Di seguito gli articoli e le fotografie che contengono le parole richieste.
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Di Fabrizio (del 20/10/2010 @ 23:42:36 in Europa, visitato 2069 volte)
Notizia importante per quanti hanno seguito per un anno e mezzo gli
sviluppi della storia della piccola
Natálka:
il tribunale ha emesso il proprio giudizio. Mi manca il tempo di tradurre le
varie agenzie, questo il lancio di
VIRGILIO notizie (segnalato da Alberto Maria Melis)
La foto è presa dalla
BBC
Ventidue anni di carcere, ridussero in fin di vita una bimba
Praga, 20 ott. (Apcom-Nuova Europa) - Pena esemplare in Repubblica ceca per i
quattro neonazisti che nella primavera del 2009 - con un attacco incendiario
contro una casa abitata da una famiglia Rom - ridussero in fin di vita una
bambina di due anni, Natalka, provocandole ustioni gravissime in tutto il corpo.
L'attentato fu compiuto come gesto dimostrativo per celebrare il 120esimo
anniversario della nascita di Adolf Hilter. Il tribunale di Ostrava, nella
Moravia del Nord, oggi ha inflitto 22 anni di carcere a tre degli attentatori,
mentre il quarto - incensurato, che li aveva aspettati in auto, per fuggire dopo
il raid - è stato condannato a 12 anni di detenzione. I quattro, di età compresa
fra 22 e 25 anni, dovranno anche versare un risarcimento complessivo di 17
milioni di corone (circa 600 mila euro). I condannati hanno immediatamente
impugnato la sentenza, con un ricorso in appello.
Di Fabrizio (del 29/06/2010 @ 09:52:48 in Europa, visitato 1976 volte)
Da
Czech_Roma: Sabato e domenica scorsi la CNN ha trasmesso una puntata
sul caso della piccola
Natálka e sulla situazione dei Rom nella Repubblica Ceca.
Sul suo sito, oltre all'articolo che traduco, potete vedere anche foto e
video in inglese - By Andrew Tkach, CNN
Natálka prima dell'attentato e durante il ricovero - foto tratta da
Blesk.cz
Vitkov, Repubblica Ceca (CNN) - Natálka Kudrikova è una bambina di tre
anni dagli occhi vivaci, ricoverata per gravi ustioni quando estremisti di
destra lanciarono una molotov dentro casa sua.
La sua famiglia e le autorità dicono che venne presa a bersaglio perché rom,
zingara. Natálka ha perso l'80% della pelle, due dita (una terza è stata
amputata in seguito) e ha passato mesi giacendo in un coma indotto, dopo
l'attacco dell'anno scorso a Vitkov [...]. Sta tuttora recuperando dopo 14
operazioni.
A maggio Natálka è tornata nell'ospedale di Ostrava per le sessioni
riabilitatorie, così che un giorno sia capace di muoversi da sola. "Preferirei
non riportarla in ospedale," dice sua madre, Anna Sivakova, "ma se deve tornare,
il mio sogno è che impari a camminare senza nessun aiuto."
Proprio il giorno dopo, contro quattro giovani accusati dell'assalto,
detenuti dal tribunale distrettuale di Ostrava venivano formalmente accusati di
attentato a sfondo razziale e tentato omicidio.
Secondo il procuratore, l'attacco venne pianificato per il 120° anniversario
della nascita di Adolf Hitler. Gli esperti del tribunale confermano di aver
trovato svastiche ed altri cimeli nazisti nelle case degli accusati.
In tribunale, Ivo Muller e Vaclav Cojocaru hanno descritto il loro attacco
coordinato con le molotov. Come unica scusa - dicono che pensavano si trattasse
di un magazzino vuoto usato per merci rubate.
Negli interrogatori incrociati, Muller e Cojocaru hanno ammesso di aver preso
parte a manifestazioni anti-Rom organizzate da estremisti di estrema destra.
Gli altri accusati, Jaromir Lukes e David Vaculik, non hanno testimoniato.
Lukes è accusato di essere l'istigatore, accusa che il suo difensore nega
decisamente, anche se concede che sia stato proprio Lukes a condurre
l'automobile sul luogo. Il suo avvocato inoltre nega con veemenza qualsiasi
motivazione razziale all'assalto.
Un sito antifascista ha pubblicato una foto di Lukes che cammina accanto al
leader del Partito dei Lavoratori di estrema destra. Un'altra foto mostra
Vaculik che indossa il bracciale del Partito dei Lavoratori, la faccia pubblica
dell'estrema destra ceca.
Il leader dell'ora bandito Partito dei Lavoratori, Tomas Vandas, ha negato
qualsiasi coinvolgimento.
"Sì, forse possiamo aver usato quella gente come organizzatori dei nostri
incontri pubblici, ma come avremmo potuto sapere che volevano commettere un
crimine?" ha detto Vandas. "Spero che Natálka migliori presto," ha aggiunto.
Miroslav Mares, dell'università Masaryk di Brno, è un esperto sui gruppi
estremisti cechi.
Dice che è improbabile che il Partito dei Lavoratori sia direttamente
coinvolto nell'attacco incendiario, ma che sono stati responsabili "per aver
infiammato i sentimenti anti-Rom."
Dice: "Forse alcuni tra i più giovani nella scena neonazista si sono detti,
-Se tutta la popolazione è contro i Rom, siamo giustificati a portare avanti
simili attacchi.-"
E le indagini mostrano che il sentimento anti-Rom è diffuso. Il sito EURoma
dell'Unione Europea dice che tra i Rom cechi resistono tassi di disoccupazione
estremamente alti, bassi standard scolastici, isolamento ed i pregiudizi della
popolazione maggioritaria.
Dice Marek: "Nelle regioni con alta disoccupazione e povere condizioni
sociali, l'ascesa dell'estremismo è popolare tra i giovani disoccupati maschi,
ma possiamo vedere sempre più donne nella scena neonazista."
Lucie Slegrova, 20 anni, è una convinta militante dell'ora rinominato Partito
della Giustizia Sociale dei Lavoratori. Nega che il suo partito si sia ispirato
all'ideologia nazista di Hitler.
Invece, dice, seguono le loro idee nazionaliste. Dice, "La Repubblica Ceca
dovrebbe essere per gente che sa come comportarsi. Se gli zingari non vogliono
seguire le regole, sono liberi di andarsene."
Solo l'1% dei votanti ha scelto il Partito della Giustizia Sociale dei
Lavoratori alle ultime elezioni, ma il Primo Ministro, Jan Fischer, si preoccupa
del fatto che il 7% degli studenti cechi ha votato per i partiti dell'estrema
destra, secondo un ufficioso sondaggio nazionale.
"Molta gente è stufa dei politici, ed ha problemi per la crisi e la
recessione," dice Fischer, "il mio messaggio a loro è: per favore riflettete e
non credete a questi cattivi profeti."
Il movimento di estrema destra ha ottenuto i maggiori successi nella vicina
Ungheria, dove il 17% dei votanti ha scelto il partito Jobbik alle ultime
elezioni.
Anche la violenza è cresciuta. Negli ultimi due anni, secondo European
Roma Rights Centre (ERRC), in Ungheria sono stai uccisi nove Rom durante
attacchi notturni.
Gli assalti ai Rom sono diventati un tema anche nella campagna elettorale
slovacca. Il locale Partito Nazionale ha commissionato dei manifesti che
mostravano un uomo tatuato e dalla pelle scura con un messaggio provocatorio:
"Votate SNS così non dovremo nutrire chi non vuole lavorare."
Da
Czech_Roma
tre notizie pubblicate
recentemente dal portale Romea.cz
17-09-09 -
Natálka,
la bambina di due anni, quasi morta bruciata durante l'attacco incendiario alla
sua famiglia a Vítkov, sta nuovamente combattendo contro un'infezione. Il
portale informativo Aktuálně.cz ha intervistato sua madre, Anna Siváková, assieme
al portavoce dell'Ospedale di Ostrava dove Natálka è stata ricoverata da aprile
nel centro ustionati.
"Sono insorte complicazioni dopo l'ultima operazione, ma stiamo riuscendo a
mantenere la bambina in uno stato stabile," ha detto il portavoce Tomáš Oborný. Siváková
ha detto che sua figlia ha subito l'11a operazione il 10 settembre e
da allora ha una febbre costante, aggiungendo che è a rischio di infezione per
almeno due mesi. "Ogni volta che diventa più debole, accade dopo le operazioni,
ricorre l'infezione," ha detto Siváková al portale.
Anna Siváková ha passato diverse settimane in ospedale con Natálka ed
ora è tornata a casa a Vítkov. "Faccio il tragitto quasi ogni giorno per
vederla. Anche gli altri bambini hanno bisogno di me a casa. E' iniziata la
scuola," riporta Aktuálně.cz le parole di Siváková. La famiglia ha altri
tre bambini oltre a Natálka, che è la più giovane.
La polizia ha già accusato quattro persone di Opava e Horní Benešov in
connessione all'attacco incendiario di Vítkov. I piromani assaltarono la casa
della famiglia alle prime ore del mattino del 19 aprile, lanciando tre molotov
nell'edificio. L'incendio che scaturì distrusse completamente la casa. Tre dei
nove componenti della famiglia soffrirono di bruciature: Anna Siváková,
Petr Kudrik e la loro figlia Natálka di due anni, che ebbe bruciature sull'80%
del corpo. Tutti gli accusati sono membri dell'estrema destra. Ora hanno di
fronte dai 12 ai 15 anni di prigione, o forse persino una condanna
straordinaria.
24-09-09 - Il neonazista Ivo Müller ha scritto una lettera ad Anna Siváková, [...] in
cui si scusa per il suo orribile gesto e le chiede perdono. Dice la televisione
ceca, che sia la signora Siváková che il Procuratore di Stato Brigita Bilíková
vedono la lettera come un tentativo del Müller di fare in modo che la sua
prossima punizione venga ridotta.
"Prego mi creda che non intendevo ferire nessuno in quella maniera, e
sicuramente non una bambina piccola. Con tutto il mio cuore le chiedo perdono,
anche se probabilmente invano, non solo per quello che è successo a lei, ma
soprattutto alla piccola Natálka," scrive Ivo Müller nella lettera. Müller
partecipa[va] regolarmente agli eventi neonazisti organizzati dai Nazionalisti
Autonomi e dal Partito dei Lavoratori. "Ringrazio Dio che sia sopravissuta e che
stia combattendo con tanto coraggio, è una piccola bambina molto forte. Prego
che il suo ristabilimento si completi il prima possibile... Vorrei che
l'orologio tornasse indietro. Ancora una volta, chiedo il suo perdono," dice la
lettera del neonazista.
"Sono scioccata. Se vogliono il perdono, devono guardarla negli occhi. Non
posso dimenticare nessuno di loro," ha detto alla televisione ceca la madre.
Markéta Polišenská, avvocato difensore di Müller, ha detto che il suo cliente
non ha dato il permesso che le sue parole fossero diffuse ai media.
Alcuni degli avvocati dei quattro accusati avevano detto in precedenza che si
sarebbero adoperati perché l'attacco fosse riclassificato come un crimine
minore. "E' diritto della difesa e di quanti sono accusati di scegliere il
loro metodo di difesa," ha detto Bilíková alla televisione.
Parlando attraverso i loro avvocati, anche gli altri neonazisti stanno
lavorando per ricevere una punizione ridotta. "Per concludere, il mio cliente
aveva l'impressione che nessuno vivesse nella casa," ha detto alla televisione Ladislav Myšák,
avvocato difensore di Václav Cojocaru. "Non possono scusarsi l'un l'altro,
dicendo che uno di loro non sapeva. Sapevano che andavano ad appiccare il fuoco,
tutti dovevano sapere," ha detto Siváková.
Informazioni non ufficiali dal tribunale confermano che la difesa insisterà
sul fatto che i sospetti non erano a conoscenza dei dettagli dell'attacco. Il
capo, Jaromír Lukeš da Opava, che per anni è stato un neonazista, è stato [...]
l'unico a gettare una molotov attraverso la finestra della casa.
La polizia sta investigando sui collegamenti tra l'attacco di Vítkov e altri
nella regione. Se i collegamenti fossero provati, la polizia dovrebbe accusare
gli imputati anche per gli altri attacchi. "Abbiamo indicazioni concrete che
potrebbero aver partecipato a quegli attacchi. Portarli in causa dipende dalle
ulteriori indagini," ha confermato Bilíková al giornale online
TÝDEN.CZ.
Il livello della sentenza sarà anche influenzata da quando il processo si
svolgerà. A gennaio entrerà in vigore un nuovo codice criminale, che prevede
pene più severe per i crimini più violenti.
Natálka è ancora in ospedale e di fronte a sé ha ancora diverse operazioni da
affrontare. La sua famiglia sta ancora vivendo in una sistemazione temporanea
con gli altri tre bambini, dato che la casa acquistata con la raccolta pubblica
di fondi necessita di una parziale ricostruzione. La famiglia sta provvedendo
lei stessa ai lavori, usando quanto rimane della raccolta fondi per acquistare i
materiali. Settimana prossima la casa verrà registrata al catasto come proprietà
di Anna Siváková ed i lavori potranno iniziare a tempo pieno.
25-09-09 - La casa di una famiglia rom nella città di Mikulov (Moravia del
Sud) è stata attaccata; non ci sono feriti. La famiglia dice che gli assalitori
li hanno rincorsi ed insultati durante l'attacco. Secondo la stazione televisiva
Prima è stata lanciata una molotov, ma Deník.cz news riporta solo il lancio di
una boccale di birra.
La polizia sta indagando: "Gli investigatori della polizia stanno
considerando se si tratti di crimine a sfondo razziale," ha detto a Prima Kamila Haraštová,
portavoce della polizia di Břeclav.
Gli assalitori stavano bevendo in un pub lì vicino ed hanno chiarito alle
loro vittime che il recente attacco incendiario a Vítkov non è stato ne casuale
ne unico. "Uno di loro è partito verso la casa, si è issato alla finestra ed ha
detto: -Eccovi una sorpresa: Zingari a gas!- Poi ha lanciato una bottiglia," ha
raccontato la vittima Sandra Vajdíková.
Secondo Deník.cz l'oggetto lanciato non era una molotov ma un bicchiere.
"Tutto è iniziato con i giovani del luogo radunati di fronte al pub. Uno di loro
che non faceva segreto del fatto che non gli piacessero gli zingari si è fatto
avanti verso la casa e ha gettato un boccale contro la finestra. Fortunatamente,
l'intelaiatura della finestra ha smorzato l'impatto. Altrimenti non voglio
pensare cosa sarebbe potuto accadere. Ci sono due letti proprio sotto la
finestra ed in uno di quelli stava dormendo un bambino di 11 mesi," ha detto Marcela Krištofová,
sorella di Vajdíková, che vive nella stessa casa.
Non è la prima volta che la famiglia rom subisce attacchi. Prima riporta che
ignoti avevano vergato scritte minacciose diverse volte sui muri della casa.
"Abbiamo paura di continuare a vivere qui," ha detto Vajdíková.
"Ho visto tutto dalla mia finestra. Circa 10 o 15 giovani sono usciti dal bar
ed hanno iniziato a giocare agli skinhead. Gridavano slogan razzisti e dopo un
momento qualcuno ha gettato qualcosa direttamente contro la finestra," ha
confermato a Deník.cz Jan Strmiska, che vive la porta accanto. Strmiska è corso
fuori per aiutare le donne rom. "Non potevo più stare fermo a guardare. Cosa
aveva fatto mai? Non sono mai stato danneggiato da un Rom, solo dai bianchi," ha
detto Strmiska in difesa delle sue vicine.
Quando la polizia è arrivata sulla scena, il giovane coinvolto era già andato
via. Però, Marcela Krištofová era in grado di identificarlo, dato che frequenta
la stessa scuola di sua figlia. "Ho lavorato da quando avevo 15 anni. Non ho
problemi con nessuno e non ho mai fatto male a nessuno. Vivo qui decentemente e
pago le tasse. E vero che alcuni Rom gridano sempre al razzismo. Questo non mi
piace. Ma qui ci sono delle leggi, ed i colpevoli devono pagare per ciò che
hanno fatto," ha detto Krištofová. Deník.cz riporta che Krištofová sta pensando
di organizzare una petizione.
[...]
Di Fabrizio (del 29/06/2009 @ 09:48:51 in Europa, visitato 1995 volte)
Da
Czech_Roma (Se ne era parlato
QUI)
The Prague Post Le vittime dell'incendio doloso ancora senza casa - La
burocrazia impedisce alle famiglie rom di accedere ai fondi pubblici
Posted: June 24, 2009 By Wency Leung, Staff Writer
Kudrik, sua madre Božena Bandurová, la figlia Pavlína ed altri
quattro dividono un piccolo riparo temporaneo. (foto di Vladimir Weiss)
Anna Siváková è scoppiata in lacrime quando ha visto le due stanze che la
città di Vítkov ha assegnato alla sua famiglia.
La famiglia rom aveva perso la sua casa in un incendio apparentemente a
sfondo razziale il 19 aprile. Siváková e suo marito, Pavel Kudrik, hanno avuto
diverse ustioni che li hanno tenuti in ospedale nella vicina Ostrava per quasi
due settimane, mentre la figlia più piccola, Natálka di 2 anni, rimane in cura
intensiva, lottando per sopravvivere.
Per Siváková, è stato come un altro incendio ritornare a Vítkov dopo il
rilascio ospedaliero del 2 maggio, soltanto per raggiungere suo marito, gli
altri tre bambini ed i genitori nell'affollato e misero riparo, situato dietro
una clinica veterinaria accanto allo scolo dei rifiuti canini. Con i suoi letti
metallici a castello e nessuno spazio per muoversi - tantomeno per far giocare i
bambini o per fare i loro compiti - il posto sembra, come dice un membro della
famiglia, "come una prigione".
Dopo più di un mese, la famiglia rimane nel riparo temporaneo, incapace di
trovare una nuova casa, nonostante i versamenti di donazioni per aiutarla a
ricostruirsi una vita. A causa della burocrazia, la famiglia deve ancora
ricevere i fondi donati, e se non ci fossero determinate condizioni, questo
potrebbe anche non avvenire mai.
I funzionari del municipio di Vítkov, che gestisce le donazioni, dicono che
le esigenze giuridiche impediscono alla famiglia di accedere ai soldi tranne che
per l'assistenza medica di Natálka e la nuova sistemazione. Inoltre, se la
famiglia non dovesse trovare una sistemazione adatta entro la fine dell'anno, il
consiglio comunale sarebbe tenuto, secondo la legge, a cedere i fondi al
distretto della Moravia Settentrionale.
Anche se i funzionari sottolineano che ciò è improbabile, è una prospettiva
che alcuni attivisti trovano oltraggiosa.
"Il conto è [inteso] solo per questa famiglia," ha detto Zdeněk Ryšavý,
direttore esecutivo dell'OnG Romea, che ha trasferito le donazioni da tutto il
mondo alla raccolta pubblica gestita dal comune di Vítkov. Trattenere quei fondi
"non è civile", dice.
Gwendolyn Albert, attivista per i diritti umani, ha aggiunto che di essere
rimasta inascoltata per una raccolta raccolta da spendere in qualcosa che non
fosse lo scopo preposto: "La sola ipotesi è insultante per la famiglia e per
tutti quanti abbiano donato in buona fede fondi per assistere questa gente," ha
detto.
Non solo la sua famiglia non ha visto un soldo delle donazioni, Siváková ha
detto che non è chiaro chi realmente li gestisca.
"Non so chi li controlli. Di certo non noi," ha detto, aggiungendo di non
sapere neanche quanti soldi sono stati raccolti. "[I funzionari cittadini] non
vogliono dirci l'importo esatto".
Da quanto risulta, la raccolta è ora di 757.000 Kč, ha detto Hana
Klapetková, a capo del dipartimento cittadino per gli affari sociali. Secondo la
legge sulle raccolte pubbliche, le autorità della città sono incaricate della
gestione dei fondi.
Nota che il fallimento della famiglia nel trovare una nuova casa non dipenda
dalla mancanza di sforzi dei funzionari.
"Abbiamo trovato diverse soluzioni accettabili che loro hanno rifiutato
perché ritenevano la casa o troppo piccola o troppo grande. Altre volte, prima
che prendessero una decisione, un altro compratore riservava la casa," dice Klapetková.
"La città li sta aiutando, per quanto può".
Šarka Petrtýlová, segretaria del sindaco, ha aggiunto di essere certa che un
alloggio adeguato per la famiglia può essere trovato, a Vítkov o altrove, prima
della fine dell'anno. Altrimenti, ha detto, il consiglio comunale estenderà di
un anno la scadenza, che riconosce essere stata stabilita arbitrariamente
durante un'affrettata riunione all'inizio del mese.
"In realtà non abbiamo ponderato sul termine, che doveva essere a tre mesi da
adesso, così l'abbiamo lasciato sino alla fine dell'anno," ha detto Petrtýlová.
Tuttavia ha notato che, secondo la legge, il consiglio comunale ha dovuto
stabilire un termine, dopo il quale ogni somma non impiegata finirà negli uffici
distrettuali.
Kumar Vishwanathan dell'OnG Vita Insieme, che è stato in stretto contatto con
al famiglia, ha detto di credere che le donazioni non saranno mai trasferite
negli uffici distrettuali.
Anche se concorda sul fatto che i funzionari stiano facendo del loro meglio
per trovare alloggio alla famiglia, ha detto che non è stato facile a causa
dell'opposizione dei futuri vicini e proprietari.
"Penso che ci siano molti pregiudizi sul vivere accanto ai Rom. La gente non
vuole vivere vicino ad una famiglia rom," ha detto Vishwanathan.
Ha aggiunto che, mentre non ha obiezioni sulla gestione cittadina delle
donazioni, la famiglia rimane in difficoltà finanziarie, dato che i genitori
hanno bisogno di denaro per andare e tornare dall'ospedale di Ostrava per
visitare Natálka. Secondo i funzionari cittadini, la famiglia vive di previdenza
sociale.
"Sinora hanno sostenuto un sacco di spese," ha detto Vishwanathan. "Per loro
è un drenaggio di risorse."
Nel contempo Kudrik, il padre di Natálka, ha detto che la sua preoccupazione
più grande è di curare la figlia, che avrà bisogno di trattamenti medici per il
resto della vita. L'assicurazione di stato sta coprendo la maggior parte delle
spese mediche per Natálka.
Gli attentatori non sono ancora stati identificati. Ciononostante, Kudrik
dice di volere che la famiglia resti a Vítkov, dove i suoi bambini vanno a
scuola. D'altra parte è a conoscenza che se non verrà trovato nessun alloggio in
città, la famiglia dovrà cercare una sistemazione da qualche altra parte.
"Non c'è niente di chiaro su questo punto," dice.
- Martina Čermáková contributed to this report.
Di Fabrizio (del 18/04/2010 @ 09:48:20 in Europa, visitato 1593 volte)
Da
Czech_Roma
La piccola
Natálka, la bambina di due anni seriamente ustionata in un attacco doloso
contro la sua casa a Vítkov, sta reimparando a camminare. Sua madre, Anna
Siváková, ha detto all'Agenzia Stampa Ceca che la bambina non è più in grado di
camminare se qualcuno non la tiene per mano. Presto seguirà la riabilitazione
per i problemi col suo piede destro, che non vuole camminare. Poi affronterà
un'altra operazione, alle dozzine che ha già subito. Il 19 aprile sarà passato
esattamente un anno da quei tragici eventi che hanno cambiato le vite di così
tante persone.
L'11 maggio andranno a processo gli accusati di aver causato la disgrazia
della piccola bambina e dei suoi genitori, che pure furono feriti dalle fiamme.
I genitori di Natálka si ritroveranno di fronte agli assalitori. "Non faccio
previsioni. Non ho idea di come risponderò quando li vedrò," dice Siváková.
Recentemente la madre di Natálka ha ricevuto una copia delle accuse, circa 50
pagine, e ne ha letto i dettagli. "Dicono che Lukeš organizzò tutto. Chiamo gli
altri e li aspettò ad Opava. E' anche accusato di aver scelto la nostra casa,"
dice, aggiungendo che gli accusati si rimpallano le loro responsabilità. Però,
tutti si giustificano dicendo di non aver saputo che la casa fosse abitata. "La
polizia ha interrogato la ragazza di Lukeš a Vítkov. Lei ha detto che avevano
guidato diverse volte sino a casa nostra e di avervi visto giocare i bambini,"
dice Siváková.
Ha anche letto che un'altro accusato, Müller, si bruciò la mano lanciando le
molotov. L'accusa dice che un'ora dopo cercò di curarsi a casa di un amico. Dice
anche che il gruppo intendeva commettere l'attacco una settimana prima, ma che
non trovarono una macchina per farlo.
Gli incendiari, tutti estremisti di destra di Bruntál e Opava, lanciarono tre
molotov piene di benzina attraverso le finestre della casa. Natálka, che non
aveva ancora due anni, soffrì di ustioni di secondo e terzo grado sull'80% del
corpo. I genitori furono ustionati più lievemente.
L'attacco cambiò completamente la vita della famiglia. Anche dopo che Natálka
tornò a casa dopo otto mesi di ricovero, niente era più lo stesso. "Pensavamo
che sarebbe stato meglio dopo il ritorno a casa. Sbagliavamo. Era solo
l'inizio," dice Siváková. La piccola Natálka ha subito dozzine di operazioni ed
ora ha paura dei dottori. Urla disperatamente quando vede l'ospedale, e presto
dovrà sottoporsi ad un'altra degenza. "Tra due settimane dobbiamo iniziare la
riabilitazione. Poi sarà operata alle mani. Starà in ospedale per un mese. Non
so come farà," dice la giovane madre.
David Vaculík, Jaromír Lukeš, Ivo Müller e Václav Cojocaru affronteranno il
processo in mezzo a straordinarie misure di sicurezza. Sono accusati di aver
commesso un tentato omicidio multiplo, tra cui una bambina, a sfondo razziale.
Rischiano l'ergastolo. "Per me sarebbe giusto se ricevessero la pena più dura
possibile. Ci hanno condannato ad una pena che durerà tutta la vita. Penso che
debbano soffrire come sta soffrendo la nostra famiglia," dice Siváková.
Czech Press Agency, translated by Gwendolyn Albert
Da
Czech_Roma
The Prague Post Cresce la tensione contro i Rom
Rimangono irrisolte le bombe incendiarie, mentre le famiglie minacciate lasciano
la ČR 3 giugno 2009 - By Wency Leung and Martina Čermáková
Stanno crescendo le tensioni tra i Rom locali ed il resto della popolazione,
mentre la polizia indaga su un secondo attacco in due mesi con bombe incendiarie
contro una residenza Rom.
La polizia deve ancora identificare i sospetti per il recente attacco con
molotov il 27 maggio in un appartamento di due stanze a Zdiby, a nord di Praga.
L'attentatore gettò due bottiglie incendiarie in una casa dove vivevano 10
Rom.
Non ci furono feriti ed il fuoco fu rapidamente sedato, ma l'attacco ha
alimentato la paura e la frustrazione nella comunità rom.
Il 28 maggio il Movimento di Resistenza Romanì ha consegnato una
dichiarazione all'Agenzia di Notizie Ceca (ČTK), dicendo che l'unico modo che i
Rom hanno per proteggersi è di lasciare il paese. Ha anche criticato la polizia
per aver fallito nel garantire la loro sicurezza.
Nel frattempo, secondo l'OnG Naděje (Speranza), circa 35 Rom di Vysoké Mýto,
Boemia orientale, hanno lasciato la regione settimana scorsa cercando rifugia in
Canada.
Milan Nádvorník, manager regionale di Naděje, ha detto che l'esodo era
probabilmente dovuto alla promessa di migliori condizioni sociali ed economiche.
"Si può anche dire che la discriminazione reale e percepita gioca un ruolo," ha
detto. "A riguardo, c'è un grado di discriminazione reale in atto."
La discriminazione è stata riflessa in un sondaggio rilasciato il 29 maggio
dall'istituto CVVM, che rivela come le relazioni tra i Rom ed il resto della
popolazione sono ritenute al livello più basso dell'ultima decade. Secondo ČTK,
l'85% dei 1.056 che hanno risposto, hanno dato una bassa valutazione della
coesistenza con i Rom.
A Zdiby, la polizia ha detto di dover ancora stabilire se l'attacco era
motivato razzialmente. "Ci sono diverse versioni [del motivo], ma non possiamo
essere precisi in questo momento," ha detto la portavoce della polizia praghese,
Markéta Johnová.
A Vítkov, Moravia settentrionale, dove il 16 aprile un incendio doloso aveva
seriamente ferito una bambina rom di due anni ed i suoi genitori (vedi
QUI ndr), la polizia deve ancora compiere progressi significativi nelle
indagini.
La polizia dice di aver trovato l'auto che i testimoni avevano individuato
sulla scena dell'attacco, ma hanno assolto il guidatore ed i passeggeri da ogni
addebito.
Anna Siváková, la madre della bambina di 2 anni, Natálka, che è ricoverata in
ospedale, ha detto di essere sconcertata dai risultati della polizia. "Come
possono ritrovare una macchina e non [gli esecutori]?" ha detto. "E' davvero
strano."
The writers can be reached at
news@praguepost.com
Sempre da
Czech_Roma
04/06/2009 La direttrice del programma radio Rom chiede asilo al Canada
PRAGA (AFP) - La Radio Ceca ha detto che il capo dei suoi programmi per la
minoranza rom ha seguito il percorso di altri zingari e richiesto asilo in
Canada, a seguito dei "rozzi attacchi" alla sua famiglia.
"Abbiamo deciso di richiedere l'asilo... a causa degli attacchi costanti alla
mia famiglia e della crescente radicalizzazione della società," ha scritto ai
dipendenti in una mail la 46enne Anna Polakova.
Hana Hikelova, capo dei servizi di cronaca della radio pubblica, ha detto
all'AFP che la giornalista ha lasciato la Repubblica Ceca dopo che suo figlio è
stato assalito da quattro teste rasate, e suo marito è stato ricattato.
Polakova, che era incaricata di un programma rivolto specificamente alla
comunità rom ceca, forte di 300.000 persone, ha aggiunto che lei ed i sei
componenti della sua famiglia hanno fatto richiesta di asilo all'aeroporto di
Toronto.
Il Canada è diventato una destinazione popolare per i rifugiati rom, che
nella Repubblica Ceca lamentano discriminazioni ed attacchi da estremisti, dopo
che nel 2007 ha eliminato l'obbligo di visto per i Cechi.
Secondo l'ambasciata canadese a Praga, nel primo quadrimestre dell'anno in
corso, 653 Cechi hanno richiesto asilo in Canada, a cui seguono 853 richieste
nel 2008.
L'afflusso ha portato il Primo Ministro Canadese, Stephen Harper durante la
sua visita a Praga lo scorso mese, ad ammonire sulla possibilità di reintrodurre
l'obbligo di vista.
La minoranza rom ha manifestato all'inizio del mese scorso dopo che un
incendio doloso ad una casa abitata da Rom aveva ferito una giovane coppia e
lasciato in fin di vita la loro figlia di due anni, con bruciature sull'80% del
corpo.
Copyright © 2009 AFP.
Da
Czech_Roma
La famiglia di Vítkov ha un nuovo appartamento (vedi
QUI ndr)
La famiglia di Vítkov la cui casa era andata distrutta questo aprile da un
assalto con bombe molotov, ne ha finalmente trovata una nuova. Da aprile la
famiglia ha vissuto in un riparo temporaneo, ma ora ha comprato una casa, ha
detto Anna Siváková a
Romea.cz.
"Finalmente ci siamo comprati una vecchia casa per una famiglia singola.
Costa 540.000 CZK. Poi abbiamo messo da parte 100.000 CZK per le riparazioni
dei sanitari, soprattutto c'è bisogno di un bagno nuovo per nostra figlia Natálka.
Questa ora è la mia priorità," ha detto Siváková.
Da quell'assalto, la famiglia ha vissuto in un riparo temporaneo, anche se
erano stati raccolti circa 700.000 CZK per la sua causa. Questi fondi sono
sufficienti in quella regione per acquistare appartamenti modesti, ma Aktuálně.cz
ha riportato che la famiglia aveva incontrato molti ostacoli, dato che non era
desiderata come vicina. Qualcuno aveva scritto persino una petizione contro di
loro.
Continua Siváková "People in Need ci ha aiutato a trovare il nuovo
appartamento. Ci spiace che siano state sparse molte voci bugiarde sulla nostra
famiglia."
A metà agosto la polizia ha accusato quattro persone in connessione
all'assalto di aprile. Ora sono sotto custodia. In totale, sono state arrestate
12 persone, nove uomini e tre donne. Gli altri sono stati rilasciati. La polizia
ha accusato i quattro di tentato omicidio per motivi razziali. Tutti e quattro
si trovavano sulla scena del crimini. Qualcuno avrebbe confessato.
"Ritengo fermamente che la corte li punirà in maniera eccezionale," ha detto Siváková.
"Voglio guardarli negli occhi quando ci sarà il verdetto. Solo i mostri sono
capaci di una cosa simile. Mia figlia ne avrà per tutta la vita," ha aggiunto
tristemente.
Gli incendiari avevano attaccato la casa che ospitava una famiglia di nove
Rom, alle prime ore del mattino del 19 aprile, lanciandovi dentro tre molotov.
Tre persone erano state ferite nel successivo incendio. Natálka, di due anni,
era risultata la ferita più critica e rimane tuttora in cura intensiva nel
reparto ustionati dell'Ospedale di Ostrava. Ha sofferto di bruciature di secondo
e terzo grado sull'80% del corpo e le sue condizioni rimangono gravi.
Di Fabrizio (del 20/06/2011 @ 09:38:03 in Europa, visitato 1282 volte)
Da
Czech_Roma (sul caso Natálka leggi anche
QUI)
Budišov, 14.6.2011 11:03
Natálka Kudriková, la bambina che era stata severamente ustionata quando i
piromani avevano attaccato la sua casa a Vítkov, sta sperimentando i primi
contatti con gli altri bambini, dopo due anni spesi esclusivamente a casa o in
ospedale. Ha festeggiato il suo quarto compleanno ieri alla scuola materna.
La televisione ceca riporta che per frequentarla Natálka ha bisogno di
un'assistente e di cure speciali.
Natálka dovrebbe frequentare la scuola materna a tempo pieno dal prossimo
settembre, ma anche questo non è certo - settimana prossima verrà nuovamente
visitata all'ospedale e potrebbe subire una nuova impegnativa operazione
quest'estate. Per adesso trascorre a scuola materna un'ora al giorno. Anche se
non parla con nessuno, nondimeno comunica. "Parla con i gesti, non verbalmente,
ciò che vuole e i giochi che vuole in prestito," ha detto alla televisione
Simona Novotná,
direttrice della materna di Budišov.
I coetanei di Natálka si son dovuti far spiegare da genitori ed insegnanti
perché quella bambina è differente. "Perché ha così tante cicatrici, perché ha
perso le dita, domande simili," ha detto sua madre, Anna Siváková.
I medici dicono che Natálka avrà bisogno di assistenza pedagogica e
personale. I suoi progressi nel trattamento delle ustioni stanno soddisfacendo i
dottori che l'hanno curata per oltre due anni: "Fondamentalmente, è avvenuto un
piccolo miracolo... nessuno poteva immaginare che potesse riprendere la vita
normale," ha detto alla televisione Iva Zámečníková del centro ustionati
dell'ospedale di Ostrava.
ryz, Czech Television,
http://www.ct24.cz/domaci/127204-stav-natalky-sivakove-povazuji-lekari-za-maly-zazrak/
translated by Gwendolyn Albert
Da
Czech_Roma (il
caso dall'archivio della Mahalla)
Petr Hájek, vice capo dell'ufficio di presidenza di Václav Klaus, intende
prendersela con la Televisione Ceca. E' dispiaciuto per la copertura programmata
dall'emittente pubblica sulle fasi finali del processo ai quattro accusati
dell'assalto incendiario a Vítkov. Secondo Hájek, costituisce una "pressione" ed
un attacco all'indipendenza della corte. Purtroppo, non ho l'opportunità di
chiedere ad Hájek se davvero ha così poca fiducia nel sistema giudiziario.
Vorrei chiedergli se farebbe le stesse critiche se suo figlio fosse stato
mutilato nell'attacco.
Il processo in corso non riguarda ladri di metallo o una rissa da bar. Si
processano quattro razzisti che hanno lanciato delle molotov in una casa dove
c'era gente che dormiva, tra cui dei bambini. Questo cocktail mortale non volava
per aria perché i ragazzi volevano divertirsi o vedere cosa potesse fare una
molotov. Erano lì con l'intenzione di uccidere degli "zingari", come approvato
dalla loro ideologia disgustosa e mostruosa.
Questo processo ci riguarda tutti. Potevano essere mia figlia o la vostra a
rimanere ustionate. E' per questo motivo che merita questa attenzione dai media,
a ragione,secondo me. Non si tratta di "isteria". Parlando per me, voglio
vedere, in televisione, i volti di chi ha tentato di uccidere una bambina di due
anni e voglio vederli ricevere la pena che meritano.
Nessuno può realmente credere che questa merda sull'interesse dei media possa
realmente influenzare la corte. Se un giudice sotto la pressione dei media non è
in grado di prendere decisioni secondo la legge, questa persona non dovrebbe
essere un giudice. Penso anzi che l'effetto di trasmettere le udienze sia stato
esattamente l'opposto. Al pubblico è stata data l'opportunità di seguire il
lavoro di tutti i soggetti coinvolti. Il signor
Hájek ritiene che il pubblico di massa non sia interessato a come il sistema
giudiziario si avvicina a questo caso?
Soprattutto, ho l'impressione che qualcuno in questo paese stia perdendo il
lume della ragione. Tramite il mio lavoro al news server iDNES.cz posso
praticamente vedere la materia prima che diventa notizia, così come vedo i
contributi dei lettori alle pagine di discussione. Negli ultimi giorni stanno
diventando nauseanti. E' stupefacente come spesso la gente elogi il mancato
omicidio di Vítkov, quanto spesso la gente scriva di come la piccola Natálka
crescendo sarebbe diventata una "puttana" con 20 bambini oziosi a carico dello
stato, di come la stessa gente scriva che gli"zingari" se la meritavano perché
non erano proprietari della casa in cui vivevano e che per questo quei ragazzi
non hanno fatto niente di così cattivo. Dopo tutto, l'uccisione dei criminali
non è omicidio - non è così?
In nome di Dio, cosa scriverebbero queste persone se i nazisti avessero dato
fuoco ai loro figli? Avrebbero approvato? Avrebbero scritto commenti come i
seguenti?
"Quei coraggiosi - approvo completamente ciò che hanno fatto e NON mi spiace
per Natálie".
"Neanch'io, avrebbe solo partorito altri 20 di loro".
"Esattamente, approvo qualsiasi metodo per prevenire la diffusione di questa
gente inadattabile. Danno solo problemi".
No, non è la pena del pensiero, non riesco a vedere in loro la coscienza. Non
importa chi siano realmente gli attentatori, proprio come non importa che si
dica che il padre di Natálie sia stato in prigione. Niente da a qualcuno il
diritto di prendere una bottiglia molotov e cercare con essa di uccidere
un'intera famiglia. Questo è il senso di questo processo - e molti, compreso il
signor
Hájek, non lo capiscono.
Patrik Banga, translated by Gwendolyn Albert
Da
Czech_Roma
Le reazioni al verdetto di Vítkov (vedi
QUI ndr) e la lunghezza della sentenza non hanno sorpreso. Quanti
concordano con quella la trovano giustificata, e quelli che non sono d'accordo
si pongono delle domande. Oltre alle legittime opinioni sulla lunghezza della
condanna in relazione al crimine in questione, ci sono anche opinioni
(soprattutto su internet) che ripetono all'infinito le aperte invenzioni, le
bugie e gli stereotipi sulle vittime.
Tali ripetizioni evidentemente aiutano qualcuno ad evitare il doloroso
riconoscimento che siamo capaci della peggior sorte di atrocità, inclusa mandare
a fuoco un'intera famiglia. Questo vale per tutti quanti, che pur non
approvando le atrocità, tentano nei fatti di giustificarle riferendosi alle
"malefatte degli zingari" nel loro complesso. Sono guidati a ciò dall'antiziganismo,
che nella Repubblica Ceca si basa sulla nostra classica invidia. Durante le loro
generalizzazioni, gli antiziganisti spesso spandono bugie e calunnie sui Rom
[...]. Amano prendere esempi dai media sui Rom coinvolti in crimini. A loro non
importa che anche i non-Rom commettano i medesimi crimini, perché non è il
crimine in sé che loro importa - sono gli "zingari". I loro interlocutori in
queste discussioni su internet includono, naturalmente, neonazisti, razzisti, e
sociopatici incapaci di empatia. E' sintomatico che tutti si riferiscano agli
incendiari razzisti come ai "ragazzi di Vítkov".
C'è, tuttavia, un segno di speranza. Persone comuni e ragionevoli hanno
iniziato a partecipare a queste discussioni sempre più spesso. Questa gente non
si fa prendere dal gioco a chi grida più forte, e dai suoi soliti trucchi, e
sembra sentire un bisogno di esprimersi più forte che nel passato.
Tutto ciò sta avvenendo sulla pagina Facebook "Non sono d'accordo con la
condanna per i Ragazzi di Vítkov", o durante "eventi" in Facebook come quello
chiamato "Nel caso di Vítkov chiediamo la stessa punizione per i genitori di
Natálka!"
"I genitori che lasciano bruciare il loro figlio non meritano milioni di
corone, ma la prigione". Questa è la richiesta di Petra Ramešová, František Fanz
e Bára Pertlová, fondatori dell'evento Facebook intitolato "Nel caso di Vítkov
chiediamo la stessa punizione per i genitori di Natálka!" Tutti e tre, e non
sono soli, stanno ovviamente commettendo il reato di diffamazione ma, ancora più
importante, stanno cinicamente mentendo per parlare male dei Rom e giustificare
il tentato assassinio della famiglia rom.
Le testimonianze rese in tribunale dai genitori e dai nonni di Natálka
differiscono tra loro in alcuni dettagli, ma ci sono diverse possibili ragioni
per questo: la commozione per il fuoco stesso, il fatto che gli eventi accaddero
più di un anno fa, ed altre ragioni naturali. In nessuna circostanza la loro
testimonianza o quella di chiunque altro ha portato alla conclusione che abbiano
"lasciato bruciare la loro bambina". Al contrario, sono stati loro che hanno
portato via Natálka dal fuoco. Non ci sono neppure indicazioni, come sostenuto
da qualcuno, che durante l'assalto non fossero a casa ma nel pub, o che avessero
in casa merce rubata, a cui tenevano più della loro figlia. Tutto ciò è pura
diffamazione inventata da chi odia i Rom nel loro complesso. Molti di loro
presentano anonimamente le loro opinioni.
Il comportamento di questi antiziganisti, neonazisti e razzisti porta
tensioni sociali e violenza come gli incendi ed altri attacchi violenti commessi
contro i Rom. Il tentato omicidio di Vítkov è stato solo uno dei tanti. Dal
punto di vista dei media, ci ha mostrato solo la cima dell'iceberg della
crociata anti-Rom. Dove finirà, nessuno lo sa - e per questo è un bene che i
"Ragazzi di Vítkov" siano stati condannati dal sistema giudiziario (la sentenza
non ha ancora avuto effetto). Attraverso il tribunale, la società ha fatto
sapere che l'antiziganismo, il razzismo e le violenze ad essi collegate sono
fenomeni completamente inaccettabili.
František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert
Di Fabrizio (del 23/03/2012 @ 09:31:02 in media, visitato 1365 volte)
Da
Czech_Roma - (con nota finale)
Analisi: i media cechi contro la famiglia rom attaccata dagli incendiari
di estrema destra -
Praga, 16.3.2012 20:54, (ROMEA)
František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert
Intervento di
Anna Siváková al "Concerto per Natálka" a Benátky nad Jizerou,
organizzato ad aprile 2010 da Richard Samko per la televisione e ceca, Martin
Čurej e Josef Pešta del Respekt club. Photo: František Kostlán
Trappole e vendette sono l'unica maniera per descrivere il continuo stalking a
cui sono sottoposti Pavel Kudrik e Anna Siváková, vittime dell'assalto a Vitkov
nel 2009, da parte di incendiari di estrema destra, poi condannati. La famiglia
da allora è sotto la lente dei media, che stanno indagando su precedenti
provvedimenti a loro carico, incluse imputazioni di cui la famiglia è venuta a
conoscenza solo tramite i giornalisti. Secondo questa camera di
raccolta-segnalazioni, oltre ad un procedimento che è stato risolto, dovrebbero
averne altri due di fronte a loro.
Il primo sarebbe stato bloccato ed il debito della famiglia sarebbe stato pagato
dalla compagnia MobilKom, che inizialmente aveva richiesto il saldo di bollette
telefoniche arretrate per 3.000 CZK (1 corona ceca = 0,04 euro ndr.). I
media l'hanno trasformata in una richiesta di 28.000 CZK, conteggiandovi
interessi e commissioni [...].
Tuttavia,
Anna Siváková è convinta di non dover pagare quelle bollette. Diversi anni fa si
fidò di un agente di vendita che le disse che il telefono sarebbe stato
gratuito. Sappiamo che non è raro che le pratiche di certe agenzie prevedano
questi sistemi per attirare i clienti con offerte simili, mentre la stampa di
regime fornisce un quadro totalmente differente.
Il secondo dei tre debiti, per i quali è stato proposto il recupero della casa
della famiglia, dipende dal presunto non pagamento dell'assicurazione sanitaria.
"E' un debito molto vecchio, quando nacque la sorella maggiore di Natálka.
Riguarda i pagamenti dell'assicurazione sanitaria, ma la signora Siváková
afferma di averla pagata ed anche di avere le ricevute," dice Kumar Vishwanathan,
direttore dell'associazione civica Vita Insieme (Vzájemné soužití). Non è chiaro
a cosa si riferisca il terzo debito.
L'anno scorso i tribunali cechi hanno commutato 936.000 sentenza, quest'anno il
numero sarà simile, se non superiore. Comunque, per un certo tipo di
informazione, il caso più importante di tutti sarebbe una bolletta
telefonica non pagata di 28.000 CZK. Perché? Al solo scopo di incassare il
sensazionalismo attorno ai presunti debitori.
La vita di questa famiglia romanì è stata brutalmente violata da piromani
assassini, ma i media non sono interessati al fatto che la piccola Natálie dovrà
presto sottoporsi a diverse altre operazioni. Non sono interessati al fatto che
gli incendiari, che secondo la sentenza avrebbero dovuto pagare a
Natálie 9,5 milioni di CZK ed ai suoi genitori 72.000 CZK, non hanno ancora
versato una singola corona. Tuttavia, i media sono interessati al fatto che la
famiglia abbia pagato o meno vecchie bollette telefoniche. La casa dove ora vive
la famiglia, è stata acquistata tramite una pubblica raccolta di fondi, e questo
è d'interesse per i media, perché attira lettori e spettatori a cui comunicare
che quelle persone per cui si sono impegnati finanziariamente, sono in realtà
degli stupidotti per cui non valeva darsi pena.
Sono esattamente il tipo di visioni semplicistiche che imperano tra alcuni
giornalisti e parte del pubblico, e che interessa doppiamente anche i Rom in quanto
tali. I media possono essere soddisfatti del risultato di queste azioni. Anna Siváková
ha avuto un collasso come risultato di campagne simili, ma intanto aumentano i
lettori ed il numero dei visitatori ed in sintesi affluisce denaro "pulito"
nelle casse dei proprietari.
C'è chi non ha nessun interesse nel fatto che ogni giorno che Natálie passa in
ospedale, costa 200 CZK alla famiglia, e che oltretutto debbano acquistare
pomate ed altri medicinali. Nessuno assumerà permanentemente Pavel Kudrik,
perché deve prendersi cura delle altre tre figlie, quando Anna Siváková è in
ospedale con Natálie, cosa che accade sovente. Nessuno è interessato al fatto
che tanto le altre tre figlie che i loro genitori avrebbero bisogno di
assistenza psicologica, in quanto severamente ustionati durante l'assalto
incendiario dei razzisti.
Grazie a questo, i "trucchi" mediatici, a cui recentemente il perito Ivo Svoboda
si è correttamente riferito come "deprivati, stupidi bruti", sono nuovamente
presenti in prima pagina. Diversi individui volgari, che vedono il mondo con
odio - soprattutto quando si tratta di Rom, stanno prendendosi la loro rivincita
su questa famiglia. E' gente che ammira i razzisti incendiari, che obbietta
sulla durata eccessiva della condanna, gente che non è capace di sopportare la
coesistenza con culture diverse o qualsiasi tipo di differenza, che lotta contro
la correttezza politica quasi inesistente nel paese, che si spinge oltre i
limiti della comune decenza umana verso la propria patologica visione del mondo.
Non si contano tutti gli articoli ed opinioni nelle "discussioni" online che
traboccano di odio e razzismo. Chiunque può vederli in pochi istanti utilizzando
un qualsiasi motore di ricerca.
Ciò che è anche peggio, è che questi poveri, stupidi bruti stanno attaccando
direttamente la famiglia di Pavel Kudrik ed Anna Siváková, ed anche chi sta
facendo del suo meglio per aiutarla in questo difficile momento. Email odiose,
grida di minacce per strada, gossip e telefonate minatorie sono all'ordine del
giorno.
"Non rispondo nemmeno più al telefono. Mi chiamano continuamente con insulti
volgari, mi dicono -porca-, -troia- -figa- e che -finirò nella camera a gas con
gli zingari-. E poi ci maledicono con email indirizzate alla nostra
associazione. Se quella famiglia fosse stata -bianca-, tutti si sarebbero
dispiaciuti per lei, ma dato che sono rom, parte del pubblico li criticava," ha
detto recentemente a Romea.cz Helena Jedináková, dell'associazione Life Together,
che aiuta la famiglia della giovane Natálie.
Noi di Romea.cz abbiamo avuto la stessa esperienza. Gossip odiosi e razzisti
indirizzati a questa particolare famiglia, vengono regolarmente inviati alla
nostra email.
Racconta ancora Jedináková:
"Anna Siváková si sente molto male, psicologicamente parlando, a causa
dell'interesse dei media e dopo aver letto alcune delle discussioni online. Si è
chiusa in casa e non risponde al telefono. La famiglia non ha soldi. L'odio
verso di loro attraverso forum e discussioni online è incredibilmente
aumentato."
Jedináková continua dicendo che "fortunatamente abbiamo trovato anche brave
persone che vogliono aiutare finanziariamente la famiglia e che ci incoraggiano,
cito, -non preoccupatevi di quegli idioti e non dategli retta-. Li ringrazio
enormemente. Le loro lettere e telefonate mi hanno dato una grande forza ed
ispirazione per continuare."
Ha anche ricordato che Life Together assiste non solo la famiglia della giovane Natálie,
ma tutte le famiglie vulnerabili quando chiedono collaborazione. "Se ne abbiamo
la possibilità, siamo molto lieti di aiutare chiunque," dice.
Nota finale del redattore: è da tempo che la Repubblica
Ceca è interessata da violenti ed incessanti episodi di razzismo, grandi e
piccoli. A volte, questo razzismo arriva a vette che scuotono anche il
"cittadino medio", come nel caso di
Natálka che è stato seguito negli sviluppi
di tutti questi anni.
Ma per comprendere come sia possibile che fatti simili avvengano, diventino
quasi vita comune, occorre capire qual è il clima generale di questo paese che,
ricordiamolo, è parte dell'Unione Europea. Ragionando, nel contempo, su quanto
in Italia siano conseguenti tra loro il razzismo violento e la discriminazione
quotidiana.
Di Fabrizio (del 06/11/2009 @ 09:29:08 in Europa, visitato 1791 volte)
Ho seguito la storia della piccola
Natálka e della sua famiglia da questa primavera. Ora che hanno di nuovo una
casa, ci sono altre buone notizie. Da
Czech_Roma
E' terminata l'operazione conclusiva di Natálka, ora si siede e gioca
Lo scorso aprile nella città di Vítkov, alcuni razzisti causarono bruciature
sull'80% del corpo della piccola Natálka, durante un attacco incendiario. Ieri
ha finalmente passato l'ultima operazione di inserimento della pelle. Michal Kadlčík,
a nome dell'equipe dell'ospedale, ha detto alla Televisione Ceca che
l'operazione rimpiazzava il finale 7% della pelle della bambina. Durante gli
scorsi sei mesi, i chirurghi hanno sostituito la pelle ustionata di Natálka,
prima con pelle artificiale e poi gradualmente con innesti di pelle vera presi
dalle parti del corpo che erano state risparmiate dalle ferite.
Per il momento, Natálka rimarrà nell'unità di cura intensiva. Sua madre,
Anna Siváková, gioisce per il miglioramento del suo stato di salute. "Sta già
seduta e gioca. Sta anche iniziando a mangiare normalmente, ha appena pranzato,"
ha detto Siváková a Romea.cz. Natálka probabilmente subirà in futuro altre
operazioni a membra e giunture.
Dopo lo shock iniziale e la paura seguiti all'attacco, Anna Siváková ha
iniziato a credere che
Natálka sarebbe sopravvissuta. "Ho creduto che avrebbe recuperato - l'ho
cresciuta e so com'è, è veramente forte," ha detto Siváková a Romea.cz in una
recente intervista.
Siváková spera anche che grazie al successo delle operazioni, la famiglia
gradualmente possa cambiare il modo in cui sono stati obbligati a vivere da
quell'attacco con le molotov. "Ora per me tutto è completamente sottosopra. Non
ho tempo per me e per le altre bambine. Mi sveglio la mattina, preparo la
colazione, mi vesto, prendo il treno, visito Natálka,e torno a sera tardi.
Questo è ciò che faccio, giorno dopo giorno, quasi ogni giorno," dice Siváková.
"So che con Natálka questa situazione sarà differente, perché lei era
eccezionale prima dell'attacco... E' sempre stata avanti agli altri bambini
della sua età...ad un anno già camminava. Prima dell'attacco, parlava
splendidamente, pulito, senza imperfezioni, sapeva nominare tutto correttamente
e pronunciare tutto, andava sul vasino da sola, mangiava da sola, beveva il te
ed il succo - era molto indipendente."
Ieri, le altre tre figlie di Siváková guardavano una trasmissione della TV
Ceca sulla loro sorella. "Era la prima volta che la vedevano da quell'attacco,
sullo schermo, e le ha coinvolte profondamente. Ora va un po' meglio," dice
Siváková.
I genitori di Natálka stanno cercando di portarla nella nuova casa che
attualmente stanno sistemando. Siváková ha detto a Romea.cz che i lavori
stanno facendo rapidi progressi. Resta da terminare l'intonaco esterno, il
bagno, i vani portaoggetti e le scaffalature, prima dell'imbiancatura. "Abbiamo
dovuto re-intonacare tutti i muri interni e cambiare i sistemi elettrico e di
scarico. Cavi e tubature ora sono a posto, Pavel oggi passerà il cemento," dice Siváková.
František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert
Sempre da
Czech_Roma, un'intervista ai genitori
di qualche giorno prima. E' lunghetta, leggetela a puntate o nel fine settimana
Anna Siváková: Sperare non basta, devi credere
Questa è un'intervista con Anna Siváková e Pavel Kudrik, i genitori di
Natálka, la piccola quasi bruciata viva in un attacco incendiario all'inizio di
quest'anno. Abbiamo discusso con loro su cosa hanno provato dopo l'attacco, come
tutta la storia li ha cambiati ed ha cambiato la vita della loro famiglia, e su
tutte le conseguenze che si sono sviluppate dal caso. L'intervista è stata
dolorosa, non solo per loro, ma anche per noi. Però, abbiamo concordato che fa
bene condividere queste esperienze col resto del mondo, così da rivelare la
piena estensione dell'orrore e della mancanza di senso della violenza commessa
dai fanatici razzisti. Abbiamo discusso di sentimenti e relazioni con la signora Siváková
e di questioni pratiche col signor Kudrik.
Intervista con Anna Siváková
Come ti ha coinvolto questo tentativo di uccidere la tua famiglia? Che
tipo di cambiamenti ha causato nella vita ordinaria di ogni giorno?
Ci resterà addosso per il resto della vita. E' passato ora metà anno, e da
quel giorno continuiamo a riviverlo. Prima dell'attacco vivevamo una vita
tranquilla, tutta la famiglia assieme. Non sospettavamo neanche che cose simili
fossero possibili in questo mondo. Questo starà con noi sempre, sempre. Ogni
volta che vediamo Natálka, avremo questo attacco di fronte a noi.
Ora per me tutto è completamente sottosopra. Non ho tempo per me e per le
altre bambine. Mi sveglio la mattina, preparo la colazione, mi vesto, prendo il
treno, visito Natálka,e torno a sera tardi. Questo è ciò che faccio, giorno dopo
giorno, quasi ogni giorno.
Quali furono i tuoi primi pensieri dopo l'attacco, quando eravate feriti
nell'ospedale e Natálka non era con voi?
Erano sensazioni terribili, non potevo dormire, non potevo mangiare, pensavo
a lei tutto il tempo, a cosa le stava succedendo, dov'era, alla sua figura...
Chiedevo alle infermiere e a dottori, ma nessuno mi diceva cosa le succedeva e
com'era la sua situazione. Aggiravano sempre l'argomento, perché io pure ero in
cattive condizioni per le mie ustioni. Così chiesi il numero di telefono
dell'ospedale dove era curata Natálka, per parlare con i dottori che la
assistevano. Il suo dottore mi disse che la inducevano al sonno artificiale, a
causa delle sue terribili bruciature, e mi prepararono al peggio. Mi dissero che
sarebbe stato difficile per una bambina che non aveva ancora due anni di
sopravvivere a bruciature così estese.
In quel momento, avevo orribilmente paura. Paura di perdere Natálka – a ciò
non sarei sopravvissuta.
Dopo le paure iniziali, quando hai iniziato a sperare che si sarebbe
salvata?
Non speravo: io credevo. Sperare non è abbastanza, io ho creduto che avrebbe
recuperato - l'ho cresciuta e so com'è, è veramente forte. Quello che voleva
"doveva essere".
Com'era Natálka prima dell'assalto?
So che con Natálka questa situazione sarà differente, perché lei era
eccezionale prima dell'attacco. Ho quattro figlie, e Natálka per la sua età è la
più sveglia. E' completamente speciale. E' sempre stata avanti agli altri
bambini della sua età. Mi prendevano in giro e mi chiedevano dove l'avessi
trovata, perché era completamente differente dagli altri bambini. Natálka ad un
anno già camminava. Prima dell'attacco, parlava splendidamente, pulito, senza
imperfezioni, sapeva nominare tutto correttamente e pronunciare tutto, andava
sul vasino da sola, mangiava da sola, beveva il te ed il succo - era molto
indipendente.
Pensi che questa eccezionalità l'abbia aiutata a sopravvivere?
Sì.
In qualche maniera a ricominciato ad essere se stessa?
Ancora non parla, perché ha un tubo nella gola, ma è già intelligente.
Persino testarda. E' ancora "il generale", sa cosa vuole e l'ottiene, le
infermiere ed io dobbiamo darle ciò che vuole.
Come fa a farvi capire cosa vuole?
Con gli occhi, o indicando. Se non capisco, glielo chiedo e le mostro tutto
finché lei non annuisce.
Le altre tue figlie hanno sei, nove e dieci anni. Come stanno reagendo?
Male. Vogliono andare a trovare la sorellina, perché non l'hanno vista per
metà di un anno, dall'assalto, ma il capo dei medici dice che al momento non è
possibile.
Hanno avuto esperienze negative a scuola o nell'ambiente attorno, a causa
di ciò che è accaduto?
Non gli piace quando qualcuno da fuori le chiama, o quando lo fa un estraneo.
Sono sempre arrabbiate, sempre. Chiunque sia, imprecano contro di me, dicendo
che non possono parlare di lei e che ladevono lasciare sola, restarsene fuori -
ma le compagne di scuola delle mie figlie le trattano bene.
Tutto ciò come ha influenzato la loro psiche?
Hanno degli incubi e non dormono bene. Il fatto che non sopportino che
degli estranei dicano il loro nome, mostra quanto sono state profondamente
colpite. La più grande, che già capisce cosa sta succedendo, è quella che
patisce di più. Non solo non dorme più, ma incolpa se se stessa, dice che
avrebbe dovuto succedere a lei e non a Natálka. Abbiamo provato a discutere con
lei, a dirle che non può pensare così, che non è per niente colpa sua. Ha
iniziato ad andare dallo psicoterapeuta.
Le vostre figlie sanno chi ha fatto questo e perché?
Beh... col tempo ne hanno sentito alla televisione o letto sui giornali, così
sanno chi è stato e perché l'hanno fatto. All'inizio hanno cercato di ottenere
più informazioni possibili da noi, non capivano. Chiedevano: Perché l'hanno
fatto a noi, che non abbiamo fatto male a nessuno?
Cosa le dicevate?
Non sapevo cosa dire. Pavel neanche. Ho detto loro che avrei voluto sapere
anch'io la risposta.
Come vi ha cambiati tutto ciò?
Sono più sensibile agli altri di quanto lo fossi prima, come quelli che hanno
bambini seriamente malati, o che vivono le conseguenze di un alluvione. Mi
commuove terribilmente ascoltare storie simili - mi interrompo e piango, mi
chiedo perché debbano accadere queste cose. Per me è stato un grande
cambiamento. Una persona che è stata ferita ha compassione per tutti e si
coinvolge nell'altrui sfortuna.
Pensi che almeno qualcuno di quelli che vi sono attorno sia cambiato in
modo simile?
Lo penso, qui in questo posto dove abbiamo la nostra nuova residenza. ma non
a Vítkov. Oggi quello è il posto peggiore per miglia e miglia, in termini di
relazioni con i Rom.
Com'era Vítkov prima di quell'attacco?
Prima dell'assalto in generale i locali non parlavano bene dei Rom, ma non
l'hanno mai fatto verso di noi direttamente.
Hai passato un'esperienza molto seria. Quando ne parli apertamente, pensi
che potrebbe aiutare perché cose simili non succedano più, o che violenze di
questo tipo possano almeno diventare meno accettate dalla società rispetto ad
adesso?
Non lo so, ognuno è differente, giusto? Difficile da dire. Prima noi non
avevamo il minimo sospetto che potesse succedere una cosa simile. Non sapevamo
del razzismo, del neo-nazismo, o di questo tipo di attacchi. La responsabilità
non dovrebbe essere dei soli governo e polizia, la gente in generale dovrebbe
fare ogni cosa possibile per essere sicura che cose simili non accadano più,
perché è orribile. Devono capire, una volta per tutte, che anche noi siamo
persone, di carne e ossa, proprio come loro. E' lo stesso se siamo bianchi o
neri, il punto non è il colore. Questi razzisti vivono tra noi, mi chiedo se non
si può fare nulla, ma la gente non dovrebbe giudicare sulla base del colore
della pelle.
Cosa pensi degli assalitori?
Penso che non possono essere normali. Una persona normale non farebbe mai una
cosa simile. Non è stata spontanea, hanno dovuto prepararla, e sapevano in
anticipo che stavano per nuocere a qualcuno. Non so come chiamarli.
Cosa vi sarebbe successo se così tante persone non avessero contribuito
alla raccolta dei fondi? Ci pensi talvolta, o è per te un argomento difficile?
E' molto difficile chiedere aiuto agli altri. E' un segno della loro buona
volontà che potessero aiutarci. E' un grande avvenimento il loro aiuto. Non mi
aspettavo che fosse raccolto così tanto denaro, che avremmo trovato un posto
dove stabilirci in una nuova casa.
Sapere che ci fosse così tanta gente solidale con voi ti ha cambiato?
Sì, certamente. Mi ha cambiato. Senza il loro aiuto non avremmo potuto
vivere. La nostra vita si sarebbe fermata. Non saremmo stati capaci di
ricominciare nell'ambiente dove viviamo ora... Mi fa sentire meglio che ci sia
gente simile tutto attorno a noi, che ci sia così tanta brava gente.
Stai gestendo ogni cosa in maniera ammirevole. Dove trovi la forza? Da
dove la ricavi?
Natálka mi da la forza. Non so cosa avrei fatto se non fosse per lei.
All'inizio, non potevo alzarmi, non potevo stare in piedi. Mi ha aiutato vedere
come Natálka cambiava nel tempo, come migliorava giorno per giorno. D'improvviso
mi dissi che non potevo buttare via la mia vita, che dovevo fare qualcosa e
prendermi cura di lei. Se non io, chi l'avrebbe fatto? Mi sono rialzata, proprio
letteralmente. So che nessuno può prendersi cura delle mie figlie meglio di me.
Mi ha rimesso in piedi.
Gente crudele
Intervista con Pavel Kudrik
Il sindaco di Vítkov nella rivista Respekt ha detto che la vostra vecchia
casa andò in fiamme così rapidamente perché colpevolmente lì era immagazzinata
della benzina.
Questo davvero mi ha fatto arrabbiare. Non avevamo nessuna benzina nella
casa. Mio suocero non me l'avrebbe permesso, perché lì stipava la legna perla
stufa. Non mi era neanche permesso di parcheggiare la macchina di fronte
all'ingresso o nel granaio - dovevo parcheggiare distante. La polizia di Vítkov
lo sa molto bene, perché una volta mi diedero una multa perché avevo
parcheggiato in una zona dove era vietato, visto che non c'era un altro posto
dove lasciare la macchina.
Stai lavorando per restaurare la nuova casa. Hai potuto conoscere meglio
i tuoi nuovi vicini?
Sì, sono molto gentili e servizievoli.
Stai avendo problemi con le riparazioni?
Non posso dedicarmi ad un lavoro regolare fino a ce non ho finito le
riparazioni, perché mi prendono tanto tempo e vogliamo finire il prima
possibile, così Natálka potrà tornare a casa. Dal primo novembre dovremo anche
iniziare a pagare l'ostello dove temporaneamente stiamo vivendo, perché da quel
giorno saremo registrati all'ufficio catastale come proprietari della casa che
stiamo sistemando.
Come pensi che l'attacco abbia cambiato i vostri bambini?
Penso che il cambiamento più grande è che hanno smesso di aver fiducia nella
gente. Non sono sicuri se chi si avvicina abbia buone intenzioni o meno.
Qual è il tuo sentimento più forte in tutta questa vicenda?
Preoccupazione e paura per la mia famiglia. Probabilmente non mi libererò
mai di questa paura. E' nella mia testa tutto il tempo, in maniera inconscia,
anche se vorrei dimenticare non posso.
Cosa dici del fatto che la polizia ha arrestato i quattro uomini, li ha
accusati di tentato omicidio e li tiene in custodia?
Una liberazione. Anche la mozione per bandire il Partito dei Lavoratori mi
da buone sensazioni. Sembra che recentemente la polizia e l'attuale governo
stiano facendo del loro meglio per agire su tutto ciò.
Cosa ne pensi di chi vi ha assalito?
Sono completamente senza cuore.
Markus Pape, František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert
Da
Czech_Roma (con una chiusa personale)
Romea.cz PHOTO: Repro Česká televize
La bambina rom bruciata ha subito oltre 100 anestesie, in seguito ci
sarà un intervento chirurgico - Budišov nad Budišovkou (Opava district),
4.2.2012 21:00
Natálie Siváková (5 anni) si sta gradualmente riprendendo dalle ferite patite
nell'aprile 2009, quando fu vittima di un assalto di neonazisti, poi conosciuti
come i piromani di Vitkov. Lo scorso ottobre, i medici hanno effettuato la
ricostruzione delle dita e dell'avambraccio destro, che erano inutilizzabili a
causa del tessuto cicatrizzato dalle ustioni. La televisione ceca riporta che
ora è in attesa di un'operazione al collo ed alle ascelle.
Alla bambina non è permesso di uscire, a causa del gelo intenso nella regione.
"Il tessuto cicatriziale è più sensibile della pelle sana, si asciuga più
velocemente e può rompersi," ha detto alla televisione Iva Zámečníková, vice
direttrice del Centro Ustionati dell'ospedale di Ostrava.
L'intervento a cui sarà sottoposta presso il centro ustionati sarà il ventesimo
in sequenza. "Non riesce a reggere la testa in maniera corretta, quindi [i
dottori] la opereranno al collo e alle ascelle. Ho molta paura," ha detto alla
televisione sua madre Anna
Siváková. La bambina è già stata sotto anestesia un centinaio di volte.
Durante l'ultima operazione ad ottobre 2011, i dottori avevano fissato la
cicatrice sul collo della bambina. Allora, una specialista in chirurgia alle
mani, Alena Schmoranzová,
l'aveva operata al dito indice ed all'avambraccio, che a causa delle cicatrici
la bambina non era in grado di muovere. "Prima non li usava per niente,"
conferma Anna Siváková. "Ora ha scoperto che va meglio e lo usa tutto il tempo,"
ha detto alla televisione, aggiungendo che la figlia deve ancora indossare
plantari speciali.
Natálie venne ferita alle prime ore del mattino del 19 aprile 2009, durante un
assalto incendiario a sfondo razziale, commesso da quattro neonazisti contro la
casa della famiglia. Il tribunale ha condannato David Vaculík e Jaromír Lukeš a 22
anni di carcere, e Václav Cojocaru e Ivo Müller a 20 anni per tentato omicidio a
sfondo razziale ed atti vandalici.
ryz, Czech Television, translated by Gwendolyn Albert
E' dal 2009 che seguo passo passo la storia di
Natálka.
All'inizio mi era rimasta impressa l'efferatezza del gesto: in una casa come
tante, abita una famiglia come tante. Ma è una famiglia rom, e così una notte 3-4
teste rasate buttarono una molotov attraverso la finestra. Natálka,
di neanche tre anni, rimase ustionata sull'80% del corpo. Dichiarata quasi
morta, cominciò invece un lento recupero, che vide coinvolti in una gara
solidale non solo i suoi genitori, ma i medici, le autorità dello stato, tanti
cittadini anonimi di quella stessa Repubblica Ceca che invece è nelle cronache
europee per gli atti di violenza quotidiana contro la minoranza rom.
Da una parte facevo il tifo per i piccoli miglioramenti di Natálka,
dall'altro seguivo le cronache del processo ai piromani, interrogandomi su cosa
avesse portato dei ragazzi a un gesto simile, e se mai sarebbero stati in grado
di capirlo, e cosa avrebbero pensato quando anche loro avessero generato una
prole. Ed assieme tentavo di capire cosa significasse sopravvivere, ricostruirsi
pezzo a pezzo, per una bambina di quell'età, per i suoi genitori ed i fratelli e
sorelle.
Quel fuoco, non arde solo nella remota Repubblica Ceca. Sentiamo il
crepitare delle fiamme anche a Opera, a Ponticelli, a Torino.
E' passata da poco (e già mi sembra vecchia) la
memoria del Porrajmos, tra il ricordo di 500.000 morti e le risate di
scherno dei negazionisti.
Per me non è il Porrajmos il marchio di questo popolo, con tutto il
rispetto per la tragedia di quegli anni. Il marchio sono le storie di violenze
grandi e piccole di OGGI, del tempo dove NOI viviamo. A costo di essere retorico, è
la piccola storia di una bimba bruciata, che NON E' MORTA, che attraverso le sue
ustioni riflette la nostra immagine allo
specchio.
Lo scorso 11 ottobre, così
Nicolae Gheorghe chiudeva il convegno per i 40 anni dell'AIZO:
"L'Olocausto ancora non è stato riconosciuto come fatto politico.
La povertà del nostro popolo, la capisco sino ad un certo punto, non oltre: non
siamo a chiedere l'elemosina agli altri. La nostra miseria da forza ai nuovi
nazisti, dobbiamo averne conoscenza per combatterli.
La nostra terra, il ROMESTAN, ci è stato copiata ed è diventato patrimonio dei
discorsi della destra. Ricordatevi: in Germania la prima misura dei nazisti fu
di togliere la cittadinanza ai sinti, e la loro prima richiesta a guerra finita
fu di riaverla. Allora: la cittadinanza EU, richiesta da molti, non può essere
una riparazione per la mancata cittadinanza nazionale.
Siamo una nazione culturale: IL NOSTRO SIMBOLO NON E' LO STERMINIO, MA
LA SOPRAVVIVENZA."
Da
Czech_Roma
Aktuálně.cz
Ostrava - Venerdì la polizia ha accusato quattro persone per l'assalto
incendiario a
Vítkov, che aveva seriamente ferito una famiglia rom l'aprile scorso.
"E' un momento storico nella lotta contro l'estremismo," ha detto venerdì
mattina ai giornalisti Dalimil Sypták, portavoce della polizia.
Sypták ha aggiunto di non poter rivelare ulteriori dettagli, causa le
indagini in corso.
Giovedì nella Moravia settentrionale la polizia aveva arrestato 12 persone -
nove uomini e quattro donne, in connessione col brutale attacco incendiario.
Lo scorso 18 aprile un gruppo di sconosciuti aveva attaccato una casa in cui
dormivano nove persone. Tre dei membri della famiglia erano stati seriamente
feriti.
La più grave fu Natálka, una bambina di due anni che ha sofferto di
bruciature sull'80% del corpo. Sino a questa settimana Natálka è stata tenuto in
sonno indotto. Lo stato della sua salute sta migliorando sensibilmente, ma
rimane ancora serio.
Non c'è abbastanza evidenza dei motivi razziali del crimine, ma quella notte
testimoni udirono gridare "Zingari, la vostra casa crollerà tra le fiamme!"
Galleria fotografica (didascalie in inglese)
Da
Czech_Roma
AFP By Jan Marchal
OSTRAVA, 27/05/2010 - La famiglia Podrany viveva una vita tranquilla in un
villaggio abitato prevalentemente da Rom, finché una sera di marzo una bottiglia
molotov fu lanciata in casa loro attraverso una piccola finestra.
"Un odore cattivo mi ha svegliato. Ho preso un bicchiere d'acqua e l'ho
gettato sul fuoco," dice la tredicenne Sabina Podana, indicando la finestra che
lascia passare solo una scheggia di luce dentro la stanzetta.
La finestra della modesta casa dei Podrany a Bedriska, un insediamento ai
margini della città orientale di Ostrava, ora è stata riparata e le tracce del
fuoco sul tappeto sono scomparse.
La reazione istintiva della ragazza impedì che quella bottiglia riempita di
etere potesse causare un disastro, ma rimane la paura.
"Da quel giorno, ho paura che possa accadere qualcosa," mormora la ragazza.
che intende diventare una cuoca.
"Guarda questa casa, è fatta tutta di legno. Se Sabina non si fosse
svegliata, il fuoco si sarebbe propagato in fretta," dice Dusan, il padre di
Sabina, in piedi nel piccolo giardino della casa ad un solo piano con il tetto
di lamiera ondulata.
Dusan Podrany, che ha un'impresa di costruzioni, si lamenta della crisi
economica globale e della mancanza di lavoro nella regione martoriata dalla
disoccupazione.
Dice che voterà alle elezioni parlamentari del 28 e 29 maggio, anche se non
crede che i politici siano realmente interessati ai Rom.
"Se lo fossero, queste cose non succederebbero. Hanno anche permesso al
Partito dei Lavoratori di emergere," dice.
Il partito di estrema destra famoso per la sua retorica anti-Rom, è stato
recentemente disciolto da un tribunale, ma gli è stato permesso di prendere
parte alle elezioni con un nome differente.
Il Partito dei Lavoratori ha ottenuto l'1,07% alle elezioni europee del 2009,
raggiungendo la soglia prevista per ottenere i rimborsi elettorali UE - e
portando a compimento il suo obiettivo per il voto.
Il voto europeo ha avuto luogo dopo un attacco incendiario di quattro
skinhead - ora sotto processo ad Ostrava - contro una casa rom nella vicina
città di Vitkov [leggi
QUI ndr].
Dopo l'attacco contro la casa dei Podrany, Sabina ed i suoi genitori non
potevano consolarsi pensando all'incendio a Vilkov ed a Natálka, la bambina rom
di due anni che ha passato metà anno lottando per la vita con ustioni sull'80%
del corpo.
Natálka è miracolosamente sopravvissuta all'attacco, ma ha sofferto di ferite
che la segneranno per tutta la vita.
A Bedriska, sembra che l'attacco sia stato motivato piuttosto da discussioni
coi vicini, ma rientra perfettamente nel contesto generale dei sentimenti
anti-Rom nella società ceca, dicono i commentatori.
Un recente sondaggio ha mostrato che quattro Cechi su cinque trovano
problematico vivere con la minoranza rom.
"I genitori spesso condizionano i loro figli a pensare che i Rom siano
qualcosa di estraneo e pericoloso," dice Kumar Vishwanathan, 47 anni nato in
India, arrivato nella Repubblica Ceca 20 anni fa e che aiuta la minoranza rom
locale dal 1997.
"E poi un giorno, una madre spingerà suo figlio a buttare una bomba contro la
casa accanto, abitata da una famiglia rom - è quel che è successo qui," ha
aggiunto.
"Ci fu una grande inondazione quell'anno (1997). Le famiglie bianche che
avevano perso le loro case ne ottennero di nuove, mentre i Rom furono spostati
in case mobili," dice
Vishwanathan, che ora guida una OnG chiamata Vzajemne
souziti (Vivere Insieme), con base ad Ostrava.
"Compresi subito che non era l'alluvione il problema più grande. Avevano
problemi anche col lavoro, con l'istruzione, la comunicazione con le autorità,
con la polizia," aggiunge.
"Ma il problema essenziale era che la società non accetta i Rom, che
preferirebbe sbarazzarsene e vivere senza di loro," dice.
La minoranza Rom ceca - se ne stimano 300.00 su una popolazione totale di
10,2 milioni - dice di essere vittima di gravi discriminazioni.
Secondo un sondaggio dell'Agenzia UE per i Diritti Fondamentali, circa l'83%
dei Rom cechi dice di aver sofferto di ingiustizie razziali.
"La Repubblica Ceca ha di certo numerosi programmi di aiuto per i Rom, ma
molti rimangono inapplicati," dice Lucie Horvathova, l'unica Rom tra i 5.050
candidati a concorrere per el elezioni generali di quest'anno.
"Le autorità non affrontano abbastanza seriamente l'estremismo," dice la
candidata dei Verdi.
"E nessuno se n'è interessato finché non ci sono stati gli attacchi di Vitkov
e Bedriska," aggiunge.
Di Fabrizio (del 06/12/2009 @ 09:01:30 in Europa, visitato 1410 volte)
Da
Czech_Roma. Per una volta, un
lieto fine
Ostrava, 2.12.2009, 14:02, (ROMEA) I dottori hanno rilasciato oggi Natálka
dall'ospedale, per continuare la degenza a casa. La bimba rom di due anni aveva
sofferto di severe ustioni come risultato di un attacco incendiario contro la
sua famiglia a Vítkov. Continuerà comunque ad andare regolarmente all'ospedale e
probabilmente dovrà subire ulteriori operazioni. Sconterà l'impatto del trauma
per il resto della vita.
"Il trattamento è stato molto impegnativo dal punto di vista medico. Nessun
altro infante di quell'età con ferite tanto estese era mai sopravvissuto prima
in questo paese." ha detto a ČTK Michal Kadlčík, rappresentante della
divisione del Centro Trattamento Ustioni dell'ospedale di Ostrava.
La madre di Natálka, Anna Siváková, non sa come ringraziare i dottori. "Dire
grazie non basta. E' troppo poco: le hanno salvato la vita. Vorrei dare loro un
abbraccio enorme," ha detto la giovane donna.
Oggi, dopo sei mesi di degenza in ospedale, la signora Siváková porterà sua
figlia a vivere nella nuova residenza di Budišova nad Budišovkou. La famiglia ha
ottenuto la casa con i soldi di una sottoscrizione pubblica. Le due sorelle e a
suo padre la stanno aspettando assieme agli altri parenti. "E' tanta la voglia
di rivedere Natálka che sono rimaste a casa da scuola," ha detto Siváková.
ROMEA, ČTK, translated by Gwendolyn Albert
(Soltanto
ieri scrivevo che
la Repubblica Ceca sarà rappresentata al concorso Eurovisione da un gruppo Rom.
Il leader del gruppo, in una
dichiarazione riportata il 3 maggio, diceva quanto fosse assurdo che questo
avvenisse nel momento in cui i Rom cechi sono oggetto dei più virulenti attacchi
razzisti)

Il 18 aprile 2009, sono state lanciate bottiglie molotov contro l'abitazione
di Robert Kudrik nel villaggio di Vítkov. Robert viveva con la sua compagna,
quattro bambini e altri tre membri della famiglia. Il fuoco ha distrutto la loro
casa e seriamente ferito i genitori. La bambina di due anni, Natálka, è in coma
con bruciature che coprono l'80% del suo corpo.
In alcune aree della Repubblica Ceca si sono intensificati gli attacchi
violenti dei gruppi di estrema destra contro la comunità romanì. Un numero
crescente di marce e dichiarazioni di alcuni gruppi cechi di estrema destra
includono incitamento alla discriminazione, ostilità o violenza contro la
comunità romanì. Molti Rom nel paese dicono di temere per le proprie vite.
I Rom nella Repubblica Ceca affrontano la più alta proporzione di
discriminazione in Europa. Sperimentano discriminazione sul lavoro, nell'accesso
all'istruzione, alla casa ed alla sanità.
In solidarietà con le 3.000 persone che hanno marciato per le strade della
Repubblica Ceca per protestare contro il neo-nazismo ed il razzismo in un evento
intitolato "Ne abbiamo Abbastanza", e con oltre 300.000 Rom sotto attacco nel
paese; i firmatari dicono no alla crescente ondata di estremismo nella
Repubblica Ceca ed in Europa.
Firma la petizione
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