una grandona di ben 14
anni) vivace ma attenta, insieme ai consiglieri dell’Associazione Augusto Luisi,
dal quale era partita l’ardimentosa proposta, ed Ernesto Rossi. Il tutto nella
casetta messa a disposizione da Romina con l’abituale sensibilità (dopo, le
pulizie).
Siamo partiti dal grave recente lutto per la morte di Carlo Iussi, uomo gentile,
amabile e aperto, e dal fatto che avesse colto lui un’occasione per parlare d’un
suo fratello e d’un cugino, partigiani (sapevano tutto, i bambini), chiedendo
che il presidente cercasse tracce della loro attività di combattenti: una
restituzione di onore, che raramente si compie nei confronti dei non pochi rom e
sinti sostenitori e collaboratori, o combattenti della Resistenza.
Da questa considerazione, facilitati dal fatto che alcuni dei giovanissimi
partecipanti avevano ricevuto informazioni sulla Giornata dalla televisione
(perfino) o dalla scuola, siamo passati a considerare il perché i partigiani
avessero combattuto, con quale obiettivo di libertà e di riscossa, contro le
violenze fasciste e naziste (i bambini si sono molto divertiti riconoscendo i
termini ‘zingari’ ciriklè-uccelli, usato per definire i partigiani, e
kastènghere-quelli del manganello, per i fascisti) e cosa ne fosse nato: la
Costituzione della nostra Repubblica italiana.
Ne abbiamo ricordato l’articolo 3, che non solo afferma il diritto
all’uguaglianza di tutti alla nascita, ma il dovere della Repubblica di
rimuovere gli ostacoli economici e sociali, che, impediscono il pieno
sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori
all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Perché ‘il lavoro’? perché è il fondamento dell’affermazione di sé e delle
proprie capacità, che tutti abbiamo, maschi e femmine, e base per il progetto
del proprio futuro, individuale e familiare.
Le diversità delle culture e delle lingue (la diversità delle foglie sugli
alberi piantati al Terradeo dai loro genitori), come il sinto, prima lingua dei
nostri piccoli, sono una ricchezza che bisogna utilizzare: rom e sinti, proprio
per la loro particolarità storica, culturale e sociale, sono una felicità per il
nostro paese. Lo dimostrano, qui e altrove, i grandi rom e sinti, musicisti,
danzatori, calciatori e sportivi, e donne e uomini ad alti livelli di
rappresentanza, come il Parlamento europeo.
Insomma, c’è bisogno di voi: studiate.
Tutti felici e contenti –anche noi- e… a pranzo.
Sede legale e operativa: Quartiere Terradeo, via dei Lavoratori, 2 – 20094
Buccinasco MI
Domicilio fiscale: Ernesto Rossi, via Manzoni 15 B – 20090 Trezzano sul Naviglio
MI (Italia) tel.+39.(02).48409114
Costituita il 13 novembre 2006, registrata a Milano l’8 marzo 2007, n.1753,
serie 3. Codice fiscale 97459790156
Di Fabrizio (del 27/05/2009 @ 14:34:33 in Italia, visitato 1600 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
La chiamano moral suasion. Non osano dirlo in italiano, ma quel "moral",
grida scandalo, detto dagli amministratori più immorali –dal governo in giù.
Giù, giù giù- che l’Italia abbia mai avuto. "Persuasione morale", vuol dire. Che
c’è di persuasivo in uno sgombero? La ruspa? Gli agenti in divisa antisommossa?
Grate e sbarramenti antizingari, realizzati coi soldi dell’Unione Europea (anche
nostri), dati per migliorare le loro condizioni?
Che c’è di…morale? in centoventi sgomberi in due anni e mezzo? spesso
operati sulle stesse persone e famiglie a ripetizione?
Le parole sono importanti: oggi gli azzeccagarbugli parlano un’altra lingua, in
casa, per non farsi capire. Che sia un residuo di vergogna? Ma no, ecco una
parola che non capiscono, neanche detta in italiano.
Un'altra area restituita ai milanesi e alla citta'. Ne parlano come se si
trattasse di cantieri liberati da mafia e 'ndrangheta (robe siculo-calabresi,
come ognuno sa), come un’operazione di derattizzazione. Restituiamo aree,
fisiche e morali, alla legalità: quella vera, che vale per tutti.
Alleggerimento, questo è il termine usato –uno sfoltimento, insomma,
sfumatura bassa- per l’eliminazione di un po’ di famiglie dai campi rom
comunali. Qui siamo quasi bucolici, a parlar di campi. Invece a Triboniano non
c’è un filo d’erba e l’unica ombra, tolta quella di container e roulotte, è data
dal traliccio dell’alta tensione. Mmmh, che nostalgia.
Ernesto Rossi
MILANO: CON SGOMBERO EX MARCHIONDI ALLONTANATI 40 ROM (2)
Adnkronos) - ''Un'altra area restituita ai milanesi e alla citta' ", commenta il
vicesindaco Riccardo De Corato. "Si tratta del ventesimo intervento da inizio
anno. Che si aggiunge ai 100 sgomberi effettuati negli ultimi due anni. Un
impegno importante che ha permesso di ridurre il numero dei rom in citta',
stimati attualmente in circa 3000 presenze. Al 31 marzo, secondo i dati della
Polizia locale, risultano infatti 1331 occupanti nei campi autorizzati dal
Comune e 1745 abusivi".
"L'azione di moral suasion proseguira' con altri interventi gia' programmati a
cominciare da un'area privata di viale Sarca. Verranno poi abbattute strutture
sorte abusivamente in via Cusago, via Predil e via Trasimeno. Contemporaneamente
procederemo all'alleggerimento dei campi autorizzati. Come prevede il nuovo
regolamento cominceremo da chi ha procedimenti interdittivi o sentenze di
condanna oppure ha recato grave turbamento alla cittadinanza''.
"In base alla convenzione stipulata -aggiunge De Corato- il Politecnico si
impegna a realizzare l'intervento di recupero dell'ex Istituto minorile
Marchiondi Spagliardi in vista dell'insediamento di una residenza universitaria
che sorgera' su una superficie complessiva di 10.971 metri quadrati e sara' in
grado di ospitare circa 240 posti letto, un multicentro socio-culturale, spazi
accessori e parcheggi".
Succedono strane cose a Milano, a volte anche piacevoli.
Piccola premessa, ieri mi telefona Ernesto Rossi, dicendo che oggi
(praticamente mentre sto scrivendo) partirà una sorta di
maratona letteraria dedicata a Cent'anni di solitudine. A dare il via, sarà
il sindaco, e questo procurava qualche prurito al buon Ernesto, che ricordava la
figura (totalmente positiva) del quasi immortale zingaro Melquíades.
Qui termino, non prima di consigliarvi una
breve citazione
che scrissi 5 anni fa di quel romanzo.
Venerdì 1 maggio 2009, circa 60 rom romeni tra
uomini, donne e bambini, dell'insediamento romano di via di Centocelle, hanno
deciso di partecipare al corteo della MayDay con un proprio spezzone aperto da
uno striscione sul quale era scritto: "SIAMO ROM, NON SIAMO NOMADI VOGLIAMO
LA CASA. I Rom e le Romnì di via di 100celle". Durante il percorso della
manifestazione, nella quale si rivendicava casa e reddito per tutti e tutte, la
comunità ha anche diffuso un volantino nel quale veniva illustrata la propria
volontà di uscire allo scoperto e a rivendicare i propri diritti. Noi di
POPICA ONLUS, da sempre vicini alla comunità di via di Centocelle, esprimiamo il
nostro totale apprezzamento per l'iniziativa dei Rom e delle Romni, coi quali
quotidianamente collaboriamo. In particolare con questo comunicato vogliamo
segnalare all'opinione pubblica che quest'importantissima iniziativa cancella il
luogo comune dei Rom "geneticamente" predisposti a vivere in baracche senza luce
né acqua o nei cosiddetti campi nomadi. E mostra inoltre come in alcune comunità
Rom stia nascendo un genuino e fondamentale movimento per la rivendicazione dei
diritti. Noi di POPICA ONLUS continueremo ad essere al fianco di questa comunità
che sta smettendo di aver paura, cominciando un nuovo cammino sul quale ci
troveranno compagni di viaggio
Di Fabrizio (del 24/04/2008 @ 13:49:27 in Kumpanija, visitato 2332 volte)
COMUNICATO
Come ogni anno, a partire da Carlo Cuomo, di cui ricorre quest’anno il decimo
anniversario della morte, Rom e Sinti, ‘milanesi’ indesiderati, parteciperanno
al corteo del 25 Aprile dietro lo striscione della loro Associazione Aven
Amentza – Unione di Rom e Sinti, con sede nel campo comunale di via
Triboniano.
Il volantino distribuito ricorda, come sempre (siamo un paese di memoria corta,
è bene insistere), le persecuzioni e le stragi nazifasciste contro Rom e Sinti,
e la loro partecipazione alla Lotta di Liberazione, senza conseguenze
liberatorie, a tutt’oggi, dalla guerra del pregiudizio. Essi rimangono in attesa
–vera prova di resistenza!- d’un 25 Aprile, che viene tutti gli anni, ma non per
loro.
Ma il testo denuncia anche l’aggravarsi di atteggiamenti persecutori, in cui si
distinguono nuovi ‘amministratori’, esperti spesso bipartisan nell’eliminazione
(‘solo’ sgomberi, per carità) di problemi e portatori, anzi che nella loro
soluzione: denomadizzare, parola nuova per spregevoli pratiche nazifasciste, che
sembravano consegnate ad una dolente memoria. Berlin ohne Zigeuner, Berlino
senza Zingari, era lo slogan che accompagnò le Olimpiadi del 1936, prima tappa
della strada verso Auschwitz. È la sicurezza, ragazzi. Ma per chi?
Intanto Rom e Sinti cercano di crescer famiglia e lavorare: in nero,
sottopagati, licenziati non appena un indirizzo li denuncia come Zingari. E,
beninteso, nomadi , e pertanto ladri.
Per i Rom, conclude il testo, clandestini sono i diritti.
Un saluto cordiale dal presidente Ernesto Rossi.
70° anniversario del Manifesto della Razza, base per le Leggi razziali,
60° anniversario della Costituzione italiana,
SESSANTATREESIMO 25 APRILE DI LIBERAZIONE
non solo per gli Italiani ma per tutti coloro che qui sono giunti in cerca di
una terra di pace e di lavoro, di democrazia, dove ricostruire la propria vita e
riprogettare il proprio futuro.
se questo è un paese libero
lo deve alle lotte e al sacrificio di chi si è opposto alla dittatura fascista e
all’occupazione nazista, che molti, interessati o confusi, cercano oggi di
dimenticare, così come si cerca di cancellare la Storia, quella delle violenze e
delle stragi, delle deportazioni, dei campi di concentramento e di sterminio.
In tutta Europa, dovunque si è organizzato un movimento di Resistenza, Rom e
Sinti ne hanno fatto parte; spesso talmente numerosi da costituire intere
formazioni, con propri comandanti (come in Jugoslavia, in Francia, in
Slovacchia); spesso compiendo imprese e atti di valore personale e d’importanza
storica; talvolta persino ottenendo il riconoscimento di una medaglia, in cambio
d’una vita sacrificata. VOGLIAMO DIFENDERNE LA MEMORIA
Rivendichiamo, così come facciamo per le centinaia di migliaia di nostri (e
vostri!) fratelli, sterminati dagli oppressori, che queste persone stiano col
loro nome nella schiera di coloro che hanno contribuito a liberare questo ed
altri paesi e a porre le basi di una nuova Europa. Senza confini, proprio com’è
nella nostra antica cultura. Ecco i nomi degli ignoti partigiani
rom e sinti italiani:
*il rom istriano Giuseppe Levakovich, detto Tzigari, che militò nella
Brigata “Osoppo”, in Friuli, agli ordini del comandante Lupo *Rubino Bonora,
partigiano nella Divisione “Nannetti” in Friuli *Walter Catter, eroe
partigiano, uno dei Martiri di Vicenza, fucilato l’11 novembre 1944 *suo cugino
Giuseppe Catter, fucilato ventenne nell’Imperiese da brigatisti. Il suo
distaccamento ne prese il nome. È decorato al valore. *il sinto piemontese
Amilcare Debar, l’unico ancora vivente, staffetta e poi partigiano
combattente nella 48^ Bgt. Garibaldi “Dante Di Nanni”, comandata da Colajanni.
Dopo la guerra fu rappresentante del suo popolo alle Nazioni Unite.*E molti
altri, ancora più ignoti.
Il 25 Aprile è arrivato anche grazie a loro, ma per i Rom e i Sinti non è
arrivata la liberazione dal pregiudizio che ha segnato tutta la loro storia. E
ancora oggi li opprime.
Quest’anno è il decimo anniversario della morte di Carlo Cuomo, che dedicò la
sua vita alla lotta per la giustizia e la libertà, mettendo al centro del suo
ultimo impegno i diritti basilari di Rom e Sinti.
Oltre 300 SGOMBERI in pochi anni a Milano e provincia
Questo significa donne e bambini che vagano abbandonati, persa la scuola e ogni
avere; uomini che vanno a lavorare senza una casa in cui fare ritorno, senza
saper dove ricoverare la propria famiglia:
certi amministratori si liberano dei problemi invece di affrontarli e
risolverli: così siamo tutti capaci
senza grandi stipendi. Denomadizzare è il verbo di ultima moda: parole nuove per
idee e pratiche vecchie, spregevoli, inumane, nazifasciste: Berlin ohne Zigeuner,
1936, Olimpiadi di Berlino senza Zingari. Deportati. Così è cominciata la storia
di Auschwitz. Siamo l’unico altro popolo, insieme agli Ebrei, sterminato durante
la Seconda Guerra Mondiale, per la sola colpa di esistere. È un dolore che non
si cancella mai. Ma ritorna più vivo quando vediamo fra voi quelli che
rimpiangono un passato infame. E senza vergogna pregano non si sa quale dio, in
chiese che non li vomitano fuori.
Punire chi commette reati, italiano, rom, sinto, o altro.
Casa, lavoro, scuola, salute, cultura per tutti!
Se un italiano ruba, è un ladro – se un rom ruba, tutti i rom sono
ladri – la sentenza è senza appello.
Non importa se ti alzi alle quattro del mattino per andare in cantiere per 10-12
ore di lavoro in nero, malpagato, senza sapere se tornerai a casa vivo o
storpiato. Costruiamo le vostre case; a noi offrono campi, container e
roulotte. Se no, baracche. O dormitori comunali, per dividere le nostre
famiglie. Per poter fingere e sostenere che siamo nomadi, anche se
abbiamo lasciato in patria le nostre case.
se la legge è uguale per tutti, perché per Rom e Sinti ci
vogliono leggi, regolamenti, patti speciali?
L’Unione Europea è formata da 27 stati e una nazione: questa siamo noi.
(dichiarazione ufficiale del Parlamento dell’Unione Europea)
* *** *
La nostra ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE di ROM E SINTI
è nata quattro anni fa per combattere il pregiudizio, con
l’incoraggiamento di CGIL Lombardia, Camera del Lavoro e Coop Lombardia. È
un’associazione di Rom, Sinti e non rom (gagè).
La nostra impostazione: *avere voce come Rom e Sinti, perché oggi, qui,
siamo muti *difendere concretamente i nostri diritti, per consolidare
l’esercizio dei doveri *usare l’associazione come percorso d’integrazione
nell’esercizio della democrazia *difendere la legalità e la sicurezza di tutti.
Partecipiamo al progetto europeo di ricerca RomEco; stiamo compiendo una
ricerca sulla partecipazione dei Rom e Sinti alla Resistenza. Ma
l’iniziativa di gran lunga più scandalosa cui abbiamo dato vita, grazie al
sostegno attivo di Camera del Lavoro di Milano e FILLEA Cgil, è stata l’apertura
(giugno 2005) d’uno sportello sindacale, tuttora attivo, nei campi di via
Triboniano, per il controllo delle buste paga e delle situazioni
lavorative di numerosi Rom, romeni e bosniaci.
SICUREZZA PER TUTTI – LA SICUREZZA È UN BENE COLLETTIVO, NON PRIVATO
Decine di Rom perdono il lavoro perché identificati dall’indirizzo del campo
come Zingari
Venite con noi! Questo significa Aven Amentza in romanès. Chi è interessato ai
nostri progetti e al nostro modo d’agire, può contattarci al telefono sotto
indicato o all’indirizzo meg.rossi@tin.it.
Per i Rom, clandestini sono i diritti
sede legale: Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tel.
+39.(02).48409114
Di Fabrizio (del 29/09/2010 @ 13:13:00 in media, visitato 3428 volte)
Vi invitiamo a partecipare alla II° edizione della rassegna di film "HO
INCONTRATO ZINGARI FELICI" (Maladilem Bachtale Romenca - da Upre Roma inno
nazionale degli zingari), organizzata dall'Associazione La Conta in
collaborazione con il Circolo ARCI Martiri di Turro, con l'Associazione Aven
Amentza – Unione di Rom e Sinti, con l'Associazione ApertaMente e con
la Redazione di Mahalla – Rom e Sinti da tutto il mondo (...), che ci
sarà, con ingresso gratuito, con tessera Arci, a partire da lunedì 4 ottobre
2010, alle ore 21.00 al Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta 14 a Milano.
PROGRAMMA DELLA RASSEGNA
· Lunedì 4 ottobre 2010 alle 21,00 - "Miracolo alla
Scala" di Claudio Bernieri – Italia - 2009 - Presenta la serata il regista
Claudio Bernieri con la partecipazione di Ernesto Rossi - Associazione "Aven
Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e
Fabrizio Casavola studioso e scrittore di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il
mondo – Milano
· Lunedì 25 ottobre 2010 alle 21,00 - "Pretty Diana"
di Boris Mitic – Serbia - 2003 – Presentano la serata Ernesto Rossi -
Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente
di Buccinasco" e Fabrizio Casavola studioso e scrittore di Mahalla - Rom e Sinti
da tutto il mondo – Milano;
· Lunedì 22 novembre 2010 alle 21,00 – "Swing" di
Tony Gatlif - Francia/Giappone - 2002 – Presentano la serata Ernesto Rossi -
Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente
di Buccinasco" e Fabrizio Casavola, studioso e scrittore di Mahalla - Rom e
Sinti da tutto il mondo – Milano
· Lunedì 20 dicembre 2010 alle 21,00 - "Train de Vie"
di Radu Mihaileanu – Francia/Belgio/Romania/Israele/Paesi Bassi - 1998 -
Presentano la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom
e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e Fabrizio Casavola,
studioso e scrittore di Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo – Milano
Quattro film ironici e divertenti da non perdere. Quattro storie di rom,
sinti, gitani e nomadi, per conoscere meglio le loro culture, le loro passioni e
le loro condizioni di vita in Europa.
Vi saremo grati se vorrete dare diffusione elettronica all'iniziativa di cui
sopra e/o diffondere la stessa tra le persone che possono esservi interessate.
Vi ringraziamo in anticipo.
MIRACOLO ALLA SCALA di Claudio Bernieri – Italia -
2009 Il film racconta la strada verso l' integrazione nella società milanese di
una bambina rom che sogna di diventare una ballerina della Scala. E' la storia
della vita dei musicisti rom che suonano sui mezzi di trasporto milanesi, ma che
sognano un palcoscenico vero. La musica è la vera "mediatrice culturale" tra una
tradizione e una cultura che appare sempre più come archeologia culturale "pasoliniana",
prima dell'omologazione, e la società moderna, che non sa dialogare con questa
cultura "altra". E' come se il mondo cinematografico di "Accattone" apparisse
alla periferia delle fiction e degli spot pubblicitari.
Il film è interpretato dal musicista rom "Director" Marian Badeanu e dai suoi 2
figli, Loredana e Ciprian, con la partecipazione di decina di suonatori
provenienti dal campo nomadi di via Barzaghi-Triboniano. A mezza strada tra il
documentario-film e un remake di "Miracolo a Milano" di De Sica e Zavattini, è
uno spaccato neorealista della dura vita dei rom milanesi, sempre in bilico tra
integrazione e marginalità sociale.
Tutto incomincia quando il preside della scuola frequentata dai bambini zingari
milanesi si accorge che una di loro, Loredana, ha ambizioni artistiche e sogna
la Scala: Loredana racconta nel suo diario le vicende del campo.
Durate tre anni, le riprese hanno coinvolto trecento attori non professionisti
che vivono - o vivevano - nel campo nomadi di via Barzaghi-Trimboniano a Milano.
PRETTY DIANA di Boris Mitic – Serbia - 2003 Nel bel mezzo di un quartiere dormitorio c'è un'enorme, dimenticata chiesa
ortodossa in costruzione. La chiesa si affaccia, dall'autostrada, su di un campo
di zingari fuggiti dalla guerra in Kosovo. Degli strani veicoli entrano ed
escono dall'accampamento… Niente a che vedere con la mano di Dio, si tratta di
pura magia gitana che mostra un eclatante esempio di attivismo sostenibile.
Considerate solitamente come un prestigioso oggetto da collezionisti, le
classiche automobili Citroën vengono qui trasformate in futuristiche macchine
ecologiche alla Mad Max. Tutto tranne il motore viene rimosso dallo chassis, un
improvvisato cassone sul retro, e il resto dipinto con colori splendenti e
decorato con buffi gadgets … Così bello, che anche i bambini piccoli vogliono
guidare. Uno sguardo intimo osserva quattro famiglie rom da una "favela" di
Belgrado che si guadagnano da vivere vendendo cartoni e bottiglie che raccolgono
con le loro "risorte" Dyane. Questi moderni cavalli sono più efficaci dei
carrelli, ma cosa più importante – sono sinonimo di libertà, speranza e stile
per i loro proprietari artigiani … Perfino le batterie della macchina sono usate
come generatori di energia per avere luce, guardare la TV e ricaricare i
cellulari! Praticamente il sogno di un alchimista …Ma la polizia non sempre
trova divertenti questi strani veicoli…"
"Pretty Dyana" ha partecipato a numerosissimi festival tra i quali si ricordano:
Amsterdam (IDFA), Goteborg Film Festival, Belgrade Doc&Short Film Fest,
Documenta Madrid, RomaDocFest (audience award), Sarajevo Film Festival (human
rights award), Dokufest Prizren (best documentary), Cinemambiente Torino, Berlin
Europe in Motion, Zagreb Human Rights Film Festival, World Social Forum Porto
Alegre, Bilan du cinéma ethnographique Paris, Mar del Plata Film Festival,
Encuentros del Otro Cine Ecuador, Fajr Film Festival Teheran, Wiesbaden Go East
Film Festival, Riddu Riddu Film Festival Tromso Norway.
SWING di Tony Gatlif – Francia/Giappone - 2002 Un viaggio nel mondo degli zingari e della loro musica. Max, un ragazzino di
dieci anni, scopre di avere una passione per il jazz manouche, una musica nata
dalla fusione del jazz anni Trenta e la tradizione gitana. In vacanza con la
nonna, Max si reca nei quartieri degli zingari per comprare una chitarra.
Conoscerà Miraldo che gli insegnerà a suonare e a comprendere la cultura
manouche e si innamorerà di Swing, una ragazzina della sua età.
Se forse ama troppo il mondo che racconta, Gatlif lo conosce però assai bene, e
non scivola mai nel folklore. Nel ruolo di Miraldo c'è Tchavolo Schmitt,
leggendario chitarrista gitano che interpreta quasi se stesso; il film, a
tratti, diviene anche un rispettoso documentario su di lui.
TRAIN DE VIE di Radu Mihaileanu –
Francia/Belgio/Romania/Israele/Paesi Bassi – 1998 Una sera del 1941 Schlomo, chiamato da tutti il matto, irrompe allarmato in
un piccolo villaggio ebreo della Romania: i nazisti, fa sapere, stanno
deportando tutti gli abitanti ebrei dei paesi vicini e fra poco toccherà anche a
loro. Durante il consiglio dei saggi, che subito si riunisce, Schlomo tira fuori
una proposta un po' bizzarra che però alla fine viene accolta: per sfuggire ai
tedeschi, tutti gli abitanti organizzeranno un falso treno di deportazione,
ricoprendo tutti i ruoli necessari, gli ebrei fatti prigionieri, i macchinisti,
e anche i nazisti in divisa, sia ufficiali che soldati. Così riusciranno a
passare il confine, ad entrare in Ucraina, poi in Russia per arrivare infine in
Palestina, a casa. Il folle progetto viene messo in atto, il treno parte tra
speranza e paura. Gli inconvenienti non mancano, e non sono solo quelli che
arrivano da fuori (i controlli alle stazioni) ma, inaspettatamente, anche
dall'interno del gruppo: Mordechai, falso ufficiale nazista, comincia a dare
ordini sul serio, e, all'opposto, il giovane Yossi abbraccia l'ideologia
comunista, proclama che la religione è morta e instaura nei vagoni le cellule
marxiste-leniniste. A un certo punto vengono fermati da un altro treno, che però
risulta pieno di zingari che avevano escogitato lo stesso stratagemma. Procedono
allora tutti insieme, fino all'arrivo sulla linea di confine con le bombe che
sparano dalle parti opposte. Ormai possono considerarsi salvi. Come già
all'inizio, appare in primo piano il viso del matto, che informa sui successivi
destini di alcuni dei protagonisti, tutti viventi tra Russia, Palestina,
America. Ma poi l'immagine si allarga e il viso di Schlomo, il matto, guarda da
dietro un reticolo di filo spinato. Sullo sfondo, la lugubre sagoma di un campo
di concentramento.
Di Fabrizio (del 28/09/2010 @ 12:51:07 in Italia, visitato 2551 volte)
Care amiche e amici,
da luglio i Sinti del Quartiere Terradeo di Buccinasco sono oggetto di una
indegna campagna di stampa denigratoria, basata su motivazioni fasulle.
Invio il comunicato stampa che stiamo distribuendo come Associazione, con
allegato un approfondimento di ciò che abbiamo fatto e che stiamo facendo, con
preghiera di pubblicazione o diffusione. [...]
Cordiali saluti da Ernesto Rossi,
presidente dell'associazione "Apertamente di Buccinasco", costituita da sinti e
volontari.
Mentre infuria nel Parlamento Europeo un drammatico scontro fra il
Presidente francese Sarkozy e il Presidente della Commissione UE, Barroso, per
la decisione della Francia di espellere centinaia di ROM;
mentre nei grandi centri urbani del nostro Paese, a partire da Roma e Milano, da
tempo, con una intensificazione negli ultimi mesi, vi sono continui sgomberi di
campi abusivi e non, di Rom e Sinti:decine dall'inizio dell'anno, ripetuti sulle
stesse persone, stroncando percorsi lavorativi e scolastici;
in una cittadina di prima cintura della Provincia di Milano, Buccinasco, è in
corso da anni una positiva sperimentazione di INCLUSIONE SOCIALE di una
minoranza etnica.
Questa minoranza è composta da 20 famiglie SINTE, per un totale di 100 persone,
la metà delle quali sono minori.
Alla fine dello scorso anno, per volere congiunto dell'Amministrazione Comunale
e dell'Associazione Apertamente è stato costituito un Tavolo di Lavoro presso il
Comune di Buccinasco, cui partecipiamo regolarmente, presieduto oggi
dall'Assessore competente.
La missione dichiarata del gruppo di lavoro è quella di monitorare ed
individuare eventuali difficoltà e suggerire soluzioni ai problemi emersi
all'interno della locale Comunità Sinta o fra questa ed il resto della comunità
buccinaschese; e recentemente per supportare gli incontri in corso fra
l'Amministrazione Comunale, la Prefettura ed il Parco Agricolo Sud.
Il fatto più eclatante, salito più volte agli onori della cronaca locale nelle
scorse settimane, è stato quello delle "casette" esistenti da oltre dieci anni
all'interno del Q.re Terradeo, dove abitano le famiglie Sinte, e mai normate per
questioni burocratiche dalle varie Amministrazioni Comunali e Provinciali che
nel tempo si sono succedute.
La Giunta Comunale di Buccinasco ha votato il 23.08.2010 un'importante Delibera
di Indirizzo riguardante la stabilizzazione della Comunità Sinta.
Dal Tavolo è arrivato il suggerimento di far incontrare il Prefetto di Milano e
l'Amministrazione Comunale, com'è poi avvenuto di recente, trovare una soluzione
a questo annoso problema. Prossimamente sarà coinvolto anche il Parco Sud.
Ricordiamo per l'ennesima volta che il terreno, sul quale sorge il campo delle
famiglie Sinte, è di proprietà del Comune, che nel 1994 con una delibera di
Giunta, lo ha dato loro in uso.
Il terreno si trova nel Parco Agricolo Sud.
Nel 2005 da parte dell'allora Amministrazione Comunale vi è stato un corposo
intervento, cofinanziato dalla Provincia di Milano, per migliorare le condizioni
di vita dei Sinti residenti. E si è strutturato il terreno come un campeggio: ad
ognuna delle 20 famiglie è stata assegnata una piazzola ed è stato firmato un
regolare contratto della durata di 10 anni, rinnovabile. In questo contratto
sono anche previsti precisi diritti e doveri.
La maggior parte delle 6 casette in legno, in sostituzione delle caravan, è
stata costruita tra il 1994 e il 2004.
La prima richiesta di regolarizzazione delle casette da parte della
Amministrazione Comunale al Parco Agricolo Sud risale al 2005.
Nel 2009 il Prefetto di Milano, nominato Commissario Straordinario per "
l'emergenza nomadi dal Ministro degli Interni Maroni, ha stanziato 100.000 euro
dell'apposito fondo del Ministero, per finanziare un progetto di ultimazione dei
lavori da tempo previsti al Q.re Terradeo. Questo importo è gestito direttamente
dalla Prefettura.
Dal mese di luglio la presentazione da parte di un Consigliere regionale di
un'Interrogazione, probabile frutto di non verificate informazioni, ha prodotto
una serie di articoli giornalistici, in alcuni dei quali si ventilava
addirittura la chiusura del campo Sinti di Buccinasco.
Vorremmo ricordare
- che l'Associazione "Apertamente di Buccinasco" è stata formata per metà da
Sinti abitanti il campo e per l'altra metà da volontari che da anni lavorano
insieme a questi nostri concittadini;
- che i Sinti di Buccinasco sono da sempre Italiani, ex giostrai, come lo sono
gli Orfei, i Togni, i Medrano ecc., e sono residenti in modo stabile a
Buccinasco dall'inizio del 1980;
- che i bimbi sono stati tutti vaccinati nel tempo, a cura dell'Assistente
sanitaria, che fa parte anch'essa del Consiglio della nostra Associazione;
- che l'istruzione dei minori e di alcuni adulti è seguita, da anni, da altri
volontari coordinati da alcune insegnanti e da un'ex Preside, anch'essi facenti
parte dell'Associazione, che operano in collaborazione con altri soggetti
all'interno della scuola di Buccinasco, frequentata dai bambini per tutto il
periodo dell'obbligo, e da quest'anno con qualche accesso alle superiori;
- che l'Associazione Apertamente collabora con le tre Parrocchie, le Caritas
locali e numerose altre Associazioni di Buccinasco e partecipa regolarmente alle
iniziative collettive come la Festa dei Popoli, la Festa delle Associazioni,
oltre a tenere annualmente dal 2004 una Festa dei Sinti;
- che l'Associazione Apertamente è da tempo in rete con altre Associazioni che
si occupano di Sinti e Rom: Casa della Carità, Naga, Caritas Ambrosiana, Padri
Somaschi, Arci, ecc., le quali costituiscono da anni il Tavolo Rom. Essa
collabora inoltre attivamente con l'Università della Bicocca e quella di Pavia;
- altri volontari accompagnano i giovani Sinti all'inserimento nel mondo del
lavoro: in una congiuntura economica difficile per tutti, si sono conseguiti
significativi risultati (e, purtroppo, abbiamo avuto persino un cassintegrato.
Su questi problemi l'Associazione Apertamente collabora con lo Sportello Lavoro
e cinque Agenzie Interinali, con due Cooperative Sociali, la locale Banca del
Tempo e Buccinbici; con queste due ultime abbiamo realizzato alcuni Progetti
finalizzati ad attivare posti di lavoro;
- Inoltre, Apertamente collabora con le Istituzioni: il Comune di Buccinasco ed
i Comuni limitrofi, e con la Provincia di Milano ed il Parco Sud. Apertamente ha
costituito a Buccinasco, in convenzione con quest'ultimo il Punto Parco Terradeo,
che gestiamo in collaborazione con altre Associazioni.
Conclusioni:
L'Associazione Apertamente, per promuovere la conoscenza della vera situazione
del Quartiere Terradeo di Buccinasco (Campo Sinti ) e delle avanzate
sperimentazioni d'inserimento sociale in corso, si rende disponibile ad incontri di approfondimento e a promuovere
visite al Terradeo, anche per facilitare la conoscenza diretta dei suoi
abitanti.
L'Associazione ha approntato della documentazione cartacea, e sono inoltre
disponibili numerose foto in formato digitale sullo evolversi nel tempo di
questa Comunità e degli eventi negli anni realizzati e consultabile in loco su
appuntamento.
Quanto sopra è a disposizione, su richiesta, di:
Amministrazioni Pubbliche, Forze politiche, Giornalisti, Associazioni
culturali e di Volontariato, Operatori del settore, Direzioni Didattiche ,
Istituti scolastici e Università, Persone di buona volontà.
Per Associazione Apertamente di Buccinasco
Ernesto Rossi, Presidente cell. 3338628466, e-mail:
meg.rossi@tin.it
Di Fabrizio (del 30/06/2008 @ 12:05:15 in Italia, visitato 2374 volte)
SABATO 5 LUGLIO - DALLE 15:00 ALLE 19:00
in largo Cairoli, a Milano
Siamo donne e uomini, cittadini italiani e cittadini stranieri che hanno deciso
di essere in piazza insieme per offrire alla nostra città una occasione di
festa, di riflessione e di conoscenza reciproca.
Con tante voci vogliamo rompere il silenzio pesante che da troppo tempo incombe
a Milano su episodi drammatici che per decisioni del Governo ricadono su
individui e comunità che nelle nostre città hanno radicato le loro speranze di
una vita migliore.
Retate sui mezzi pubblici, ronde notturne, espulsione dagli alloggi, campagne
contro le moschee, sgomberi violenti, schedature etniche di Rom e Sinti: sono
solo alcuni esempi di un crescendo impressionante che vede misure legislative e
scelte governative che vogliono l'esercito nelle strade, la reclusione nei Cpt
fino a 18 mesi e la criminalizzazione degli irregolari.
Eppure nella nostra città la società multietnica è ormai una realtà: italiani o
stranieri, cristiani, musulmani o non credenti, viviamo tutti qui, frequentiamo
le stesse scuole, lavoriamo fianco a fianco e facciamo tutti la stessa fatica
per tirare a fine mese.
Siamo consapevoli che Milano, come molte altre città, è attraversata da
manifestazioni sempre più evidenti di disgregazione sociale che colpiscono
soprattutto i quartieri periferici, ma proprio perché viviamo in questa città e
ne conosciamo i problemi, siamo convinti che per farvi fronte, legalità e
sicurezza non possono essere interpretate solo come controllo e repressione.
La sicurezza va intesa come un sistema di garanzie per difendere i diritti
umani: il diritto alla salute, all'educazione, al lavoro, alla casa, alla
libertà di espressione.
La sfida è mettere in campo politiche urbane, abitative, sociali, culturali in
grado di produrre solidarietà, partecipazione e rispetto dei diritti, attraverso
percorsi democratici e condivisi.
Ci sono molti amministratori, forze politiche e mezzi di comunicazione che oggi
continuano a seminare ostilità e conflitti, indicando negli stranieri e nei
poveri il capro espiatorio per tutti i problemi sociali, economici e urbani che
determinano la condizione precaria di ognuno di noi, gettando un'ombra
inquietante sul presente e sul futuro della nostra comunità.
Una società che imbocca la strada della xenofobia e del razzismo diventerà
sempre più insicura e invivibile, perché la sicurezza non può nascere
dall'emarginazione, ma dall'accoglienza e dal riconoscimento dei diritti di
tutti sulla base di valori irrinunciabili:
- i principi di uguaglianza, di rispetto delle diversità e di giustizia sociale,
presenti nella Costituzione italiana, devono vivere concretamente nelle
politiche e nelle azioni amministrative.
- non si possono imporre regole speciali che violino il principio
dell'uguaglianza dei cittadini di fronte alle leggi.
È necessario che si levino mille e mille voci per chiedere:
- abolizione della legge Bossi - Fini perché costringe alla clandestinità
- regolarizzazione di tutti coloro che lavorano e vivono in Italia
- tempi certi e rapidi per il rilascio dei documenti senza tassazione e con
trasferimento delle competenze agli enti locali
- introduzione di una legge organica per i richiedenti asilo politico e
umanitario
- superamento di forme abitative ghettizzanti e su base etnica (i cosiddetti
"campi nomadi"), garanzia di condizioni abitative dignitose e non discriminanti.
- no al pacchetto sicurezza
- no al reato di immigrazione clandestina
- chiusura dei CPT no alla schedatura etnica
per questi motivi vi invitiamo ad essere presenti
SABATO 5 LUGLIO - DALLE 15:00 ALLE 19:00
in largo Cairoli, a Milano
durante il pomeriggio sono previsti interventi e spettacoli
di Djiana Pavlovic, Mohamed Ba, Tommaso Vitale
promuovono: Arci, Camera del lavoro di Milano, Centro delle Culture, ass.
Dimensioni diverse, ass. Punto Rosso, SdL Intercategoriale, Mosaico
interculturale, ASMP, ass. Arci Todo Cambia, ass. Arci Zagridi, Comitato
"Movimento Pais", Federacion ecuatoriana de Asociaciones, Scuole senza permesso,
Circolo Arci "Blob", Associazione Antirazzista 3 Febbraio
partecipano inoltre: Partito Umanista; Ernesto Rossi pres. ass. Aven Amentza;
Sinistra critica,
Di Fabrizio (del 14/03/2006 @ 12:02:26 in Italia, visitato 2724 volte)
E' di tre giorni fa, lo ripubblico ora prima che sulla vicenda cali il silenzio:
Il Comune di Milano sta approntando, con ampio ritardo, la cosiddetta messa in sicurezza del campo comunale per Rom in via Triboniano 210-212, costituito il 6 nov. 2001 e subito uscito… di sicurezza, per un’improvvido squillo di trombe mediatiche che lo trasformò in un punto di raccolta di Rom da tutt’Italia, con la conseguente drammatica condizione d’ingovernabilità –sia da parte dei capi famiglia, che delle autorità municipali- che è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere, invece di fare propaganda. Il fuoco di mercoledì sera ha dato una mano, senza troppo distinguere fra regolari ed irregolari, come d’altronde fanno le autorità degli sgomberi.
* Il giorno dopo il disastro la polizia era già all’opera per l’ennesima conta e così 10-15 persone sono state portate via con un pulmino dalle macerie ancora fumanti e dalle famiglie. Il progetto deliberato in Giunta prevedeva che l’insediamento sarebbe stato diviso in quattro settori. Gli abitanti di ognuno di questi settori sarebbero stati trasferiti in successione nel prato antistante, per consentire l’esecuzione dei lavori; quindi, gli aventi diritto (a giudizio insindacabile del Comune e con l’assistenza del servizio sociale, affidato alla Questura) avrebbero potuto poi prendere possesso dei containers messi a disposizione dal progetto (costo 1.050.000 €).
* Non stiamo qui a sottilizzare su altri aspetti, quali la realizzazione, nonostante l’ostilità degl’interessati e degli altri abitanti del quartiere, d’un insediamento di 300 persone, in area di rispetto cimiteriale, nella zona 8 del Decentramento, già carica di analoghe presenze, con conseguenze a ricaduta sull’uso di servizi pubblici (scuola, sanità, trasporti…).
* Contrariamente al previsto, si è cominciato dai Rom bosniaci, una famiglia allargata di 50 persone. Essi hanno assistito, dal fango del prato, in cui hanno trascorso questi mesi di pioggia e gelo, alle varie fasi dei lavori e, con grande sconcerto, a quella che ha portato all’installazione dei containers. Infatti, mentre la gru li sollevava per collocarli sul terreno, hanno potuto constatare che essi erano ampiamente danneggiati nella parte sottostante. Alcuni lo sono anche nell’interno e nel soffitto. Insomma, ci piove. Uno dovrà essere sostituito, perché i suoi allacciamenti non corrispondono a quelli che l’impresa ha realizzato nel terreno.
*Ci chiediamo se questi scatoloni, ammassati a due metri l’uno dall’altro, abbiano veramente un costo tale da corrispondere a quello previsto in delibera, dove peraltro non si parla di materiali di recupero. Su ognuno di essi, infatti, una targhetta metallica recita: Commissario del Governatorato del Friuli. Ditta Autocar Nuova di Battistini Ezio. Cesena. Contr. N° 301. 9.7.1992. Riparato 11.2.1993.
*I Rom romeni, autentici emigranti, a poco tempo dal preannunciato inizio (?) dei lavori, ancora non sanno con che criterio saranno scelti gl’inquilini e gli espulsi, col solito probabilissimo esito di famiglie spezzate, di bambini tolti dalla scuola, di lavoro faticosamente trovato e subito perso. Insomma una nuova Capo Rizzuto.
*Non ci rimane che ricordare che dentro quelle scatole vivranno delle persone, che verranno a rilassarsi, tornando dal lavoro in cantiere, dei bambini ci ritorneranno da scuola e ci faranno i compiti, ecc. Una ‘corea’, come si diceva una volta, parlando di emigranti nostri. In fondo, ci pare un bel segnale d’integrazione e di cittadinanza, se degli zingari potranno, finalmente, vivere come i nostri terremotati. Ma, se scoppiasse un incendio, nel NUOVO CAMPO messo in sicurezza (ma con le bombole), che accadrebbe fra questi containers ammucchiati?
il Presidente, Laurenţiu Sandu il vicepresidente Ernesto Rossi
Milano 10 marzo 2006
Per informazioni ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE ROM E SINTI – ONLUS Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tellefono +39.(02).48409114 Provincia di Milano, Via Pancrazi 10 –20145 Milano. Tel. +39.(02).7740.4489 – fax 7740.4490
Di Fabrizio (del 09/10/2008 @ 10:30:54 in Kumpanija, visitato 2029 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
Nella serata di martedì 7 ottobre è morta Mariella.
Mariella Fracasso: raramente un cognome è stato così antagonista d’un carattere:
Mariella era una persona ad alta resistenza e di grande positiva caparbietà,
quell’ostinazione che nasce dalla convinzione più intima, quanto era estranea
allo stile di coloro che parlano sempre a voce alta, che siedono sempre in prima
fila.
Sabato mattina, tre giorni prima, era intervenuta all’incontro promosso a
Palazzo Marino per ricordare Carlo Cuomo nel decennale della sua morte. Con
Carlo Mariella aveva lavorato negli anni in cui fu assessore a quella che allora
si chiamava Assistenza, e che lui trasformò, con l’impegno appassionato di
persone come Mariella, in un vero servizio a difesa dei diritti della persona. E
al quale sottrasse la gestione dei nidi per l’infanzia, ritenendo che dovessero
appartenere ad un percorso dell’educazione.
Il carattere e l’intelligenza di Mariella erano fatti per queste battaglie.
E anche per altre, perché quando sabato ha voluto presentarsi per parlare
di Carlo, lo ha fatto certo per un moto di affetto, per ricordare quei percorsi;
ma lo ha anche fatto con uno sforzo umano straordinario.
Perché da tempo era stata assalita da un male che, come si dice, non perdona:
ma lei glielo ha impedito più a lungo che ha potuto.
C’è un altro motivo per cui, nel dolore di questi giorni, penso a Mariella, ed è
il sostegno che da subito ha dato, con la tanta generosità di cui era capace,
alla nascita dell’Associazione Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti. Di questa
avrebbe voluto essere socia fondatrice, insieme al marito Antonio (ricordo le
riunioni nel giardino della loro bella casa). Ma l’imminenza delle elezioni per
la Provincia e la prospettiva dell’incarico direttivo che poi ebbe, la fecero
rinunciare.
Ecco la persona che abbiamo perduto, i Rom e i Sinti, i tanti altri sfortunati
della società, cui si dedicava, l’associazione, gli amici. E una Milano civile,
accogliente e appassionata, che continua a resistere, ma vivendo tempi
difficili.
CON NOI NON SI PARLA credo sia il centro di questa nuova edizione 2007 del volantino che Aven Amentza ha distribuito al corteo milanese del 25 Aprile di quest’anno. Ma, purtroppo, anche di una più generale situazione dei rapporti che in Italia NON s’intrattengono con Rom e Sinti: con loro non si parla!.
Specialmente da parte delle pubbliche autorità. Fanno eccezione, speriamo duratura, quanto coraggioso ne è stato l’inizio, la storica visita del ministro Amato, lo scorso ferragosto, in un campo rom (scusate l’inevitabile bisticcio di parole, che tanto nessuno lo capisce) di Roma: non per sgomberare o arrestare, che un ministro non si scomoderebbe, ma per "vedere", e –appunto- parlare. E l’inserimento di Bruno Morelli, colto, e laureato perfino, Rom abruzzese, nel Comitato nazionale contro il razzismo e l’antisemitismo (verrà poi, speriamo, anche l’antiziganismo). E il progetto di legge in costruzione per la tutela delle popolazioni rom e sinte, a recuperare la vergognosa esclusione per alzata di mano dalla legge (brutta e inefficace) di tutela delle minoranze (?) del 1999. A queste cose risponde la costituzione del Coordinamento Nazionale Rom e Sinti, che ha preso vita a Mantova nei mesi scorsi. Così gl’interlocutori, finalmente, ci sono: e si parlino, finalmente.
Quest’anno la partecipazione di Rom e Sinti alla manifestazione è stata per la prima volta, verrebbe da dire, massiccia: cinquanta o sessanta i presenti –uomini, donne, giovani- provenienti da diversi ‘campi’, abruzzesi (Zama) e romeni (San Dionigi, Triboniano) e bosniaci (Triboniano): una festa nella festa. Con musicisti e balli improvvisati.
È il frutto di un lungo lavoro di anni, di Opera Nomadi nel passato, di Aven Amentza nel periodo più recente, ma anche della nascita di una sorta di coordinamento, partito dalla Lista Dario Fo delle ultime elezioni municipali milanesi. Ma soprattutto dell’impegno di due donne, Dijana Pavlovic, romnì serba, attrice di teatro e rom cabaret, già candidata della stessa lista nelle stesse elezioni, e di Lavinia (faccio i cognomi solo se autorizzato), mediatrice culturale romena, che hanno saputo parlare e spiegare e convincere.
Nulla di scontato: come far intendere a Rom e Sinti italiani, sempre da tutto esclusi, che il 25 Aprile li riguarda, e a romeni e bosniaci che il 25 Aprile è una festa di popolo in cui tutti possono parlare del passato e del presente? e presentarsi senza timore, anche se tra la sorpresa dei moltissimi che non sanno, ma sono indotti a giudicare dal pregiudizio.
Si dice da noi ‘se son rose, fioriranno’. Nonostante la strana primavera di quest’anno, o proprio per questo, conviene sperare.
26 aprile 2007 Ernesto Rossi, per l’associazione Aven Amentza – Unione Rom e Sinti
Di Fabrizio (del 16/06/2008 @ 10:10:17 in Regole, visitato 1818 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
Egregi Signori, Direzione di Hydromania,
leggo casualmente sul
web la notizia, secondo la quale nel vostro parco acquatico sarebbe stato
vietato l’ingresso ad una famiglia, presentatasi allo sportello per pagare
l’entrata, in quanto ‘zingari’.
La notizia è riportata dal quotidiano la Repubblica di sabato 7 giugno scorso
(lettera firmata) e non
risulta smentita.
Naturalmente sono cose che possono sfuggire all’attenzione, e dunque spero di
fare cosa gradita per il vostro buon nome, segnalandovela.
Quello che non può sfuggire è –se vero- il fatto.
Vi prego dunque, compiuti i doverosi accertamenti , se ancora non fossero stati
eseguiti, sul comportamento del vostro personale, di smentire, o informare sui
provvedimenti presi, il quotidiano e coloro che vi scrivono per protestare.
Si tratterebbe infatti di un comportamento vergognoso prima ancora che illegale
e tale da mettere in forse la vostra licenza di esercizio. Infatti in questo
paese non è consentito, a differenza di quanto avveniva nella Germania nazista,
per fare un esempio, impedire l’accesso ad un esercizio pubblico sulla base di
discriminazioni relative all’aspetto delle persone, alla nazionalità o ad altre
caratteristiche individuali.
Appartenere ad un popolo è un fatto di natura, non un reato.
Nell’attesa di vostre informazioni, grazie per l’attenzione.
Di Fabrizio (del 13/03/2006 @ 10:08:44 in blog, visitato 1754 volte)
Sul termine Mahalla (o Mahala: i puristi non hanno ancora deciso quale sia la forma giusta), avevo dato una prima spiegazione lo scorso 25 maggio. Più recentemente avevo aggiunto delle informazioni che mi arrivavano dall'Egitto, dove avrebbe avuto origine e sussiste tuttora in altre forme. L'ultimo spiritoso contributo arriva da Ernesto Rossi:
MAHALA–les.f.1 periferia, borgata; de – triviale/volgare/da piazza/plateale 2 plebe, gentaglia; popolazione di una borgata
mahalagioaică –e s.f. (peggiorativo) ciana, comare, pettegola, donna volgare; donnaccia
mahalagiu -is.m.1 (raro) abitante di borgata 2 (per estensione) villanzone, tanghero, becero
(da Dicţionar Român – Italian, di Doina Concrea Derer. 2002, Bucureşti, Editura 100+1 Gramar)
Nota: le lettere sottolineate portano l’accento tonico, che in romeno non s’indica graficamente.
Le mahalà erano i quartieri periferici delle città romene, prima di tutte di Bucarest, prevalentemente abitate, quando non esclusivamente da Rom. Furono distrutte durante il regime di Ceauşescu, nell’ambito di un programma di risanamento e ammodernamento. Ma ai loro abitanti furono date le case popolari.
Commento: nessuna novità. Basta cercare zingaro sul vocabolario d’italiano.
...insomma, tranquilli che siamo tutti brava gente!
Di Fabrizio (del 23/02/2006 @ 10:02:09 in lavoro, visitato 5919 volte)
Sabato pomeriggio. Un’altra volta nella “terra di nessuno” che è il campo di via Triboniano. Oggi se possibile è ancora più desolante delle altre volte. Nella zona dove sono i Khorakhané i lavori sono in corso da più di quattro mesi, e il “campo” non è niente di più che una distesa piatta di fango, con tre bagni chimici (ammesso che siano tutti funzionanti) e una decina di roulottes. Nient’altro. Eppure, conosco molte facce, sono a Milano da almeno 15 anni (25 anni, mi dicono; i giovani sono tutti nati in Italia), sono in regola con i documenti e si trovano nella stessa situazione di chi sia appena arrivato in città.
Per giunta, piove e fa freddo, ci stiamo riparando sotto il portellone di un furgone giallo.
Riparandoci come si può, sono in compagnia di Ernesto Rossi di Aven Amentza e di Giovanni Fugazza, funzionario sindacale della FILLEA-CGIL. Il tettuccio giallo è lo stato dell’arte di un esperienza unica: uno SPORTELLO SINDACALE all’interno di un campo sosta. Giovanni e un ragazzo guardano un libro con l’elenco dei corsi professionali, il ragazzo è tentato dalla carriera di cuoco. Tiene il libro con sé, per studiarlo meglio. Dietro di lui, la solita processione di gente carica di domande.
Più tardi in un bar, Giovanni mi spiega meglio cosa sta succedendo:
Da quanto esiste questo sportello e com’è nato?
E’ funzionante dalla fine di aprile 2005. Lo scopo di Aven Amentza, già al momento della sua fondazione, era di occuparsi anche dei problemi del lavoro della comunità. Già a maggio 2004, quando l’associazione non era ancora nata, c’erano stati incontri in Camera del Lavoro tra Corrado Mandreoli (responsabile delle politiche sociali) e alcuni tra i futuri soci. In realtà era stato pensato come un’assemblea, in cui CdL avrebbe parlato del suo appoggio ad Aven Amentza e dei problemi del lavoro in cantiere (retribuzioni, sicurezza, incidenti, ecc.).
Diciamo che c’era interesse reciproco, ma mancava la fase operativa vera e propria.
Alla festa di Liberazione del luglio 2004, c’era uno stand che riuniva varie associazioni. Io rappresentavo lo Spazio Giovani Autogestito di Arese, poco distanti erano presenti Ernesto, Mario Abbiezzi e alcuni Rom del campo. Si è cominciato a parlare assieme, io che ero già funzionario sindacale ero molto interessato a quello che mi raccontavano del loro mondo del lavoro.
Si è discusso e ci siamo conosciuti meglio, così ho deciso di passare una giornata al loro campo. Mi ha accompagnato Marco Di Girolamo, il mio segretario responsabile, che ancora meno di me conosceva questa realtà ed è rimasto segnato da ciò che ha visto.
Ci siamo consultati coi soci dell’associazione e i capifamiglia, lì ho proposto di occuparmi io direttamente di uno sportello sindacale, aperto al campo di sabato.
Qualcuno del campo aveva già avuto esperienze sindacali?
Non mi risulta. In Romania non erano sindacalizzati, la stessa situazione ricorre anche con i Rumeni che incontro nei cantieri.
Dicevo prima che il mio responsabile, Marco Di Girolamo, non conosceva niente della realtà dei campi. Mi ricordo la sorpresa nei suoi occhi a scoprire quanti Rom lavoravano nei cantieri o in proprio, e che molti di loro avevano già in tasca la tessera della FILLEA o della CGIL (e che la cosa dell’essere o meno tesserati, fosse a conoscenza degli altri Rom).
In questo periodo, altri 20 si sono iscritti.
Com’è organizzata l’attività?
Di norma mi reco al campo una volta a settimana, di sabato. Raccolgo le richieste di chiarimenti, porto i documenti necessari, si parla e si discute. Adesso c’è maggior fiducia reciproca e durante la settimana mi chiamano, anche solo per fare il punto della situazione. La gran parte di loro lavora nell’edilizia e i cantieri sono sparsi a macchia di leopardo per tutta la provincia. Capita di incontrarsi anche durante i miei giri settimanali tra i cantieri o di programmare gli appuntamenti fuori dal campo.
Poi tutte le sere dalle 17.00 alle 19.00, chi ha bisogno può raggiungermi in Camera del Lavoro al Giambellino o a Corsico, per chi ha la macchina.
Quali sono le richieste ricorrenti?
Il controllo delle buste paghe; i pagamenti della Cassa Edile, che di norma arriva a 6 mesi dalla prestazione lavorativa.
Le infrazioni dei datori di lavoro riguardano soprattutto la differenza di retribuzione oraria, oppure alcune voci mancanti.
Soprattutto, richieste personali. Io cerco di affrontare i discorsi in maniera collettiva.
Di solito, anche se ci vuole il suo tempo, riusciamo a tutelare i diritti del lavoratore, tranne nei casi dove l’impresa, che magari lavorava in subappalto, letteralmente sparisce.
Ti ricordi qualche storia in particolare?
Quella volta che ero in giro per cantieri e Bebe mi ha salutato. Io non l’avevo riconosciuto. Ci sentiamo spesso anche per telefono, adesso.
I vigili intervenuti al campo, per rimediare alla solita fognatura intasata e la loro faccia a scoprire che lì c’era uno sportello sindacale.
Quando venne la televisione e vennero montate le postazioni al campo (gli episodi ripresi in “Miracolo alla Scala”). Purtroppo, tra chi vide la trasmissione, c’era uno che faceva lavorare un Rom di Triboniano e che si ricordò di aver visto il nome di quella via sul permesso di soggiorno. Poco dopo, lo licenziò, dicendo che c’era poco lavoro. Gli presentò una lettera da firmare e lui ci credette. Scoprì più tardi, dai suoi ex compagni, che invece la ditta stava lavorando a pieno regime.
Ma non tutti i padroni sono così. C’è anche chi viene al campo ad informarsi sulle condizioni della famiglia, o viene invitato alle feste e ai matrimoni.
Che difficoltà hai trovato in quest’esperienza?
La prima, come avrai notato, è la mancanza di uno spazio fisico. Quando piove come oggi, ci ripariamo sotto la tettoia del furgone, altrimenti si gira tra le roulottes. Ma questo è comunque uno dei tanti particolari di una situazione ambientale del campo, che è come se non ci esistesse.
Con la lingua ci intendiamo. La maggior parte di loro parlano italiano e io capisco il serbo-croato e il rumeno, per attività di volontariato che ho svolto allo Spazio Giovani e anche nei Balcani.
Nonostante questo, rimane sempre il dubbio di fraintendersi. Io intendo quel che faccio come un prolungamento della mia attività di sindacalista e anche di volontario, e certi valori non li posso rinnegare. Data la loro situazione, loro vedono lo sportello come un puro mezzo per recuperare soldi, col rischio da parte mia di creare aspettative che magari saranno disattese.
C’è una realtà con cui fare i conti, qui nel campo e anche fuori. Per me il sindacato è lotta, solidarietà, parlare chiaro. Per loro il lavoro è una continua sfida a rincorrere il sogno delle scarpe alla moda o della macchina potente. Due culture che si scontrano e si incontrano continuamente.
A parte le questioni culturali, si tratta di esigenze primarie: vivere (o sopravvivere) e in quelle condizioni costa: luce e riscaldamento vogliono dire litri di gasolio al giorno. Secondo, mandare soldi a casa, e ne partono parecchi (secondo le possibilità). Poi, sempre secondo possibilità: il macchinone, solitamente di seconda mano, affronta anche diversi viaggi all’anno Milano-Romania con diversi passeggeri e un gran carico. Con la 500 si può fare, ma è più difficile e meno rapido, quindi più costoso.
Avremo un delegato sindacale in via Triboniano?
Lo spero, magari tra qualche giovane. Ma i tempi non sono ancora maturi e sarebbe sbagliato forzarli in questo senso.
A Roma funziona da un anno uno sportello cittadino per Rom Sinti e Camminanti (LINK). Dopo un anno ha fornito nuove opportunità di lavoro. Lo vedresti bene a Milano?
Ce ne fossero! Tra l’altro, ci sono anche Rom che non lavorano come dipendenti, ma hanno ditte individuali, soprattutto nell’edilizia o nel commercio al minuto, e uno sportello simile farebbe molto per loro.
L’unico rischio che vedo nell’esperienza di Roma, è il creare percorsi differenziati di lavoro, come il mercato dei soli Rom. Non so, forse può avere un valore turistico o folkloristico, ma vedrei meglio la possibilità di esporre nei mercati rionali.
Quali saranno i prossimi passi da compiere?
Anche se sembra che quello che si fa passi inosservato nell’indifferenza, le famiglie osservano, valutano, come ricordavo prima, crescono gli associati al sindacato.
Così, tempo fa mi ha convocato la mia responsabile, per farmi la stessa domanda tua.
Giunti a questo punto, abbiamo la necessità, come campo e come sindacato, di collegare le diverse risorse e affrontare in maniera coordinata le questioni dell’INPS, degli assegni familiari, delle vertenze, dell’immigrazioni.
E poi di disporre di una sede più stabile e dotata di servizi, mantenendo comunque l’attività nei cantieri e nel campo.
So che queste risorse ci sono, quindi stavo soltanto chiedendo la conferma di quest’impegno, che per buona parte ricade sulle mie spalle.
Di Fabrizio (del 06/07/2006 @ 09:58:39 in Italia, visitato 1702 volte)
Vi sarete accorti, che di solito si parla di Rom e Sinti "reali" (intendo, delle loro esigenze di persone fisiche) quando succede qualche tragedia, o quando la loro presenza diventa numericamente problematica. A parte, avevo fatto una breve ricerca sui costi di questa politica emergenziale. Interessante, come il campo sosta che nel tempo si è mangiato più soldi di tutti, sia anche quello più invivibile e "problematico", e che dal punto di vista "progettuale" il comune ha gravi responsabilità.
Nel campo Barzaghi-Triboniano (Milano), dopo l'incendio dell'8 marzo scorso, sono ripresi i lavori di ristrutturazione. Cos'è cambiato in 4 mesi?
Per telefono, Ernesto Rossi di Aven Amentza, calcola che i lavori nel cantiere proseguono e probabilmente termineranno entro la data prevista. I problemi più grossi riguardano il "campo di calcio" dove sono tuttora sistemati gli assegnatari. Il loro numero si aggira tra i 400 ufficiali e (forse) 600. Il terreno dove sono attualmente (lo spazio è stato ottenuto con materiale di risulta), spazia dalle nuvole di terra che si sollevano, all'acquitrino quando piove. In particolare, dove c'è l'unica fontanella si è formato un pittoresco laghetto di vari colori.
Attualmente ci sono 10 bagni chimici, non sempre sono svuotati per tempo. Non si sa quanti siano funzionanti. Alcune famiglie, hanno di fatto preso possesso di un bagno, usandolo esclusivamente per loro.
Altra emergenza, è la pulizia dei cassonetti, che non viene svolta regolarmente, cosa che soprattutto col caldo crea un'emergenza ambientale nel campo, ma anche nel quartiere intorno. Da parte loro, i Rom si sono accampati anche fuori dai confini loro assegnati e in mancanza di bagni e cassonetti funzionanti, usano il terreno intorno per i loro bisogni. Con la bella stagione, la situazione igienico/sanitaria è a rischio estremo, tanto per il campo che per l'area attorno. Così com'è stato uno, due anni fa. E' incredibile come il tempo vola senza che nulla cambi
Di Fabrizio (del 13/01/2011 @ 09:58:33 in Italia, visitato 1269 volte)
Realizzata per il GIORNO DELLA MEMORIA 2011, organizzata dall'
Associazione La Conta in collaborazione con la Sezione ANPI Martiri di
Viale Tibaldi, con l'Istituto Pedagogico della Resistenza di Milano
ed il Circolo ARCI Martiri di Turro, che ci sarà, con ingresso gratuito,
con tessera arci
Lunedì 17 gennaio 2011 alle 21,00 - Incontro dedicato a "I campi di
concentramento dei Rom e dei Sinti in Italia nel periodo dal 1943-1945"
dedicato al "Porrajmos, lo sterminio dei Rom e Sinti” con la partecipazione di
Ernesto Rossi, studioso e ricercatore dell’Associazione "Aven Amentza -
Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente" di Buccinasco (MI) che
ci parlerà, anche con la proiezione di una selezione di brevi documentari, dei
campi di concentramento dei Rom e Sinti in Italia.
Circolo ARCI Martiri di Turro via Rovetta 14 - Milano
Di Fabrizio (del 08/09/2006 @ 09:58:15 in Italia, visitato 1577 volte)
Ci sono alcune cose noiose e difficili, ma indispensabili per capire come può evolvere una piccola o grande comunità. Una di queste, è fare le pulci agli investimenti comunali per i campi sosta, quello che chiamo la mangiatoia dove finiscono i nostri soldi. A volte si scoprono cose curiose... l'importante è non dimenticare.
A Milano il campo di via Triboniano-Barzaghi è quello che ha mangiato più soldi, rimanendo sempre quello più disagiato. Dopo l'incendio dell'8 marzo i lavori di ristrutturazione ripartirono con vigore. Il termine era fissato per il 28 agosto. Il 27 marzo il gruppo dei Rom rumeni viene spostato per dar luogo alla bonifica dell'area:
Uno spazio sterrato (grossomodo, metà campo di calcio) assolutamente spoglio di servizi e strutture, viene man mano riempito con le roulottes di tutti i residenti, anche chi è arrivato da meno di 4 anni. La polizia comunale sta mediando con le famiglie, i problemi più grossi al momento sono il trasporto delle roulotte + vecchie (alcune sono senza ruote, altre senza gancio, altre ancora rischiano di disfarsi per strada) e la sistemazione dei nuclei familiari, per evitare che sorgano conflitti tra loro. La Protezione Civile vorrebbe terminare il lavoro entro stasera, ma non credo che si a possibile. Inoltre, l'area sterrata non è in grado di accogliere tutte le roulottes e penso che dovrà essere predisposto uno spazio ulteriore. Su come e se verrà attrezzata quest'area provvisoria, bisognerà controllare in seguito.
I problemi più grossi riguardano il "campo di calcio" dove sono tuttora sistemati gli assegnatari. Il loro numero si aggira tra i 400 ufficiali e (forse) 600. Il terreno dove sono attualmente (lo spazio è stato ottenuto con materiale di risulta), spazia dalle nuvole di terra che si sollevano, all'acquitrino quando piove. In particolare, dove c'è l'unica fontanella si è formato un pittoresco laghetto di vari colori. Attualmente ci sono 10 bagni chimici, non sempre sono svuotati per tempo. Non si sa quanti siano funzionanti. Alcune famiglie, hanno di fatto preso possesso di un bagno, usandolo esclusivamente per loro. Altra emergenza, è la pulizia dei cassonetti, che non viene svolta regolarmente, cosa che soprattutto col caldo crea un'emergenza ambientale nel campo, ma anche nel quartiere intorno. Da parte loro, i Rom si sono accampati anche fuori dai confini loro assegnati e in mancanza di bagni e cassonetti funzionanti, usano il terreno intorno per i loro bisogni. Con la bella stagione, la situazione igienico/sanitaria è a rischio estremo, tanto per il campo che per l'area attorno. Così com'è stato uno, due anni fa. E' incredibile come il tempo vola senza che nulla cambi
La situazione sanitaria non è variata per tutta l'estate. Oggi, inizio settembre, i lavori non sono terminati, è stata asfaltata metà della zona dei lavori e sono state predisposte le piazzole. In quest'area sono state anche piazzate le traversine per i container, che non si sono ancora visti; la speranza è che non siano altri residuati di qualche terremoto di 15 anni fa. Sono stati anche predisposti, anche in un'area ancora brulla, i pozzetti di scarico. Un vecchio container è stato adibito a spazio sanitario o di pronto soccorso; manca l'allacciamento elettrico, ma in compenso c'è una pediatra in pensione che praticamente è la responsabile, coadiuvata da una collega.
C'è una flebile speranza che i lavori possano terminare ad ottobre. Anche se in ritardo sui tempi previsti, questo mese è cruciale. Ad ottobre le piogge potrebbero rendere tutta l'area dove i Rom sono accampati provvisoriamente da quasi 6 mesi un grosso acquitrino.
Grazie ad Ernesto Rossi di Aven Amentza per la collaborazione
PS: dall'altro capo della città, al campo di via Idro, martedì sera un incendio è costato la vita a due cavalli. Ferito anche il loro proprietario (per fortuna in maniera lieve). Un anno fa vennero costruite dal Comune le bocchette antincendio, che non sono mai state collegate all'impianto idrico.
Di Fabrizio (del 27/05/2010 @ 09:56:43 in Italia, visitato 2653 volte)
Segnalazione di Ernesto Rossi
APERTAMENTE di Buccinasco promuove la 4 ^ FESTA DEI SINTI del QUARTIERE TERRADEO Via dei Lavoratori, 2 - Buccinasco SABATO 29 MAGGIO 2010
ore 9,30 Messa nella chiesa di Santa Maria Assunta
ore 11.00 Incontro con le Autorità e la cittadinanza - Sala Consiliare
Relazione sulle attività svolte dall’Associazione
Intervento del Sindaco Loris Cereda
Dibattito
Seguirà rinfresco
ore 14.30 Festa dei bambini e ragazzi Sinti e dei loro amici con giochi vari,
al Terradeo - visita al quartiere
Di Fabrizio (del 25/04/2009 @ 09:56:02 in lavoro, visitato 1516 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
Ma la liberazione non è per tutti, non è per gli stranieri, non è per
Rom e Sinti, i cosiddetti zingari.
Questi ultimi –davvero ultimi in ogni cosa a partire dai diritti più elementari-
non sono liberi in questo paese: nemmeno possono partecipare al corteo che
ricorda la fine della Lotta di Resistenza e la nascita conseguente della
Costituzione repubblicana. Se lo fanno, possono perdere il posto di lavoro, se
riconosciuti dal padrone in una fotografia, in un filmato, di quelli che ci
facciamo tra di noi per ricordare questa giornata, o che ci fanno fotografi e
operatori di giornali e televisioni.
Ecco nella foto l’Unità (dedicata ai morti sul lavoro), come dovrebbero
presentarsi: MASCHERATI.
[immagine non riportata]
Rom e Sinti, italiani, europei o no, sono NEGATI AL LAVORO, anche se
lavorano, faticatamente, in nero, saltuariamente, quando possono, respinti e
discriminati. Clandestini anche se regolari.
L’Associazione milanese Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti ha
tenuto per un anno e mezzo uno sportello sindacale, col sostegno di Camera del
Lavoro e Fillea Cgil, dentro nel campo di via Triboniano: uno
scandalo. Che c’entrano gli zingari col sindacato, col lavoro (in molti se lo
sono chiesto), dato che sono notoriamente TUTTI ladri e ladri di bambini? La
leggenda è più forte di ogni realtà: ne basta uno per cancellare tutti gli altri
e confermare che così stanno le cose. Per Rom e Sinti la colpa è sempre
collettiva, mai individuale. Basta l’indirizzo del campo per perdere o non
trovare lavoro. Perché nel nostro paese, il peggiore per loro in Europa, devono
vivere in ghetti noti e additati, veri lager, da cui è difficile uscire; in cui
l’infanzia, oggetto di commosse quanto astratte considerazioni, viene offesa e
repressa ogni giorno. Se vanno a scuola, la perderanno al primo licenziamento
del genitore che lavora, al primo inutile feroce sgombero.
Gli SGOMBERI sono l’inefficace violenta politica del governo e
dell’amministrazione comunale milanese, incuranti della Costituzione, delle
leggi, dei trattati internazionali sottoscritti, delle Dichiarazioni Universali,
delle proteste del Parlamento Europeo.
SICUREZZA PER TUTTI – LA SICUREZZA È UN BENE COLLETTIVO, NON PRIVATO
Sicurezza è non morire sul lavoro ogni giorno; sicurezza è non subire violenza
fra le mura sicure di casa; sicurezza è aver di che vivere ogni mese sino alla
fine del mese; sicurezza è non avere un paese in cui regioni intere sono in mano
a potenti organizzazioni criminali.
Per i Rom, clandestini sono i diritti
sede legale: Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tel. +39.(02).48409114
Costituita il 18 luglio 2004, registrata a Milano il 22 novembre 2004 , n°
104485 serie 3. Codice fiscale 97389270154
Di Fabrizio (del 26/09/2010 @ 09:54:30 in Italia, visitato 2379 volte)
Segnalazione di Ernesto Rossi
Visita del Servizio Civile Internazionale al Terradeo
A Buccinasco, alle porte di Milano, è in corso da anni un avanzato
esperimento, volto a consolidare l'inclusione sociale di un'ampia famiglia di
Sinti lombardi (ex giostrai), già presenti nel Comune dal 1980, e ivi residenti
dal 1991, benché qualcuno continui strumentalmente ad agitare il mito dei
'nomadi'. La sperimentazione ha coinvolto, in vent'anni, diverse Amministrazioni
di diverso orientamento, le quali hanno mantenuto una costante positiva
attenzione. Al punto che esiste in Comune un tavolo, presieduto da un assessore,
per affrontare i problemi della comunità sinta. E vi è un finanziamento,
disposto nel 2009 coi fondi del Ministero dell'Interno, e gestito dal Prefetto,
per completare i lavori nel Quartiere Terradeo, come localmente si chiama il
villaggio sinto.
Improvvisamente, in estate, questa vicenda è salita a pretestuosi onori di
cronaca, a causa d'una interrogazione in Consiglio regionale, basata
evidentemente su informazioni inesatte, sull'esistenza, in terreno di proprietà
comunale, nel Parco Sud, di alcune casette di legno senza fondamenta
(arditamente definite 'ville'!), in attesa di formale autorizzazione. Realizzate
fra il 1994 e il 2004, documentate al Parco e alla Prefettura, su di esse, non
certo per responsabilità dei sinti, ancora non è stato raggiunto un accordo di
regolarizzazione, secondo le leggi vigenti, nonostante una procedura avviata più
volte, dal centrosinistra e poi dal centrodestra.
L'area è stata assegnata con delibera (1994, centrodestra); vi è un contratto
decennale tra famiglie e Comune, che prevede diritti e doveri dei contraenti
(2005, centrosinistra); il campo è stato ampliato e ristrutturato secondo gli
standard dei campeggi; la Provincia ha finanziato blocco servizi, collegamenti
acquedotto e fogne.
La comunità è ben inserita, seguita da un'assistente sociale e da una sanitaria,
oltre che dall'associazione creata da sinti e volontari. Non v'è nessun problema
di convivenza, né di scolarizzazione (quest'anno due ragazzi alle superiori),
quelli di salute sono nella norma; non c'erano quasi più nemmeno problemi di
lavoro: ne sono tornati a causa della crisi, tanto che abbiamo avuto persino un
cassintegrato. Pressoché unanime il sostegno delle forze politiche locali e di
buona parte della popolazione.
Ma c'è chi vorrebbe caricare sulle spalle deboli d'una minoranza, spesso (ma non
qui!) emarginata, il mancato risultato d'una serie di procedure avviate da anni
da più amministrazioni, che senza inevitabili lungaggini burocratiche avrebbero
già risolto il problema.
Che questo possa essere il principale problema di Buccinasco, può pensarlo solo
chi chiude gli occhi su ben altre questioni. Ma forse molti italiani sono
migliori di certi amministratori.
Buccinasco, 20.09.2010
"Apertamente di Buccinasco" costituita il 13 novembre 2006, registrata a Milano l'8 marzo 2007, n.1753,
serie 3. Codice fiscale 97459790156
info e documentazione e partecipazione a incontri, a disposizione di quanti ne
facciano richiesta a:
Ernesto Rossi, Presidente, cell.3338628466,
meg.rossi@tin.it - Augusto Luisi, Consigliere, cell.3355324525,
luisibuc@gmail.com
AMILCARE DEBAR, detto Taro, sinto piemontese, staffetta e partigiano
combattente (col nome di Corsaro) nella 48^ Bgt Garibaldi "Dante Di Nanni",
comandata da Napoleone Colajanni "Barbato". È stato ferito nella battaglia delle
Langhe. Nel dopoguerra è rappresentante del suo popolo alle Nazioni Unite a
Ginevra; ha ricevuto il diploma di partigiano combattente dalle mani del
Presidente Pertini.
Era nato a Pinerolo il 16.6.1927; è morto a Cuneo, dove viveva, pochi giorni
orsono.
La sera del 26 aprile 2001 Taro intervenne alla Camera del Lavoro di Milano alla
presentazione del libro "Orgogliosi di essere Rom e Sinti", curato da Mario Abbiezzi ed Ernesto Rossi, pubblicato dalla CGIL Regione Lombardia, con
prefazione del suo Segretario Generale Mario Agostinelli e dedicato a Carlo
Cuomo.
Taro avrebbe dovuto fermarsi quella sera a Milano, dopo il breve concerto del
violinista rom George Moldoveanu, ospite del sindacato fino al giorno dopo per
rilasciare delle interviste sulla sua esperienza partigiana.
Ma, ricordando le sue vicissitudini dell'immediato dopoguerra, e come avendo
deciso di accettare il servizio nella polizia, offerto ai partigiani, e come
trovandosi in una delle prime azioni a perquisire un campo sinto, ritrovasse,
lui cresciuto in un orfanatrofio, la sua famiglia, fu preso da un'incontenibile
emozione, tanto che decise di rientrare immediatamente a Cuneo.
Vogliamo, con questo ricordo e coi materiali allegati, che mettiamo a
disposizione di tutti, contribuire al ricordo di un grande sinto, noto a troppo
pochi, perché lo sia sempre più a molti.
Ernesto Rossi, presidente delle associazioni "Aven Amentza – Unione di Rom e
Sinti" e "Apertamente di Buccinasco"
°*°*°*°*°*°*°*°°*°*°*°*
Allegato 1 - Scheda dell'Istituto della Resistenza di Torino (estratto): "nato a Pinerolo il 16.6.27
nome di battaglia Corsaro
14^ (sic) Brigata Garibaldi- in banda dal 20.1.44 al 7.6.45
vi è entrato dichiarando di provenire da Racconigi
"figura molto valida. Un uomo naturalmente capo. Notevole la sua capacità di
risolvere i problemi" da quelli quotidiani della sopravvivenza alimentare alle
decisioni operative di guerra.
Dopo il maggio '45 dimorava nell'accampamento storico di Cerialdo di Cuneo."
Allegato 2 - Registrazione della voce di Taro, che riferisce in sinto piemontese alcune brevi note autobiografiche, con
traduzione in italiano (dal sito "O
Vurdón" di Sergio Franzese).
[...]
E inoltre: ***Nota sull'intervista filmata intitolata
"TARO UNA STORIA RESISTENTE" 1996, Betacam SP, 48' 51"
regia: Luciano Mattaccini
montaggio: Daniele Minutillo
fotografia: Marco Acciari, Luciano Mattaccini Il racconto di Taro, un semplice partigiano che, dopo un breve periodo come
staffetta partigiana, entra come
combattente nella 48° Brigata Garibaldi Langhe. Un lungo viaggio nella memoria,
dal settembre '43 all'aprile
'45. Il ricordo della persecuzione del popolo zingaro, il piccolo Tarzan Sulic,
il ricordo dell'amico fucilato.
Luciano Mattaccini (Roma, 1952). Specializzato in montaggio al Centro
Sperimentale di Roma. Filmografia:
Indagini su una proiezione al di sopra di ogni sospetto (1988),
Un uomo fioriva (1993),
Los amigos de la calle (1994).
***Su Amilcare Debar esiste un articolo, pubblicato (anni '80?) sulla rivista
"Patria" dell'ANPI nazionale.
Di Fabrizio (del 08/01/2010 @ 09:46:53 in sport, visitato 3298 volte)
Di questo pugile sinto tedesco ne abbiamo parlato il
marzo
scorso, ora ce lo ricorda Ernesto Rossi
[...] l’Unità ha pubblicato (5
gennaio, Roberto Brunelli) due pagine dedicate al campione di pugilato dei
mediomassimi Johann "Rukelie" Trollmann (1907-1943), sinto tedesco, cui i
nazisti tolsero con la violenza il titolo guadagnato a furor di popolo.
Stroncandone la trionfale carriera con un incontro "truccato" e portandolo a
morire nel campo di concentramento di Neuengamme.
All’incontro, in cui a lui che "danzava" imprendibile sul ring fu imposta
l’immobilità: doveva solo perdere, eppure resistette in quelle condizioni
per ben cinque round. Ma ancora più straordinario fu il coraggio e il senso di
sfida con cui si presentò "da ariano", coi capelli tinti in biondo e cosparso di
farina.
L’occasione del ricordo è data dalla prossima inaugurazione a Berlino, nei
pressi del luogo che vide la sua vittoria, di un monumento in sua memoria: un
ring in legno bianco.
Berlino, 1933. Danzava, lo zingaro. E vinceva. Saltellava, colpiva veloce:
come molti anni dopo avrebbe fatto Mohammed Alì, tanto per dire. Johann Trollman
era un eroe. Era fascinoso, con quei riccioli scuri, era elegante. Aveva stile.
Lo amavano le donne, le celebrità si accalcavano in prima fila per assistere ai
suoi match. La gente si scalmanava, i titoli dei giornali erano sempre per lui.
Una carriera folgorante, quella di Trollmann, detto “Rukelie”. Campione tedesco
dei pesi medi: lo scontro per il titolo con Adolf Witt è leggendario. Dopo sei
round, l’ariano Witt, una specie di colosso inamovibile, era a pezzi. In prima
fila c’è un gerarca nazista, tale Georg Radamm, presidente dell’associazioni
pugili tedeschi, che ordinò di annullare l’incontro. Il pubblico esplose di
rabbia, invase il ring e difese il proprio campione: gli gettarono al collo la
corona, i nazisti sfiorarono il linciaggio. Trollmann pianse. Di felicità.
Campo di concentramento di Neuengamme, 1943. Un uomo denutrito, ridotto a poco
più che uno scheletro ma con indosso i guantoni da boxe, crolla nel fango. Non è
chiaro cosa sia successo: si sa che ci sono stati degli spari. È il detenuto nr.
721/1943. Il suo nome è Johann Trollmann. Lo avevano, come tante altre volte,
massacrato di botte: sapendo che era stato un campione, gli infilavano i
guantoni e lo facevano a pezzi. Per tenerlo in piedi più a lungo, gli davano una
doppia razione di cibo. «Adesso difenditi, zingaro», gli urlavano le SS.
La storia di Johann Trollmann è una delle più straordinarie e meno raccontate
del Terzo Reich. Meno raccontate per un solo motivo: “Rukelie” era un sinti.
«Integrato» e inurbato, per così dire, ma pur sempre sinti. Fino al ’33, anno
dell’ascesa di Hitler al potere, conobbe qualche sporadico episodio di
discriminazione. Dopo, la sua carriera fu una discesa agli inferi, che solo nel
2010 conoscerà una parziale riparazione, quando verrà inaugurato a Berlino, a
Kreuzberg nel Viktoriapark, un monumento a forma di ring a lui dedicato,
realizzato da un gruppo di artisti capeggiato dal pittore d’avanguardia Alekos
Hofstetter, che si è fatto promotore dell’iniziativa convinto che – se pure la
Germania abbia compiuto moltissima strada per quello che riguarda la
pesantissima eredità nazista – quella di Trollmann sia una storia da riabilitare
pienamente. Che, insomma, i tedeschi non abbiano ancora finito di fare i conti
col proprio passato, soprattutto per quel che riguarda rom e sinti. Non a caso,
prima di lui, la storia del «pugile zingaro» l’ha raccontata unicamente il
giornalista e scrittore Roger Repplinger, nel libro Leg dich, Zigeuner (Piper
Verlag, 2008).
Eppure la vicenda umana e sportiva di “Rukelie”, nato il 27 dicembre 1907 a
Wilsche è, con tutto il suo carico di dolore, ingiustizia, discriminazione e
razzismo, una vicenda eccezionale ed emblematica. Professionista dal ’29, era
diventato rapidamente uno dei pugili più richiesti dell’epoca. Trollmann
combatteva sia nei pesi medi che nei mediomassimi. Quasi sempre aveva la meglio
sugli avversari di categoria superiore, grazie ad uno stile che all’epoca era
pura avanguardia: veloce sulle gambe, quasi danzante, colpi brevi e formidabili.
Roba «animalesca», secondo le camicie brune, «effeminata», niente a che vedere
con «il vero pugilato ariano». Come non bastasse, dato che Johann era sinti, non
era accettabile l’affronto del titolo vinto contro Adolf Witt. Così, una
settimana dopo quel 9 giugno in cui Rukelie ebbe il titolo, il titolo gli fu
tolto. Con una motivazione ridicola: le lacrime – di gioia – che gli erano corse
sulle guance non erano «degne di un vero pugile». Un «comportamento pietoso», fu
l’espressione usata dall’associazione dei pugili, già completamente assoggettata
al partito nazionalsocialista. Ma non bastava.
Lo «zingaro» era troppo famoso, troppo amato, e certo non era conforme ad una
visione ariana dello sport. L’affronto della vittoria contro Witt doveva essere
vendicato. Fu organizzato un nuovo incontro, questa volta contro Gustav Eder,
che successivamente sarà campione europeo: una sconfitta annunciata, anzi
preparata con cura. Proibirono a Trollmann di muoversi dal centro del ring, gli
dissero che se avesse «danzato» schivando i colpi gli avrebbero tolto la
licenza. Johann doveva perdere, e basta. Johann lo sapeva.
Quel che segue fa di Trollmann uno dei più straordinari eroi della storia dello
sport. Un eroe tragico, quasi nel senso greco del termine: “Rukelie” si presentò
sul ring con i capelli tinti di biondo-oro e con tutto il corpo cosparso di
farina. Consapevole di andare a farsi massacrare, con questo gesto provocatorio
e smisurato coraggio si prese gioco di tutta la retorica del «combattente
ariano» con cui la propaganda nazista aveva gonfiato e avvelenato il paese:
piantato come una quercia, per cinque round venne preso a cannonate da Eder,
finché non crollò a terra, avvolto da una nube candida di farina che si alzò per
aria.
Gli anni seguenti furono un rapido viaggio nell’inferno del nazismo. Ancora
qualche sporadico combattimento: «Sdraiati, zingaro», gli ululavano le camicie
brune dall’angolo, «altrimenti prendiamo te e la tua famiglia». Per qualche anno
comparve alle fiere di paese combattendo per pochi spiccioli, in altri periodi
addirittura visse nascosto nei boschi. I sinti e i rom – che vennero degradati
al livello «non-umano» degli ebrei soltanto nel ’38 – furono obbligati in molti
casi a farsi sterilizzare: idem Trollman. Che, per di più, divorziò dalla moglie
pur di evitare che la sua famiglia fosse destinata alla deportazione.
Nondimeno, il pugile fu richiamato dalla Wehrmacht e mandato al fronte. I
nazisti continuarono ad infierire: al suo ritorno, nel ’42, venne arrestato
dalla Gestapo e deportato nel lager di Neuengamme, vicino Amburgo. Qui, racconta
Repplinger, dovrebbe aver incontrato un collega sportivo, l’ex stella del calcio
Tull Harder, «l’ariano» Tull Harder, nel frattempo diventato ufficiale delle SS.
Storie parallele di sportivi tedeschi: messo sotto accusa dopo la guerra per
aver comandato un sottocampo vicino Hannover, dove migliaia di ebrei polacchi
furono resi schiavi e poi portati alla morte, Harder dichiarò durante il
processo di non essere a conoscenza di quello che accadeva nel suo lager. Venne
condannato a 15 anni, ma già per il Natale del ’51 era un uomo libero.
Ebbe anche una pensione: un privilegio che ai pochi sinti e rom sopravvissuti
all’olocausto non fu concesso mai, perché diversi tribunali avevano sentenziato
che gli zingari erano stati perseguitati non per la razza, ma erano finiti nei
lager in quanto «criminali». Solo nel 2003 agli eredi Trollmann fu consegnata la
cintura da campione di “Rukelie”, in una triste cerimonia disertata dai
dirigenti dell’Unione dei pugili professionisti tedeschi. Gustav Eder, che aveva
abbattuto l’inerme Johann coperto di farina, morì di vecchiaia nel ’93.
Trollmann finì nel fango di Neuengamme, con addosso solo i suoi guantoni da
boxe.
Di Fabrizio (del 24/09/2009 @ 09:45:34 in Regole, visitato 2838 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
Non c'e' riduzione in schiavitu' nel caso in cui il baby accattonaggio viene
praticato in "part-time", in tal caso si puo' solo configurare un'ipotesi meno
grave di reato: quella di maltrattamento in famiglia. E' quanto afferma la Corte
di Cassazione che ha fatto rilevare come
l'impiego di minori da parte degli adulti nella richiesta di elemosina se
ridotto ad uno spazio breve della giornata costituisce un'ipotesi di reato meno
grave. Nella motivazione della sentenza (n. 44516/2008) la quinta Sezione penale
spiega che l'adulto che sia dedito "alla mendicita' per le necessita' della sua
famiglia e si dedichi a tale attivita' per alcune ore del giorno portando con se
i figli" non puo' essere condannato per il reato di riduzione in schiavitu'
perche' giacche' "e' ben possibile che, dopo avere esercitato la mendicita'
nelle ore del mattino, nella restante parte della giornata" la madre che si
dedica all'accattonaggio "si prenda cura dei figli in modo adeguato cercando di
venire incontro alle loro necessita' e consentendo loro di giocare e frequentare
altri bambini". Sulla scorta di tale principio la Corte ha prosciolto una nomade
che era stata sorpresa due volte a mendicare con in grembo una
bambina e con un figlio di 4 anni che
elemosinava nei paraggi per poi consegnare i soldi a sua madre. La donna veniva
condannata dalla Corte d'Assise di Santa Maria Capua Vetere a ben 6 anni di
reclusione avendo ipotizzato sia il reato di riduzione in schiavitu' sia quello
di maltrattamenti in famiglia. I giudici di prime cure avevano sostenuto che la
donna avrebbe approfittato "di una situazione di inferiorita' psichica del
minore costretto all'accattonaggio con finalita' di sfruttamento economico".
Stessa decisione era stata adottata dalla Corte d'Assise d'Appello di Napoli che
pero' ridimensionava la pena a 5 anni di reclusione ritenendo non ravvisabile il
delitto di maltrattamenti. La donna contro una condanna cosi' pesante si e'
dunque rivolta agli ermellini che ribaltando le due precedenti decisioni ha
chiaramente affermato che non si puo' criminalizzare "il 'mangel' usualmente
praticato dagli zingari". La donna quindi, dovra' essere condannata solo per
maltrattamenti in famiglia e non per riduzione in servitu'. Deve escludersi -
spiega la Corte - che la donna "facesse parte di una organizzazione volta allo
sfruttamento dei minori perche' l'uomo arrestato insieme a lei, al quale la
donna avrebbe versato il denaro guadagnato dal figlio con l'attivita' di
accattonaggio, e' stato assolto per non avere commesso il fatto". Nella
decisione a quanto pare e' stata determinante la modalita' in cui si svolgeva
l'accattonaggio che veniva praticato dalle 9 del mattino fino alle 13. Proprio
per questo i supremi giudici hanno evidenziato come "dalla ricostruzione dei
fatti operata dai giudici del merito non emerge quella integrale negazione della
liberta' e dignita' umana del bambino che consente di ritenere che versi in
stato di completa servitu'".
Di Fabrizio (del 09/02/2009 @ 09:44:54 in Regole, visitato 1496 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
Gentili amiche e amici, vi prego di prendere in seria considerazione il
testo allegato. Esso proviene da un’autorità dello Stato e rappresenta la
volontà del governo italiano in carica.
Ma vi prego anche di considerarne il contenuto e il significato. E le
conseguenze umane e materiali.
Se questo testo venisse applicato così come è scritto, questo significherebbe,
per la prima volta in Italia, un formale –e sostanziale- aggravamento delle
condizioni dei cosiddetti zingari.
In Lombardia, per quanto concerne l’autorità del commissario straordinario da
cui proviene; per altri luoghi, se già non è avvenuto, solo un’anticipazione
(Milano, si sa, è, o era, la capitale morale del paese) di quello che potrebbe
accadere/accadrà a questa popolazione.
Nei lunghi anni ormai, da che lavoro con loro, quasi quindici, ho visto troppe
volte una loro somma d’investimenti di vita –lavoro, percorsi scolastici,
ricerca di soluzioni abitative, tentativi di partecipare alla società
‘dominante’- ridotti allo zero da semplici provvedimenti amministrativi, quando
non dal solo atteggiamento ostile di chi doveva applicare leggi e regolamenti.
Questa è la tolleranza sottozero.
Finalmente, secondo come si esprimono, insensatamente, le Autorità, anche
l’Italia avrà i suoi NOMADI.
Di Fabrizio (del 04/02/2011 @ 09:43:01 in Italia, visitato 1994 volte)
INCONTRO PUBBLICO - VENERDI' 11 FEBBRAIO 2011 ORE 20.45
SALA DELLA PARROCCHIA DI GESU' A NAZARETH
Largo Bigatti (Quartiere Adriano) MILANO
Parliamo dei Rom: in particolare delle famiglie che abitano nella Comunità di
via Idro, ma anche di quelle di Triboniano, dei continui sgomberi delle
famiglie stanziate a Rubattino, Bacula, Forlanini e Bovisa e più in generale di
quella che comunemente viene definita "l'emergenza Rom a Milano".
Le soluzioni adottate in questi anni nella città di Milano come hanno affrontato
la questione? Hanno risolto il problema?
Altri comuni hanno operato in modo diverso: hanno sperimentato, positivamente,
politiche di sostegno all'integrazione, di accompagnamento all'inserimento
lavorativo, scolastico ed abitativo, con l'appoggio delle Comunità Locali.
Ascolteremo le testimonianze: · della Comunità Rom di Via Idro 62
· della Comunità Rom di Triboniano
· del Comitato Forlanini
· del Gruppo delle mamme e maestre di Rubattino
· dell'Associazione "elementare.russo"
· di Paolo Fior condirettore di "T" il giornale del Trotter
· di Don Massimo Mapelli della Fondazione Casa della Carità
· dell'Avv. Livio Neri del gruppo degli "Avvocati per Niente"
· di Ernesto Rossi dell'Associazione "Apertamente" di Buccinasco
Promuovono: Associazione VILLA PALLAVICINI, Associazione "elementare.russo", Osservatorio
sui razzismi , Fondazione Casa della Carità, Comunità Rom via Idro 62, Comitato
Genitori Elementare S. Mamete, Comitato "Vivere in Zona 2", A.N.P.I. Crescenzago,
Martesanadue, Legambiente Crescenzago
alla lettera sottoscritta nei giorni scorsi da tutte le forze politiche di
centro sinistra e centro destra (con la sola esclusione della Lega), a quella
successiva congiuntamente inviata al Commissario dalle tre Parrocchie
buccinaschesi, che abbiamo portato alla vostra paziente attenzione, si
aggiunge ora l'intervento del Dirigente scolastico, che
testimonia "l'impegno pluridecennale" che la scuola di Buccinasco ha attuato per
il diritto costituzionale all'istruzione dei bambini sinti del Quartiere
Terradeo, "con riscontri positivi su tutta la popolazione scolastica".
A tutto questo lavoro ha dato un forte e continuo sostegno la Caritas Decanale,
che ha sottoscritto con Apertamente le proposte iniziali al Commissario; e vi
hanno contribuito nel seguire questa vicenda i media e vari blog locali. Ci
auguriamo dunque che esso possa raggiungere le positive conclusioni auspicate da
un'intera collettività.
Nel frattempo rimaniamo nell'attesa dell'avvio del lavoro organizzativo vero e
proprio per l'attuazione della delibera commissariale che recepiva le nostre
proposte.
Non è che siamo impazienti: è che sono trascorsi dieci giorni, certo impegnativi
per il Comune, ma cambia ora anche la stagione e, con l'arrivo dell'autunno
vero, diventerà più difficile attuare i provvedimenti previsti, che dovranno
essere discussi e predisposti con la collaborazione degli Uffici e accompagnati
e sorvegliati nella loro attuazione, per conseguire il migliore risultato.
Manca solo che chi dirige il Comune dia le necessarie disposizioni.
Mai pensare che i problemi siano risolti col primo sì.
Un caro saluto dall'Associazione "ApertaMente di Buccinasco", Ernesto Rossi e
Augusto Luisi
Sono venuto a conoscenza della situazione del quartiere TERRADEO e del
rischio di demolizione di alcune "casette di legno, senza fondamenta" che
costituiscono l'alloggio di alcuni nuclei familiari di giostrai Sinti.
In qualità di Dirigente Scolastico, non posso e non voglio entrare nel merito
della complessa questione amministrativa ma le rivolgo queste poche righe per
testimoniare l'impegno pluridecennale che la nostra Scuola ha attuato per
l'integrazione dei bambini Sinti, con riscontri positivi su tutta la popolazione
scolastica.
Per questo motivo Le rivolgo un accorato appello affinché sia garantito a questi
nostri alunni la continuità di un percorso scolastico che costituisce per loro
un diritto costituzionale e per la comunità tutta motivo di soddisfazione quale
garante di questo stesso diritto.
Augurandomi una soluzione positiva per tutti, porgo distinti saluti.
Di Fabrizio (del 21/03/2009 @ 09:40:01 in Italia, visitato 2621 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
Atto di diffida e messa in mora
delle seguenti associazioni, facenti parte del coordinamento Tavolo Rom:
ARCI, Aven Amentza, CGIL, Comitato per le libertà e i diritti sociali,
Federazione rom e sinti insieme, NAGA, Nocetum, Opera Nomadi, Avvocati per
niente, Asgi, in persona del loro legale rappresentante pro-tempore,
tutte elettivamente domiciliate presso lo studio degli avv.ti Alberto Guariso e
Livio Neri, in Milano, Viale Regina Margherita 30
Premesso che
Nei giorni scorsi diversi organi di stampa hanno riportato la notizia
dell’intenzione del Comune di Milano di procedere in tempi brevi allo
sgombero forzato del campo nomadi situato nelle aree del cavalcavia Bacula e
di via della Pecetta;
Nel suddetto campo nomadi al momento vivono circa 150 persone, per lo
più cittadini comunitari di nazionalità rumena e di etnia rom, in condizioni
di gravissimo disagio abitativo e sociale;
Fra loro vi sono numerosi minori (alcuni dei quali frequentano la scuola
dell’obbligo); donne in gravidanza o in puerperio; individui affetti da
varie infermità, riscontrate nel corso delle visite mediche effettuate da
medici appartenenti alle suddette associazioni;
L’annunciato sgombero avverrà secondo modalità e in data non conosciute
agli interessati, senza alcuna preventiva consultazione e possibilità di
contraddittorio, senza che ai nuclei familiari che vivono nel campo sia
stata prospettata alcuna alternativa abitativa e senza che si siano adottate
misure atte a proteggere il diritto all’abitazione, all’istruzione e alla
salute delle persone;
I nuclei familiari in questione sono stati oggetto nell’ultimo anno di
altri interventi di sgombero forzato, e in particolare dello sgombero
dall’area dismessa della Bovisasca effettuato nel mese di marzo del 2008,
con distruzione delle loro abitazioni e dei loro beni personali, con
l’allontanamento dei minori dalle scuole frequentate, con nessun supporto
sociale e abitativo e nessuna garanzia di accesso alle cure mediche
essenziali;
Un ulteriore sgombero dei suddetti nuclei familiari sarebbe illegittimo,
in quanto costituirebbe una violazione del diritto di partecipazione al
procedimento amministrativo e del diritto al contraddittorio del
destinatario dei provvedimenti amministrativi; nonché una violazione del
diritto alla privacy, al domicilio e alla vita familiare, protetti,
oltre che dagli artt. 14 e 29 Cost., e dagli artt. 7 e 33 della Carta dei
diritti fondamentali dell’Unione Europea, dall’art. 8 della Convenzione
europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà
fondamentali (CEDU), dall’art. 12 della Dichiarazione Universale dei diritti
dell’uomo, dall’art. 17 del Patto internazionale sui diritti civili e
politici e dalle relative leggi di ratifica; una del diritto a
un’abitazione tutelato, oltre che dall’art. 2 Cost., dall’art. 34 della
Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, dall’art.11 del Patto
internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, dall’art. 25
della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, dall’art. 5 della
Convenzione Internazionale per l'Eliminazione di Tutte le Forme di
Discriminazione Razziale, dall’art. 14 della Convenzione per l'eliminazione
di tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne e dall’art. 27 della
Convenzione sui Diritti dell'Infanzia e dalle relative leggi di ratifica;
del diritto all’istruzione dei minori, tutelato, oltre che dall’art.
34 Cost., dall’art. 14 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
Europea, dall’art. 13 del Patto Internazionale sui diritti economici,
sociali e culturali,dagli artt. 28 e 29 della Convenzione sui Diritti
dell'Infanzia e dalle relative leggi di ratifica; del diritto alla salute,
tutelato dall’art. 32 della Cost., dall’art. 35 Carta dei diritti
fondamentali dell’Unione Europea, dall’art. 12 del Patto Internazionale sui
diritti economici, sociali e culturali,dall’art. 24 della Convenzione sui
Diritti dell'Infanzia e dalle relative leggi di ratifica;
La violazione delle sopra citate disposizioni di diritto internazionale
(come ha chiarito di recente la Corte Costituzionale nelle importanti
sentenze n. 348 e 349 del 2007) vanno considerate una violazione anche del
limite previsto dall'art. 117, comma 1 Cost., che impone ai poteri pubblici
di rispettare gli obblighi internazionali;
Detti parametri di legittimità sono costituiti non soltanto dalle norme
di diritto internazionali in sé, ma anche dalle norme come interpretate
dagli organismi cui è deputato il compito di garantirne l’applicazione;
Le Prescrizioni delle Nazioni Unite in materia di sgomberi forzati,
stabilite nelle Linee guida sugli sgomberi forzati del 20 maggio 1997 del
CESCR (Comitato per l’osservanza dei diritti economici, sociali e
culturali), e la Raccomandazione 2005 (4) adottata il 23 febbraio 2005
dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa stabiliscono precise
e cogenti garanzie procedurali e sostanziali, relative fra l’altro a
dettagliati obblighi di: (a) consultazione genuina delle persone e dei
gruppi interessati; (b) adeguata e preventiva notifica a tutte le persone
interessate della data e delle modalità dello sgombero; c) identificazione
dei soggetti istituzionali incaricati di eseguire lo sgombero; d) garanzia
del contraddittorio e di accesso alla tutela in giudizio dei propri diritti;
f) predisposizione di adeguate alternative abitative per i nuclei familiari
affetti; g) garanzia della vita familiare e dei diritti fondamentali delle
persone;
Il mancato rispetto di tali norme a danno dei nuclei familiari
soggiornanti nell’area affetta dagli annunciati sgomberi, in considerazione
della loro appartenenza all’etnia Rom, deve considerarsi anche una
violazione del divieto di discriminazioni razziali ed etniche, stabilito
da numerose norme di diritto internazionale, comunitario e nazionale, ed in
particolare dall'art. 43 D.Lgs. 286/1998 (T.U. immigrazione) e dall’art.
2 D.Lgs. 215/03, di recepimento della direttiva CE 2000/43 sul divieto di
discriminazioni basate sulla razza e l’origine etnica;
Sia il T.U. 286/1998 che il D.lgs. 215/03 assegnano alle associazioni
che operano a tutela dei diritti degli immigrati e delle persone affette da
discriminazioni razziali ed etniche la facoltà di agire a difesa degli
interessi delle persone lese e dell’interesse collettivo alla non
discriminazione;
Il Prefetto di Milano è stato nominato Commissario per l’emergenza Rom
in forza del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 21 maggio
2008, con cui è stato dichiarato, fino al 31 maggio 2009, lo stato di
emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio
delle regioni Campania, Lazio e Lombardia, e dell’Ordinanza del Presidente
del Consiglio dei Ministri 30 maggio 2008, n. 3677;
Con detti provvedimenti il Prefetto è stato delegato, fra l’altro, alla
“realizzazione dei primi interventi idonei a ripristinare i livelli minimi
delle prestazioni sociali e sanitarie”;
Per l'avvio dei primi interventi di cui alla suddetta ordinanza, è stato
assegnato al Commissario delegato un primo stanziamento di euro 1.000.000;
Tutto ciò premesso, le Associazioni in epigrafe
INTIMANO
Al Prefetto di Milano, …..e al Comune di Milano, in persona del Sindaco Letizia
Moratti,
di astenersi dal compiere o dal far compiere lo sgombero annunciato a
danno degli abitanti del campo nomadi dell’area del cavalcavia Bacula
di adottare i provvedimenti indicati dalle Prescrizioni del CESCR del 20
marzo 2007 e dalla Raccomandazione del Consiglio d’Europa del 23 Febbraio
2005, ed in particolare, di individuare idonee alternative abitative ed
interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali
e sanitarie a favore degli abitanti del suddetto campo nomadi, come
prescritto dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 30
maggio 2008, n. 3677
AVVERTONO
Che in mancanza adempimento agiranno in giudizio, anche nella loro qualità di
associazioni iscritte nel registro di cui al Dlgs 215/03, ai sensi degli
articoli 44 Dlgs 296/98 e art. 2 Dlgs 215/03.
Di Fabrizio (del 03/05/2010 @ 09:38:15 in scuola, visitato 1369 volte)
Segnalazione di Ernesto Rossi
domenica 9 maggio 2010 dalle 11.00 alle 19.00
piazza Leonardo da Vinci, Milano
il Comitato di zona 3 per una Scuola di Qualità invita:
ore 11: la gara di biglie
mostra fotografica scuole Pini e Feltre (Rubattino)
ore 12.30/14: cibi e sapori dal mondo
ore 14: musica, teatro, interventi - Orchestra di via Padova, Muzikanti di
Balval, Blue Cacao, Brincadera, Contrabbanda, Rosa dei Venti, Rhapsodija Trio,
Cabaret Migrante e altri
video e laboratori
informazioni su tagli agli organici, bilanci e mense, tutto sulla scuola
promuove: Comitato di zona 3 per una Scuola di Qualità
Di Fabrizio (del 04/04/2006 @ 09:37:48 in Italia, visitato 2351 volte)
Ad una settimana
dal trasloco, ho telefonato a Ernesto Rossi di Aven Amenza, per sapere come
è cambiata la situazione:
L'area del trasloco è praticamente una spianata non asfaltata ottenuta con
materiale di recupero per far filtrare l'acqua piovana. Il giorno stesso del
trasloco sono arrivati 12 bagni chimici. Come previsto già nella prima mattinata
di settimana scorsa, l'area predisposta non poteva accogliere tutti i residenti.
Facendo una stima approssimativa, attualmente "ospita" circa 150/200 persone;
circa altre 200/250 (quelli che risultano residenti, ma da meno di 4 anni) sono
accampate in un prato ricavato all'ultimo momento.
Facile prevedere che il prato finirà allagato alle prime piogge. In compenso
la prima area attrezzata è fornita di un solo punto di prelievo idrico (l'acqua
viene prelevata da un tubo), i tecnici comunali stanno valutando se vale la pena
prevedere un altro sistema sempre di tubi di plastica, per avere qualche punto
di prelievo in più. Mancano totalmente le bocchette anti-incendio, davanti ad
alcune roulottes ci sono degli estintori, parte dei quali sono quelli
distribuiti dal Comune anni fa. In ogni caso, su tutta l'area non ci sono
allacciamenti alla corrente elettrica e non sono previsti per tutta la durata
dei lavori.
Nessuna variazione riguarda la situazione igienica: 3 cassoni per la raccolta
dei rifiuti, che sono svuotati in maniera irregolare.
Si suppone che il gruppo dei Rom rumeni rimarrà in questa situazione per
circa 6 mesi, quindi i lavori di sistemazione dovrebbero terminare entro la data
prevista (14/09/06).
La spesa rientrerà nei 611.349,78 euro stanziati. Tuttora, il Comune non ha
fornito planimetrie o relazioni su come sarà l'area al termine dei lavori. Si sa
solo che verrà attrezzata con container, come nel settore adiacente dei Rom
Khorakhané, quindi si presume con pezzi vecchi di una quindicina d'anni. Ultima
annotazione per chi sinora era in roulotte o ha perso le sue proprietà
nell'incendio dell'8 marzo scorso: i container vengono forniti vuoti e ogni
assegnatario dovrà provvedere al mobilio.
Di Fabrizio (del 25/01/2012 @ 09:36:18 in Italia, visitato 1695 volte)
28 gennaio 2012 ore 14.30 Casa della Cultura, via Borgogna 3
In Europa crescono le formazioni di estrema destra che mescolano populismo,
nazionalismo e neonazismo dichiarato. La crisi economica facilita la presa di
parole d'ordine che individuano un nemico cui attribuire tutte le colpe: rom,
gay, ebrei, musulmani e stranieri in genere.
In Italia l'estrema destra e la destra istituzionale hanno denominatori comuni
politici e culturali: dal rifiuto dell'uguaglianza e della società multietnica
al nazionalismo, dalla concezione del rapporto uomo-donna al rifiuto
dell'omosessualità. Comune a tutte le destre è il tentativo di superare la
Costituzione e l'antifascismo, lo sdoganamento delle formazioni neofasciste e il
tentativo di riscrivere la storia.
Nell'estrema destra italiana si rafforzano le posizioni razziste e antisemite e
l'acquisizione di miti e modelli del nazismo. Sono cresciute le aggressioni a
militanti di sinistra, immigrati, omosessuali e zingari. La Lega fa la sua parte
e già nel 2004 è stata segnalata dall'Osservatorio europeo dei fenomeni razzisti
e xenofobi.
A Milano le amministrazioni di centro-destra in questi anni hanno coperto e
sostenuto le formazioni neofasciste e neonaziste. In questa città si gioca una
partita importante. Bisogna costruire un argine contro il neofascismo e il
razzismo attraverso la mobilitazione che ne impedisca l'azione, ma anche con una
battaglia culturale che smascheri l'ideologia neofascista. E' necessario
riconoscere e valorizzare le esperienze che sul territorio, a partire dalle
periferie, sono nate a difesa della democrazia e della partecipazione.
-Presentazione di Rete Antifascista Milanese, Anna Miculan, Adesso Basta!
-Saluto di Basilio Rizzo, presidente del Consiglio Comunale di Milano
-Saluto di Roberto Cenati, Presidente provinciale Anpi
-I caratteri peculiari delle destre italiane, Giorgio Galli, politologo
-Le destre e la crisi economica, Onorio Rosati, segretario Camera del Lavoro
Metropolitana di Milano
-Il vero volto della Lega nord, Roberto Biorcio, docente Scienze Politiche
Università Milano Bicocca
-Le destre radicali e populiste in Europa, Elia Rosati, collaboratore Università
Statale Milano
-Il caso ungherese, Roberto Festa, giornalista
-Il passato che non passa: l'antisemitismo, messaggio filmato di Moni Ovadia
-Il neofascismo a Milano, Saverio Ferrari, ricercatore
-L'antifascismo nelle periferie milanesi, Aaron Paradiso, Comitato antifascista
Zona 8
-L'intolleranza, Ernesto Rossi, presidente Unione Rom e Sinti
Promuove Rete Antifascista Milanese: Camera del Lavoro Metropolitana di
Milano, Adesso Basta! Arci Milano, Associazione culturale Punto Rosso,
Associazione nazionale di amicizia Italia Cuba, Circolo Arci 26x1, Comitato
Antifascista Zona 8, Memoria Antifascista, Teatro della Cooperativa.
Di Fabrizio (del 14/05/2009 @ 09:36:12 in Italia, visitato 1479 volte)
Un caro saluto da Ernesto Rossi, presidente associazione "ApertaMente
di Buccinasco"
Gentili Signore e Signori, cari Amici,
vi rivolgiamo l'invito, che si avvia ormai a divenire tradizionale, alla 3^
Festa dei Sinti del Quartiere Terradeo, che si terrà sabato 16 maggio in via dei
Lavoratori 2, col patrocinio del Comune di Buccinasco, nell'ambito della 14^
edizione di “Giovani ed Associazioni in Festa.
Quest'anno essa è specialmente dedicata a bambini e ragazzi, e pertanto il
programma prevede giochi e animazioni, con una merenda al seguito. Alle 17
la celebrazione della Messa, dedicata al Beato gitano Ceferino. Mentre i ragazzi
giocano, potremo accogliere gli ospiti, autorità e associazioni, cui presentare
il Quartiere, la sua associazione e i suoi programmi.
Come molti sanno ormai, la Festa è un'occasione d'incontro reciproco fra gli
abitanti del Terradeo e la cittadinanza, con l'obiettivo di eliminare
progressivamente le distanze che si frappongono ad una completa inclusione di
questa comunità in quella più grande di Buccinasco.
ore 14,00: festa dei giovani Sinti e i loro amici con giochi vari, visita al
quartiere Terradeo
ore 16,15: merenda
ore 17,00: Santa Messa al campo
Il video (col racconto) della domenica è offerto da Ernesto Rossi
L’episodio è parte del bellissimo film musicale di Tony Gatlif (regista
francese di origine rom algerina) “Lacio drom” (buona strada, buon
viaggio-1993), l’unico episodio del film-documentario sul viaggio musicale dei
rom dall’India all’Europa, in cui compare una vera (famosa) attrice ungherese di
cinema, la madre del bambino (chiedo scusa, ma al momento non ne ricordo il
nome), che gratuitamente si è prestata all’interpretazione (guardate come
cambia la sua espressione nello sviluppo dell’episodio).
Un gruppo di rom arriva alla stazione di un paesello della grande pianura
ungherese (“puszta”, leggi: pusta), accendono un fuoco, fa un freddo boia
(notare le nuvolette del fiato); sull’altro lato della massicciata, una madre
aspetta il treno con il suo bambino, sonnecchiano nell’attesa e si stringono per
il freddo. Il bambino attraversa i binari e, come diciamo noi, ma probabilmente
anche loro, tira la giacchetta ad un rom, offrendogli alcune monetine. Tutti
ridono della modesta offerta infantile, ma i rom suonano lo stesso, per lui e
per se stessi, come sempre, finché non giunge il treno atteso.
Pochi minuti di poesia intensa e naturale: così sono e devono essere i rapporti
tra gli esseri umani. Come vorremmo che fossero con gli esseri umani rom, uguali
a tutti gli altri. I bambini sono messaggeri di pace.
E se lo inviassimo allo sceriffo de corato (iniziali volutamente minuscole)?
Ciao, Ernesto
P.S. Notare lo strumento musicale costituito da una brocca d’alluminio per il
latte, percosso all’imboccatura col palmo della mano: funziona come un basso (lo
utilizzano anche famosi complessi musicali rom); e i due cucchiai battuti, uno
sull’altro dalla parte convessa: funzionano come una batteria;
per chi mi legge su Facebook e non visualizza il video,
QUI
Da lunedì 15 febbraio 2010 a lunedì 14 giugno 2010
Presso: Arci Turro
via Rovetta 14 Milano - MM Turro, ATM 86 ingresso gratuito, con tessera Arci
rassegna di Film "HO INCONTRATO ZINGARI FELICI" (Maladilem Bachtale Romenca -
da Upre Roma inno nazionale degli zingari),
organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con il Circolo ARCI
Martiri di Turro, con l’Associazione Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti e
Associazione ApertaMente
Cinque film splendidi, di storie di rom, sinti, gitani e nomadi, per conoscere
la loro storia, la loro cultura e le passioni e le sofferenze di ieri e di
oggi.
PROGRAMMA DELLA RASSEGNA
Lunedì 15 febbraio 2010 alle 21,00 - "Latcho Drom" di Tony Gatlif – Francia -
1993 - Presenta la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di
Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco";
Lunedì 15 marzo 2010 alle 21,00 - "Gatto nero, gatto bianco" di Emir Kusturica -
Francia/Germania/Yugoslavia - 1998 – Presentano la serata Ernesto Rossi -
Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente
di Buccinasco" e Fabrizio Casavola studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla -
Milano
Lunedì 12 aprile 2010 alle 21,00 – "E i violini cessarono di suonare" di
Alexander Ramati - USA - 1995 – Presentano la serata Ernesto Rossi -
Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e Associazione "ApertaMente
di Buccinasco" e Fabrizio Casavola, studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla -
Milano
Lunedì 10 maggio 2010 alle 21,00 - "Gadjo Dilo" (Lo straniero matto) di Tony
Gatlif – Francia - 1997 - Presenta la serata Dijana Pavlovich, attrice rom.
Lunedì 14 giugno 2010 alle 21,00 - "I Lautari" di Emil Lotjanu - URSS - 1972 –
Presentano la serata Ernesto Rossi - Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom
e Sinti" e Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e Fabrizio Casavola,
studioso e scrittore Rom-Sinti di Mahalla – Milano.
Di Fabrizio (del 24/01/2010 @ 09:33:36 in Italia, visitato 2324 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
Le tracce della piccola Denise Pipitone, la bambina siciliana
scomparsa il 1° settembre 2004 vicino a casa, sono state seguite in tutt’Italia,
controllando una serie di segnalazioni di persone che affermavano di averla
vista.
Luoghi privilegiati di queste indagini furono campi e insediamenti rom e sinti.
Ne seguirono insulti e aggressioni diffuse nei confronti di donne rom, e
qualche arresto, annullato dal riconoscimento dell’inconsistenza delle accuse.
Perché, ’come tutti sanno’, o credono di sapere, gli ‘zingari’ rubano
i nostri bambini, non contenti, evidentemente, di tutti quelli che hanno
già. Anche se un’accurata ricerca universitaria sugli ultimi quarant’anni di
analoghe notizie ha dato risultato zero: non c’è un solo caso accertato.
Una di quelle tracce portava anche a Milano. Una guardia giurata che stazionava
all’esterno d’una banca affermò di aver visto la piccola, riconosciuta e filmata
col cellulare per alcuni secondi, tutta imbacuccata per il freddo (era proprio
il gennaio di cinque anni fa), in compagnia di alcuni ‘zingari’.
Al nostro presidente Mauro, dell’Associazione Aven Amentza, fu chiesto
dall’allora capo della Squadra mobile della Questura di Milano di adoperarsi per
verificare, foto in mano, nei vari insediamenti di rom romeni, se fosse
possibile reperire tracce del passaggio, se non della presenza della bambina.
Mauro, rom autorevole e conosciuto in tutte le comunità, a Milano e
nell’hinterland, lo fece con costanza e passione per oltre un mese
(gratuitamente, è bene dirlo), tanto che riuscì a ritrovare la… piccola: stava
in un campo milanese con i suoi genitori, assai spaventati da tutto il
putiferio, e stava bene. Per quanto si possa star bene in un campo.
Solo che era un maschietto.
Sei sicuro? chiese Mauro al suo interlocutore.
Assolutamente, l’ho visto fare pipì.
Poco dopo fui contattato da un regista televisivo per un’intervista a Triboniano.
Questi accettò le condizioni dei capi rom: riprese solo dalla testa in giù, come
gli spiegammo, perché già troppi rom hanno perso il lavoro perché identificati
come tali dai loro ‘padroni’ in una ripresa o in una foto sui giornali. Così
l’intervista si svolse coi tre capi di Triboniano nella ‘baracca’ di uno di
loro, presente anch’io.
Ecco che alcuni giorni or sono leggiamo sui giornali la notizia che il gup di
Marsala, Lucia Fontana, ha rinviato a giudizio, per il sequestro di Denise, la
sorellastra Jessica Pulizzi e, per false dichiarazioni, il suo ex fidanzato
Gaspare Ghaleb.
La bambina non ha dunque girato l’Italia e tanto meno in compagnia di famigerati
‘zingari’: un’altra bufala scoppia come una bolla di sapone, per ritornare nel
mondo delle frottole e delle calunnie razziste, tanto amate da certi personaggi
della nostra politica attuale e, purtroppo, piattamente seguite da certa stampa.
Milano, 20 gennaio 2010 Ernesto Rossi, presidente di Aven Amentza.
sede legale: Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tel. +39.(02).48409114
Costituita il 18 luglio 2004, registrata a Milano il 22 novembre 2004 , n°
104485 serie 3. Codice fiscale 97389270154
Di Fabrizio (del 26/05/2011 @ 09:33:12 in Italia, visitato 1692 volte)
foto di padre Agostino Rota Martir
5^ FESTA DEI SINTI
QUARTIERE TERRADEO, VIA DEI LAVORATORI 2
*Sabato 28 maggio 2011
Ore 10.30 Messa al campo, con accompagnamento musicale di Antonio Gravina
Ore 11.30 Incontro con le Autorita' e i Visitatori, presentazione e visita del
Quartiere Terradeo e della Mostra dei fotografi Mirko Bozzato e Giuseppe Cafagna
Ore 12.00 Rinfresco
Ore 14.30 Giochi per i bambini e merenda
*Domenica 29 maggio 2011
Apertamente alla Festa delle Associazioni in Cascina Fagnana.
Care amiche e amici,
per la 5^ volta ci proviamo, da quando è nata la nostra associazione di
volontariato, “ApertaMente di Buccinasco”, a dare vita alla Festa dei Sinti del
QuartiereTerradeo. Questa volta nelle condizioni più avventurose e ristrette che
le cronache recenti ci hanno dato: senza Sindaco, senza un’amministrazione in
carica, ma con una Gentile Signora per Commissario.
Questo significa che il 2011 è per noi l’anno dell’autogestione: niente
patrocinio, niente volantini e locandine sponsorizzati, niente sala del
Consiglio per l’incontro di presentazione. Niente presenza dell’Autorità
comunale.
Siamo un’associazione di volontariato, quello più estremo, per il quale le
risorse dell’associazione stanno nelle tasche dei volontari di Apertamente, se
si eccettuano alcuni piccoli ma preziosi contributi, ottenuti finora
saltuariamente dal Comune di Buccinasco.
Dunque facciamo da noi, ma siamo ricchi di amicizie e volontà generose di
collaborazione e di sostegno, che ci permettono di guardare con serenità a tutti
i problemi che abbiamo di fronte.
Ringraziamo dunque tutti e tutte, persone, parrocchie, associazioni per la
costante amicizia e per l’appoggio morale e materiale e ci auguriamo di vedervi
al Terradeo, quartiere sinto della città di Buccinasco.
Buccinasco, 23 maggio 2011 il Presidente Ernesto Rossi
Sede legale e operativa: Quartiere Terradeo, via dei Lavoratori, 2 – 20094
Buccinasco MI
Domicilio fiscale: Ernesto Rossi, via Manzoni 15 B – 20090 Trezzano sul Naviglio
MI (Italia) tel.+39.(02).48409114
Costituita il 13 novembre 2006, registrata a Milano l’8 marzo 2007, n.1753,
serie 3. Codice fiscale 97459790156
Giovedì 12 luglio ore 20.00 cena - ore 21.30 proiezione
di Gatto Nero Gatto Bianco, di Emir Kusturica Comunità Rom Harvati -
via Idro 62, Milano
Ci voleva un regista come Emir Kusturica, per unire in un film una storia
d'amore shakespearina con i tempi delle comiche di un secolo fa. E ovviamente,
erano necessari attori e scenografie adeguate.
Però, però... sino all'anno scorso, consigliavamo di vedere questo film al
vicesindaco De Corato. Cambiata giunta e attori, ci tocca segnalarlo con calore e preoccupazione
al duo rampante Granelli-Majorino. Vedetelo, e capirete perché nel giocare agli
sgomberi con i Rom, saremo noi e non loro a perdere la partita. Ce li
ritroveremo sempre tra i piedi: puoi minacciarli, puoi picchiarli... sempre si
rialzano in piedi continuando a vivere nel modo che sanno. Insomma, conoscono
questo gioco da più tempo di noi. Ma De Corato non volle imparare la lezione (e
perse poltrona), chissà che questi due...
La proiezione è gratuita. Si cena in anticipo al
Marina Social Rom, primi piatti e piatti freddi estivi, piatti
vegetariani e salamelle. Cena SOLO SU PRENOTAZIONE (dati i
tempi stretti, confermare QUI le presenze
entro martedì 10 luglio). Grazie e buona serata a tutti!
PS: in caso di maltempo, la proiezione si terrà al chiuso presso il centro
polifunzionale.
Evento realizzato con la collaborazione di Ernesto Rossi -
associazione ApertaMente di Buccinasco
Storia, cultura, antiziganismo e musica Rom il 13 luglio a Corsico
(Milano) Corsico è un centro emblematico della condizione di discriminazione in cui
vivono i Rom in Italia, ma è anche un punto di incontro per un movimento
antirazzista sempre più vivo e consistente. Ecco perché l'incontro del 13
luglio, presso l'Area Pozzi (Via Alzaia Naviglio Trento) risulta particolarmente
significativo. Nell'àmbito dell'iniziativa, ha un notevole interesse storico la
mostra dedicata alla partecipazione di Rom e Sinti alla Resistenza e quella
incentrata sulla comunità Sinti di Buccinasco. Cultura, Storia e una riflessione
sulla condizione attuale dei Rom in Italia saranno i temi trattati da Ernesto
Rossi, Dijana Pavlovic e Roberto Malini durante il dibatito "Nomadi. Storia,
percorsi e integrazione".
h. 16:
Spazio associazioni Mostra fotografica curata da Cipes sulla partecipazione dei Rom e Sinti alla
Resistenza Italiana
Mostra di foto della comunità Sinti di Buccinasco a cura di Apertamente
h.17.30 – 19: Discussione dibattito: “Nomadi. Storia, percorsi e integrazione” Diversi gli argomenti trattati, dalla Storia e cultura del popolo Rom alle
problematiche di integrazione, fino ai provvedimenti di schedatura etnica e ai
recenti casi di aggressione di cittadini Rom da parte di agenti delle forze
dell'ordine. Relatori: Dijana Pavlovic, Ernesto Rossi, Roberto Malini.
h.19 – 20.30: Cena aperitivo
h. 19 – 22: Musica dal vivo con Nico Grancea e i Manele Manele. Nico Grancea è nato a Buzău, in Romania, il 18 marzo 1988. E' figlio
dell'Olocausto di terza generazione (suo nonno scampò allo Zigeunerlager di
Auschwitz durante la rivolta dei Rom avvenuta il 16 maggio 1944). E' un
interprete del genere musicale "Manele". La musica manele, che si è affermata in
Romania a partire dagli anni 1980, fa parte della musica folk del popolo Rom. I
primi interpreti cantavano nelle strade di Ferentari, un quartiere povero di
Bucarest. Le radici della musica manele, fortemente influenzata dalla musica
turca e araba, risalgono però al XVIII secolo. Gli interpreti moderni più noti
sono Adrian Minune, Nicolae Guza, Florin Salam. I testi sono molto liberi e
raccontano prevalentemente storie d'amore e di passione. Nico canta, con la sua
voce intensa e vibrante che ricorda quella di Florin Salam, perché la gente Rom
non venga annientata nel silenzio, perché un canto di libertà e giustizia
continui a levarsi, più in alto del coro di chi inneggia a un mondo "zigeunerfrei",
senza più 'zingari'. Nico Grancea, Ionit Ciuraro (che interpreterà alcuni brani
insieme a Nico) e i Manele Manele fanno parte del gruppo di artisti e
intellettuali contro il razzismo "Watching The Sky".
Associazioni partecipanti: Apertamente, Aven Amentza, Opera Nomadi, Gruppo EveryOne, Cipes, Rete
Antirazzista, Anpi sez. Corsico, Liberamente, Acli il Sogno
Di Fabrizio (del 02/10/2011 @ 09:25:46 in casa, visitato 1639 volte)
QUI la puntata precedente. Di seguito gli aggiornamenti
dall'associazione ApertaMente e l'ultimo articolo
(sempre di Francesca Santolini sul Giorno) del 30 settembre
A Buccinasco i Sinti del quartiere Terradeo contestano l'ordinanza di
demolizione: ci siamo sempre confrontati col Comune
Buccinasco, 29 settembre 2011 - «Noi abbiamo sempre agito convinti di essere
nella legalità». Inizia così il racconto dei Sinti, i residenti del campo nomadi
stanziale del quartiere Terradeo di Buccinasco, nel cuore del Parco Sud. Qui, da
oltre 30 anni vive la comunità di ex giostrai che oggi, a causa dell'evolversi
degli usi e dei costumi hanno visto le loro attrazioni essere superate dal
passare del tempo e dai grandi luna park allestiti in forma stabile. Una
conseguenza che li ha spinti a cercare lavoro in altri settori e vivere gli alti
e bassi che la situazione economica generale impone.
«Ho lavorato con contratti a tempo determinato fino a qualche mese fa – spiega Suellen Cortesi – ora che sono in dolce attesa sono a casa, ma quando mio figlio
andrà all'asilo cercherò un altro posto di lavoro. Il mio obiettivo è quello di
fare come hanno i fatto i miei genitori: lavorare e risparmiare per poter
acquistare un pezzettino di terreno e realizzare una casetta lasciando questo
spazio a chi deciderà di restare nel campo. Purtroppo la crisi non ci aiuta». La
vita nel campo comincia all'alba: le famiglie, tutte con più figli a carico, si
svegliano per prepararli e accompagnarli a scuola. Poi, mentre i mariti vanno a
lavorare, le donne si occupano della gestione della casa e del campo.
«Io ho un camioncino e mi occupo di qualsiasi cosa – spiega Giovanni Guarda – ho
anche lavorato per l'Amministrazione comunale occupandomi del trasloco delle
cucine di una scuola e della sistemazione dei cartelloni. Si cerca di fare il
possibile ma la situazione non è facile. Inoltre, l'ipotesi di questa
demolizione rischia trasformare in polvere i risparmi di una vita». Alla
precarietà generale, si è aggiunta recentemente una pesante tegola: l'ordinanza
di demolizione di sei casette abusive, realizzate nel corso degli anni. «Noi
abbiamo sempre agito alla luce del sole e confrontandoci con i vari
amministratori che si sono susseguiti – spiega Loris Vinotti –, l'unica
ingenuità che abbiamo commesso è stata quella di fidarci di quanto detto dalle
persone senza farci mettere i loro pareri nero su bianco. Se avessimo avuto il
minimo dubbio di non aver le carte in regola, non avremmo investito tutti i
nostri risparmi in queste casette che molti di noi stanno ancora arredando o
finendo di pagare».
Del resto, nel campo ci sono più tipologie di abitazioni: le roulotte, le case
mobili e le casette in legno e cartongesso, quelle che sono diventate le pietre
dello scandalo. «Oltre ai problemi quotidiani – spiega Romina Lucchesi – come il
lavoro, i figli e non la salute dei residenti del campo, abbiamo anche questa
spada di Damocle che pende sulle nostre teste. In queste casette, come fanno
tutti, abbiamo investito i nostri risparmi e, in alcuni casi, abbiamo anche
chiesto prestiti che stiamo ancora ripagando». Una ricerca di stabilità che ora
rischia di essere minata. «La mattina ci svegliamo con la paura di vedere una
ruspa che faccia andare in frantumi il nostro sogno, quello che abbiamo
realizzato fino ad ora dopo tanti sacrifici – spiega Orlando Renati –. Questa
situazione crea solo insicurezza: c'è il rischio di dover fare dei passi
indietro e tornare in roulotte».
di Francesca Santolini
Care amiche e amici,
ieri le Parrocchie di Buccinasco hanno protocollato presso il Comune di
Buccinasco, un Documento di solidarietà alle Proposte
che l'associazione Apertamente ha presentato per tentare di risolvere
l'annosa questione che riguarda i Sinti del Q.re Terradeo, ricordata con
esemplare chiarezza da
Maria Ficara sul SIoNO Blog.
[...].
La lettera è ancora la stessa, ovvio: serve da promemoria. È per oggi che siamo
stati riconvocati dal Commissario Straordinario.
Seguiranno altre puntate, e, speriamo, un se non lieto, almeno accettabile fine.
Ciao Ernesto Rossi, Augusto Luisi
NB: Chiediamo a chi può di far girare le notizie usando la forza del web
insieme alla solidarietà.
Ill.ma Sig.a
FRANCESCA dr.ssa IACONTINI
Commissario Straordinario
COMUNE DI BUCCINASCO
Oggetto: intervento di smantellamento casette in legno campo "Sinti".
Gentile Commissario,
da tempo la Chiesa Italiana è impegnata a far sì che il concetto e la cultura
delle legalità si affermino in ogni angolo della vita civile facendo dipendere
proprio dal raggiungimento di tale obiettivo la crescita, l'ordinato sviluppo,
la vita stessa della collettività.
Dietro questo pressante invito, le nostre Parrocchie non possono che
condividere gli sforzi che intende mettere in atto nell'ambito del territorio
comunale.
Tuttavia, essendo tra i soggetti che maggiormente negli anni e ancor oggi
sono accanto alla comunità "Sinti" di Buccinasco e partecipano fattivamente al
processo di integrazione nel tessuto cittadino, vogliamo esprimere tutta la
nostra preoccupazione per l'intervento di contestuale smantellamento delle
casette in legno irregolarmente realizzate nel campo di via dei Lavoratori.
Una preoccupazione la nostra che non contraddice l'asserito obiettivo del
ripristino della legalità, ma che guarda alle difficoltà che un tale evento
andrebbe a generare in assenza di serie ed immediate alternative.
Ci sono, e ne siamo consapevoli, responsabilità degli abitanti del quartiere.
Ma ci sono purtroppo ritardi ed assenze dei pubblici poteri e delle istituzioni
interessate che avrebbero dovuto individuare e concertare interventi e più
adeguate soluzioni. Ci sono soprattutto persone: donne incinte, bambini anche in
precario stato di salute, disoccupati senza altra possibilità di reddito. C'è
insomma un pezzo di quella umanità sofferente spesso segnata dall'incomprensione
e dal pregiudizio. Questa è oggi l'amara fotografia della situazione che abbiamo
di fronte.
Sarebbe contraddittorio ed immorale da parte nostra chiederLe di rinunciare
all'obiettivo posto. Le chiediamo invece, fermo restando il dovere di affermare
la legalità, di considerare la necessità di procrastinare e graduare nel tempo
l'intervento di abbattimento al fine di evitare un impatto senz'altro traumatico
e possibili reazioni dettate dalla disperazione.
Nella Sua disponibilità non mancherà senz'altro di valutare proposte ed
ipotesi che ci risulta essere state poste alla Sua attenzione con la massima
apertura.
La ringraziamo per l'attenzione che vorrà riservarci e distintamente La
salutiamo.
PARROCCHIA MARIA MADRE DELLA CHIESA
PARROCCHIA S. MARIA ASSUNTA
PARROCCHIA S. ADELE
Buccinasco, 27 settembre 2011
Casette dei sinti, scongiurate le ruspe Avviata la trattativa per le roulotte A Buccinasco riesce l'incontro fra Apertamente e il commissario.
L'abbattimento probabilmente sarà fatto dagli stessi proprietari
Casette sinti
Buccinasco, 30 settembre 2011 - Nessuna ruspa, almeno per ora, nel campo
nomade stanziale di Buccinasco: l’incontro che si è tenuto ieri tra
l’associazione Apertamente e il commissario di Buccinasco ha segnato l’avvio di
una trattativa che, partendo dal presupposto che deve essere ripristinata una
situazione di legalità, lascia spazio al ragionamento. Accantonato l’incubo
ruspe, ora la trattativa si sposta sui tempi e le modalità di intervento per
l’abbattimento degli edifici che, quasi sicuramente verranno effettuate dai
proprietari delle stesse casette. In questo modo, i proprietari potrebbero
vendere parte del legname e rientrare in possesso, almeno parzialmente, dei
risparmi investiti in questi edifici.
Infatti, sarebbero proprio le sei casette in legno realizzate su piattaforme di
calcestruzzo l’origine del problema e la causa di illegalità che grava sul
campo, nel cuore del parco agricolo sud Milano. Mentre in queste ore i sinti e
l’associazione Apertamente stileranno un programma da sottoporre al commissario
prefettizio, l’amministrazione ha già attivato gli uffici per acquisire i
preventivi per l’acquisto di roulotte o case mobili, le nuove strutture che
sostituiranno le attuali casette in legno.
Il campo del quartiere Terradeo, infatti, avrà solo strutture mobili così come i
regolamenti prevedono. Intanto, la questione casette è al centro delle
discussioni cittadine. Le tre parrocchie di Buccinasco hanno scritto una lettera
per sensibilizzare il commissario a graduare nel tempo l’intervento di
abbattimento delle strutture al fine di evitare un «impatto traumatico e
reazioni dettate dalla disperazione». Anche le forze politiche, forse per la
prima volta si sono unite, manifestando solidarietà e tolleranza nella
situazione, seppur illecita, che proprio loro, alternandosi negli anni, pare
abbiano permesso non solo che nascesse ma che si consolidasse.
Infatti, come hanno testimoniato i residenti, nel corso degli anni hanno agito
avendo autorizzazioni e permessi verbali da parte dei vari amministratori che si
sono susseguiti. «L’unica nostra ingenuità – hanno sottolineato i sinti – è
quella di non esserci fatti mettere nero su bianco».
Desideriamo invitarvi a partecipare alla serata "CHI SONO I NUOVI
ITALIANI?", organizzata, in occasione del 150° anniversario
dell'Unità d'Italia, dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Olgiate
Molgora LC, in collaborazione con l'Associazione La Conta, che
ci sarà alle ore 21,00 di sabato 19/03/2011, con ingresso libero e
gratuito, presso la sala Civica di Viale Sommi Picenardi a Olgiate Molgora
(Lecco).
In particolare la serata sarà dedicata alla conoscenza della cultura del popolo
Rom in Italia, attraverso la loro musica, i loro canti e le loro danze, in una
ritrovata unità multiculturale ed inclusiva dei rom che abitano i nostri
territori. Parteciperà alla serata Ernesto Rossi, studioso dei Rom
e Sinti nonché presidente dell'Associazione "Aven Amentza - Unione di Rom e
Sinti" e dell'Associazione "ApertaMente di Buccinasco" che ci
parlerà delle condizioni di vita dei Rom e dei Sinti in Italia e della loro
cultura. Parteciperà altresì La Nuova Untza! un gruppo canoro/musicale
rom di quattro musicisti (fisarmonica, chitarra, violino e clarinetto) più
alcuni ballerini, diretto da Marian Badeanu, "Director" che
animeranno una vera e propria festa Rom con splendidi canti, danze e musiche
tradizionali/popolari Rom. La serata si concluderà con un buffet, offerto a
tutti i presenti.
[...]
La Nuova UNTZA! Gruppo canoro/musicale rom, costituito
normalmente da 4 elementi (una fisarmonica, un violino, una chitarra ed una
tromba o sassofono) ma che nelle feste tradizionali può comprendere fino a circa
10 musicisti/cantori/ballerine/i, condotta da Marian Badeanu, "Director",
violino solista e direttore del complesso, erede dell'associazione musicale "Untza!",
fondata anni fa da musicisti immigrati a Milano, per far conoscere le musiche ed
i canti tradizionali/popolari rom in particolare e più in generale dell'area dei
balcani. Marian Badeanu 'Director' ha ispirato, e partecipato con Loredana
e Ciprian, figli d'arte, al film/documentario "Miracolo alla
Scala" di Claudio Bernieri, originale remake del "Miracolo
a Milano" di De Sica e Zavattini, definito da Ermanno Olmi
"un utile e bel documento".
Vi saremo grati se vorrete dare diffusione elettronica all'iniziata di cui
sopra e/o diffondere la stessa tra le persone che ne possono esservi
interessate. Vi ringraziamo in anticipo.
La Sinistra Zona 6
in collaborazione con tutte le associazioni democratiche
e le agenzie educative del territorio 26 gennaio 2007 ore 15,30
Giornata della memoria in zona 6
Il 27 gennaio, dal luglio del 2000, è la giornata della Memoria. Il nostro
paese, mai come oggi, ha bisogno di ritrovare la sua memoria. L’Olocausto è
stato, con la guerra, il più drammatico fatto del 1900. Ci ritroviamo per
ricordare le donne e gli uomini mandati a centinaia di migliaia a morire in
camere a gas con l’unica colpa di essere diversi dalla maggioranza al potere. La
memoria serve a ricordare che la paura genera morte e sofferenza e che interi
popoli non possono essere giudicati. Ai deportati, oltre il timbro tatuaggio,
veniva assegnato un triangolo che ne identificava la categoria da eliminare. Uno
dei triangoli meno conosciuti è:
- IL TRIANGOLO MARRONE: deportati zingari
Porajmos: letteralmente devastazione. E’ questo il termine usato dalle genti rom
per indicare il tentativo del regime nazista di sterminare gli zingari. In
Italia gli
zingari chiamano se stessi con due nomi: ROM (centro e sud) e SINTI (nord), il
cui significato è uomini contrapposto a GAGGIO’ i non-uomini, cioè gli
stranieri, ma significa anche sempliciotti, paurosi. I Rom considerano i Sinti
gagè perché il sistema di vita di questi ultimi è basato sul viaggiare e sullo
spostarsi
continuamente, mentre i Rom sono più sedentari.
Perché non si ripetano gli orrori del passato, affrontiamo insieme i pericoli
presenti.
Interventi:
Ernesto Rossi, ASS. AVEN AMENTZA – UNIONE ROM E SINTI
Maurizio Pagani e Giorgio Bezzecchi, OPERA NOMADI
Ci vediamo in via degli Anemoni 6
buffet, documenti e riviste
Di Fabrizio (del 22/04/2010 @ 09:24:04 in Italia, visitato 1926 volte)
Segnalazione di Gianluca Tarasconi
TU TAJ ME IO E TE
DIRITTI DEL POPOLO ROM E CONVIVENZA
LA SCUOLA LA CASA LA FAMIGLIA
I BAMBINI DI RUBATTINO E ALTRE STORIE NOI NON CI STANCHIAMO.
SI STANCHERANNO PRIMA LORO. Che cosa succede nel cuore di un bambino rom che si mette la cartella sulle
spalle e, un giorno dopo l'altro, va a scuola, accolto, amato e rispettato?
Che cosa succede nel cuore di uomini e donne rom che vedono rispettati i loro
diritti e la loro dignità?
E che cosa succede invece quando le ruspe cancellano i diritti e la dignità?
Milano
29 Aprile 2010 Camera del Lavoro
Corso di Porta Vittoria 43 -
Salone Di Vittorio
dalle ore 19.30
ore 19.30 - APERITIVO SOLIDALE
Installazioni video
Musica dal vivo con i Muzikanti di Balval
Mostra "Immagini e storie dei bambini di Rubattino"
ore 20.30 - VITA DA ROM
Intervengono: Tommaso Vitale, professore di sociologia dell'Università di Milano-Bicocca Stefano Pasta, volontario del servizio rom della comunità di S. Egidio Assunta Vincenti, Marialuisa Amendola, mamme Rubattino Jovica Jovic, musicista
Introduce Paolo Limonta, maestro elementare
Modera Patrizia Quartieri, Consigliere Comunale e Presidente della Commissione Pari
Opportunità
Comitato Zona 3 per una Scuola di Qualità
Una nota di Ernesto Rossi
Una delle cose più belle in assoluto che sono successe (stanno
succedendo) in questa città negli ultimi tempi riguarda, stranamente forse, e
comunque in modo inedito, i bambini rom, ripetutamente cacciati e respinti dai
luoghi di fortuna in cui vivono con le loro famiglie, e conseguentemente dalla
scuola, che molti di loro frequentano con grande passione.
Riguarda la rivolta civile (raramente questo termine appare così appropriato) di
alcune maestre ed anche di alcuni genitori degli altri bambini, i
piccoli gagè loro compagni di classe, contro l'esclusione e il rifiuto.
I bambini appartengono a tutti, rappresentano un possibile futuro: meglio e più
insieme crescono, e più c'è speranza che la diversità, come spesso si sente
ripetere, venga riconosciuta quella ricchezza che è, anche in natura (ma noi
umani, almeno in parte poco apparteniamo a questa ‘natura', cui ci siamo
sottratti, promessa, condizione, speranza di un futuro diverso).
Questa storia verrà presentata e discussa nella serata del 29 aprile in Camera
del Lavoro di Milano alle 19.30: l'esperienza di Rubattino, luogo geometrico
della violenza insensata (ma c'è una violenza sensata?) contro gl'inermi, che
nasce, come diceva Curzio Malaparte, da "Una misteriosa paura degli inermi"e
induce il "furor d'abiezione".
Ci sono bambini, altrove, che a scuola vengono lasciati senza mensa, a pane e
acqua; refezione non più usata, nell'Italia democratica, nemmeno per i
carcerati. Milano, essendo città accogliente e civile – e ricca - non commette
di queste brutalità; ma essendo anche pratica e concreta, risolve il problema
alla radice: niente scuola, niente problemi. Sapete? è il decoro, che va
tutelato; bisogna difendere, con le unghie, con i denti, con uomini in assetto
antisommossa, la nostra sicurezza.
A questa vicenda milanese rimane tristemente (e vergognosamente) estranea
l'amministrazione della città, sindaco, vicesindaco decorato al valor incivile,
assessori, consiglieri comunali, zonali, cattivi consiglieri malconsigliati:
loro sono i mandanti. Che, come l'assessora competente, durante uno sgombero,
proprio a Rubattino, vanno a celebrare la Giornata Mondiale dell'Infanzia. E
mentre lì parlano, nemmeno gli si strozza la voce in gola.
Quella che si presenta giovedì sera in Camera del Lavoro è dunque una storia che
tutti dovrebbero conoscere, per capire, imparare, ragionare. Per tirare – poi -
un mezzo sospiro di sollievo: non siamo ancora perduti.
Di Fabrizio (del 03/08/2011 @ 09:23:57 in blog, visitato 4631 volte)
Il testo che segue appare su
MAHALLA e
U VELTO. Invitiamo
i lettori a verificare quanto pubblicato e, se lo ritengono, a contribuire a far
circolare queste informazioni. Grazie
Fra le tante cause che concorrono alla diffusione del razzismo e delle paure
verso ciò che è sconosciuto, c'è la circolazione di notizie non verificate
spacciate come verità universali. Da anni circola in rete il testo di un
fantomatico "Codice
degli zingari", le cui prime segnalazioni risalgono addirittura agli anni
'20 del secolo scorso.
Da un po' di tempo è apparsa in rete
questa mail (riportiamo la parte iniziale):
"Le bande di malviventi, i Rom e i ladri stanno escogitando vari
stratagemmi perchè gli automobilisti (soprattutto donne) fermino il proprio
veicolo e ne scendano (in zone isolate)."
Altro non è che la versione di un
testo in francese, apparso già l'anno scorso. Riportiamo anche in questo
caso la parte iniziale:
"Alors que je roulais sur une route départementale un soir pour
rentrer chez moi, j'ai vu un enfant dans un siège auto, sur le bord de la
..."
Ne scrive il sito
Hoaxbuster, specializzato in bufale su Internet. Nel caso francese la
segnalazione sembrerebbe arrivare da un poliziotto, che stranamente invita a
segnalare casi simili non ai centralini della polizia francese (17), ma al
numero internazionale dei vigili del fuoco (112).
L'anno scorso la notizia in Francia venne inizialmente diffusa da un ragazzo,
probabilmente uno "spammer" francese, che contattato via mail rispose soltanto
di sapere che avvenivano fatti simili, senza fornire ulteriori spiegazioni. In
seguito le associazioni francesi di difesa dei Rom e dei Sinti presentarono
denuncia per incitamento all'odio razziale.
Abbiamo fatto una ricerca su Google riguardo al testo in italiano, ricevendo
sinora 104 risultati. Un fatto curioso: abbiamo trovato due casi in cui le
autrici ne parlano come di un'esperienza personale, descrivendola con le
medesime parole. In un caso la firma è di "Alessandra
Savio, Purchase Department", nell'altro viene firmata da una dipendente
dell'amministrazione provinciale di Padova.
A questo punto si è voluto conoscere se esistesse veramente questa persona
nell'amministrazione padovana. Una nuova ricerca in rete ha restituito pochi
risultati, anche se appare con due cognomi simili ma diversi.
Venerdì 29 luglio siamo riusciti a parlare con questa persona, che ci ha
chiesto di rimanere anonima. Per telefono ci ha detto di aver inizialmente
inoltrato a 5 amiche una mail arrivatale da un altro mittente - per sua
leggerezza senza cancellare la propria firma, di essere stata informata in
seguito delle falsità che vi erano contenute, di aver indagato sul caso
attraverso diversi forum in rete (ed aver scoperto anche una versione in
inglese), di aver provato a scusarsi personalmente con i destinatari per quanto
era successo.
Purtroppo, il più delle volte le scuse non bastano ad arginare la diffusione
in rete di queste menzogne, che rimangono in circolazione per anni. Perciò
abbiamo provato a smontare questa bufala.
Aggiungiamo a questo punto alcune raccomandazioni finali:
se possibile, verificate le notizie che vi giungono, prima di
contribuire alla diffusione di informazioni false;
diffidate delle notizie spacciate come sensazionali, e nel contempo come sconosciute
perché "qualcuno" non vorrebbe che circolassero;
diffidate altresì delle notizie dove non vengono specificate date certe,
anche i luoghi citati non sono indicati con precisione, in cui l'autore
originario dell'informazione è citato in maniera generica.
Sperando di essere stati utili, vi ringraziamo per l'attenzione.
Oltre alle redazioni di U VELTO e MAHALLA hanno collaborato:
Ivana Kerecki (Sesto San Giovanni - MI), Angela Tropea (Catania), Alberto Maria
Melis (Cagliari) ed Ernesto Rossi (Trezzano sul Naviglio - MI)
Pur avendo molto da dire, ci sono momenti dove, chi come me ama il suo
territorio e vuole trovare soluzioni ai problemi delle persone che vi abitano,
senza demagogia e senza sterile ideologia, facendosi carico dei problemi senza
aspettare che altri se ne occupino... ecco ci sono momenti come questo dove mi
rendo conto che stare zitti è meglio, è la soluzione "possibile", il piccolo
sacrificio intellettuale "necessario".
Per questo e per dovere d'informazione, mi limito ad incollare sotto la delibera
del Commissario Prefettizio che dovrebbe chiudere la "questione" relativa alle
casette di legno dei Sinti residenti nel nostro Q.re Terradeo.
[..] IL COMMISSARIO STRAORDINARIO
RICHIAMATE le ordinanze emesse dal Responsabile di Posizione Organizzativa del
Settore
Territorio e Ambiente di seguito indicate:
· Ordinanza n. 42/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10806
· Ordinanza n. 43/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10809
· Ordinanza n. 44/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10832
· Ordinanza n. 45/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10838
· Ordinanza n. 46/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10843
· Ordinanza n. 47/2011 del 21 giugno – Prot. Gen. 10844
PRESO ATTO che con tali provvedimenti si ordinava a n. 6 nuclei residenti a
Buccinasco in Via dei Lavoratori n. 2 (presso il Quartiere Terradeo) di
rimuovere le opere realizzate abusivamente presso le piazzole da loro utilizzate
e di ripristinare i luoghi allo stato originario, entro il termine di 30 giorni
dalla data di notifica delle ordinanze medesime;
CONSIDERATO che le suddette ordinanze sono state prorogate di ulteriori 60
giorni e che i termini di proroga risultano attualmente scaduti;
DATO ATTO che i 6 nuclei famigliari destinatari delle ordinanze precitate
appartengono alla comunità sinta residente presso il Quartiere Terradeo di
Buccinasco;
VISTE le complesse problematiche socio-economiche che caratterizzano la comunità
sinta, fra cui si individuano come particolarmente gravi:
· l'oggettiva difficoltà per i giovani capofamiglia ad inserirsi efficacemente
nel mondo del
lavoro
· la difficoltà per le donne di contribuire al reddito famigliare dovuta anche,
ma non solo, a fattori culturali
· l'elevato rischio di esclusione sociale
· l'elevata presenza numerica di figli minori all'interno dei diversi nuclei
· la bassa scolarizzazione della popolazione adulta ed il rischio del
perpetuarsi di tale
abitudine culturale anche nella popolazione in età scolare;
CONSIDERATO, in particolare, che all'interno dei 6 nuclei famigliari in
questione si rileva la
presenza di n. 4 donne in stato di gravidanza e di diversi figli minori affetti
da patologie gravi;
RITENUTO necessario, pertanto, garantire la permanenza presso il Quartiere
Terradeo delle 6 famiglie in oggetto, dando contestualmente piena attuazione
alle ordinanze sopracitate;
STABILITO, pertanto, che le opere abusive vengano sostituite da soluzioni
abitative mobili a norma di legge;
CONSIDERATO che, alla luce delle considerazioni socio-economiche suesposte, le 6
famiglie destinatarie delle ordinanze non sono, attualmente, in grado di
procedere con risorse finanziarie proprie all'acquisto delle case mobili;
RITENUTO di anticipare le somme occorrenti per tali acquisti, con onere di
restituzione entro il giorno 30 di ogni mese, a carico delle famiglie, con
diritto di riscatto all'atto del saldo della intera spesa sostenuta
dall'Amministrazione a favore delle famiglie medesime;
STABILITO che ciascun nucleo famigliare dovrà impegnarsi preventivamente,
sottoscrivendo un apposito accordo, al rimborso del debito maturato con
l'Amministrazione Comunale;
RITENUTO, infine, di demandare ai Responsabili dei Settori coinvolti
nell'attuazione
dell'intervento oggetto del presente atto, gli adempimenti necessari per quanto
di propria
competenza, come di seguito indicato:
· l'organizzazione dell'intervento di rimozione delle opere realizzate
abusivamente, a cura
del Settore Lavori Pubblici;
· la predisposizione degli atti relativi all'acquisto delle 6 case mobili, a
cura Settore
Economico e Finanziario;
· la rilevazione delle misure delle 6 piazzole oggetto dell'intervento di cui
sopra, a cura della Polizia Locale;
· l'assistenza ai 6 nuclei famigliari in questione, a cura del Settore Servizi
alla Persona;
VISTI gli allegati pareri di regolarità tecnica e di regolarità contabile resi
ai sensi dell'art. 49 del D.Lgs. 18 agosto 2000, n. 267;
DELIBERA
1. di predisporre un intervento a favore di 6 nuclei famigliari residenti presso
il "Quartiere
Terradeo" di Buccinasco, garantendo la permanenza dei nuclei medesimi presso il
Quartiere e dando, contestualmente, piena attuazione alle ordinanze citate in
premessa;
2. di demandare ai Responsabili dei Settori coinvolti nell'attuazione
dell'intervento oggetto del presente atto, gli adempimenti necessari per quanto
di propria competenza, come di seguito indicato:
· l'organizzazione dell'intervento di rimozione delle opere realizzate
abusivamente, a cura
del Settore Lavori Pubblici;
· la predisposizione degli atti relativi all'acquisto delle 6 case mobili, a
cura Settore
Economico e Finanziario;
· la rilevazione delle misure delle 6 piazzole oggetto dell'intervento di cui
sopra, a cura della Polizia Locale;
· l'assistenza ai 6 nuclei famigliari in questione, a cura del Settore Servizi
alla Persona;
3. di dare atto che ciascuno dei 6 nuclei famigliari dovrà impegnarsi
preventivamente, sottoscrivendo un apposito accordo, al rimborso della spesa
anticipata dall'Amministrazione Comunale, con diritto di riscatto all'atto del
saldo del debito.
Oggi è stata pubblicata sull'albo pretorio, del
Comune di Buccinasco, la delibera, che alleghiamo (vedi sopra ndr), del
Commissario Straordinario n° 84/ 03.10.2011 che recepisce quanto fino ad ora
concordato negli incontri avvenuti fra l'Associazione Apertamente e il
Commissario Straordinario, presente il Sub Commissario.
Scongiurato l'intervento delle "ruspe", definito il quadro degli interventi da
fare, assegnati gli incarichi si passa alla fase esecutiva.
Prima la scelta delle Case Mobili più idonee, poi lo smontaggio delle attuali
Casette, l'allocazione delle nuove abitazioni nel rispetto delle leggi
correnti, nei tempi concordati.
Contemporaneamente è stato aperto il confronto col Parco Agricolo Sud per
finalmente normare tutto il Campo. Come stiamo chiedendo dal 2004.
In tutti questi passaggi vengono coinvolti giornalmente da parte di Apertamente
la totalità degli abitanti del Q.re Terradeo.
Riteniamo comunque utile mantenere attiva la rete di sostegno alle nostre
proposte sino al raggiungimento di una equa soluzione.
Di Fabrizio (del 20/03/2009 @ 09:19:57 in Italia, visitato 2378 volte)
LABORATORIO DI SVILUPPO LOCALE PARTECIPATIVO IV Edizione – Marzo-Giugno 2009
Organizzazione e Coordinamento: Prof. Andrea Membretti
Supervisione: Prof. Angelo Bugatti
Informazioni e contatti:
andrea.membretti@unipv.it
Comune di Pavia Settore Servizi Sociali
Università di Pavia - Facoltà di Ingegneria CdL Ingegneria Edile/Architettura
Corso di Sociologia Urbana e del Territorio
Il Laboratorio di Sviluppo Locale Partecipativo Il Laboratorio - a cui partecipano gli studenti del 4° anno del CdL in
Ingegneria Edile/Architettura, unitamente ad alcuni esperti esterni - è una
attività correlata al Corso di Sociologia Urbana e del Territorio; le sue
attività di studio e di ricerca progettuale si focalizzano sui temi dello
sviluppo socio-economico e territoriale di Pavia e provincia, con particolare
attenzione al rapporto tra dinamiche partecipative, qualità della vita e
dimensioni dell’abitare.
I Sinti abitano Pavia. La quarta edizione del Laboratorio è dedicata al tema dell’abitare in
riferimento alle comunità di Sinti che vivono stabilmente nella città di Pavia,
all’interno dei cosiddetti “campi nomadi”. L’obiettivo generale del Laboratorio
è quello di contribuire, tramite uno studio partecipativo di natura progettuale
che coinvolga direttamente i Sinti pavesi, a fare emergere possibili soluzioni
insediative in alternativa al modello dei “campi”: soluzioni che siano in grado
di coniugare il rispetto della norme vigenti con le esigenze e la cultura di cui
sono portatori i destinatari dell’intervento, favorendo nel contempo una
dialettica costruttiva con il resto della città e della popolazione in essa
residente.
I seminari pubblici Il Laboratorio prevede, come inquadramento generale del tema trattato, la
realizzazione dei seguenti incontri:
• 26 marzo, ore 18: Presentazione del Laboratorio presso
l’insediamento sinti di P.le Europa (sulla destra del Palazzo Esposizioni), con
la partecipazione degli studenti, della comunità sinta e del Comune di Pavia
• 30 marzo, ore 14: Lezione aperta sull’antiziganismo
presso l’insediamento sinti di Via Bramante (Borgo Ticino), con Andrea Membretti
(sociologo) e con Erasmo Formica (Associazione Sinti Italiani di Pavia)
• 6 aprile, ore 18, Sala Conferenze della Prefettura (p.zza Guicciardi):
Zingari: storia di un’emergenza annunciata, presentazione - in
anteprima pavese, con la partecipazione dell’autrice e del Prefetto di Pavia –
dell’omonimo volume (Liguori, 2008) di Anna Rita Calabrò, docente di Sociologia,
Università di Pavia
• 15 aprile, ore 14, aula A2 di Ingegneria: Politiche locali per i
rom e per i sinti in Italia, presentazione (in anteprima pavese e con la
partecipazione di alcuni degli autori) del volume collettivo (a cura di T.
Vitale): Politiche possibili. Abitare la città con i rom e con i sinti (Carocci,
2009)
• 20 aprile, ore 14, aula 8 di Ingegneria: Tra ghettizzazione,
persecuzione ed espulsione: il difficile rapporto tra comunità zigane e
territorio. Confronto con il regista e sceneggiatore Francesco Scarpelli,
a partire dalla visione di alcuni estratti dai suoi documentari su Rom e Sinti
nell’area milanese
• 22 aprile, ore 14, aula A2 di Ingegneria: Partecipazione
collettiva e gestione degli insediamenti sinti e rom: il caso di Buccinasco e il
caso di Voghera, con Ernesto Rossi e Augusto Luisi, dell’Associazione
ApertaMente di Buccinasco (Milano) e con Laura Giusti, volontaria Opera Nomadi
di Voghera
• 27 aprile, ore 14, aula 8 di Ingegneria: Realizzare insediamenti
con i Sinti e con i Rom: esperienze a confronto, con Armando de
Salvatore, associazione Architettura delle Convivenze (Milano)
Macska, la Principessa, era apprezzata anche da grandi artisti.
Nella foto, viene abbracciata dal M° George Moldoveanu, violinista di grande qualità, già dirigente d’uno dei più importanti complessi di musica popolare in Romania, l’Ansamblu Maria Tănase.
L’apprezzamento, in occasione del Natale 2004, era stato reciproco.
Anzi, generosamente, la Principessa, vincendo la naturale ritrosia e superando istintivamente d’un balzo ogni cerimoniale (Moldoveanu è nobile solo in quanto violinista), aveva preso l’iniziativa di saltare in braccio al Maestro.
Tra Principi, talvolta, ci s’intende. E, in quel caso, questo avvenne.
Quanto allo strumento, lei sapeva eseguire degli accordi, davanti ai quali lo stesso Moldoveanu, come si vede, era rimasto senza parole.
E senza strumento.
George Moldoveanu, che in patria dirigeva una famosa orchestra, con tournées eccetera, in Italia, dove ora è tornato, suona sul tram, spero raccogliendo più di Bell.
Gli amici si tengono nel cuore al caldo, e così ho pensato che forse sarebbe possibile attraverso Mahalla pubblicare un suo breve curriculum (scaricabile QUI), invitando quanti ne hanno l’occasione o la possibilità a promuoverlo.
n° di tel. 02 48 40 91 14, con segreteria, su cui lasciare un messaggio
Per promuovere un corteo di protesta civile contro atti di razzismo nei confronti dei Rom e Sinti in Italia
Roma, domenica 8 giugno 2008 L’iniziativa è promossa da intellettuali italiani e Rom, associazioni, artisti e persone di buona volontà che non vogliono essere strumentalizzati da nessuno.
Le Associazioni che aderiscono all’iniziativa diventano automaticamente anche organizzatori e promotori partecipando con i propri rappresentanti al costituente Coordinamento Nazionale Permanente e al corteo antirazzista nel rispetto dei principi che hanno mosso l’iniziativa.
PROGRAMMA Definitivo
Domenica 8 giugno, Roma
Dalle 12 alle 16 ritrovo dei partecipanti al COLOSSEO ci si arriva in pulman, in auto e con la metro)
Dalle 16 alle 17 corteo dal Colosseo fino al Foro Boario
Dalle 17 alle 20 Foro Boario, Villaggio Globale
libera discussione, proposte:
Costituzione del Coordinamento Nazionale Antirazzista
Creazione di una rete informatica, contro l’inquinamento e la mistificazione delle informazioni
Creazione di una Consulta romanì costituita dalle associazioni storiche e le organizzazioni rom
Varie ed eventuali
Dalle ore 20 Festival Antirazzista Alexian Group (Italia)
Musicisti Rom del Kossovo
Taraf de Bucarest (Romania)
Chaja Chelen (Bosnia Erzegovina)
Lucio Pozone (chitarra flamenca)
La partecipazione è aperta a tutti gli artisti
La partecipazione è libera e gratuita, le adesioni sono aperte a tutti
FERMIAMO UN GENOCIDIO CULTURALE Dopo l'ultimo delitto crudele della mistificazione e della calcolata disinformazione non si può più restare in silenzio, occorre agire, questo silenzio è assordante e colpevole. L’8 Giugno le Associazioni Rom e Sinte in Italia e le associazioni di volontariato, gli artisti, gli intellettuali e le persone di buon senso organizzano a Roma un corteo di protesta civile. Aderite e fate aderire prima che sia troppo tardi!! Occorre ribadire alcuni concetti che vengono mistificati, Tutti credono che Rom siano solo stranieri.
Non è vero !, infatti l'80% dei Rom e Sinti che vivono in Italia sono cittadini italiani
Tutti credono che i Rom sono nomadi.
Non è vero !, Infatti la maggior parte di quelli presenti sul territorio italiano sono sedentari Tutti credono che il campo nomadi è la soluzione ideale.
Non è vero !, Infatti i rom arrivati in Italia nei loro paesi di origine avevano le case, il campo non è un tratto culturale della popolazione romanì, ma un'imposizione dovuta alla non conoscenza.
Tutti credono che zingaro sia il nome di questo popolo.
Non è vero !, infatti il termine corretto è Rom o Sinto.
Occorre far rispettare le convenzioni internazionali nei confronti dei Rom, il 70% degli italiani sono razzisti nei confronti dei Rom, la carta dei diritti dell'uomo in Italia per i Rom non vale.
Fra gli aderenti e promotori: - Alexian Santino Spinelli (musicista Rom, docente Università di Torino, Trieste, Chieti, rappresentante italiano ERTF a Strasburgo) - Gianni Vattimo (Filosofo) - Pier Virgilio Dastoli (Direttore della Rappresentanza della Commissione Europea in Italia – Roma) - Angelo del Boca (docente universitario e storico) - Angelo d'Orsi, (docente Università di Torino) - Costanzo Preve (studioso di Filosofia) -Viktória Mohácsi (Romnì - Europarlamentare) - Rudko Kawczynski (Presidente ERTF) - Juan de Dios Ramirez-Heredia (Presidente Union Romanì -Spagna) - Stanislav Stankiewicz (Presidente International Romani Union) - Jovan Damianovic (Presidente Romani Union Serbia) - Carla Osella (Presidente Nazionale AIZO) - Sergio Giovagnoli (ARCI Solidarietà Lazio) - Rita Bernardini (Segretaria Radicali Italiani) - Marco Perduca (Senatore) - Gian Antonio Stella (giornalista) - Moni Ovadia (artista) - Guido Cohen - Massimo Rendina (ex comandante partigiano, storico, Presidente dell'ANPI nazionale) - Alberto Asor Rosa (Professore Emerito, Università la Sapienza) - Piera Tacchino (Associazione Piemonte-Grecia “Santorre di Santarosa”) - Armando Gnisci (Docente Universitario, Roma) - Marco Revelli (scrittore e docente universitario) - Filippo Taricco (scrittore) - Beppe Rosso (attore) - Paolo Dossena (Produttore musicale Compagnia Nuove Indie) - Alma Azovic (mediatrice romnì) - Tamara Bellone (docente Univ. Politecnico di Torino) - Graziano Halilovic (mediatore culturale Rom) - Kasim Cismic (UNIRSI-Ertf) - Marcel Courthiade (docente INALCO) - Stojanovic Vojislav (Il Responsabile della Commissione Immigrazione PRC – TO) - AlexisTsoukias (Presidente Associazione Piemonte Grecia “Santorre di Santarosa”) - Bajram Osmani (giornalista Rom) - Marian Serban (musicista Rom) - Nico Arcieri (musicista) - Marina Arienti (giornalista) - Gianni Di Claudio (regista cinematografico) - Luca Krstic (regista cinematografico) - Silvio Sarta (regista teatrale) - Adriano Mordenti (fotografo e musicista) - Lidia Gualtiero (docente, responsabile didattica Istituto Storico Rimini) - Fausta Messa (Istituto Storico per la Resistenza, Sondrio) - Adriana Martino (critica d’arte) - Ciro De Rosa (critico musicale) - Giovanni De Nobile (direttore d’orchestra) - Fabio Neri (direttore d’orchestra) - Giuseppe Piccinino (direttore d’orchestra) - Paola Olivetti (Archivio nazionale cinematografico della resistenza) - Massimo Zucchetti (docente Politecnico di Torino) - Roberto De Caro (Presidente Casa Editrice Ut Orpheus) - John Foot (professore di storia all'Università di Londra, saggista) - Nicoletta Dosio (Associazione La credenza -Bussoleno To) - Ivana Kerecki (Traduttrice -Milano) - Antonio Grassedonio (sindacalista) - Liljana Banjanin (docente Università di Torino) - Boris Bellone (docente media superiore) - Sergio Chiarloni (docente Università di Torino) - Gabriella Onofrio (informatico) - Luciano Pannese (musicista) - Francesco Ciancetta (musicista) - Vladimiro Torre (Ass. Thèm Romanò Reggio Emilia) - Silvia Faugno (soprano) - Federica Zanetti (Docente Università di Bologna) - Maria Omodeo (Cospe Responsabile Area "Interculturalità - Diritti dell'infanzia e dell'adolescenza" - Maria Rosa Mura (Associazione Il Gioco degli Specchi) - Daniele Barbieri (Imola) - Tahar LamriCinzia Gubbini (giornalista) - Ivano Tajetti (ANPI Barona. Milano) - Martin Clausen - Donato Toffoli (Comitato Tecnico Scientifico Agjenzie Regjonâl de Lenghe Furlane Felet/Feletto Umberto (UD) - Claudio Bocci (Associazione Altrevie) - Enrico Palandri (scrittore) - Mario Rebeschini (Fotografo e giornalista) - Orietta CiprianiSandro Micolucci (artista) - Dimityr Kirilov (artista) - Giovanna GrengaSalvatore Armando Santoro (Presidente Circolo Culturale Mario Luzi di Boccheggiano -GR) - Olga Siciliani (giornalista) - Lorenzo Guadagnucci (giornalista) - Annamaria Rivera (antropologa, Università di Bari) - Gabriella Ti (Programma radiofonico Brussellando) - Concetta Di Virgilio (architetto) - Cinzia Pierangelini (Assessore alla Cultura della Provincia di Grosseto) - Daniela Terrile (Commission Européenne) - Khalid Fiddi (Presidente Associazione Atlas ONLUS) - Loredana Galassini (pensionata) - Stefano Taglietti ( Compositore) - Fausta Messa (insegnante) - Rosa Mauro (scrittrice) - Nella Ginatempo (sociologa) - Melo Franchina (architetto) - Christian Picucci (ex operatore sociale) - Giorgio De Rossi - Stephanie GengottiRoberto Malini (scrittore e storico) - Dario Picciau (regista) - Matteo Pegoraro (scrittore) - Steed Gamero (fotografo) - Fabio Patronelli - Laura Todisco - Esad Licina - Stelian Covaciu - Udila Ciurar - Sergio Maceri - Andrea Garbin - Paola Manduca (Prof.Genetica, Genova) - Lucia Vasciminno (Il Centro delle Culture di Roma) - Ivan Rufo (Direttore Artistico di Botteghe d'Autore Festival) - Marina FuentesGiovanna Boursier (giornalista) - Mauro Pace, (impiegato regionale) - Donatella Papi - Antonio Giordano (Ass. D’Altrocanto) - Mariella Rocco (Ass. D’Altrocanto) - Germano Monti (Forum Palestina) - Stefania Krilic (assistente sociale) - Giuseppe Anceschi - Norma Bertullacelli - Danilo Cremonte per "Human Beings - Laboratorio teatrale interculturale", Perugia - Ivano Peduzzi (capogruppo PRC Regione Lazio) -Alessandro Galassi (regista) - Gabriele Polo (giornalista) -Marco Brazzoduro-Stefano Galieni (Coordinatore Dipartimento Immigrazione PRC) -Sageer Khan (musicista indiano) -Michele Dalai (Editore) - Alfonso Perrotta - Daniele De Berardinis - Ginevra Serego Alighieri (Verona) - Angela Pèrcopo, (associazione di Volontariato ' Banca del Tempo-TempoAmico'di Latina) - Sabatino Annecchiarico (giornalista) - Basilio Buffoni (Milano) - Concetta Gizzarelli - Don Federico Schiavon (Direttore della Pastorale dei Rom e Sinti della Conferenza Episcopale Italiana) - Sergio Bonetto (avvocato) - Gianluca Vitale (avvocato) - Fulvio Perini (Dirigente Sindacale CGIL) - Marzio Porro (docente Università di Trieste) - Allessandra Algostino (docente Università di Torino) - Nietta Fiorentino (Associazione Piemonte-Grecia "Santorre di Santarosa") - Mariella Allemanno (insegnante L2) - Eleonora Cane (Gruppo Pace Valsusa) - Marisa Ghiano (Gruppo Pace Valsusa) - Matilde Lanfranco (Gruppo Pace Valsusa) - Bianca Riva (Gruppo Pace Valsusa) - Milena Valli (Sondrio) - Andrea Buonajuto (circolo Carlo Rosselli –Napoli- insegnante) - Livio Sossi - Leoncarlo Settimelli (regista, musicista) - Sarah Zuhra LukanicFulvio Pezzarossa (docente Università Bologna) - Anna Chiarloni (docente Università di Torino) - Lucio Pozone (musicista) - Maria Chiara Esposito - Rossella Di Terlizzi (danzatrice) - Daniela Lucatti (poetessa, scrittrice) - Elena Montani (Commissione Europea - Rappresentanza in Italia) - Aldo Zargani - Elena Magoia - Fabio Alberti (Un Ponte Per) - M.Cristina Lauretti (Psichiatra) - Maurizio Matarrese (musicista) - Giulio Taurisano (associazione Idea Rom - Torino) - Cristina Di Canio - Roberta Melchiorre (Impiegata) - Taddeo Raffaele (Centro Culturale Multietnico La Tenda) - Franco Grisolia (Esecutivo del PCL) - Marco Ferrando (Esecutivo del PCL) - Paolo Finzi (rivista "A") - Aurora Failla (rivista "A") - Emiliana Armano (sociologa) - Raffaele Sciortino (docente di Filosofia e giornalista) - Kossi A. KOMLA-EBRI (scrittore migrante) - Avv. Antonio Cilli (Ass. Tra terra e cuore) - Lia Tagliacozzo Bisoni ( insegnante e sociologa di Venezia) - Tommaso VitaleAnna Di Segni Coen - Giulio Russo (Presidente Cesv) - Rosi Yamascita (insegnante) Fiammetta Bises (ebrea anti razzista ed emigrata pluridiasporica del Gruppo Martin Buber Ebrei pr la Pace) - Franca Eckert Coen - Paolo Pignatelli (insegnante) - Daniela Falcone - Roberto Niccolai (operatore socio-culturale e studioso delle migrazioni)- Pistoia - Roberta Sangiorgi (Associazione Eks&Tra) - Mariapia Passigli (Associazione Periferie Al Centro) - Antonio Thiery Valeria Minucciani (Docente Politecnico Di Torino) -Vanessa Cirillo - Julia Prestia - Sandro Salerno - Filomena Di Paola - Aldo Pavia (Presidente ANED) - Lara Mantovani (infermiera) - Dott. Salvatore Armando Santoro (Poeta e Presidente del Cicolo Culturale Mario Luzi di Boccheggiano - Montieri-GR) - Graziella Cormio (Ass Tolbà) - Sergio Deggiovanni Consigliere PRC comune di Brisighella (RA) - Daniele Contardo (musicista Torino) - Mario Cavatore (scrittore) - Gian Luca Magagni (giornalista) - Andrea Papi (rivista “A”) - Sara Iommi (Studentessa Agugliano -AN) - Ernesto Rossi (Associazione Aven Amentza – Unione Rom e Sinti, Milano) - Gelu Cafadaru (Associazione Aven Amentza – Unione Rom e Sinti, Milano) -Roberto Niccolai (operatore socio-culturale e studioso delle migrazioni)- Pistoia - Raffaele Taddeo (giornalista) - Dario Cercek (giornalista, Lecco) - Anna Lisei (Bologna) - Giuseppe Cusatelli (Milano) - Franco Fuselli - Marina Criscuoli - Andrea BillauLuigi Medea (segretario generale del Premio Nazionale Histonium) - Barbara Beneforti (Operatrice del Centro Antidiscriminazione della Provincia di Pistoia) - Patrizia Paglia - Camilla Miglio (professore universitario, L'Orientale di Napoli) - Alessia Montuori (Senza confine) - Attilio Mangano (storico) - Oriana Costanzi (poetessa) - Michele Lorusso (direttore d'orchestra) - Giada Valdannini (giornalista) - Cam Lecce (attrice - ass.cullt. Deposito dei Segni) - Jörg Grünert (scultore - ass. cult. Deposito Dei Segni) - Roberta Boccabella (architetto - libero professionista; L'Aquila) - Dott.ssa Anna Lissa (docente universitaria) - Flore Murard-Yovanovitch - Giovanna Di Lello (regista) - Concetta Gizzarelli (giornalista) - Elena Perotto - Concetta Gizzarelli - Gabriele Presta (Sociologo) - Alessandro Ghebreigziabiher (scrittore) - (pianista) - (insegnante) - (fotografa) - (giornalista) - (docente Universitario) (giornalista, scrittrice) - (docente Università di Milano Bicocca) - (storico e saggista) - (Campo della pace ebraico) -
ASSOCIAZIONI DEL COORDINAMENTO:Associazione Nazionale Thèm Romanò ONLUS Centro di Promozione Interculturale (Associazione Autonoma di Rom e Sinti in Italia Sede Nazionale Lanciano CH) - Union Romani -Italia - ERTF- Italia - Rappresentanza della Commissione Europea in Italia Roma - UNITED for Intercultural Action (Amsterdam- Olanda) - Associazione Piemonte-Grecia “Santorre di Santarosa” - Union Rromani Internazionale - Union Rromani Francia - Union Romani Serbia - Union Romani (Spagna) - Ass. Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Emilia Romagna) - Associazione Thèm Romano (Coordinamento Regionale Abruzzo) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Puglia) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Lombardia) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Campania) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Piemonte) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Toscana) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Lazio) - Associazione Thèm Romanò (Coordinamento Regionale Molise) - Rromani baxt - Ternikano Berno - La voix des Roms - Femmes rom, sinté, kale de France - Centre AVER de recherché sur le racisme (Paris) - Associazione Mediterra - Associazione Ciack -Istituto Storico per la Resistenza Rimini - IstitutoStorico per la Resistenza, Sondrio - Associazione Libero Teatro Morale - Archivio nazionale cinematografico della resistenza - S.O.S. Utenti (Associazione di difesa dei consumatori) - AIZO - ARCI Solidarietà Lazio -Associazione Il Gioco degli Specchi - Cospe - ANPI Barona Milano - Associazione Altrevie - Compagnia Nuove Indie (Casa discografica – Roma) - Materiali Sonori - Associazione Popica Onlus (Roma) - Circolo Culturale Mario Luzi (Boccheggiano -GR) - Associazione Atlas ONLUS (Chieti) - Il Comitato Immigrati in Italia - Laboratorio politico Resistenza Universitaria (Roma) - Circolo del Cinema 2046 (Trevignano Romano) - Circolo PRC 20 Luglio (Trevignano Romano) - Radio Radicale - Associazione culturale Il resto del Cremlino - Gruppo EveryOne - Gruppo di Artisti per i Diritti Umani "Watching The Sky" - Il Centro delle Culture di Roma - Botteghe d'Autore Festival -Associazione Daltrocanto (Salerno) - Centro di documentazione don Tonino Bello (Faenza) - Centro Ligure di documentazione per la pace - Rete controG8 per la globalizzazione dei diritti - Human Beings - Laboratorio teatrale interculturale", (Perugia) - Rete nazionale sempre contro la guerra (Roma) - Lista del centro di ricerca per la pace (Roma) - L'associazione ecoriflesso (Roma) - Lista rekombinant (Roma) - Dipartimento Immigrazione PRC - Associazione Amici della musica di Campovalano (Campovalano –TE) - Baldini Castoldi Dalai Editore - Associazione Interculturale Villaggio Globale - Associazione Di Volontariato (Banca Del Tempo-Tempoamico'di Latina) - Il Movimento Per La Costituente Comunista Di Roma - Gruppo Pace Valsusa - Il Blog "Il Russo" - Coordinamento Nazionale Per La Jugoslavia - Associazione Liumang-Cividale Del Friuli - Associazione Iskra - Cividale Del Friuli (Circolo Di Cultura Del Prc) - Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Sezione Cividale Del Friuli) - Associazione UN PONTE PER - Associazione Idea Rom (Torino) - Associazione Insieme Zajedno (Roma) - Centro Culturale Multietnico La Tenda - Partito Comunista dei Lavoratori - Rivista anarchica "A" - Alla Bua Gruppo Etnomusicale Salentino - Associazione Terra e Cuore - Associazione Eks&Tra - Associazione Periferie Al Centro - Redazione Di Fuori Binario - Anpi Nazionale -Cooperativa Sociale Pralipé - L'ANED (Associazione Nazionale Ex Deportati) - Associazione Tolbà - Associazione Focus- Casa Dei Diritti Sociali - Associazione Di Volontari Aizo Trentino Alto Adige - Associazione Aven Amentza – Unione Rom E Sinti, Milano - ASSOCIAZIONE FIABA CENTRO DI ASCOLTO E SOLIDARIETA (LANCIANO) - ASSOCIAZIONE ADRIATICA PER GLI IMMIGRATI - ASSOCIAZIONE ALBA
Di Fabrizio (del 21/10/2012 @ 09:17:48 in Italia, visitato 1268 volte)
Desideriamo invitarvi a partecipare alla rassegna "HO INCONTRATO
ANCHE DEGLI ZINGARI FELICI" IV Edizione, organizzata dall'Associazione
La Conta in collaborazione con l'Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom
e Sinti", Associazione "ApertaMente di Buccinasco" e la Redazione di
Mahalla - Rom e Sinti da tutto il mondo – Milano, che ci sarà,
con ingresso ad offerta libera, a partire da giovedì 25 ottobre 2012,
alle ore 21.00, alla CGIL Salone Di Vittorio - Piazza Segesta 4, con ingresso da
Via Albertinelli 14 (discesa passo carraio) a Milano
PROGRAMMA DELLA RASSEGNA
Giovedì 25 ottobre 2012 alle 21,00 –
Presentazione del libro "ME ROM" di Erica Rodari,
Ed. Puntorosso – 2012, con la partecipazione di Erica
Rodari e di Fabrizio Casavola che,
anche con la proiezione di documentari inediti, ci parleranno,
delle persecuzioni subite negli ultimi anni, dalle genti Rom, in
particolare dopo il decreto "emergenza rom" dell'ex ministro
Maroni. Il libro "ME ROM" di Erica Rodari, Ed. Puntorosso – 2012
- Stiamo assistendo al crescere dell'interesse e dell'attenzione
nei confronti dei Rom. Forse è proprio una reazione dei "giusti"
alle persecuzioni particolarmente accanite di cui sono stati
oggetto negli ultimi anni nel nostro paese. In particolare dopo
il decreto 'emergenza rom' dell'ex ministro Maroni.
In questo libro/dossier abbiamo cercato di mettere in fila gli
episodi più significativi nel bene e nel male: da una parte la
violenza istituzionale e il razzismo e dall'altra le voci e gli
atti di tanti cittadini che si sono opposti e si sono spesi in
prima persona. Il quadro che ne vien fuori offre vari spunti di
riflessione perché è uno spaccato del momento che stiamo vivendo
in una società sempre più spezzata, amara ma per nostra fortuna
ancora vitale.
Martedì 13 novembre 2012 alle ore 21,00 –
Incontro "Il quartiere Terradeo: un'esperienza positiva"
con la partecipazione di Ernesto Rossi,
dell'Associazione "Aven Amentza – Unione di Rom e Sinti" e dell'
Associazione "ApertaMente di Buccinasco" che ci parlerà della
storia condivisa di questo quartiere singolare di Buccinasco.
Giovedì 13 dicembre 2012 alle ore 21,00 –
Presentazione del libro "I ROM DI VIA RUBATTINO: Una
scuola di solidarietà" di Elisa Giunipero e Flaviana Robbiati,
Ed. Paoline – 2011, con la partecipazione di Fabrizio
Casavola ed alcune delle Insegnanti di Via Rubattino
che ci parleranno del libro e di quella esemplare esperienza di
solidarietà Il libro "I ROM DI VIA RUBATTINO: Una scuola di
solidarietà" di Elisa Giunipero e Flaviana Robbiati, Ed. Paoline
– 2011 - Milano, 19 novembre 2009: la baraccopoli di
via Rubattino, occupata da circa trecento rom, viene sgomberata
dalle forze dell'ordine. Per la prima volta, si crea una
mobilitazione di cittadini in favore dei rom: alcuni milanesi
aprono la porta della propria casa per dare ospitalità ad alcune
famiglie che non avrebbero alternative reali alla strada.
Questo libro racconta la straordinaria avventura di incontro,
solidarietà, amicizia tra un quartiere di Milano e i rom,
avventura iniziata con l'iscrizione a scuola di alcuni bambini
rom da parte della Comunità di Sant'Egidio. La scuola si è
rivelata infatti il primo luogo di integrazione, non facile ma
possibile.
La storia dei rom di via Rubattino ha risvegliato pensieri e
azioni di solidarietà anche in altri quartieri di Milano e in
altre città. La rete di simpatia, buon senso, generosità, voglia
di cambiare che ha circondato i rom di via Rubattino ha molto da
dire al clima di antigitanismo che sembra crescere in Europa.
Gli autori di questo libro sono tanti perché quella raccontata
qui è una storia collettiva: maestre, genitori e alunni delle
scuole, sacerdoti, volontari, cittadini, giornalisti. Scritto
come cronaca diventa testimonianza di percorsi possibili e
stimolo a cercare strade di integrazione, unico futuro
possibile.
Questo libro ha il grande vantaggio di guardare in faccia la
realtà così com'è, senza aggiunte né proclami, allo scopo di
provare a identificare una via da percorrere.
Vi saremo grati se vorrete dare diffusione elettronica alle iniziative di
cui sopra e/o diffondere le stesse tra le persone che ne possono esservi
interessate. Vi ringraziamo in anticipo.
Di Fabrizio (del 20/12/2007 @ 09:17:07 in Italia, visitato 2380 volte)
(am.boc. 19/11) - Giovedì 20 dicembre dalle ore 19 all'ACSAL di Alessandria,
con la collaborazione di Alessandriacolori, ci si occuperà nuovamente dei Rom.
Già del loro popolo e della persecuzione nazista si è parlato all'Associazione,
ma ora si vuole mantenere viva l'attenzione sui pregiudizi che circondano gli
Zingari. Nella sensazione di insicurezza diffusa si rischia di criminalizzare
il diverso. A farne le spese sono sempre i non garantiti, gli ultimi.
Si discuterà sul DDL circa la sicurezza e sul decreto espulsioni, in un
crescente clima di intolleranza. Anche il dibattito mediatico è di basso
profilo: solo con politiche di integrazione è legittimo il richiamo al rispetto
dei doveri, per garantire la sicurezza comune.
Il tema della serata sarà: "La legittimazione del pregiudizio, il popolo Rom e
la politica dei luoghi comuni". Interverranno parecchi oratori, con
l'introduzione di Fabio Scaltritti della Comunità di San Benedetto al porto.
Massimo Pastore, avvocato a Torino, è esponente dell'ASGI, Associazione studi
giuridici sull'immigrazione.
Eva Rizzin, dottore di ricerca in geopolitica e geostrategia a Trieste,
appartiene alla Comunità Sinti ed è membro del Comitato Rom e Sinti insieme.
Ernesto Rossi, vicepresidente dell'Associazione Avem Amenza, Unione Rom e Sinti
di Milano, è presidente dell'Associazione ApertAmente.
Tommaso Vitale è ricercatore presso il dipartimento di sociologia e di ricerca
sociale dell'Università di Milano Bicocca.
Di Fabrizio (del 29/11/2007 @ 09:16:34 in media, visitato 1872 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
"Mi sento un rom porterò l’Italia in giro nel mondo"
La straordinaria dichiarazione appare in un titolo dell’edizione di domenica 25
di un noto quotidiano.
A rilasciarla è Lapo Elkann (per chi non avesse familiarità con le famiglie più
ricche del mondo, ricordiamo che si tratta del figlio di Margherita Agnelli.
FIAT).
In definitiva, il maturo e ipertatuato giovanotto, ci rivela che, trasferendosi
da New York a Shanghai (in una campina?), si occuperà di promuovere
la Triennale di Milano nel mondo. “Sono, insiste, uno zingaro dell’arte”.
Tocca all’intervistatore ricordargli che, coi suoi quattrini, “potersi definire
zingaro è un grosso privilegio”.
E lo sanno bene tutti i Rom che perdono il lavoro non appena il padrone
scopre l’indirizzo del campo in cui vivono.
Che c’entra dunque questa fesseria con la realtà, quella in particolare che gli
zingari autentici vivono in questo periodo proprio in Italia?
Nulla, niente, zero.
Questa è la vera notizia. Di come, cioè, in certi ambienti, moda, marketing, e
altro, si faccia un uso sfacciato e superficiale d’una realtà sicuramente
ignorata, se non disprezzata, ma sfruttata a livello d’immagine. Dietro queste
parole, di Rom non ce ne sono. C’è solo una diversità sconosciuta ma comoda da
usare. Tanto, sotto le finestre ben protette di questa gente di roulotte non ne
compariranno mai.
Di Fabrizio (del 21/09/2012 @ 09:15:50 in Italia, visitato 2060 volte)
dalla rassegna stampa di Elena Cesari
Legnano (MI). Questa settimana, non senza conseguenze rilevanti, si è
alzato un polverone mediatico sulle comunità rom presenti nel quartiere San
Paolo: Legnano,
rom a San Paolo. Nuovo sgombero nel quartiere (Giorno Legnano, 7/9).
Uno sgombero quello dei rom di San Paolo a cui hanno fatto curiosamente seguito
la comparsa di scritte ingiuriose sui muri:
Rabbia rom a Legnano "Italiani bastardi" (Libero
Milano, 12/9). Scritte la cui paternità è attribuita immediatamente da media e
rappresentanti politici di destra alle persone rom. Oggi il razzismo purtroppo
non è una pianta che necessita di molte cure; una volta seminato grazie a un
pretesto qualunque si riproduce rapidamente attraverso il web. Su Twitter e
su Facebook (alla pagina "Questa è Legnano"), molte persone
commentano le scritte sui muri presumibilmente lasciate dai rom. Ne approfittano
anche Movimento Sociale e Fiamma Tricolore, affermando di non poter permettere
"che certi stranieri, residenti tra l’altro in un campo abusivo, insultino tutti
noi italiani". Ragione sufficiente per "affiggere uno striscione che riportava
«rom nelle galere»": Rom:
"Stop alle polemiche" (Prealpina, 14/9). Fiamma Tricolore ha annunciato
una manifestazione "con gli italiani e per gli italiani" davanti al Comune di
Legnano. Tardiva la smentita della polizia sull’origine delle scritte "anti
italiane": Scritte
anti-italiane sui muri. I vigili: non sono stati gli zingari
(Giorno Legnano, 14/9). Secondo il comandante della Polizia locale "La modalità
con cui sono apparse le scritte, quindi i caratteri utilizzati […] ci fanno dire
con un buon grado di sicurezza che non può trattarsi di loro […] perché
conosciamo uno a uno queste persone e sappiamo bene che sono analfabeti.
Attribuire ai rom questo fatto equivale giungere a una conclusione immotivata e
strumentale". Dopo lo scatenamento, meticolosamente costruito dai media,
dell’"emergenza rom", arriva la risposta repressiva delle istituzioni: Dopo
le proteste anti Rom i militari a San Paolo per calmare gli animi
(Giorno Legnano, 18/9). Infine, tardivamente, Prealpina pubblica un articolo in
cui emergono i dubbi sull’effettiva necessità di un intervento militare. In
proposito "il quartiere è diviso": Rom,
a San Paolo aspettando i militari (Prealpina,
19/9).
segnalazione di Alessandra Meloni ed Ernesto Rossi
PRESIDIO ANTIFASCISTA
Come gruppo consiliare Sinistra Legnanese invitiamo tutti i cittadini e le forze
democratiche di Legnano ad aderire e partecipare al presidio antifascista che si
terrà VENERDI' 21 SETTEMBRE dalle 17.30 nel quartiere San Paolo, via Ponzella,
vicino alla chiesa, per manifestare contro il corteo organizzato contro i rom
dal movimento fascista Fiamma Tricolore.
La città del martire partigiano Mauro Venegoni non può rimanere inerte di fronte
alle derive xenofobe e razziste di un gruppo neofascista che sfrutta un problema
reale e sentito per miseri fini propagandistici.
Siamo certi che gli abitanti di San Paolo non si faranno strumentalizzare da
chi, in tutti questi anni, si è distinto per l'assoluta assenza rispetto al
quartiere e per la totale indifferenza nei confronti dei suoi problemi.
Non cediamo una fetta della nostra città a individui a cui non importa nulla di
proporre soluzioni o di dare risposte, ma solo di promuovere la loro ideologia,
che in questo Paese ha già portato abbastanza lutti e guerre.
Venerdì la Legnano antifascista sarà a San Paolo.
Di Fabrizio (del 26/09/2009 @ 09:15:41 in Kumpanija, visitato 1723 volte)
Ricevo da Veniero Granacci
Desideriamo invitarVi a partecipare alla serata "CARLO CUOMO, I ROM, I
SINTI E LE POLITICHE POSSIBILI" con la partecipazione di Tommaso Vitale,
Ernesto Rossi e Augusto Luisi, organizzata dall'Associazione La Conta
in collaborazione con il Circolo ARCI Martiri di Turro e l'Associazione
Aven Amentza - Unione di Rom e Sinti di Milano, che ci sarà, con ingresso
gratuito con tessera arci, lunedì 28 settembre 2009 alle ore 21,00 al Circolo
ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta, 14 a Milano.
In particolare durante la serata, Tommaso Vitale, Ernesto Rossi e Augusto Luisi,
oltre a ricordare la figura e l'opera di Carlo Cuomo, nell'undicesimo
anniversario della sua scomparsa, presenteranno il libro "Politiche Possibili -
Abitare le città con i rom ed i sinti" curato di Tommaso Vitale, con scritti di
diversi studiosi tra i quali Ernesto Rossi, Maurizio Pagani e tanti altri
ancora, e ci parleranno, tra l'altro, dei Rom, dei Sinti e di altri gruppi di
zingari, della loro storia e della loro cultura, nonché delle politiche
abitative realizzate per loro nelle diverse realtà italiane.
CARLO CUOMO "…..Nelle assemblee Carlo ci toglieva la pelle -- per i suoi gusti non
eravamo mai abbastanza di sinistra, mai abbastanza spregiudicati, ma ci
voleva bene. Faceva telefonate in punta dei piedi, per segnalare sulla
pagina milanese le iniziative dell'Opera Nomadi o della Filef. Agli zingari
e agli immigrati, alle minoranze che calamitano l'odio, l'esclusione, il
razzismo, Cuomo aveva dedicato questi ultimi anni. Era invidiabile la sua
capacità di tenere insieme le piccole azioni concrete e la voglia di pensare
in grande, di mescolare la fontanella per un campo nomadi con la rilettura
di Marx. Carlo era un meticcio per nascita, vita e cultura. Era nato 65 anni
fa ad Atene da madre greca. A 17 anni è a Parigi, dove si laurea in storia
alla Sorbona. A Milano arriva nel '55 un anno dopo entra nel Pci dove
affascina tutti e tutte cantando Brassens - e lì resta fino all'uscita dal
Pds degli ingraiani con cui dà vita alla Convenzione per l'alternativa.
Consigliere comunale e più volte assessore negli anni '60 e '70, conosceva
bene e da dentro Milano. L'ha vista cambiare, insieme alla politica, in modi
che non gli piacevano: non ha reagito con la rassegnazione o con l'accidia;
la politica per lui continuava ad essere indispensabile come l'aria. Era
disposto a fare riunioni politiche anche la vigilia di Natale, si teneva
libero solo quando arrivavano in anteprima a Milano i film da Venezia.
Quest'anno non c'è riuscito, è morto con il desiderio dell'ultimo Kusturica.
E di molte altre cose ancora. di Manuela Cartosio (da Il Manifesto, 10 ottobre 1998)
Il libro “POLITICHE POSSIBILI - ABITARE LE CITTA' CON I ROM E I SINTI" a
cura di Tommaso Vitale - Carocci Editore - Milano - 2009 Da secoli sono parte integrante della storia urbana e rurale del nostro
Paese. Li chiamiamo con diversi nomi: zingari, nomadi, rom, sinti, caminanti,
yenish. Negli ultimi anni la loro presenza è diventata uno dei principali temi
di dibattito e mobilitazione nella vita politica, soprattutto a livello locale.
I Comuni sono chiamati a realizzare politiche sociali e abitative, e spesso non
sanno cosa fare. Tentate dalla demagogia, incalzate dai media, le
amministrazioni sovente non conoscono esperienze già attuate in altre città e di
cui è stata valutata l’efficacia. Nel volume vengono esaminati aspetti storici,
culturali e sociologici dei differenti gruppi zigani e vengono descritte le
linee di politica progettate dall’Unione Europea. Sono poi esposte nel dettaglio
le politiche sociali, sanitarie, educative, del lavoro e, in particolare,
abitative realizzate verso i nomadi in diverse realtà italiane. Dall’insieme
emerge come, se programmate e negoziate con i rom e i sinti, politiche locali
che affrontano i problemi e le contraddizioni e rispettano i diritti di tutte le
parti in gioco sono possibili
Tommaso Vitale, ricercatore di Sociologia, insegna sia Sviluppo locale
che Programmazione sociale all’Università degli Studi di Milano Bicocca ed è
membro della redazione di Partecipazione e conflitto - Rivista di studi politici
e sociali.
Ernesto Rossi, presidente delle Associazioni ApertaMente di Buccinasco e
Aven Amentza - Unione di Rom e Sinti d Milano, è da anni studioso di Sinti e Rom
a Milano ed ha collaborato per lungo tempo con Carlo Cuomo.
Augusto Luisi, ex consigliere del Comune di Buccinasco fa parte
dell'Associazione ApertaMente di detta città.
Vi saremo grati se vorrete dare diffusione elettronica all'iniziativa sopra
indicata e/o diffondere la stessa tra le persone che possono esservi
interessate. Vi ringraziamo in anticipo.
Giovedì 18 ottobre alle 21.00una serata per affrontare i luoghi comuni e
conoscere persone vere Bem Viver - circolo cooperativo ACLI CORSICO via
Monti, 5 -
tel. 02 - 44 05 929
e-mail: bemviver@aclimilano.com
Ore 20,00 Buffet a Km 0 Prodotti del COMMERCIO EQUOSOLIDALE delle COOP. SOCIALI e AGRICOLTURA BIOLOGICA
con prodotti equi e delle cascine
Ore 21,00 Le nostre amiche e i nostri amici sinti Presentazione di esperienze di lavoro con le bambine e i bambini del Terradeo
Ore 21,30 Parliamo con Augusto Luisi e Ernesto Rossi dell’Ass. Apertamente
Parliamo con Don Massimo di Casa della Carità sulla questione rom a Milano:
case, sgomberi, campi, accoglienza, progetti di integrazione...
Politiche possibili
Abitare le città con i rom e i sinti a cura di Tommaso Vitale
Studi Economici e Sociali Carocci
€ 31.00 - 2009 pp. 300 ISBN 9788843050499
(cliccare sull'immagine per acquistare il libro)
Da secoli sono parte integrante della storia urbana e rurale del nostro Paese.
Li chiamiamo con diversi nomi: zingari, nomadi, rom, sinti, caminanti, yenish.
Negli ultimi anni la loro presenza è diventata uno dei principali temi di
dibattito e mobilitazione nella vita politica, soprattutto a livello locale. I
Comuni sono chiamati a realizzare politiche sociali e abitative, e spesso non
sanno cosa fare. Tentate dalla demagogia, incalzate dai media, le
amministrazioni sovente non conoscono esperienze già attuate in altre città e di
cui è stata valutata l’efficacia. Nel volume vengono esaminati aspetti storici,
culturali e sociologici dei differenti gruppi zigani e vengono descritte le
linee di politica progettate dall’Unione Europea. Sono poi esposte nel dettaglio
le politiche sociali, sanitarie, educative, del lavoro e, in particolare,
abitative realizzate verso i nomadi in diverse realtà italiane. Dall’insieme
emerge come, se programmate e negoziate con i rom e i sinti, politiche locali
che affrontano i problemi e le contraddizioni e rispettano i diritti di tutte le
parti in gioco sono possibili.
Prefazione di Luca Rodda Ringraziamenti di Maurizio Cabras
Introduzione: elogio del possibilismo di Tommaso Vitale
Parte prima Una pluralità di storie e culture
La "questione zingari" nell’Italia fascista. La costruzione culturale di una
categoria razziale di Luca Bravi Lingue, culture e rappresentazioni di Demir Mustafa Generazioni nomadi fra tradizione e mutamento di Alfredo Alietti Le normative europee e internazionali contro la discriminazione di Eva Rizzin e
Claudia Tavani
Parte seconda
Conflitti e governo locale Opera: emergenza e partecipazione politica di Patrizio Ponti e Laura Rosina Pavia: la negazione istituzionale di una questione pubblica di Andrea Membretti Buccinasco: un esperimento insolito coi sinti lombardi di Ernesto Rossi Reggio Calabria e Messina: tra mediazioni e conflitti di Antonella Cammarota
e Tiziana Tarsia Venezia: quando un ente locale deve lottare per realizzare le proprie politiche
di Claudia Mantovan
Parte terza
Le politiche sociali
I servizi sanitari. Promozione della salute ed epidemiologia del pregiudizio di
Lorenzo Monasta I servizi sociali. Rom a servizio o servizi per i rom? di Daniela Lucatti I servizi sociali. Strategie di progettazione integrata di Stefania Mapelli I percorsi educativi. Il sostegno alle capacità di minori e adulti di Claudia
Biondi e Sabrina Ignazi La scuola. Luogo di appartenenza o di esclusione? di Angela Sacco Il lavoro. Gli inserimenti lavorativi fra sperimentazione e messa a regime di
Eleonora Costantini Il lavoro. Mediazione associativa, auto-organizzazione dei rom e conquista di
opportunità personali di Maurizio Pagani L’integrazione fra politiche. Immaginare un futuro tra memoria e presente di
Milena Scioscia
Parte quarta
Le politiche dell’abitare
Dalla segregazione al diritto all’abitare di Tommaso Vitale e Livia Brembilla Pisa: politiche e interventi locali fattibili con i rom e i sinti di Antonio
Sconosciuto Rovereto e Trento: l’accesso all’edilizia pubblica di Stefano Petrolini Bologna: migrazioni rom e inserimenti abitativi di Cris Tomesani Milano: gradualmente verso una casa in affitto di Fiorenzo De Molli Mantova: dal campo ai terreni privati, un percorso di mediazione culturale di
Elena Borghi e Stefano Liuzzo Modena: il percorso di realizzazione delle microaree di Luca Puggioli e
Paola
Santoro Padova: il superamento dei campi nomadi e il Progetto di inserimento scolastico
di Renata Paolucci Trezzo sull’Adda: l’importanza dell’ascolto di Giuseppe Barbisoni, Francesca
Gilioli, Laura Di Martino Trezzo sull’Adda: una esperienza interrotta… verso modelli dell’abitare
integrato di Maurizio Cabras e Paola Ciceri Settimo Torinese: il processo di autocostruzione e auto recupero come strumento
di inclusione sociale di Armando De Salvatore e Simona Riboni Lione: il miglioramento delle abitazioni “indegne? di Martine Chanal Case, casette, baracche e roulotte di Nicola Solimano
Conclusioni.
Ragionare per casi: dinamiche di innovazione nelle politiche locali con i rom e
i sinti di Tommaso Vitale e Loris Caruso
Di Fabrizio (del 14/06/2007 @ 09:12:09 in casa, visitato 1622 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi:
31 DICEMBRE 2006/1 GENNAIO 2007…
Un incendio devasta un terzo del campo provvisorio (dal marzo 2006!) di
Triboniano, dove il Comune, per poter effettuare i lavori di risistemazione, ha
trasferito i Rom romeni che stavano nell’adiacente campo comunale, lasciandoceli
con UN rubinetto per l’acqua e 12 gabinetti chimici per 560
persone, uomini, donne, bambini.
La nuova amministrazione decide, dopo l’incendio, di sistemare il campo.
Una decisione EPOCALE, si dice.
Dopo aver dichiarato e sottoscritto l’intento di collaborare con le associazioni,
e dopo averle convocate ben due volte,…silenzio assoluto.
In realtà la collaborazione è prevista solo per la Casa della Carità.
Dopo CINQUE mesi l’impresa non è ancora compiuta, ma certo le difficoltà
non sono state poche. Anzitutto quella di capire.
Capire che non si tratta di sistemare un po’ di famiglie, definite ‘NOMADI’,
benché in Romania abitassero da generazioni in case, ma di affrontare il tema,
come dicono nei dibattiti e in televisione, dell’interculturalità.
Si tratta infatti di una COMUNITÀ, parte di un popolo, con una sua
storia, una sua lingua, usi e costumi propri.
L’intervento del Comune di questo non si occupa: i capi vengono mandati via, le
famiglie allargate vengono spezzate e disperse in diverse ‘aree’.
Ne parlano giornali e televisioni e questa risonanza mediatica un risultato
(certamente non voluto, né previsto) lo ottiene: un po’ di ‘padroni’ (così
dicono i Rom) si rendono conto, o per l’indirizzo o perché l’hanno riconosciuto
in qualche ripresa o foto di giornale, di avere alle loro dipendenze, magari da
anni, un terribile ‘ZINGARO’.
E così 20 o 30 (probabilmente di più) di loro vengono…lasciati a casa,
LICENZIATI.
Sono passati alcuni mesi: LE PENTOLE SONO VUOTE!
Anche in questa vicenda c’è una morale: MA ANDATE A RUBARE!
…3 GIUGNO 2007 - ASSOCIAZIONE “AVEN AMENTZA” – UNIONE ROM E SINTI
Sabato 26 maggio faremo al Terradeo la 6^Festa del Quartiere. Venite a
conoscerli (ma portatevi la vostra ragione), per capire e giudicare coi vostri
occhi quanto è miserabile il pregiudizio.
VIA DEI LAVORATORI 2 (zona industriale)
*Sabato 26 maggio 2012
Ore 10.30 Messa al campo
Ore 11.30 Incontro con le Autorità e i Visitatori, presentazione e visita del
Quartiere Terradeo
Ore 12.00 Rinfresco
Ore 14.30 Giochi per i bambini e merenda
*Domenica 27 maggio 2012
Apertamente e Punto Parco Terradeo alla Festa delle Associazioni in Cascina
Fagnana.
I Sinti (e i Rom, e tutti gli altri discriminati) non li vorrei né eroi né
vittime delle abituali persecuzioni. Mi piacerebbe che fossero così considerati,
come li conosco da tanti anni, semplicemente persone. Vorrei che, come
ogni persona ne ha diritto, fossero giudicati per quel che sono ciascuno di
loro, come ognuno di noi.
La realtà è, invece, che sono giudicati in blocco da gente che ha il
cervello annebbiato dal pregiudizio e dall’incapacità di conoscere e capire.
Loris, un giovanotto sinto, simpatico e lavoratore, è in giro per raccogliere il
ferro: l’unico quasi ormai tra i lavori che la crisi e il discrimine lasciano a
quelli come lui, che di lavori ne ha fatti tanti, per provvedere alla sua
famiglia, anche più d’uno contemporaneamente. Vede un uomo che si getta nel
Naviglio, a Trezzano, dal ponte gobbo. Spegne il motore del camioncino,
si toglie le scarpe, si getta in acqua. Con lui ci sono due cognati che lo
aiuteranno a portare a riva l’aspirante suicida, un uomo anziano, che
recuperando la vita non ha certo risolto i suoi problemi. Loris e i due cognati
risalgono in cabina, riavviano il motore e se ne vanno. Tutto qui.
La notizia gira, i giornalisti si fanno giustamente vivi, qualcuno lo avverte
anche la nostra associazione fondata da sinti e non sinti, "ApertaMente di
Buccinasco", del cui Consiglio Loris fa parte, con sede nel Quartiere Terradeo
di questa Città (vedi QUI ndr)
Per l’opinione corrente è un po’ come l’uomo che morde il cane: una stranezza.
Un grande scrittore ha detto: sfortunato quel popolo che ha bisogno di eroi.
Di quanti Loris ha bisogno il popolo sinto perché cambino idee e comportamenti
nei suoi confronti?
Ernesto Rossi, presidente di "ApertaMente di Buccinasco"
Di Fabrizio (del 20/09/2011 @ 09:10:28 in casa, visitato 1485 volte)
Da Ernesto Rossi - domenica 18 settembre 2011
Ultime notizie dal Quartiere Terradeo di Buccinasco.
Invio questo volantino concordato con la Caritas Decanale di zona sulla
situazione surreale che si è creata al Q.re Terradeo.
Nonostante la pioggia, la distribuzione di questo volantino sta avvenendo
durante la festa Parrocchiale di Buccinasco ed a quella di Cesano Boscone, dove
è stata allestita anche una Mostra Fotografica che riguarda la vita al Quartiere
.
Nei prossimi giorni volantineremo, a Buccinasco, anche all'asilo ed alle scuole
dove frequentano i giovani Sinti.
Ricordo che è stata attivata a fine giugno 2011, una Ordinanza di demolizione a
sei famiglie Sinte della loro casette, in legno, in cui abitano da anni.
Questa Ordinanza scadeva durante il periodo feriale, pertanto è stata richiesta
una proroga di tre mesi come da consuetudine, ma ne sono stati concessi solo due
che scadono alla fine di settembre.
Abbiamo chiesto, per iscritto, al Commissario un incontro urgente per discutere
di come affrontare e risolvere questo problema; ma nel mese di agosto non
abbiamo trovato nessuno.
Al rientro dalle ferie, a fronte di un nostro ennesimo sollecito attraverso il
Segretario comunale, la segretaria del Commissario ci ha comunicato che per
martedì 20.09.2011, quest'ultimo riceverà una delegazione di Apertamente in
Comune.
Faremo sapere l'esito dell'incontro Un saluto Augusto Luisi ed Ernesto Rossi di "Apertamente"
Il volantino
non c'è pace per il Terradeo
… che è un "quartiere" di Buccinasco (altrove verrebbe definito un
campo "nomadi",ma che nomadi sono? se ci stanno da oltre 30 anni, con regolare
contratto col Comune), pulito ordinato, abitato da un'ampia famiglia di giostrai
sinti , italiani, buccinaschesi, difesi da ogni Amministrazione, di destra, di
centro, di sinistra. A partire dal 1994, incoraggiati verbalmente da vari
Amministratori, i 6 nuclei familiari più numerosi hanno costruito alcune
casette di legno, senza fondamenta, per poterci vivere coi propri bambini un
po' più comodamente. Quegli Amministratori non ci sono più, ma ai giostrai viene
ora imposto di demolire le proprie case: l'ultimo della fila, rimasto col cerino
in mano, paga il conto.
Abbiamo segnalato noi la situazione alle Autorità, chiedendo più volte
che venisse regolarizzata secondo le leggi … ed ora, invece, la risposta è
l'ordine di demolizione di queste casette, dopo che sono state messe a norma, a
spese degli interessati: "normali" procedure in una situazione che "normale"
non è.
Queste "casette" sono la prima casa e l'unica abitazione dei titolari;
la loro distruzione metterebbe sei famiglie coi propri bambini, trenta
persone, fra cui quattro donne incinte, a cielo aperto, costituendo
uno sgombero di fatto. Si violerebbero così una serie di leggi, a
cominciare da quella fondamentale, la Costituzione (artt. 2 e 3), nonché la
Carta Sociale Europea firmata dal nostro Paese (artt.30 e 31): diritti
fondamentali di ogni persona, sulla cui violazione, l'Italia è stata già
condannata, ma non se ne dà per inteso. Pare che non proprio tutti siano tenuti
al rispetto di leggi e norme anche internazionali.
Stiamo parlando, inoltre, di persone regolarmente residenti a Buccinasco,
cittadini!, i cui bambini frequentano le scuole locali e se ne potrebbero
trovare di conseguenza impediti (art. 34 Cost.).
Ora, queste "irregolarità' su cui si parla e riparla sempre senza concludere,
ma si rischia ora anche di agire, non fanno da specchietto per le allodole? in
un Comune in cui, in assenza d'un piano regolatore, tutti coloro che possono
sbrigliano la … fantasia costruttiva: il Terradeo è circondato da costruzioni
abusive, che non sono prime case d'abitazione.
Non siamo in presenza, al Terradeo, di abusi, né di furbizie e
approfittamenti, ma di situazioni assentite ripetutamente dalle Autorità
competenti e oggetto di una interminabile procedura di regolarizzazione a
tutt'oggi non conclusa e anzi interrotta. Nella quale i giostrai sinti del
Terradeo sono le vittime.
Abbiamo voluto proporre all'opinione pubblica di Buccinasco e dei Comuni
vicini un quadro dei problemi, ma siamo convinti che ci siano volontà e spazi
per operare, con la dovuta cautela e ragionevolezza, senza violare alcuna
legge, ma anzi accompagnando un gruppo di persone a lungo emarginate dalla
società ad inserirsi correttamente, proprio nel pieno rispetto delle leggi. Ci
appelliamo dunque ai cittadini, alle forze politiche e sociali, alla sensibilità
dei credenti, alle competenti Autorità, perché vogliano consentire uno spazio di
confronto, teso a ripristinare una procedura di regolarizzazione e salvaguardia.
ASSOCIAZIONE "APERTAMENTE di Buccinasco" con la CARITAS DECANALE
Di Fabrizio (del 26/09/2011 @ 09:10:15 in casa, visitato 1950 volte)
La proroga alla ordinanza che prevede la demolizione di sei casette
all'interno del
Q.re Terradeo (conosciuto come Campo nomadi abitato da numerosi anni da
venti famiglie di etnia Sinta) a giorni sta per scadere.
Giovedì 22.09.2011 abbiamo avuto il previsto incontro con i due Commissari.
Presenti questa volta, il Segretario Comunale e l' Arch. Stano.
Continuiamo ad avere l'impressione di avere di fronte persone con posizioni
molto rigide, con una sola idea in testa: la demolizione delle sei "Casette in
Legno", senza porsi, per ora, il problema di cosa succederà poi alle famiglie
coinvolte in questa vicenda.
Abbiamo presentato ampiamente le nostre Proposte e visto l'aria che tirava,
abbiamo comunicato che le stesse le avremmo formulate entro oggi 23.09.2011 per
iscritto. Cosa che poi abbiamo puntualmente fatto, protocollandole.
Attendiamo ora dai due Commissari una risposta.
Riteniamo più che mai opportuno, per ogni evenienza, ampliare ed irrobustire la
rete di sostegno alle nostre proposte per il raggiungimento di una equa
soluzione.
dr.ssa Francesca Iacontini, Commissario Prefettizio
dr.ssa Anna Pavone, Commissario,
e p.c. dr Alberto Scrivano, Segretario Generale Comune di Buccinasco
In seguito agli accordi presi nell'incontro del 22 settembre con la nostra
Associazione, inoltriamo alla Loro attenzione le seguenti considerazioni e
proposte.
La prima considerazione non può che riguardare, poiché l'argomento è stato
sollevato in un precedente incontro, il tema del rispetto delle leggi, che
Apertamente ha posto all'inizio del proprio Statuto, assumendo come riferimento
della propria azione la Costituzione della Repubblica Italiana, insieme alle
Dichiarazioni "sui diritti dell'uomo, delle minoranze o nazioni (ed è il caso
nostro), dell'infanzia, delle donne e ogni altra dichiarazione o indicazione di
carattere universale" (Statuto, art.2). E a questo abbiamo conformato le nostre
azioni. È pertanto ovvio il rispetto delle leggi da parte nostra.
Nella pluridecennale vicenda dei Sinti di Buccinasco, varie Autorità hanno
mancato, per errori od omissioni, e oggi ne viene chiesto conto agli abitanti
del Quartiere Terradeo. Riteniamo che nella presente situazione sia necessario
sanare le illegalità verificatesi, in modo che si possa procedere, così come
meritoriamente (e finalmente) ha fatto il Commissario Prefettizio preposto al
Comune di Buccinasco, nella definizione dello status del terreno comunale su cui
il Quartiere insiste, compreso attualmente nei confini del Parco Agricolo Sud
Milano.
Le proposte che ci sentiamo di fare, dopo esserci come d'abitudine consultati
con gli abitanti del Quartiere, sono le seguenti:
1 - Confermiamo la richiesta di almeno una unità abitativa da assegnare alla
famiglia più numerosa, che comprende anche minori con problemi sanitari,
famiglia che dispone di un reddito stabile, ed è quindi in grado di sostenere
costi di affitto e utenze.
2 - Per le altre famiglie, proponiamo che il Comune acquisti cinque (o sei, nel
caso non fosse praticabile la precedente richiesta) case mobili usate, da
collocarsi nelle corrispondenti piazzuole, una volta eliminate le costruzioni
contestate. Esse saranno concesse ad affitto calmierato alle famiglie, con
facoltà di riscatto attraverso il pagamento del canone. Dalle informazioni
assunte, queste case mobili presentano i costi meno onerosi, rispetto ad altri
prodotti, oltre a garantire la sicurezza degli impianti e un conveniente spazio
abitabile.
3 - Per quanto concerne l'eliminazione delle edificazioni contestate, facciamo
presente che gli stessi titolari possono provvedere in tempi ragionevoli allo
smontaggio e allo stoccaggio, o eliminazione, o rivendita dei materiali
recuperati, in modo da poter rientrare in parte dei risparmi investiti nella
loro realizzazione.
4 – Rinnoviamo in questa sede, data la stretta connessione con le precedenti
proposte, la richiesta che il Comune assegni a cooperative sociali di tipo B
parti spesso marginali di appalti (pulizia marciapiedi, svuotamento dei cestini,
traslochi, lavori di ripulitura e d'imbiancatura dei muri, piccole riparazioni
murarie interni/esterni, montaggio e smontaggio di palchi e strutture
provvisorie, cabine e pannelli elettorali, manutenzione piste ciclabili, ecc.),
col patto esplicito che queste cooperative debbano prioritariamente ricorrere
alla mano d'opera presente nel Quartiere. Ci pare questa una proposta utile a
risollevare quelle fra queste famiglie che la crisi ha più duramente colpito,
anzi che farne dei "clienti" forzati dei servizi sociali. Facciamo presente che
in piccola parte alcune di queste attività già sono state affidate direttamente
dal Comune a queste persone con risultati soddisfacenti.
Infine, in merito alla regolarizzazione del terreno, trattandosi di
procedura, come ben sappiamo da precedenti tentativi, alquanto complessa, ci
permettiamo di chiedere la maggior sollecitudine, onde scongiurare il rischio
che il termine della Gestione Commissariale sopraggiunga senza che il percorso
sia stato concluso o consolidato e quindi sia recuperabile e proseguibile a cura
della
Ernesto Rossi, Augusto Luisi
Comunicato dei gruppi politici:
Buccinasco, 22 settembre 2011
Gent.ma
Dr.ssa FRANCESCA IACONTINI
Commissario Straordinario
COMUNE di BUCCINASCO
Oggetto: intervento campo "Sinti".-
Le sottoscritte forze politiche della città
Premesso che
ritengono fondamentale ogni intervento teso al ripristino della legalità sul
territorio esprimendo quindi apprezzamento e condivisione degli sforzi che
l'Amministrazione nel merito intende porre in atto e convinte che solo in un
quadro di certezza del diritto è possibile promuovere il corretto sviluppo
rivolgono alla S.V. Ill.ma un appello a valutare con disponibilità ed attenzione
le proposte che associazioni ed enti interessati a favorire e completare
l'integrazione di piena cittadinanza dei soggetti appartenenti alla minoranza
etnica richiamati in oggetto.
Le stesse associazioni, infatti, hanno considerato opportuno raccordarsi con
tutte le forze politiche della città e rappresentare loro più ipotesi di
soluzione del problema che, contestualmente a nostro avviso, soddisfano
l'esigenza di legalità e pongono i nuclei interessati nella condizione di
tranquillità psicologica ed umana responsabilizzandoli e facendo loro
condividere gli stessi obiettivi. Di cosa si tratti saranno ovviamente gli
stessi organismi associativi a rappresentarli alla Sua attenzione. Noi li
abbiamo condivisi.
Nostro compito è far presente che la situazione si trascina ormai da lunghi
anni, come certamente avrà avuto modo di ricavare dalla copiosa documentazione
che sappiamo essere stata presentata.
Non abbiamo dubbi che in buona parte la responsabilità è propria della
"politica" non sufficientemente in grado di offrire risposte tempestive in
assenza sempre di qualcuno degli interlocutori interessati.
Nelle incertezze e nei ritardi si sono situate e si situano tutte le
situazioni lamentate e che è sacrosanto ricondurre a normalità sia con la
definizione di un regolamento sia, appunto, con il ripristino della legittimità
violata.
Un intervento, come quello paventato dall'ordinanza emessa all'inizio
dell'estate, visto il periodo intercorso, poco propenso a dar avvio a qualsiasi
iniziativa di sistemazione, viste le condizione economiche dei nuclei sui quali
grava l'intervento, vista la presenza di ben quattro donne in stato di
gravidanza, vista la condizione di grave patologia di una bambina di poco più di
due anni, potrebbe portare ad una reazione difficilmente prevedibile e comunque
ad un impegno di spesa dell'Amministrazione a garantire condizione di vivibilità
civile di suoi cittadini attraverso l'ospitalità dei nuclei o presso abitazioni
libere sul mercato o con ospitalità in strutture alberghiere.
E' nostro convincimento quindi, fermo restando la condivisione ed il
raggiungimento, dell'obiettivo del ripristino della legalità in tempi certi, di
un'azione più graduata nel tempo che ne faciliti la soluzione con soddisfazione
di tutte le parti in causa.
Siamo certi che non vorrà mancare di valutare con l'attenzione dovuta quanto
le verrà prospettato e costruire insieme un finale coerente agli elementi di
criticità che abbiamo cercato di enucleare.
Siamo anche certi che non fermerà l'azione dell'Amministrazione nei confronti
degli abusi perpetrati all'interno del territorio del parco anche prossimi ed
adiacenti al campo "Sinti" con costruzioni e realizzazione di manufatti che
nulla hanno a che vedere con il bisogno di un tetto dove riparare così come
invece si configura, pur in assenza di autorizzazioni, la situazione di queste
sei famiglie appartenenti ad una minoranza etnica.
RingraziandoLa della disponibilità, distintamente La salutiamo.
I Gruppi politici di Buccinasco: Partito Democratico, Federazione della
Sinistra, Sinistra e Libertà, Verdi, Lista civica "Per Buccinasco", PDL.
28 marzo 2013 h.20.45 PAPACQUA, via Daino 1 - MANTOVA.
Introduzione di Igor Costanzo. Durante la
serata proiezione di fotografie in
collaborazione con Paola Castagna.
5 aprile 2013 h. 21.00
LE STORIE DEL MANEGHETO, vicolo Cere 24, VERONA Non ci sono confini agli orti di Spagna: storie, poesie, immagini e
musica di gente di viaggio. Con la fisarmonica di Tommaso Tommo Castagnini e le
immagini di Paola Castagna. Cena alle 19.30 - meglio prenotare 045-8014299
7 aprile 2013 h.17.30 TEATRO Valle Occupato, via del Teatro Valle
21, ROMA. Il tempo dei Rom, con Paul
Polansky, Pino Petruzzelli, Bianca Stancanelli,
la musica di Djovedì Django e degli Errichetta
Underground, la danza di Barbara Breyhan e
Daniela Evangelista, il canto di Debora Longini
e Daniela Bruno accompagnate da Ivan Macera e da
Mauro Tiberi, Stefano Liberti ed Enrico Parenti,
autori del documentario prodotto da ZaLab "Campo
sosta". Il tutto allietato dalla cucina rom.
9 aprile 2013 h.21.00 LIBRERIA
POPOLARE, via Tadino 18 - MILANO.
Presentazione "Il pianto degli zingari"
11 aprile 2013 h.21.00 ARCI Via d'Acqua,
viale Bligny 83, PAVIA. Impegno, musica,
poesia: programma in via di definizione
13 aprile 2013 h. 18.30
SUNSET CALDE' Piazza del Lago, 3 - 21010 - Castelveccana (VA) SLAM POETRY
15 aprile 2013 h.21.00
C.A.M. Ponte delle Gabelle, via san Marco 45 -
MILANO. Presentazione "Il pianto degli zingari"
16 aprile 2013 h.10.00
Isis GIOVANNI FALCONE, Via Matteotti 3, GALLARATE
(VA). Le parole sono luce: dialogo con gli
studenti. Introduzione di Ernesto Rossi.
Accompagnamento musicale di Mario Toffoli
17 aprile 2013 h. 18.30 LIBRERIA UTOPIA,
via Vallazze 34, MILANO. Chiusura tour
milanese
18 aprile 2013 h. 19.30
Spazio CENTO-TRECENTO, via Centotrecento 1/a BOLOGNA Chiusura tour italiano
Il pianto degli zingari
Danica è una ragazza intelligente. Nella scuola che frequenta a Monaco prende
ottimi voti, aiuta i compagni in grammatica. Forse farà l'insegnante, o forse la
dottoressa. Ma dalle quattro di una mattina d'inverno, di punto in bianco deve
lasciare casa libri amici lingua futuro, salire a forza con i genitori e la
sorellina su un aereo pieno di rom diretto a Pristina e a un incubo seppellito
nella mente dieci anni prima assieme a una lingua.
"Avna o nemcoja", aveva gridato suo padre quella mattina di giugno del 1999.
"Arrivano i tedeschi!", lo spauracchio che tornava nei racconti del nonno sulla
seconda guerra mondiale e sui nazisti in cerca di vergini da violentare. Ma
erano stati i vicini albanesi, vestiti di scuro, a cacciarli di casa agitando
asce e forconi. Lei aveva sette anni. Ora, alle quattro di mattina, il passato
ritorna a sfondare la porta di casa. Ma lei non è tedesca? Ha l'uniforme
scolastica, ha vinto una borsa di studio. E questa vicina che piange e protesta
coi poliziotti la considera come una figlia.
Lo stile spoglio e fattuale di Polansky è perfetto per una storia raccontata da
un'adolescente. Il reportage trasfigurato in racconto in versi è una denuncia
che rimane oltre il tempo dell'emergenza. Se non ci fossero emergenze senza
scadenza.
Il pianto degli zingari è un libro per tutti e dovrebbe entrare nelle aule
scolastiche, per animare i concetti di dignità umana, diritti dei minori,
cittadinanza, accoglienza, integrazione col volto e la voce di Danica. Roberto Nassi
Note: Autore: Paul Polansky Edizione: Volo press Postfazione:
Rainer Schulze
Immagini: Stephane Torossian
Traduzione: Fabrizio Casavola
Euro 10,00
Di Fabrizio (del 29/11/2013 @ 09:09:43 in Italia, visitato 1859 volte)
Spett. ex vicesindaco di Milano per una vita, per una volta i ladri non sono
quelli che tutti immaginano. Quella che segue non è una storia facile.
Ci eravamo lasciati un paio di anni fa, con 500 sgomberi e passa sul gobbo.
Cioè, sempre le stesse persone che venivano sgomberate e continuavano a girare
lì attorno.
Era un gioco a rimpiattino, tu, polizia municipale e le ruspe da una parte,
2/300 rom con i carrelli della spesa dall'altra parte. E noi, buonisti nostro
malgrado, a ripeterti: "Guarda che questi pezzenti conoscono il gioco meglio
di te, non li caccerai mai!" Lo avessimo detto a un pirla qualunque, magari
ci avrebbe dato retta, ma tu eri "l'eterno vicesindaco" (lei non sa chi sono me,
signor cittadino) e te ne facesti un punto d'onore: continuasti anche quando era
chiaro a tutti (anche a te, non negarlo) che non avresti tirato un ragno fuori
dal buco. Perché:
alternative non eri capace di trovarle da solo;
pensavi che, in quanto vicesindaco e pure di destra, tu
dovessi aver ragione "a prescindere", anche al di là dei fatti.
E' finita che le elezioni le hai perse tu, mica noi. E poi, dopo due anni, le
stiamo perdendo anche noi, buonisti nostro malgrado.
(E qua le cose si complicano: perché tra persone civili è sempre un
casino stabilire chi perda le elezioni e perché. Occorre tornare a quella fine
maggio del 2011)
MAGGIO 2011: Certo, il vento arancione, la sconfitta della destra, gli
scandali (ricordate la
casa di Batman?) grandi e piccoli... Sul fronte degli
sgomberi, la gente (quella che vota) dopo anni di "cattivismo", aveva votato
contro l'allora maggioranza perché da un lato s'era resa conto di quanti soldi
andassero spesi in continui sgomberi senza risultati, in secondo luogo perché
cominciava a intuire che, in fin dei conti, anche gli sgomberati fossero
persone, bambini, anziani, malati... come tutti, e con gli stessi diritti di
tante altre persone. Anche criminali? C'erano anche quelli, ma a furia di essere
trattati tutti come CRIMINALI, a furia di essere trattati come pacchi postali,
non c'erano altre prospettive che diventarlo.
Noi, buonisti nostro malgrado, ripartimmo da lì. Mi ricordo quello che ci
raccontava una delle "madri e maestre di Rubattino":
"Non facemmo niente di speciale, se non quello che ritenevano giusto. A
volte eravamo da sole, più spesso c'era gente sconosciuta che ci chiamava, ci
offriva aiuto e solidarietà. Perché quello che accadeva ai compagni di scuola
dei nostri figli e dei nostri alunni era qualcosa che ci faceva vergognare come
cittadine. Fu un momento di uscita da un ghetto mentale in cui si era noi da una
parte e i rom dall'altra. Ci fu chi fece cose simili in passato, questa volta
fummo in tanti, senza essere un movimento, senza altra identità che quella di
cittadini e cittadine di Milano."
Nel frattempo, cosa combinava la macchina comunale, quelle stesse persone con
cui si era affrontato la campagna elettorale spalla a spalla? Sgomberi ce ne
sono stati ancora (in tutto questo tempo) ma si è trattato di una specie di
"terapia a scalare": quello che prima veniva sbandierato ora avveniva
col maggior silenzio possibile; di sicuro non sono stati 500, le famiglie non corrono più
il rischio di essere divise, la polizia fa meno mostra di testosterone... a
cinque mesi dall'insediamento della nuova giunta mantenevo tutta una serie di
dubbi e insoddisfazioni. Dopo oltre due anni
momenti critici continuano.
(Il discorso va complicandosi ancora, abbiate pazienza)
Andando per punti:
Restando alla faccenda "sgomberi": non sono un tabù, ci sono
dei casi in cui vanno effettuati. Ricordava Ernesto Rossi nel
suo recente intervento che devono essere una misura da prendere
quando non ci sono alternative, e quindi dev'esserci un adeguato
preavviso, assistenza, una destinazione alternativa garantita.
Non si tratta soltanto di trattati internazionali che l'Italia
ha sottoscritto (e che ci indignano se è uno stato estero a non
rispettarli), ma il nodo POLITICO è la gestione: lo sgombero
deve presupporre determinate garanzie date da una trattativa con
i soggetti coinvolti, altrimenti è solo una misura discrezionale
del governante, buono o cattivo che sia.
Quindi le politiche, anche quelle repressive, devono
presupporre interlocuzione: con i cittadini, con le loro
associazioni, con i rom stessi. Questo è mancato assolutamente
con l'amministrazione passata, con quella attuale, dopo un primo
periodo di incomprensioni reciproche, il dialogo è stato una
costante doccia scozzese. Da un lato si è certamente allargato
il ventaglio dei soggetti coinvolti, dall'altro cittadini,
associazioni, rom sono stati cooptati in singoli momenti
periodici, escludendoli poi al momento delle decisioni e delle
scelte. Certe volte il dialogo è avvenuto solo con circoli
ristretti, rischiando di rompere le forme associative comuni che
si erano formate. A parte questo, la costante dell'approccio
alle richieste della "società civile" (se vogliamo usare un
termine di moda) è stato di una sequela infinita di promesse,
quasi mai mantenute. Rileggevo una sobria
lettera inviata dalla comunità rom di via Idro (sì, proprio
quella che impazza nelle cronache attuali) a giugno 2011: non
una delle loro richieste è stata, non dico risolta, ma iniziata
ad affrontare. Non c'è da stupirsi se ad un certo punto la
situazione è precipitata O era quello per cui qualcuno lavorava
in segreto già da allora?
Si è partiti, quindi, con speranze e promesse, già cassate a
luglio 2011 dal famigerato "Patto di stabilità". Non ci sono
soldi, ci è stato ripetuto in tutte le salse e anche un bambino
lo capisce che senza palanche le promesse rimangono sogni. Però,
ridurre le scelte e la progettualità ad una questione di FONDI
DISPONIBILI è stato per questa maggioranza un lampante ERRORE
POLITICO: da un lato perché il messaggio che ne deriva è che
senza soldi non si possono fare scelte, e che siamo tutti
MENDICANTI alla mercé del benefattore di turno (insomma, la
solita politica classista); dall'altro
perché esisteva (e forse esiste ancora) un capitale politico
UMANO (lo stesso che ha deciso l'esito delle precedenti elezioni
comunali) che poteva essere speso. Da questa impostazione
politica comunale derivano alcune scelte: ad esempio sin
dall'inizio si erano ventilati colloqui tra comune e
famiglie residenti nei campi comunali; per quanto fosse
un'operazione a costo quasi zero, non sono ancora stati avviati;
l'anno scorso è pure stata messa la cifra (spropositata, secondo
la mia opinione) a bilancio nell'iper pubblicizzato PIANO
COMUNALE, ebbene, tutto è ancora fermo.
Ma quando i soldi c'erano, che fine hanno fatto? De Corato
ha potuto finanziare parte dei suoi infiniti sgomberi (ma la
questione di dove provenissero i fondi è ancora misteriosa), dai
29 milioni circa del piano Maroni. L'altro grosso intervento fu
la chiusura del campo comunale Triboniano-Barzaghi, con la
campagna elettorale ormai in pieno svolgimento.
Alcuni degli
sgomberati dei campi Brunetti e Montefeltro sono dei profughi di
quell'altro sgombero di oltre due anni fa, tanto per dare una
misura dell'efficacia di allora. Altra maggioranza, e il
problema si ripropone. Differenti i toni:
tutto tranquillo, le operazioni si sono svolte senza
problemi, in 254 hanno accettato l'ospitalità offerta dal
comune.
Certo, tutto tranquillo, SINORA. Ci sono 300 persone a
spasso nella zona, in cerca di un posto dove rifugiarsi; viene
da chiedersi:
cosa è cambiato rispetto a due anni fa?
così la situazione è destinata a rimanere tranquilla?
Il punto dell'ospitalità è interessante. Perché sembra che
la capacità di ospitare da parte del comune non superasse le 200
presenze (su 600 sgomberati circa). Stabilito che comunque
qualcuno si sarebbe "nascosto" per tempo, forse il comune
offriva un'ospitalità inesistente.
Ma torniamo a parlare di soldi. Se De Corato (forse)
finanziava i suoi sgomberi coi fondi del piano Maroni, quando il
piano è stato bloccato, non solo sono terminati tutti gli
interventi di sostegno alla comunità (compresi quelli
dell'ordinaria manutenzione dei campi comunali, e non si capisce
il perché) ma, anche volendo, non c'erano più soldi per
sgomberare, dato che anche sgomberare ha un costo.
Sbloccati nuovamente i fondi (ne restavano circa 5 milioni)
ben 2 milioni vengono investiti nel centro do emergenza
(emergenza? A De Corato sono fischiate le orecchie!) di via
Lombroso, contro i 260.000 destinati a scuola e lavoro. La
declinazione di EMERGENZA non si applicava ai nomadi: ma alla
solita compagnia di imprese, cooperative, professionisti della
gestione dei campi, che da tempo non vedevano più un soldo.
C'è un nuovo soggetto che da un po' di tempo sta facendo
sentire il suo fiato, si chiama EXPO. A volte
in maniera inquietante, altre volte in maniera più civile.
Cioè, da 10 anni sento parlare di "superamento dei campi", senza
vedere atti concreti corrispondenti. Là dove sinora non era
arrivata la politica, stanno riuscendo gli appetiti suscitati da
questo EXPO. Capita l'antifona, va ripetendolo anche il comune:
i campi (comunali o no) s'hanno da chiudere, ed è stato trovato
il sistema più semplice: basta non intervenire di fronte a
qualsiasi urgenza, umana o strutturale che sia. Nel frattempo,
come nel caso di via Lombroso, se ne stanno costruendo di nuovi,
per la gioia degli amici di sempre, che offrano ospitalità a
termine (mascherata da integrazione) e gestiti in maniera
privatistica, come certe carceri USA.
Insomma, niente di facile e di promettente. Sembra che l'amministrazione
attuale abbia scelto per "la riduzione del danno": politiche forse più UMANE di
quelle precedenti (forse più ipocrite), che però non ne mettano in discussione le logiche e gli
interessi.
Può essere, che qualche lettore particolarmente sveglio, noti qualche
somiglianza tra l'approccio municipale alle questioni rom e quello ad altri
punti problematici della città. Qualcuno, forse ragionerà sulla similitudini tra
queste politiche, e la situazione nazionale dove, che si vota per la destra o la
sinistra, ti servono sempre la stessa minestra. Non lo so in Mahalla si
ragiona di rom e di sinti, ma... si è anche ripetuto molte volte che
come si affrontano queste problematiche è uno specchio di come veniamo trattati
noi cittadini di serie A.
PS: e le prossime elezioni? De Corato ed eredi hanno fatto poco o niente
per meritarlo, ma secondo me non ci sarebbe niente di strano se la prossima volta
a vincere fosse la sua banda.
Di Fabrizio (del 31/08/2011 @ 09:09:26 in Italia, visitato 1744 volte)
Mi è stato suggerito da
Ernesto Rossi un provocatorio esperimento: prendere la seguente notizia di
cronaca e sostituire le parole rifugiati/profughi con zingari. Che
ve ne pare del risultato?
ACCOGLIENZA, NON EMERGENZA Il Comune di Milano primo caso in Italia di
gestione diretta dell'accoglienza degli zingari
Uscire dalla logica dell'emergenza ed offrire un'accoglienza umana ai tanti
disperati che cercano rifugio nella nostra città. Il Comune di Milano fa da
pioniere a livello nazionale nella gestione dell'assistenza zingari, ad oggi
affidata alla Prefettura. Sarà la sede della Protezione civile di via Barzaghi
ad ospitare a turni di 15 giorni fino al 20 settembre i circa 350 zingari- tra
quelli già presenti in città e quelli in arrivo- a costo zero per il Comune (Il
Governo mette a disposizione 46 euro al giorno per persona).
"Potevamo accettare che venissero messi in hotel a spese del governo e far
finta di nulla lasciandoli al loro destino - ha spiegato l'Assessore alla
politiche Sociali Pierfrancesco Majorino - invece abbiamo scelto di farcene
carico governando questo flusso di presenze grazie alla collaborazione con il
terzo settore". Nei 15 giorni di permanenza nel centro, ogni persona accolta,
dopo essersi visto riconosciuto lo status di rifugiato politico da una
commissione territoriale supplementare composta da rappresentanti della
Prefettura, della Questura, dell'assessorato alle politiche sociali e dell'Acnur
(Alto commissariato delle nazioni unite per irifugiati), verrà sottoposto a
visite mediche e colloqui psicologici. Saranno inoltre messi a disposizione
mediatori culturali e linguistici che aiuteranno queste persone nel percorso di
inserimento sociale o nel rimpatrio assistito e le indirizzeranno verso altre
strutture di accoglienza.
Sono diversi i ricoveri in cui gli zingari possono trovare asilo: la Cascina
Monluè, gli appartamenti delle associazioni Arca e Aspi, la casa di accoglienza
di via Ortles, si aggiungono oggi ai ricoveri offerti dalla parrocchia
Pentecoste, dall'associazione missionari Cuore Immacolato di Maria, dalla
Caritas di via Arici, da casa Silvana, da casa del Giovane, da casa Cardinal
Colombo e dal centro di prima accoglienza di via Saponaro. "Fino ad oggi a
Milano c'e' stata una grande assenza di coraggio sulla messa a disposizione dei
posti per gli zingari- ha sottolineato Majorino- è assolutamente necessario
aumentarne il numero perché le emergenze umanitarie non possono essere messe
sotto il tappeto della politica, una città come la nostra deve diventare pronta
per l'imprevedibilità di queste situazioni". Ogni 15 giorni l'assessorato alle
politiche sociali fornirà dati sulla situazione degli arrivi e sulla gestione
delle presenze nei vari quartieri. "Sarà una prima risposta accogliente ed
efficiente- ha affermato l'Assessore alla Sicurezza e Protezione Civile Marco
Granelli- degna di una città moderna europea che si fa carico delle conseguenze
della critica situazione internazionale nel mediterraneo e nel continente
africano".
Di Fabrizio (del 07/07/2009 @ 09:07:46 in Italia, visitato 1644 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi
GIOVEDI’ 9 LUGLIO 2009
CAMPO SINTI DI P.LE EUROPA (sulla destra del Palazzo Esposizioni)
Serata di Grande FESTA in P.le EUROPA , saranno presenti: Autorità,
Associazzioni di volontariato, comunita Sinte, e finalmente tanti amici
(sedentari) di Pavia e Provincia.
Comune di Pavia Università di Pavia - Facoltà di Ingegneria
Settore Servizi Sociali CdL Ingegneria Edile/Architettura
Corso di Sociologia Urbana e del Territorio
I Sinti abitano Pavia Progettiamo insieme il superamento urbanistico e sociale dei campi nomadi
pavesi
Tra marzo e giugno del 2009 un gruppo di 30 studenti di Ingegneria
Edile-Architettura, coordinati dal sociologo Andrea Membretti, hanno
realizzato una intensa attività di
studio e di progettazione urbanistica e sociale, per affrontare il "problema
campi nomadi" in relazione alla città di Pavia.
Lo studio si inserisce in una convenzione siglata con il Comune di Pavia:
le attività si sono svolte in interazione con il Gruppo di Studio
sull’Immigrazione promosso dalla Prefettura di Pavia e hanno visto il
diretto coinvolgimento della Comunità sinta pavese, oltre che di diverse
associazioni locali e di numerosi esperti sul tema.
Per presentare i primi risultati del laboratorio di ricerca e per discuterne
insieme, la cittadinanza tutta è invitata ad una serata di incontro, di
dibattito e di socialità.
ORE 21: PRESENTAZIONE PUBBLICA DELLE ATTIVITA’ DEL LABORATORIO E DIBATTITO
ORE 22 in poi: MUSICA ZIGANA, BALLI E SOCIALITA’
Per tutta la serata sarà presente servizio bar gestito dalla comunità sinta.
Non aveva esitato un attimo a buttarsi nel Naviglio per salvare un anziano che
si era gettato nell’acqua tentando il suicidio. Era lo scorso maggio, Loris Vinotti, giovane sinto
residente a Buccinasco nel quartiere Terradeo, si trovava
a Trezzano per lavoro quando dal suo furgoncino aveva notato quell’uomo
lasciarsi andare nell’acqua all'altezza del Ponte Gobbo: Loris si è
immediatamente fermato, tuffandosi per salvarlo...
A distanza di mesi, il Comune di Trezzano non dimentica il gesto di quel ragazzo
del campo sinti, un eroe della vita quotidiana che non ha fatto altro che
comportarsi secondo coscienza. Con un senso civico che troppo spesso si tende a
non attribuire a chi appartiene ad una minoranza etnica come la sinta.
“Di quanti Loris ha bisogno il popolo sinto perché cambino idee e comportamenti
nei suoi confronti?”, si era chiesto a maggio Ernesto Rossi, presidente di
Aperta-mente (di cui fa parte anche Vinotti). Una domanda provocatoria che non
nascondeva la preoccupazione per i pregiudizi che ancora oggi pervadono la
nostra società.
Trezzano ha saputo guardare oltre e domenica 9 settembre ha conferito a Vinotti
un riconoscimento in occasione della premiazione delle persone che si sono
distinte per importanti atti verso la collettività, organizzato dalla Pro Loco.
Tra gli altri premiati, anche il carabiniere che ha sventato una rapina
rimanendo ferito e l’imprenditore Merlini che ha reso un servizio alla
collettività valorizzando, dal punto di vista ambientale, le cave dismesse di
sua proprietà.
Di Fabrizio (del 01/02/2013 @ 09:05:50 in Italia, visitato 1065 volte)
Questo è il punto cui è arrivata l'esperienza una volta esemplare del
Quartiere Terradeo di Buccinasco. Oltre un anno di gestione commissariale,
resistenze e incapacità amministrative... più la crisi, che notoriamente picchia
in basso.
Ci auguriamo -e cerchiamo di fare il possibile- perché sia un punto e a capo.
Ernesto Rossi - APERTAMENTE di Buccinasco
LETTERA APERTA DELLA COMUNITA' SINTA DI BUCCINASCO
Come è difficile la vita di un "NOMADE STANZIALE". Così ci ha paradossalmente
definiti in un suo recente articolo una giornalista del quotidiano "Il Giorno ".
I nostri avi SINTI sono giunti in Italia attorno al 1400. Mentre la nostra
comunità, di fatto una famiglia allargata, risiede a Buccinasco da oltre
trent'anni. Quindi noi e le nostre famiglie siamo cittadini di Buccinasco, e i
nostri bambini da alcune generazioni frequentano le locali scuole dell'obbligo.
Sino a che la "crisi" non ha colpito tutti, almeno un membro di ognuna delle
nostre famiglie aveva un regolare lavoro, che ci permetteva di vivere
decorosamente nel nostro Quartiere Terradeo, con il valido aiuto delle
Amministrazioni che si sono succedute nel nostro Comune e di alcune
Associazioni.
Sei più una delle nostre famiglie (le più numerose) hanno nel tempo investito
tutti i loro risparmi per costruirsi, in alternativa alle precedenti roulotte,
sette casette in legno appoggiate su di una piastra in cemento per vivere una
vita più confortevole.
Lo scorso inverno il Commissario, che in quel periodo governava Buccinasco,
ha ordinato la demolizione, attraverso una raffica di ordinanze (oltre venti)
sotto il controllo costante delle Forze dell'Ordine, di tutte e sette le
costruzioni, e già che c'era ha fatto abbattere anche sei casotti in legno 2X2,
utilizzati come ripostigli. Questa operazione è andata avanti per diversi mesi.
Motivo dell'intervento: l'edificazione delle casette, con molti incoraggiamenti,
ma senza alcun permesso formale delle preposte Autorità.
Va precisato che per avere il permesso di costruzione era necessario che il
Parco Agricolo Sud Milano autorizzasse, prima, l'esistenza del Quartiere, dove
da anni vivono le nostre famiglie, allestito sopra un terreno di proprietà del
Comune ma collocato entro il Parco Sud.
L'attuale Amministrazione comunale ci sta riprovando, così come ci hanno
provato quelle precedenti, e siamo in attesa che l'annoso problema venga
positivamente risolto.
Nel frattempo, come per buona parte delle famiglie italiane, le condizioni di
vita delle nostre famiglie, che già da prima erano difficili, in questi ultimi
tre anni sono notevolmente peggiorate e la maggior parte dei nostri capi
famiglia ha perso il lavoro. Si sopravvive effettuando lavori precari, cercando
di far fronte ogni mese alle spese fisse, mangiare, luce, gas, trasporti,
affitto, ecc.
In questo contesto e con diversi problemi ancora irrisolti, sono
avvenuti i fatti in un pomeriggio della scorsa settimana.
Una buona parte delle famiglie del Terradeo ed alcuni parenti invitati,
stavano festeggiando il battesimo di un nostro bambino in un ristorante della
zona. Dopo pranzo, alcune coppie stavano ballando al suono della musica del
locale, che qualcuno ha ritenuto di volume eccessivo, tanto da richiedere
l'intervento di una pattuglia di Vigili Urbani.
Quello che è avvenuto all'arrivo dei Vigili è estremamente sgradevole: un
paio di noi, evidentemente "alticci", si sono comportati in modo poco urbano e
con poco rispetto nei confronti dei tutori dell'ordine, nonostante l'intervento
moderatore di altri commensali.
Il giorno successivo due delle persone interessate al fatto, si sono recate
presso il locale comando di Polizia Urbana per porgere le loro scuse per
l'accaduto.
A queste scuse aggiungiamo quelle delle nostre famiglie, poiché riconosciamo ai
nostri Vigili la serietà e la correttezza nello svolgere il loro non facile
compito quotidiano in situazioni difficili come quelle sopra ricordate, in cui
ci siamo trovati anche noi coinvolti.
Vorremmo comunque far presente che in casi come questi, che ci auguriamo non
abbiano più a ripetersi, gli autori delle eventuali azioni perseguibili dalle
leggi del nostro Stato, rispondono personalmente di fronte alla giustizia e
quindi riteniamo giusto sottolineare e chiedere che anche chi riporta i fatti
debba evitare generalizzazioni o ancor peggio la criminalizzazione di una intera
Comunità, come spesso è accaduto nel passato sui mass media.
Le Famiglie del Quartiere Terradeo di Buccinasco
L'Associazione APERTAMENTE di Buccinasco
Una delle “maestre dei rom” ha scritto una lettera aperta per denunciare le
spaventose condizioni di vita. Alla Bovisa 8 famiglie vivono nelle fondamenta di
un palazzo mai terminato: “Ombre spaventate, che non escono nel prato per non
essere viste”
MILANO – Pubblichiamo integralmente una lettera scritta ieri da Flaviana
Robbiati, una delle “maestre dei rom” di Milano, che domenica scorsa è andata a
vedere dove vivono alcuni dei piccoli alunni rom che frequentano le scuole
milanesi, trovandoli in condizioni di vita spaventose. “Credevo di aver visto un
ventaglio esauriente di posti dove i rom continuamente scacciati si accampano,
compreso il girone dantesco della fabbrica crollata di Rubattino tra macerie e
topi (20 novembre). Quello che ho visto oggi è molto, molto peggio. Zona
Bovisa, un edificio a più piani mai terminato, di cui esistono solo pilastri
d’acciaio verticali e orizzontali e solette. Il tutto evidentemente abbandonato
da anni”.
“Dal marciapiede spostando una lamiera si accede a un prato incolto, lo si
attraversa e si arriva all’edificio: nessuna traccia dei rom, non uno, non una
voce. Si costeggia il palazzo, cioè il suo scheletro, tra sporcizia e masserizie
e si comincia a scendere uno scivolo, fino ad infilarsi sotto il palazzo dove
nella semioscurità vivono 7 o 8 famiglie rom. Sottoterra e con la pochissima
luce che filtra, con le correnti fredde, molto fredde create da spazi pieni e
vuoti. Ci abituiamo alla poca luce (siamo in quattro, tre maestre e una signora
volontaria) e cominciamo a veder tende a igloo, bambini, persone: fantasmi,
ombre spaventate che non escono nel prato dove il sole rende la temperatura meno
rigida per non essere visti. Il popolo del sottoterra milanese. Tutti ci parlano
del freddo, ma ancora di più dello sgombero annunciato per domani. Nessuno si
lamenta, nessuno ci chiede alcunchè”.
“Mentre siamo lì una signora rom pulisce i fornelli (l’acqua la prendono alla
fontanella della piazza vicina), cambia i fogli di giornale che fanno da
tovaglia, scalda una pentola d’acqua e lava le stoviglie. Un’altra scopa il
pavimento di cemento: lo spazio in cui stanno è pulito, nelle tende regna
l’ordine, ma è un posto da topi, siamo sottoterra al freddo e all’umido
puzzolente. Una nostra scolara di 10 anni, ci chiede un libro per studiare: lei
a scuola ci andava, ma i continui sgomberi hanno reso impossibile la frequenza.
Ci chiede quando potrà tornare. Per tutto il tempo che stiamo lì non uscirà mai
dalle braccia della sua maestra”.
“Un altro bambino, di 6 anni, quando vede la sua maestra si ferma immobile e
resta così per un po’, ma intanto la faccina gli si trasforma e diventa un unico
grande sorriso, sembra che gli scoppi la luce dentro. Poi le corre incontro e le
salta in braccio. Verso di noi solo rispetto, tanto rispetto e grande
educazione, verso i bambini coccole e tenerezza. Noi ce li coccoliamo i nostri
scolari e anche i loro fratellini. Mi chiedo in quale altra parte del mondo le
persone sono costrette a vivere così e con la paura di essere scacciati anche
dai sotterranei: forse nelle fogne di Bucarest? Forse nell’Africa più ingiusta?
Forse nelle favelas del Brasile? Ci è difficile venire via da lì, e quando
usciamo non commentiamo.
Una donna rom ci augura “buon 8 marzo”.
Siamo nelle festività, il periodo meno adatto per discutere di un tema
sociale come quello della Comunità sinti a Buccinasco. Perché sono anni che
Buccinasco ha investito sulla integrazione della Comunità . Si sono impegnati
amministratori e società civile; l'associazione Apertamente ha quale attenzione
principale, se non unica, la Comunità sinti.
Succede proprio in questi giorni che la Comunità sinti (forse non tutti di Buccinasco ma anche di persone che hanno residenza nel nostro campo sinti) sono
oggetto di cronache preoccupate per vicende truffaldine ben organizzate (VEDIil CorrieredellaSera). Secondo Repubblica tutti i sei componenti arrestati vivono
nel campo sinti di Buccinasco; tutti, dicono i giornali con precedenti penali.
Tutti arrestati; con reati diversi. L'attività agli inquirenti appare
organizzata e condotta da persone "esperte", per cui si teme una organizzazione
più ramificata, con anziani soli truffati e danneggiati o a rischio di esserlo.
Da qui l'invito a prestare attenzione, a non fidarsi di sconosciuti (e
sconosciute) incontrati per la strada che offrono aiuti diversi per introdursi
in casa.
Questa la vicenda che parla di 22 truffati ed un "bottino" di 300mila euro. Qui
a Buccinasco qualche precisazione diventa inevitabile. Il Corriere riporta nomi
e funzioni svolte fra cui una signora che non ha residenza al campo sinti e che
nel suo appartamento di Buccinasco curava la raccolta della refurtiva e il suo
smistamento, oltre a trattare cocaina in quantità non marginale, con le dosi
pagava anche i sinti. Sembrerebbe punto di riferimento di tutto il sistema
(quello scoperto).
La signora in questione, vedova di un confinato a Buccinasco dagli anni settanta.
Lui (dai famigliari con precedenti penali ripetuti), considerato componente
della malavita organizzata nel Sud Ovest Milano. Insomma, il quadro che sembra
delinearsi è quello che vede i sinti come "manovalanza esperta" che opera a
supporto di pezzi di malavita ben più organica.
Scenario che non può e non deve lasciare indifferenti a Buccinasco. Le forze
dell'ordine certo; ma è situazione sulla quale ci si deve interrogare nella
nostra Comunità: chi stiamo aiutando con elargizioni a vario titolo? Tutte le
persone coinvolte, scrivono i giornali, risultano disoccupate e senza alcun
reddito. Vivono forse di sostegni erogati con i danari della nostra Comunità?
Il processo di integrazione vive di un modello codificato e testato? (posto che
ci sia, a Buccinasco). E' evidente che si stanno denunciando buchi
preoccupanti. Che l'impegno delle amministrazioni succedutesi sembra essersi
limitato a una sorta di carità compassionevole, per il resto affidata
all'impegno volontaristico di qualche Cittadino: certo meritevole di
apprezzamento. Il tutto però drammaticamente insufficiente, visto quanto appare
da questa vicenda.
Sarebbe facile ora l'accusa alla amministrazione per la vicenda sugli abusi
all'Enel Sole e il suo rincorrere comportamenti non leciti e cercare di
tamponarli, sminuirli, quasi di nasconderli. Si dimostra come non mai
insufficiente la motivazione di non parlarne per non rinfocolare un rifiuto dal
sapore razzista. Tenere nascoste le magagne è sbagliato: occorre che si guardino
con la necessaria responsabilità, chiarezza e serietà. Amministrare comporta dar
conto delle decisioni e della loro utilità: la compassionevole carità è cosa
altra e diversa.
Il problema è reale e merita la massima attenzione della Comunità, a cominciare
dai nostri amministratori. Convinti che la soluzione non può essere
l'allontanamento ma anche che qualsiasi insediamento stabile (come è aspirazione
programmatica del mandato Maiorano), è fuori discussione: sarebbe un ghetto.
Centro di degrado sociale e malavita, che così si radicherebbe ancora di più.
Crediamo opportuno e indifferibile un approfondimento serio sul tema sinti.
Erogare a pioggia contributi diversi senza che questi siano legati a un percorso
preciso e deciso di normalizzazione e integrazione civica, è uno spreco.
Soprattutto dannoso per i destinatari; contributi così erogati consolidano
comportamenti devianti, estranei alla società civile.
In risposta all'ennesimo articolo di Saccavini su
"CITTA' IDEALE": Buccinasco: i sinti, l'assistenza e un progetto di integrazione
Apertamente è una Associazione di volontariato,
formata da Sinti e non, da dieci anni opera per la realizzazione di un Progetto
di "Inclusione Sociale" della locale Comunità sinta residente a Buccinasco
dall'inizio degli anni '80. Intenzione dichiarata di tale Progetto è
innanzitutto contribuire al raggiungimento del soddisfacimento di bisogni
primari come: Salute, istruzione, casa, lavoro.
Nel rispetto delle comuni leggi nazionali ed internazionali ricordando che in
caso di inosservanza delle leggi penali e civili la responsabilità è sempre
individuale: a Buccinasco, al Q.re Terradeo, come ovunque.
Per il raggiungimento di questo obiettivi Apertamente si è dovuta negli anni
confrontare con due Amministrazioni locali (Carbonera, Cereda), con il nominato
Commissario Straordinario (Iacontini) e attualmente con l'Amministrazione
Maiorano. Con le Amministrazioni Provinciali: Colli, Penati ed ora Podestà, e
ben 4 Direttori del Parco Agricolo Sud Mi (Ceriani, Ghiringhelli, Cioffi e ora a
interim De Cataldo)
Ogni volta che uno di questi interlocutori cambia, si ricomincia da capo per
quanto riguarda i contatti per la presentazione, discussione realizzazione dei
nostri Progetti.
Dall'inizio della nostra esperienza di Associazione abbiamo cercato e trovato
collaborazione con quanto si muoveva nel sociale sul territorio del comune e
comuni limitrofi (Associazioni, Caritas Decanale, le Parrocchie, le Cooperative
Sociali). Abbiamo da circa cinque anni per operare con maggior efficacia come
Apertamente, preso contatto con altre associazioni aventi finalità simili alla
nostra (Caritas, Naga, Comunità di S.Egidio, Padri Somaschi, Casa della Carità,
Opera Nomadi, Amnesty International, Avvocati per niente, ecc.) raggruppate nel
Tavolo Rom e Sinti di Milano. Inoltre collaboriamo con dipartimenti
dell'Università Bicocca e di Pavia con le quali abbiamo partecipato
all'organizzazione di eventi sui temi riguardanti queste minoranze etniche.
Recentemente abbiamo promosso a Buccinasco un pubblico evento sul tema "Crisi
economica, lavoro che manca.. alcune proposte".
Pensiamo di fare cosa utile, portare a vostra conoscenza la riflessione
riportata qui sotto (il ritorno a
Mahalla, ndr.), che interamente
condividiamo. Essa ben descrive il contesto nel quale quotidianamente ci
troviamo ad operare.
Per Associazione Apertamente di Buccinasco
Ernesto Rossi, Augusto Luisi
Buccinasco 27.12.2013
Pessano con Bornago
Dopo le meritate vacanze, torniamo con due incontri di sicuro interesse.
Conoscere per non discriminare, due iniziative ideate e organizzate
dall’associazione La bottega che non c’è trasformeranno il territorio di Pessano
con Bornago in uno spazio aperto, dove riflettere sui numerosi pregiudizi che
circondano il popolo Romaní.
Due momenti di storia, letture, testimonianze, musica, che aiutano a sovvertire
le abitudini, a sottrarsi ai condizionamenti, per non smettere mai di dare
concretezza alla parola solidarietà, per non smettere mai di migliorare la
nostra società in un continuo confronto di idee, coscienze, culture e religioni
che danno significato e valore a ogni nostra scelta.
La bottega che non c'è
Venerdì 20 settembre 2013 - Ore 20.30. Sala Consiliare in Piazza della
Resistenza
1. Conoscere attraverso la storia. Relatore: Ernesto Rossi, dell'Associazione ApertaMente.
2. Testimonianze dell'Associazione Mamme e Maestre di via Rubattino.
3. Testimonianze del progetto Taivé.
4. Proiezione del film documentario Io, la mia famiglia Rom e Woody Allen.
5. Musica tzigana del brillante duo de l'Orchestra dei Popoli Vittorio Baldoni.
Domenica 29 settembre 2013 - Ore 16.30. Cortile della Biblioteca Comunale
6. Conoscere attraverso la poesia e la musica. Lettura di brani e poesie di
Papuska e di Mariella Mehr a cura del gruppo Polvere di Storie.
7. Musica del violinista George Moldoveanu.
8. Performance di Jovica Jovic.
9. Cabaret di Luca Klobas.
10. Mostra pittorica di Rebecca Covaciu.
Durante il primo e il secondo incontro saranno allestite la Mostra fotografica
della Caritas ambrosiana e un Buffet tradizionale che solleticherà i nostri
palati, con tanti fragranti e appetitosi assaggi.
Di Fabrizio (del 12/12/2013 @ 09:01:34 in Italia, visitato 1729 volte)
AL DIRETTORE de "IL GIORNO"
Gentile Signor Giancarlo Mazzuca,
nei giorni scorsi il giornale da Lei diretto ha pubblicato un articolo che ci
ha molto spiacevolmente colpiti, a partire dal titolo: "Illuminavano il campo
rubando la luce pubblica" e quindi, deduce il titolista nell'occhiello, "Nei
guai i Sinti del Terradeo" (vedi
QUI ndr.).
Passato, si fa per dire, il primo sconcerto, ci siamo chiesti come fosse
possibile che un importante quotidiano pubblichi una simile... 'notizia'
senza alcuna verifica, additando un'intera comunità di persone all'opinione
pubblica di una città, dove hanno finora vissuto con una certa tranquillità, in
un periodo di difficoltà economiche generalizzate che facilmente riscaldano gli
animi. Oltretutto, la signora Santolini conosce il Terradeo, ci è stata, conosce
noi e l'associazione: sarebbe bastata una telefonata, una mail, per avere tutte
le spiegazioni del caso.
Dunque, i Sinti del Terradeo nei guai ci stanno per tante ragioni, anche
senza bisogno di... raccomandazioni, a partire dal lavoro che non si trova, ma
certo non per i motivi di fantasia che 'il Giorno' attribuisce loro.
Ma ci può essere di peggio? C'è: in tutte le edicole di Buccinasco è apparsa
una locandina che a lettere cubitali denuncia: "campo nomadi illuminato rubando
la corrente". A parte il grottesco 'nomadi' per persone registrate in anagrafe
da trent'anni, le cose stanno ben diversamente.
Non stiamo a ricordare la legge sulla stampa, né cosa possa comportare questo
modo di trattare una minoranza già emarginata e, altrove finora, malvista. Ci
aspettiamo, però, un articolo che racconti le cose con pari evidenza e in modo
più realistico, e le accludiamo una lettera sull'argomento. Essa si conclude con
un invito, che rivolgiamo anche a lei e alla Signora Santolini, per sabato 14,
alle 10.30, al Quartiere Terradeo, dove spiegheremo, documenteremo e, ancor più,
mostreremo come stanno realmente le cose.
Gradisca i saluti di Ernesto Rossi e
Augusto Luisi, dell'associazione
"ApertaMente di Buccinasco".
Tel.3338628466 - 3355324525
10 dicembre 2013
#Buccinasco - Fornitura dell'Enel al quartiere Terradeo:
'precisazioni'
Il sindaco Giambattista Maiorano interviene sulle polemiche dei giorni scorsi
respingendo le accuse diffamatorie di chi gli ha attribuito dichiarazioni e
volontà mai espresse. Intanto la fornitura dell'energia è stata riattivata con
regolare contratto a forfait
Buccinasco (10 dicembre 2013) - La vicenda è ormai nota, dopo la pubblicazione
sulla stampa e su un blog locale: la scorsa settimana è stata sospesa
l'erogazione di energia elettrica al blocco servizi (bagni e docce comuni) del
quartiere Terradeo in via dei Lavoratori, lasciando gli utenti privi dell'acqua
calda. Meno noto, e anzi raccontato sul web in modo non corrispondente al vero,
è quanto accaduto nei giorni scorsi. Tanto da spingere il sindaco Giambattista Maiorano a presentare una formale
denuncia di diffamazione.
La sospensione del servizio fornito da Enel risale allo scorso 2 dicembre: in
quella data ne viene informato il primo cittadino che il giorno successivo aveva
già in programma un incontro con i rappresentanti dell'associazione Apertamente
(di cui fanno parte alcuni abitanti del quartiere), il maresciallo della locale
Stazione dei Carabinieri e il comandante della Polizia locale: i sinti non sono
stati convocati dunque per offrire loro una via d'uscita né tanto meno l'offerta
di un obolo pagato di tasca propria dal sindaco o addirittura dai cittadini di Buccinasco. In qualità di primo cittadino, in quella circostanza e con una nota
scritta, Maiorano ha chiesto però ad Enel di riattivare il servizio considerata
la presenza di numerosi minori nel quartiere e garantendo l'immediata firma di
un contratto (non da parte del Comune ma a nome degli abitanti del campo).
E' vero che Enel ha rilevato una serie di anomalie e per questo è stato sospeso
il servizio: solitamente il blocco servizi è alimentato dai pannelli solari del
quartiere e solo nei periodi di cattivo tempo negli anni è sempre stato
sottoscritto dalle famiglie del Terradeo una forma contrattuale forfettaria (con
pagamento in anticipo). Quest'anno evidentemente non è stato fatto ma il
problema è già stato risolto: in seguito ad un nuovo incontro con i
rappresentanti dell'associazione, il giorno 6 dicembre è stato formalizzato un
regolare contratto presso gli uffici Enel di Corsico. Per quanto concerne le
utenze private abbinate ai singoli nuclei familiari, lo stesso sindaco ha
comunicato ai rappresentanti del quartiere che qualora ci fossero degli
insoluti, la società adotterbbe quanto previsto per tutti i cittadini.
"Ritengo pertanto assolutamente diffamatoria e calunniosa - dichiara il sindaco Maiorano - ogni altra versione dei fatti, come quella fornita dal sito internet
'La Città Ideale', proprio per questo ho presentato una denuncia per
diffamazione ai carabinieri. Il rischio di tutte queste notizie infondate è la
creazione di un clima che potrebbe sfociare in atti di intolleranza verso una
comunità che faticosamente tenta di integrarsi a Buccinasco".
Di Fabrizio (del 25/11/2013 @ 09:00:57 in Italia, visitato 1635 volte)
di Ernesto Rossi
Sono passati pochi giorni dalla Giornata Mondiale dei Diritti dell'infanzia.
Il Comune ha rischiato di ripetere l'impresa di Moioli-decorato: lei a
celebrarla coi discorsi, lui con lo sgombero di Rubattino. Occasione persa. Ma
lo sgombero rimane: in via Brunetti e Montefeltro si prepara quello di circa
1500 rom romeni, metà bambini, che si sono lasciati 'accumulare' ...anzi, vi si
è contribuito con tutti gli altri sgomberi diffusi sul territorio milanese di
piccoli gruppi che venivano ad aggiungersi qui, non avendo dove rifugiarsi. Così
ora si procede, con un unico intervento spettacolare. Una ripulitura generale
della città, perché si presenti al meglio in vista dell'EXPO 2015.
Ma dove andranno, visto che i posti in emergenza che sono stati predisposti
(via Barzaghi, Lombroso, Novara) non sembrano superare le duecento unità? E
perché, proprio adesso che arriva il gelo di 'Attila', mettere per la strada
centinaia di persone senza riparo e di bambini?
È 'l'Europa che ce lo chiede'? Non pare. A Natale del 2011 venne a Palazzo
Marino il Signor Schokkenbrok, inviato appositamente dal Consiglio d'Europa.
Incontrò a porte chiuse il Sindaco e gli assessori Granelli e Majorino: neppure
un comunicato stampa, per una visita così importante, ma la materia era
...delicata: si chiedeva al Comune di Milano di cessare gli sgomberi o comunque
di adeguarli alle prescrizioni dell'UE: preavviso, assistenza, destinazione
alternativa garantita.
Sono anni che si parla di prevenzione. Per la salute, ma vale anche nel sociale.
Costa meno, evita sofferenze. Serve a tutelare i Diritti fondamentali delle
persone. Boh.
Insomma, per tutte queste ragioni (!) lunedì mattina si sgombera. Manteniamo
le tradizioni.
Di Fabrizio (del 11/05/2010 @ 08:55:27 in Italia, visitato 1618 volte)
Una rondine, si diceva, non fa primavera. Ma ormai queste
rondini crescono, sono voci sempre più alte, e interroganti. L’amministrazione
comunale di Milano (e altri) tuttavia non sembra udirle. Oppure le avvelena,
come fa con l’aria l’acqua il suolo. E il clima sociale della città. La
primavera è incerta, esitante ancora, ma avanza. Ciao, Ernesto Rossi
Gent. Sig. Sindaco,
mi chiamo don Matteo Panzeri e sono un sacerdote che opera da otto anni a
Milano, zona San Siro.
Occupandomi di umanità, ho ritenuto da sempre di dovermi interessare anzitutto
di quanti sono prigionieri di varie forme di povertà.
Tra costoro, un numero molto elevato e complesso di persone, mi sono occupato
anche di Rom.
La domanda che vorrei porLe è la seguente:
il Suo vicesindaco da tempo sbandiera con soddisfazione il numero elevato di
sgomberi di insediamenti abusivi (circa 210) effettuati in due anni.
Tale affermazione, a mio avviso, è dimostrazione intrinseca di una politica
fallimentare.
Se infatti la strategia degli sgomberi avesse avuto successo, ad un certo punto
avrebbero dovuto smettere.
Inoltre se veramente, come pare, uno sgombero costa all'amministrazione circa
30.000 euro, ciò significherebbe più di sei milioni di euro spesi per un'azione
che di fatto non ha risolto il problema.
Come raccontano le iniziative di Mantova, Bologna e Venezia, politiche di più
seria ed incisiva integrazione non solo hanno permesso la dismissione dei campi
rom di quei comuni ma, a molto minor costo, hanno risolto la problematica al
punto che, come pare, non sono stati necessari ulteriori nuovi campi (a fronte
di alcun nuovo insediamento abusivo).
Non sono interessato a polemizzare: conosco la complessità della materia. Mi
chiedo solo se l'emergenza non si possa gestire in modo meno traumatico per le
persone coinvolte, meno dispendioso per l'amministrazione, meno riprovevole per
le organizzazioni internazionali e, tutto sommato, più intelligente.
Grazie per l'eventuale risposta.
Cordialmente, assicurando preghiere per Lei e i Suoi collaboratori,
Di Fabrizio (del 01/10/2008 @ 08:55:26 in Italia, visitato 2741 volte)
Ricevo da Ernesto Rossi questo invito, a cui avrei aderito
volentieri, se non fosse che il convegno si svolge in concomitanza con la
manifestazione nazionale antirazzista di Roma. Accidenti! Si sta muti per mesi,
e poi lo stesso giorno si organizzano due iniziative in contrapposizione...
INVITO A dieci anni dalla scomparsa di Carlo Cuomo, vogliamo ricordare l'Assessore,
il compagno, la persona in un convegno
CARLO CUOMO, DIECI ANNI DOPO sabato 4 ottobre 2008
ore 9.30 - 13.30
a Palazzo Marino
Testimonianze di Marilena Adamo, Franco De Angelis, Ida Finzi, Mariella
Fracasso, Giuseppe Landonio, Manfredi Palmeri, Alessandro Pollio Salimbeni,
Basilio Rizzo, Ernesto Rossi, Carlo Tognoli, Aldo Tortorella, Emilio Vimercati.
a cura del Consigliere Giuseppe Landonio
Gruppo consiliare Misto - Sinistra Democratica
messaggio inviato da Marina Alberti
Comune di Milano - Gruppo consiliare Misto
Segreteria Consigliere Giuseppe Landonio
SINISTRA DEMOCRATICA
via Marino 7 20121 Milano
tel 02 884.54803 - fax 02 884.50970 marina.alberti@comune.milano.it
Di Fabrizio (del 08/10/2008 @ 00:46:14 in Italia, visitato 2355 volte)
Avevo chiesto ad Ernesto Rossi come fosse andato il convegno
su
Carlo Cuomo, a cui (seppure a malincuore) non avevo potuto partecipare. Mi
scrive di un convegno caldo e partecipato, con circa 150 presenze. Se qualcuno
vi ha partecipato, mi faccia sapere le sue
impressioni, anche commentando qui. Intanto, ecco il testo del lungo intervento
svolto da Ernesto Rossi, che partendo dai ricordi, affronta molti temi di
attualità.
4 ottobre 2008 - C'è un libro straordinario di Gianni Rodari, uno dei
più grandi scrittori del Novecento italiano: C'era due volte il Barone
Lamberto. Sembra un libro per bambini, categoria letteraria del
sussiego. Vi si racconta la ventura di un ricco signore che può ricomprarsi la
vita, perché scopre che "L'uomo il cui nome è pronunciato resta in vita".
Carlo, Carlo, Carlo…ecco cosa stiamo facendo, qui, oggi, adesso: ripetiamo il
suo nome per raccogliere la nostra memoria e per continuare a tenerlo vivo fra
di noi.
Perché in effetti non è vero che Carlo non ci sia più, né quando ci si occupa di
Zingari, né per altre questioni, nelle quali ha lasciato segni forti e
inconfondibili. È solo che, purtroppo per noi, facciamo fatica, nel mutare dei
tempi, delle sensibilità, delle politiche, ad incontrarlo.
Ho avuto la fortuna di un'amicizia fraterna troppo breve con Carlo. Venne nel
'68, giovane consigliere comunale, a vedere e a capire cosa succedeva nella
biblioteca che dirigevo: un esperimento di gestione partecipata che sembrava
anticipare nuove forme di decentramento.
Così adesso per questa amicizia e per il fatto d'aver cercato di proseguire il
suo impegno con i Rom e i Sinti, mi tocca un compito difficile: parlare di Carlo
coi verbi al passato, parlare di Carlo e del suo impegno per gli Zingari.
Per molti anni –una quindicina- Carlo e questo impegno sono stati strettamente
legati. Certo, si occupava dei destini della sinistra a Milano e lavorava come
presidente della FILEF Lombardia, l'associazione internazionale fondata
da un altro Carlo, lo scrittore e pittore Levi, per la quale aveva coniato,
allargando e in parte rovesciando il primo impegno a favore dei nostri
emigranti, uno slogan che era un vero sintetico programma: chiediamo per i nuovi
immigrati gli stessi diritti che abbiamo chiesto per i nostri emigranti.
Ma occuparsi di zingari è impresa d'imparagonabile diversità: essi sono la
minoranza delle minoranze. Il minimo possibile dell'altrui conoscenza, della
considerazione, del rispetto dei diritti. Non esiste paese di riferimento, in
cui siano una maggioranza. Non esiste paese, quale più, quale meno, in cui i
loro diritti siano veramente rispettati e garantiti.
Carlo ha disseminato idee e proposte innovative dovunque è stato
presente.
Per poter fare questo, ci vuole indubbiamente intelligenza e cultura, sapersi
porre domande, ma lui aveva di più: aveva una capacità non comune di passare dal
ragionamento alle ipotesi, alle proposte concrete; dal pensare al fare,
impastando teoria, discussione, suggerimenti, finché non diventavano un progetto
visibile agli occhi della mente, per divenire poi un'iniziativa.
Lo ha scritto con felice sintesi, il giorno dopo la sua morte, Manuela Cartosio
sul Manifesto: aveva la capacità di tenere insieme la rilettura di Marx
con la fontanella in un campo di Zingari. Insieme. Non una cosa accanto
all'altra, ma nella successione stessa del ragionamento e del progetto.
Era, non solo come lasciò detto di sé, una brava persona, ma slow,
lento. Questa definizione è associata attualmente al contrasto della frenesia,
del consumo, del cattivo gusto, che sarebbe uno splendido programma politico, ed
è riferita soprattutto ad un campo, quello enogastronomico; e a Carlo, uomo di
gusto, che sapeva apprezzare cibi e vini, non sarebbe dunque certamente
dispiaciuta.
Ma il senso in cui gliela attribuisco riguarda il suo atteggiamento nei
confronti dell'altro: il sorriso, dolce e aperto, il rispetto, l'ascolto,
l'attenzione, il ragionare pacato e coinvolgente; una serie insomma di qualità
maieutiche. Una cosa nata dalle sue parti. Era lento perché si prendeva il tempo
e il piacere di ascoltare e ragionare, di gustare e di far gustare il
ragionamento nel suo articolarsi e procedere dalle premesse alle conclusioni.
Questa era la sua qualità essenziale, strutturale, quella che gli conquistava
simpatia, attenzione, stima, affetto.
Sono stato adescato da Carlo ad occuparmi di Rom e Sinti, quelli che col
sommario disprezzo della non conoscenza chiamiamo Zingari.
Come nasce un'idea così nella testa d'una persona, di occuparsi di un
problema marginale di poche persone marginali, 150-160 mila in tutta Italia?
Quante volte l'hanno chiesto anche a me, ed ora che mi tocca parlare di Carlo,
mi accorgo che a lui non l'ho mai domandato. Eppure si tratta di una questione
importante, fondamentale. Forse tra di noi era scontata la risposta: per
indignazione. Ma è una risposta troppo morale, adulta. Forse quella precedente
nasce nei giochi da bambino, tra cowboy e indiani, o davanti alle porte Scee
leggendo i poemi omerici.
Ma credo che qualunque sia il caso che apre l'impegno, questo arriva su un
terreno già predisposto, incontri, esperienze, che rimangono a giacere in un
angolo della memoria, pronti a crescere, ad affermarsi, se si formano
circostanze favorevoli. Come una rosa di Gerico, che verdeggia nuovamente quando
la bagnate.
Ho un ricordo preciso di una situazione che Carlo raccontava, riferita forse
anche ai suoi anni giovanili in Grecia, quando nel villaggio o nel quartiere,
durante la riunione per organizzare una festa di matrimonio o di battesimo,
qualcuno, inevitabilmente, diceva Carlo, saltava su con un ma i 'nostri'
zingari qualcuno li ha avvertiti?
Questa frase, che sicuramente si pronuncia ancora oggi in molte lingue nei
Balcani, dice di una presenza e di una continuità di costume: una tradizione.
I Rom nei Balcani, la regione d'Europa che per prima hanno raggiunto nel loro
lungo viaggio, e dove tuttora vivono più numerosi che in qualunque altra, con la
sola eccezione della Spagna, sono portatori di una cultura musicale propria, ma
anche custodi di quelle locali, che hanno saputo raccogliere e reinterpretare e
tramandare, traendone una musica nuova senza confini.
Il caso che muove Carlo è l'incarico di assessore, oltre che al
decentramento, al lavoro, che comporta anche la responsabilità dell'Ufficio
Stranieri e Nomadi. Così si chiamavano e credo tuttora si chiamino gli uffici di
molte città italiane, cui compete di occuparsi di stranieri. E di nomadi,
che così definiti e percepiti, anche se italiani da secoli, finiscono col parere
stranieri, persino a se stessi. È qui che Carlo si trova a dover affrontare il
problema. Come assessore delle giunte di sinistra negli anni dal 1975 all'85, ha
dovuto gestire temi diversi e per lui talvolta inediti. E ogni volta, magari
dimenticando le vacanze, ha macinato libri e documenti per prepararsi.
Ma per questa materia, credo che lo sforzo sia stato minore. C'è una strada già
tracciata nella sua memoria e nella sua pratica politica, un marxismo usato come
chiave, non come binario: il senso della dignità umana, come valore fondante di
ogni politica; della diversità e ricchezza delle storie e delle culture come
ricchezza unica di tutta l'unica razza umana. Non è un caso dunque che
quando imposta e in parte redige, per incarico dell'amico e compagno editore
Nicola Teti, un numero speciale del Calendario del Popolo, dedicato agli
Zingari, il richiamo costante è alla Costituzione antifascista della
Repubblica italiana.
"Un patto di amicizia e fraternità", furono le parole usate da Umberto
Terracini, che con De Gasperi e De Nicola firmò quel testo, nel presentarlo nel
1947 al popolo italiano.
Parole straordinarie se le pensiamo rivolte a Rom e Sinti, in quegli anni quasi
esclusivamente cittadini di questo paese, essendovi giunti fin dagli inizi del
Quattrocento. Un popolo che le statistiche rappresentano come un popolo di
bambini (oltre il 50% minori di diciott'anni).
Una piccola società sparpagliata in quella più grande, con le sue tradizioni e
le sue regole, reciprocamente incomunicante con la nostra, con effetti
devastanti per loro, contro qualche fastidio per noi. Con la quale un patto
bisogna dunque stabilirlo, un patto sociale, non regole speciali, una strada
chiara, lineare, aperta, che per condurre tutti nella stessa unica società, deve
nascere dal rispetto, dall'attenzione, dalla comprensione, da regole nuove. A
partire dai diritti. I doveri, come ognuno sa, vengono, magari quasi subito ma
comunque dopo. È su questa mancanza che si esercita la capacità d'indignarsi, se
sei riuscito a salvarla dal tuo diventare adulto e beneducato.
Ma quanti sono? è il nostro tormentone. Le contiamo e ricontiamo, queste
pecorelle, quasi sperando, poco evangelicamente, che siano ogni volta di meno.
Ma di affrontare i problemi sociali poco se ne parla, quasi nulla si fa.
Negli anni di Carlo, da buon comunista vicepresidente dell'Opera Nomadi, da lui
fondata a Milano nei primi anni Ottanta, nascono i primi campi. Una
scelta che, senza l'intervento sociale connesso, previsto e mai attuato, gli
anni dimostreranno inadeguata ad affrontare i problemi dell'abitare.
I campi, soluzione quasi solo italiana, sono dei ghetti da cui non si esce che a
fatica verso altre soluzioni abitative, mentre per non trovare lavoro... basta
l'indirizzo.
Sono questi i percorsi generosi e accidentati di chi cercava una strada giusta.
Adesso, chi cerca una strada?
In quegli stessi anni troviamo, inattesa, una soluzione per una famiglia di
Sinti lombardi ben conosciuta nel suo quartiere, ma non per questo meno
sgomberata: non pare vero, ma si fece una raccolta di firme a loro favore,
un'offesa alla logica, come l'uomo che morde il cane; e con Carlo indicemmo
nelle loro roulotte una conferenza stampa, cui intervennero quotidiani e
televisioni, che stroncò l'insensata persecuzione di vigili e multe. Quel tratto
di via abbandonata che tuttora abitano serenamente da 12 anni, lo ebbero in base
alla prima convenzione del genere sottoscritta con il Comune di Milano. E ci
parve allora che da lì avremmo potuto avviare a soluzione almeno il problema
delle poche famiglie sinte milanesi.
Nel frattempo erano nate le prime cooperative rom, si era formato, sotto la
direzione del professor Angelo Arlati, e con la partecipazione di Giovanna
Lodolo, il Centro Documentazione Zingari, che raccoglieva libri, dischi, video,
documenti; e studenti e assistenti sociali venivano a prendere confidenza con
gli Zingari. E si avviavano i progetti per la mediazione sanitaria, che
in parte ripeteranno l'esperienza di quella scolastica: cosa può essere meglio
di questa per un popolo di bambini?
Mediazione ha il suono d'un termine filosofico, tecnico, professionale.
In realtà è tutte queste cose, ma molto di più. Non posso non ricordare questa
straordinaria invenzione di Carlo, ma non entrerò nella storia delle vicende che
portarono alla nascita di un gruppo di giovani romnià, donne rom,
preparate ad intervenire nelle scuole frequentate da bambini zingari per aiutare
la reciproca comprensione, la reciproca integrazione. Nella sostanza
queste ragazze, conseguita la licenza media, proseguirono con un corso impostato
con la collaborazione di Susanna Mantovani, preside della Facoltà di Magistero,
con un diploma finale abilitante.
Mi limito a ricordare l'essenza, il nucleo creativo di questa tormentata
e sottovalutata –o combattuta?- storia. Le maestrine zingare avrebbero
affiancato le titolari, aiutandole a comprendere i problemi dei bambini rom,
sarebbero intervenute per facilitare il rapporto fra loro e i bambini non-rom –e
perché no? le rispettive famiglie. Ma, soprattutto, sarebbero state un ponte tra
i bambini. E i piccoli rom avrebbero visto per la prima volta una di loro
in una posizione autorevole, non solo per loro stessi, ma anche per gli altri
bambini. E questi per la prima volta si sarebbero trovati davanti una zingara
che era un'autorità. Uno sconvolgimento. Di quelli da cui può cominciare un
nuovo mondo.
Se, e quanto, così sia stato lo lascio ad altri approfondimenti: il ponte era
lanciato, costruito; i ponti son fatti per essere attraversati, per unire rive
diverse. Non è detto che vengano utilizzati. Spesso ci vuol tempo, circostanze,
volontà per compiere la traversata. Da una parte e dall'altra. Ovviamente di
più, per chi è più debole e indifeso, per il quale un ponte potrebbe costituire
anche una minaccia d'invasione, un pericolo, non d'integrazione, di
assimilazione.
Progetti grandi e piccoli, dunque (questo della mediazione trovò interesse
presso altre città italiane e anche all'estero), ma che rimanevano quasi sempre
rinchiusi fra pochi addetti e un manipolo di funzionari e operatori. Bisognava
puntare di più sulla cultura come messaggio, trovare Rom e Sinti che fossero
immagine positiva, ambasciatori del loro popolo, raccontare storia e vicende
umane.
"Per occuparsi di zingari, bisogna essere matti", mi disse Carlo una sera
prima di cena."Tu e io, aggiunse ridendo, ci siamo".
Mancava Fredi Drugman, che aveva un approccio alla realtà dei problemi
diametralmente opposto a quello di Carlo, metodico e preciso, quanto Fredi era
estroso e inventivo. Ma questo divertiva Carlo, che diceva di lui ridendo
compiaciuto, 'è matto come un cavallo'. Con questo matto abbiamo dunque
organizzato la prima uscita pubblica per parlare di Zingari, nientemeno
che in un'aula della Facoltà di Architettura del Politecnico. Fu quel
giorno, credo, una delle prime volte che risuonarono a Milano le musiche
sfrenate e dolenti della tradizione zingara davanti a un pubblico d'una
settantina di studenti, stupiti e attentissimi per quasi quattro ore,
nell'ambito del corso di museografia, di cui Fredi era docente, insieme a
storia, lingua, tradizioni, musica, sotto le ipotetiche specie della creazione
d'un Museo degli Zingari.
Un modello che avremmo poi esportato, presi dal successo, in un corso presso l'Unitre,
in piazza Vetra, che il primo anno, per un solo trimestre (non ci eravamo fidati
ad andare oltre), beneficiò anche dei suoi interventi. Facevamo una lezione, e
la volta dopo la proiezione d'un film.
Il giorno della prima lezione arrivammo davanti all'aula assegnata: piena. Ci
guardammo interdetti, concludendo che avevamo sbagliato porta e lui propose di
andarci a bere qualcosa, tanto era ancora presto. Avremmo trovato poi l'aula
giusta, con i nostri quattro ascoltatori.
Ma proprio lì ritornammo.
Andammo poi avanti con tre fine settimana di musiche, balli e ragionamenti
presso il Barrio's di don Gino Rigoldi, appena inaugurato, e con altre
iniziative, per far conoscere i grandi Rom e Sinti, e il contributo
d'arte e cultura che questo popolo ha dato al mondo: Django Reinhardt, inventore
del jazz europeo, Esma Redžepova, candidata al Nobel, scrittori, poeti, pittori
come Antonio Solaro e Otto Müller, calciatori, naturalmente, uomini politici.
Come succede in tutti i popoli.
Una di queste iniziative vive ancora. Rom e Sinti hanno attraversato negli anni
del nazifascismo uno dei periodi più feroci della loro storia. 600.000 vittime è
una stima al ribasso, perché non sarà mai possibile ricostruire il numero delle
famiglie sterminate sul posto in tutti i territori occupati, come in quelli
degli stati fantoccio o alleati del Reich.
Ma Rom e Sinti non furono vittime inerti. In tutti i paesi in cui operò una
Resistenza organizzata essi ne fecero parte, combattendo e morendo per una
libertà che ancora non li ha raggiunti.
Dopo averne parlato con Carlo, come sempre facevamo, avevo cominciato a indagare
su questo capitolo storico , che non veniva citato in nessuna pubblicazione. Con
le prime scarne notizie raccolte, unite a quelle sullo sterminio, confezionai il
primo volantino, meticolosamente corretto da Carlo, che venne diffuso al corteo
del 25 Aprile 1998, come tuttora succede ogni anno a cura dell'Associazione Aven
Amentza, che prosegue in quell'azione, oltre che nella ricerca sulla
partecipazione di Rom e Sinti alla Resistenza.
Debout les damnès de la terre, dice un canto che abbiamo insieme
tante volte intonato: in piedi, dannati della terra, il cui titolo lo indica
come adatto a tutti i popoli, insomma internazionale. E infatti uno zingaro
disse: seppellitemi in piedi, perché tutta la vita sono stato in ginocchio.
Ma con gli Zingari in genere è difficile: seicento anni di persecuzioni
li hanno convinti che la ribellione non paga.
Eppure qualcosa si muove finalmente anche in Italia. Dopo il periodo delle
piccole associazioni autoreferenziali o familiari, ecco che queste
finalmente si uniscono in una federazione, che ha come valore aggiunto un Rom
e Sinti insieme. E a Milano è attivo un tavolo di associazioni, in Camera
del Lavoro.
Nei suoi ultimi mesi, Carlo affronta instancabile, respingendo la resa al male
che ormai lo consuma, ancora una battaglia, quella fondamentale, per il
diritto. La commissione Affari costituzionali del Senato, nel testo
predisposto per la discussione in aula, ha sgomberato Rom e Sinti
dall'elenco delle minoranze, peraltro malamente tutelate. La legge uscirà così,
pretestuosamente monca, l'anno dopo (L.482/99). Ma lui diffonde subito un
appello per il loro reinserimento, in cui si chiede con lungimiranza di valutare
anche le nuove minoranze, quelle degli immigrati, la cui presenza diventerà
stabile nel paese.
E mentre tratta per la sistemazione dei Rom di Palizzi-Fattori, trasferiti in
blocco dall'altra parte della città, lancia un nuovo progetto: una Casa dei
popoli e delle culture, che ne sia il luogo d'incontro, di valorizzazione e
di conoscenza.
Ma la nuova vecchia politica è quella degli sgomberi, intervento
feroce e stupido, che serve solo a spostare persone e problemi, senza risolvere
nulla: solo nel 2007 a Milano ne sono stati attuati una quarantina. Il campo di
Triboniano viene positivamente sistemato, ma ne viene distrutta l'organizzazione
sociale tradizionale. Per abitare questa terra promessa e recintata bisogna
sottoscrivere un regolamento speciale, che vale solo lì. È un bantustan. Si
parlerà imprudentemente d'un intervento epocale.
Ciò che sta accadendo è sotto gli occhi di tutti, forse segna davvero una nuova
epoca: quella della tolleranza che non ce n'è mai stata ed ora mostra il
suo vero aspetto: sotto lo zero.
Ora è il tempo della sicurezza, anzi della sua percezione.
Ma non si tratta di morti sul lavoro, di violenze su donne e bambini fra le mura
di casa dolce casa, di arrivare alla quarta o terza settimana, di pezzi d'Italia
in mano alla criminalità. Il pericolo additato per distrarre sono quattro gatti
di Zingari: ricontiamoli, anche se poi le cifre deludono, dov'è l'invasione? ci
son solo problemi trascurati a lungo, cioè le emergenze, che nascono dal
malgoverno.
È stato avviato in questo periodo un processo di degenerazione della società e
della democrazia.
Si è cercato di lasciare nella storia impronte di bambini, non con
l'inchiostro della scuola, con quello della polizia, cui vengono affidate parti
delle politiche sociali. Un inizio subito maldestramente ringoiato, che è
bastato a promuovere il nostro paese da barzelletta a preoccupazione
internazionale. Aspettiamo ancora di vedere qualche sussulto in più
d'indignazione. E invece la prossima primavera rischia di portare nuove
tempeste.
È vero, la storia non si ripete, ormai forse lo imparano anche a scuola. Ma
risuona. Oggi in modo orribile: Berlin ohne Zigeuner, dicevano i
manifesti diffusi nella capitale germanica per le Olimpiadi del 1936, Berlino
senza Zingari. Non sarà in preparazione, insieme a molti affari, una
Mailand ohne Zigeuner per l'Expo 2015?
Perché il problema è sempre lo stesso, immutabile, eterno: non sono gli
Zingari che disturbano –loro sono utili. Non ci piacciono i poveri.
E di questi è pieno il mondo. Sempre di più, sempre più poveri, premono fuori
dalle mura della fortezza di Schengen, come tanti gengiscan disarmati, sbarcano
sugli scogli, sulle spiagge, di cui è ricco, ancora, il nostro paese. Quando ci
arrivano. Di baracche è pieno il mondo. Tempeste e terremoti le distruggono, le
guerre e la fame ne creano altre.
E noi siamo quando va bene solidali. Purché i loro disperati abitanti restino là
dove sono.
Non so cosa avrebbe fatto Carlo davanti a quello che sta succedendo. Ma
non è difficile immaginarlo, perché noi tutti sappiamo che non si sarebbe
arreso. Per questo è importante che oggi siamo qui con lui, perché si continui a
rimanere insieme.
Avete sentito quante volte ho pronunciato il suo nome?
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