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Di Fabrizio (del 23/03/2012 @ 09:31:02 in media, visitato 1530 volte)

Da Czech_Roma - (con nota finale)

Analisi: i media cechi contro la famiglia rom attaccata dagli incendiari di estrema destra - Praga, 16.3.2012 20:54, (ROMEA) František Kostlán, translated by Gwendolyn Albert

Intervento di Anna Siváková al "Concerto per Natálka" a Benátky nad Jizerou, organizzato  ad aprile 2010 da Richard Samko per la televisione e ceca, Martin Čurej e Josef Pešta del Respekt club. Photo: František Kostlán

Trappole e vendette sono l'unica maniera per descrivere il continuo stalking a cui sono sottoposti Pavel Kudrik e Anna Siváková, vittime dell'assalto a Vitkov nel 2009, da parte di incendiari di estrema destra, poi condannati. La famiglia da allora è sotto la lente dei media, che stanno indagando su precedenti provvedimenti a loro carico, incluse imputazioni di cui la famiglia è venuta a conoscenza solo tramite i giornalisti. Secondo questa camera di raccolta-segnalazioni, oltre ad un procedimento che è stato risolto, dovrebbero averne altri due di fronte a loro.

Il primo sarebbe stato bloccato ed il debito della famiglia sarebbe stato pagato dalla compagnia MobilKom, che inizialmente aveva richiesto il saldo di bollette telefoniche arretrate per 3.000 CZK (1 corona ceca = 0,04 euro ndr.). I media l'hanno trasformata in una richiesta di 28.000 CZK,  conteggiandovi interessi e commissioni [...].

Tuttavia, Anna Siváková è convinta di non dover pagare quelle bollette. Diversi anni fa si fidò di un agente di vendita che le disse che il telefono sarebbe stato gratuito. Sappiamo che non è raro che le pratiche di certe agenzie prevedano questi sistemi per attirare i clienti con offerte simili, mentre la stampa di regime fornisce un quadro totalmente differente.

Il secondo dei tre debiti, per i quali è stato proposto il recupero della casa della famiglia, dipende dal presunto non pagamento dell'assicurazione sanitaria. "E' un debito molto vecchio, quando nacque la sorella maggiore di Natálka. Riguarda i pagamenti dell'assicurazione sanitaria, ma la signora Siváková afferma di averla pagata ed anche di avere le ricevute," dice Kumar Vishwanathan, direttore dell'associazione civica Vita Insieme (Vzájemné soužití). Non è chiaro a cosa si riferisca il terzo debito.

L'anno scorso i tribunali cechi hanno commutato 936.000 sentenza, quest'anno il numero sarà simile, se non superiore. Comunque, per un certo tipo di informazione, il caso più importante di tutti sarebbe  una bolletta telefonica non pagata di 28.000 CZK. Perché? Al solo scopo di incassare il sensazionalismo attorno ai presunti debitori.

La vita di questa famiglia romanì è stata brutalmente violata da piromani assassini, ma i media non sono interessati al fatto che la piccola Natálie dovrà presto sottoporsi a diverse altre operazioni. Non sono interessati al fatto che gli incendiari, che secondo la sentenza avrebbero dovuto pagare a Natálie 9,5 milioni di CZK ed ai suoi genitori 72.000 CZK, non hanno ancora versato una singola corona. Tuttavia, i media sono interessati al fatto che la famiglia abbia pagato o meno vecchie bollette telefoniche. La casa dove ora vive la famiglia, è stata acquistata tramite una pubblica raccolta di fondi, e questo è d'interesse per i media, perché attira lettori e spettatori a cui comunicare che quelle persone per cui si sono impegnati finanziariamente, sono in realtà degli stupidotti per cui non valeva darsi pena.

Sono esattamente il tipo di visioni semplicistiche che imperano tra alcuni giornalisti e parte del pubblico, e che interessa doppiamente anche i Rom in quanto tali. I media possono essere soddisfatti del risultato di queste azioni. Anna Siváková ha avuto un collasso come risultato di campagne simili, ma intanto aumentano i lettori ed il numero dei visitatori ed in sintesi affluisce denaro "pulito" nelle casse dei proprietari.

C'è chi non ha nessun interesse nel fatto che ogni giorno che Natálie passa in ospedale, costa 200 CZK alla famiglia, e che oltretutto debbano acquistare pomate ed altri medicinali. Nessuno assumerà permanentemente Pavel Kudrik, perché deve prendersi cura delle altre tre figlie, quando Anna Siváková è in ospedale con Natálie, cosa che accade sovente. Nessuno è interessato al fatto che tanto le altre tre figlie che i loro genitori avrebbero bisogno di assistenza psicologica, in quanto severamente ustionati durante l'assalto incendiario dei razzisti.

Grazie a questo, i "trucchi" mediatici, a cui recentemente il perito Ivo Svoboda si è correttamente riferito come "deprivati, stupidi bruti", sono nuovamente presenti in prima pagina. Diversi individui volgari, che vedono il mondo con odio - soprattutto quando si tratta di Rom, stanno prendendosi la loro rivincita su questa famiglia. E' gente che ammira i razzisti incendiari, che obbietta sulla durata eccessiva della condanna, gente che non è capace di sopportare la coesistenza con culture diverse o qualsiasi tipo di differenza, che lotta contro la correttezza politica quasi inesistente nel paese, che si spinge oltre i limiti della comune decenza umana verso la propria patologica visione del mondo.

Non si contano tutti gli articoli ed opinioni nelle "discussioni" online che traboccano di odio e razzismo. Chiunque può vederli in pochi istanti utilizzando un qualsiasi motore di ricerca.

Ciò che è anche peggio, è che questi poveri, stupidi bruti stanno attaccando direttamente la famiglia di Pavel Kudrik ed Anna Siváková, ed anche chi sta facendo del suo meglio per aiutarla in questo difficile momento. Email odiose, grida di minacce per strada, gossip e telefonate minatorie sono all'ordine del giorno.

"Non rispondo nemmeno più al telefono. Mi chiamano continuamente con insulti volgari, mi dicono -porca-, -troia- -figa- e che -finirò nella camera a gas con gli zingari-. E poi ci maledicono con email indirizzate alla nostra associazione. Se quella famiglia fosse stata -bianca-, tutti si sarebbero dispiaciuti per lei, ma dato che sono rom, parte del pubblico li criticava," ha detto recentemente a Romea.cz Helena Jedináková, dell'associazione Life Together, che aiuta la famiglia della giovane Natálie.

Noi di Romea.cz abbiamo avuto la stessa esperienza. Gossip odiosi e razzisti indirizzati a questa particolare famiglia, vengono regolarmente inviati alla nostra email.

Racconta ancora Jedináková: "Anna Siváková si sente molto male, psicologicamente parlando, a causa dell'interesse dei media e dopo aver letto alcune delle discussioni online. Si è chiusa in casa e non risponde al telefono. La famiglia non ha soldi. L'odio verso di loro attraverso forum e discussioni online è incredibilmente aumentato."

Jedináková continua dicendo che "fortunatamente abbiamo trovato anche brave persone che vogliono aiutare finanziariamente la famiglia e che ci incoraggiano, cito, -non preoccupatevi di quegli idioti e non dategli retta-. Li ringrazio enormemente. Le loro lettere e telefonate mi hanno dato una grande forza ed ispirazione per continuare."

Ha anche ricordato che Life Together assiste non solo la famiglia della giovane Natálie, ma tutte le famiglie vulnerabili quando chiedono collaborazione. "Se ne abbiamo la possibilità, siamo molto lieti di aiutare chiunque," dice.


Nota finale del redattore: è da tempo che la Repubblica Ceca è interessata da violenti ed incessanti episodi di razzismo, grandi e piccoli. A volte, questo razzismo arriva a vette che scuotono anche il "cittadino medio", come nel caso di Natálka che è stato seguito negli sviluppi di tutti questi anni.

Ma per comprendere come sia possibile che fatti simili avvengano, diventino quasi vita comune, occorre capire qual è il clima generale di questo paese che, ricordiamolo, è parte dell'Unione Europea. Ragionando, nel contempo, su quanto in Italia siano conseguenti tra loro il razzismo violento e la discriminazione quotidiana.

 
Di Fabrizio (del 09/02/2012 @ 09:28:52 in conflitti, visitato 1580 volte)

Da Czech_Roma (con una chiusa personale)

Romea.cz PHOTO: Repro Česká televize
La bambina rom bruciata ha subito oltre 100 anestesie, in seguito ci sarà un intervento chirurgico - Budišov nad Budišovkou (Opava district), 4.2.2012 21:00

Natálie Siváková (5 anni) si sta gradualmente riprendendo dalle ferite patite nell'aprile 2009, quando fu vittima di un assalto di neonazisti, poi conosciuti come i piromani di Vitkov. Lo scorso ottobre, i medici hanno effettuato la ricostruzione delle dita e dell'avambraccio destro, che erano inutilizzabili a causa del tessuto cicatrizzato dalle ustioni. La televisione ceca riporta che ora è in attesa di un'operazione al collo ed alle ascelle.

Alla bambina non è permesso di uscire, a causa del gelo intenso nella regione. "Il tessuto cicatriziale è più sensibile della pelle sana, si asciuga più velocemente e può rompersi," ha detto alla televisione Iva Zámečníková, vice direttrice del Centro Ustionati dell'ospedale di Ostrava.

L'intervento a cui sarà sottoposta presso il centro ustionati sarà il ventesimo in sequenza. "Non riesce a reggere la testa in maniera corretta, quindi [i dottori] la opereranno al collo e alle ascelle. Ho molta paura," ha detto alla televisione sua madre Anna Siváková. La bambina è già stata sotto anestesia un centinaio di volte.

Durante l'ultima operazione ad ottobre 2011, i dottori avevano fissato la cicatrice sul collo della bambina. Allora, una specialista in chirurgia alle mani, Alena Schmoranzová, l'aveva operata al dito indice ed all'avambraccio, che a causa delle cicatrici la bambina non era in grado di muovere. "Prima non li usava per niente," conferma Anna Siváková. "Ora ha scoperto che va meglio e lo usa tutto il tempo," ha detto alla televisione, aggiungendo che la figlia deve ancora indossare plantari speciali.

Natálie venne ferita alle prime ore del mattino del 19 aprile 2009, durante un assalto incendiario a sfondo razziale, commesso da quattro neonazisti contro la casa della famiglia. Il tribunale ha condannato David Vaculík e Jaromír Lukeš a 22 anni di carcere, e Václav Cojocaru e Ivo Müller a 20 anni per tentato omicidio a sfondo razziale ed atti vandalici.

ryz, Czech Television, translated by Gwendolyn Albert


E' dal 2009 che seguo passo passo la storia di Natálka. All'inizio mi era rimasta impressa l'efferatezza del gesto: in una casa come tante, abita una famiglia come tante. Ma è una famiglia rom, e così una notte 3-4 teste rasate buttarono una molotov attraverso la finestra. Natálka, di neanche tre anni, rimase ustionata sull'80% del corpo. Dichiarata quasi morta, cominciò invece un lento recupero, che vide coinvolti in una gara solidale non solo i suoi genitori, ma i medici, le autorità dello stato, tanti cittadini anonimi di quella stessa Repubblica Ceca che invece è nelle cronache europee per gli atti di violenza quotidiana contro la minoranza rom.

Da una parte facevo il tifo per i piccoli miglioramenti di Natálka, dall'altro seguivo le cronache del processo ai piromani, interrogandomi su cosa avesse portato dei ragazzi a un gesto simile, e se mai sarebbero stati in grado di capirlo, e cosa avrebbero pensato quando anche loro avessero generato una prole. Ed assieme tentavo di capire cosa significasse sopravvivere, ricostruirsi pezzo a pezzo, per una bambina di quell'età, per i suoi genitori ed i fratelli e sorelle.

Quel fuoco, non arde solo nella remota Repubblica Ceca. Sentiamo il crepitare delle fiamme anche a Opera, a Ponticelli, a Torino.

E' passata da poco (e già mi sembra vecchia) la memoria del Porrajmos, tra il ricordo di 500.000 morti e le risate di scherno dei negazionisti.

Per me  non è il Porrajmos il marchio di questo popolo, con tutto il rispetto per la tragedia di quegli anni. Il marchio sono le storie di violenze grandi e piccole di OGGI, del tempo dove NOI viviamo. A costo di essere retorico, è la piccola storia di una bimba bruciata, che NON E' MORTA, che attraverso le sue ustioni riflette la nostra immagine allo specchio.

Lo scorso 11 ottobre, così Nicolae Gheorghe chiudeva il convegno per i 40 anni dell'AIZO:

"L'Olocausto ancora non è stato riconosciuto come fatto politico.
La povertà del nostro popolo, la capisco sino ad un certo punto, non oltre: non siamo a chiedere l'elemosina agli altri. La nostra miseria da forza ai nuovi nazisti, dobbiamo averne conoscenza per combatterli.
La nostra terra, il ROMESTAN, ci è stato copiata ed è diventato patrimonio dei discorsi della destra. Ricordatevi: in Germania la prima misura dei nazisti fu di togliere la cittadinanza ai sinti, e la loro prima richiesta a guerra finita fu di riaverla. Allora: la cittadinanza EU, richiesta da molti, non può essere una riparazione per la mancata cittadinanza nazionale.
Siamo una nazione culturale:
IL NOSTRO SIMBOLO NON E' LO STERMINIO, MA LA SOPRAVVIVENZA."

 
Di Fabrizio (del 07/08/2012 @ 09:12:33 in media, visitato 1678 volte)

Da Czech_Roma

Direttore di tabloid ceco all'attacco! Un'intervista prova il ruolo del più venduto giornale del paese nell'istigare il sentimento anti-rom. Da Romea.cz - 27 luglio 2012 Translated by Gwendolyn Albert

Pavel Safr

Pavel Safr, caporedattore del tabloid Blesk, respinge la critica che il suo giornale, che vanta la più ampia circolazione nella Repubblica Ceca, abbia pubblicato intenzionalmente storie anti-rom, incoraggiando così la crescita del razzismo nella società. Safr ritiene che i Rom siano stati trapiantati in Repubblica Ceca e che il loro stile di vita metta in pericolo sotto molti aspetti la popolazione maggioritaria. Di seguito le sue dichiarazioni in un'intervista per il newserver Mediar.cz (link in lingua ceca).

    Un pezzo particolarmente tempestoso dell'intervista è stato provocato da una domanda su Twitter inoltrata a Safr dall'intervistatore Petr Koci. Un lettore dal nome di @sampon ha chiesto al caporedattore se fosse consapevole della sua influenza diretta sulla crescita del razzismo nella società. "In nessuna circostanza, una delle nostre regole è di essere assolutamente contro il razzismo. Assolutamente. Se esiste una regola fondamentale, è che siamo contro il razzismo e contro l'intolleranza di religione o di credo," ha risposto Safr.

Questo è un estratto da quell'intervista, in cui si discute il rapporto di Blesk con i Rom.

Da @sampon: vorrei sapere se lei è consapevole della sua influenza diretta sulla crescita del razzismo nella società.

In nessuna circostanza, una delle nostre regole è di essere assolutamente contro il razzismo. Assolutamente. Se esiste una regola fondamentale, è che siamo contro il razzismo e contro l'intolleranza di religione o di credo.

Il titolo d'apertura di Blesk di sabato 28 aprile violava questa regola? "Bambini romanì all'assalto!" non è esattamente un titolo che irradia tolleranza. [Il titolo si riferiva al caso di Petr Zhyvachivsky, quindicenne nella città meridionale di Breclav, che sosteneva di essere stato picchiato da tre Rom dopo che gli aveva rifiutato una sigaretta. Il caso aveva generato enorme interesse ed esacerbato le tensioni razziali a Breclav ed altrove. In seguito la polizia aveva scoperto che Zhyvachivsky si era inventato la storia, confessando infine che si era ferito in una caduta - TOL (vedi anche Mahalla, ndr.)]

In una certa parte dell'elite della società, esiste un'idea completamente confusa su come affrontare i complicati problemi riguardo all'odio razziale. Lì vediamo la tristissima influenza dell'ideologia del multiculturalismo. Di per sé, è una grande idea, ma nella forma estrema della correttezza politica ci impedisce di scrivere le cose come sono. La società lo sente.

Naturalmente, nel caso in questione, si è scoperto che i fatti non erano come li avevate descritti, correttezza politica a parte.

Sì, ed anche quello è stato assolutamente corretto e sottolineato su Blesk. Abbiamo messo tutta l'enfasi su ciò. Ne sono sicuro. Bisogna scrivere le cose come sono. In entrambe i casi, non importa da che parte. L'idea che potremo ottenere un'atmosfera di tolleranza per le nazionalità falsificando la realtà, è totalmente falsa. Al contrario, porta al fatto che la gente comune ha la tendenza a focalizzarsi su questi problemi, per vederli ancora più crudamente e soccombere all'odio razziale.

Tuttavia, i media tutti, e non solo Blesk, hanno esagerato e falsificato la realtà in maniera tale da fomentare l'intolleranza sotto ogni aspetto. La gente ha marciato attraverso Breclav cantando "Fermiamo il terrore zingaro!"

Assolutamente gratuito. Se salta fuori la notizia e viene ripresa da tutti i media che un quindicenne è caduto vittima di un gruppo di persone, e che queste persone erano romanì, allora questo è ciò che verrà scritto. Se durante le susseguenti indagini si scopre che non è stato così, che c'è stata una frode, allora si scriverà anche questo. Si scriverà che c'è stata una frode.

Una cosa è prendere un rapporto di polizia e citarlo con distacco, un'altra è trasformarlo in una minaccia a-tutta-la-società e scrivere "Bambini romanì all'assalto! riempiendo tutta la prima pagina.

In quel momento, quella era la vera notizia. Il problema non è se Blesk ha scritto che i bambini romanì stessero o non stessero attaccando in un periodo particolare. Il problema è che i Tedeschi dei Sudeti furono cacciati da questo paese in un'operazione nauseante diretta dal presidente Benes, ammirato come genio dal nostro attuale presidente. Ricade nei metodi di Stalin nell'affrontare le questioni delle nazionalità: l'unica cosa che importava era se avessimo abbastanza vagoni ferroviari. Abbiamo mandato via da questo paese una minoranza di tre milioni e mezzo di persone, che erano qui da sette o otto secoli. Erano una comunità civilizzata e laboriosa.

Stavamo parlando di qualcos'altro - di come Blesk ha riportato il caso di Breclav.

Gesù Cristo! Quando si prende questa gente sfortunata, meno civilizzata, da qualche parte in Romania o ancora più ad oriente e la si trasporta in un posto che è stato vandalizzato durante la cacciata dei Tedeschi... Qui non parliamo di questo! Quando si importano qui quegli sfortunati Rom, come possono vivere assieme alla popolazione maggioritaria? Naturalmente, vivono in un modo che mette a repentaglio sotto molti aspetti la maggioranza della popolazione.

Bene, ma qui stiamo parlando di come Blesk fa i suoi articoli e su cosa scrive, non di quanto è accaduto nei Sudeti.

Blesk ha avuto un articolo d'apertura su questo e 50 stupidi sciocchi di Praga per questo ne fanno una conferenza intellettuale.

Non è soltanto la prima pagina, Blesk ha scritto sullo scandalo di Breclav in altre pagie: "Paura in Cechia! Ragazzi romanì attaccano coetanei!" (anche il 28 aprile, a pagina 2 e 3), "Marcia a Breclav per Petr ferito" (23 aprile, pagina 5), "Orde di zingari ci terrorizzano!" (18 aprile, pagina 8)...

Va al diavolo! Queste cose non mi interessano. Sono interessato ai profondi problemi sociali. Sono interessato in ciò che davvero è profondo, è serio. Quando ci si rende conto di tutte le cause e dei collegamenti attorno a questo pasticcio, allora si comprende perché la popolazione maggioritaria stia soffrendo la presenza di quella gente sfortunata che è stata introdotta qui. Anche loro, chi è stato portato qui da un regime comunista innaturale, stanno soffrendo. La sofferenza sta dando i suoi frutti. Significa che dobbiamo comprendere che queste entità sono ad un livello di civilizzazione differente e chiederci se siamo in grado di vivere assieme. Non si può! Ne viene fuori un caos assoluto, ed è soltanto per l'ideologia della correttezza politica che in questo momento mi state molestando...

Io non molesto nessuno. Sono un giornalista, questa è un'intervista e per questo le sto facendo delle domande.

Non si può continuare a causa di quell'ideologia. A causa della tua imbecille ideologia di rendere tabù i problemi seri, un enorme problema sociale non può essere visto nella sua nudità integrale. E' un enorme dramma sociale. A causa dell'ideologia della correttezza politica e del 100% di ipocrisia, che è totalmente inappropriata, il problema è irrisolvibile. I tabù portano a grandi tragedie. Quando una notizia viene lanciata, e viene ritenuta attendibile da tutte le fonti disponibili, cioè sembra che un gruppo di ragazzi romanì abbia attaccato qualcuno, non vedo la ragione di tenerla segreta. Quando poi viene provato che si è trattato di una bugia, dev'essere riportato, con la massima apertura, che era una bugia.

Nessuno dice di tenerla segreta. La questione è su come vada pubblicizzata e che tipo di attenzione dedicargli.

Riguardo a questo articolo - anche se non ero presente, ma ero a Londra e fui semplicemente informato che sarebbe uscito - stavo controllando una sola cosa: se nell'articolo fossero stati ricordati i recenti attacchi commessi dai razzisti cechi contro i Rom. Mi riferisco al caso scioccante di Vitkov, che noi di Blesk abbiamo seguito a fondo (anche Mahalla, ndr.) [Nota di redazione: il verdetto contro gli incendiari di Vitkov risale all'ottobre 2010, sei mesi prima che Pavel Safr diventasse redattore capo di Blesk. Ad aprile 2009, quattro cechi gettarono una molotov in una casa nella città orientale di Vitkov abitata da una famiglia romanì. Tra i feriti una bambina di tre anni, che ebbe gravi ustioni su quasi tutto il corpo. - TOL]

Altro esempio, che persone del calibro di Jindrich Sidlo, Petr Fischer, Daniel Kaiser, o Filip Rozanek [rispettati giornalisti e scrittori cechi - TOL] hanno criticato...

Tutta quella banda è coinvolta in questa correttezza politica e non comprendono questo problema assolutamente cruciale. Dietro ciò c'è il totale fallimento dell'elite ceca, ed inizia col bestiale concetto di Benes che una rivoluzione nazionalista dovrebbe evolvere in una sociale. Benes stava preparando la strada ad un regime totalitario. L'espulsione dei Tedeschi dai Sudeti fu una componente integrale di quel percorso catastrofico. Sino ad oggi l'elite societaria e politica ha adottato acriticamente quell'ideologia. Per questo è impossibile dire ad alta voce come stanno realmente le cose qui, chi è il responsabile e di chi è la colpa.

D'accordo, ma volevo finire la domanda. Quelle persone criticavano un commento scritto da Oldrich Tichy, intitolato "Welfare per imbroglioni" (Davky pro sejdire). Cosa pensa di quell'editoriale? Lo trova problematico?

Cosa intende esattamente?

Oldrich Tichy ha scritto che il miglior welfare per i socialmente deprivati sarebbe una sventagliata di mitragliatrice.

Da quanto ricordo, il contesto era diverso. Devi manipolarlo per criticarlo. Prima di giudicarlo bisogna leggere l'articolo. Il contesto è differente da quanto dici. La parte della mitragliatrice è uno scherzo inaccettabile che ora sta circolando. Il problema di quel testo è che può essere letto in differenti maniere. Devo dire, non è una frase fortunata.

Quindi tutti questi critici e, per esempio, la commissione etica del Sindacato della stampa (Syndikat novinaru) non ha compreso il testo? Il Sindacato della stampa dice che Blesk "ha passato il confine dei principi etici a cui i media devono attenersi."

Che importanza ha il Sindacato della stampa (Syndikat novinaru)?

Qui non c'è nessun'altra organizzazione che si occupi del livello dei media di stampa nel loro complesso.

Nuovamente, ripeto: ipocrisia assolutamente falsa, di gente che in realtà non affronta niente di quanto è essenziale in questo paese dal punto di vista dell'etica e della moralità.

Qual è il coraggio di Blesk nell'affrontare "argomenti tabù" come "Bambini romanì all'assalto!" in prima pagina per far salire le vendite?

Sai quali sono gli argomenti tabù che copriamo più di tutti? Quali sono stati gli argomenti che quest'anno sono andati alla maggiore su Blesk?

Mi manca un'analisi precisa, ma come lettore occasione del vostro giornale, direi: celebrità, sicurezza, salute e, durante il caso di Breclav, coesistenza con i Rom. E' per questo che glielo sto chiedendo.

Sai una cosa? Torna quando avrai iniziato a leggerci.

Come ho detto, a volte leggo Blesk.

Non è così. Non ti sei accorto che durante il passato semestre, l'argomento più trattato da Blesk è stata la corruzione politica. Se qui ho fatto qualcosa, è stato trasformare un giornale che si occupava solo delle vite delle star in TV, in un giornale che tratta di corruzione politica e di abuso di potere. Questo è quanto faccio e quelli sono gli argomenti più importanti in questa società. Se per uno o due giorni salta fuori qualcosa sui Rom di qui, che non piace alla commissione etica del Sindacato della stampa, è assolutamente irrilevante rispetto a quanto trattiamo, e tu hai il coraggio di chiedermi se gli argomenti che trattano di Rom influenzano le nostre vendite? Non è ciò che facciamo! Si è trattato di un singolo caso. Queste domande mi fanno arrabbiare.

 

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