Di seguito gli articoli e le fotografie che contengono le parole richieste.
Un fatto avvenuto una decina di giorni fa, che ha avuto eco anche nei
media
italiani. Tra l'altro, la Francia non è nuova a
tensioni simili. Non ho avuto tempo per le traduzioni, rimedio adesso. La prima
segnalazione viene da
Roma_Francais sul clima di questi giorni in Francia
IrishTime.com La polizia pattuglia il quartiere L'Arlequin di Grenoble la
settimana scorsa. Foto Quadrini Rolland/Reuters
RUADHÁN MAC CORMAIC in Paris - Sabato 24 luglio 2010HA PREVALSO LA CALMA a Grenoble dopo il funerale di
un sospetto rapinatore armato, ucciso la settimana scorsa dalla polizia,
mitigando i timori che la sua sepoltura potesse riaccendere le violenze che lo
scorso fine settimana hanno scosso la città del sud-est francese.
L'uccisione di Karim Boudouda (27 anni), nel corso di una sparatoria seguita
ad una rapina in un casinò, ha scatenato tre notti di disordini nella periferia
di Villeneuve, dove sono stati esplosi colpi contro la polizia e dozzine di auto
sono state date alle fiamme.
Giovedì notte e nel primo mattino di ieri (venerdì 23 luglio ndr) sono
state bruciate due auto e sono state lanciate bottiglie contro la polizia, ma un
appello alla calma del locale imam e della famiglia di Boudouda sembra essere
stato ascoltato dai più.
Anche se l'ordine è ritornato nelle strade, il crimine continua a dominare
l'agenda politica, dopo una settimana in cui sono avvenuti seri disordini in una
tranquilla città nella valle della Loira.
Domenica (18 luglio ndr) tumulti sono scoppiati a Saint-Aignan,
cittadina di appena 3.400 abitanti, dopo che membri della comunità nomade hanno
reagito alla morte di un giovane trattenuto dalla polizia, con violenti attacchi
alla locale stazione di polizia.
I disordini a Grenoble e Saint-Aignan hanno indotto il presidente Nicolas
Sarkozy a dichiarare che lo stato era impegnato in una "guerra contro
trafficanti e delinquenza" e che lo stato non sarebbe indietreggiato nella sua
"implacabile lotta" contro i criminali.
Ha poi esautorato il prefetto dell'Isère, il dipartimento che include
Grenoble, rimpiazzandolo con Eric Le Douaron, alto funzionario di polizia che
Sarkozy conosce da quando era ministro degli interni. E' la seconda volta in tre
mesi che Sarkozy nomina un funzionario di polizia a prefetto. Ad aprile, nominò
Cristian Lambert, ex capo di un gruppo di elite stile-commando, come prefetto di
Seine-Saint-Denise, che include alcuni dei quartieri più poveri della capitale
francese.
L'ultima mossa è stata criticata dall'opposizione: il deputato Manuel Valls
del partito socialista ha detto che il linguaggio belligerante di Sarkozy
sancisce il "fallimento abbastanza patente" delle sue politiche di sicurezza.
Daniel Vaillant, ministro degli interni sotto il primo ministro socialista
Lionel Jospin, ha criticato duramente Sarkozy per "essersi assunto dei poteri
che non ha" sostituendo due prefetti, dato che è il primo ministro o quello
degli interni che possono nominarli.
Prefetti, che agiscono come i massimi rappresentanti dello stato nel
dipartimento, sono normalmente dipendenti pubblici di carriera.
Anche i gruppi antirazzisti e per i diritti umani sono stati critici verso il
presidente, dopo le osservazioni svolte sulla scia delle violenze di
Saint-Aignan, circa "i problemi posti dal comportamento di certe persone nelle
comunità Rom e Viaggianti".
La Lega per i Diritti Umani ha accusato il presidente di "stigmatizzare" Rom
e Viaggianti e di renderli "capri espiatori" dei più vasti problemi di
sicurezza.
Il termine generico francese gens du voyage, o Viaggianti, include
zigani le cui famiglie arrivarono in Francia nel corso dei secoli;
manouches, arrivati dalla Germania nel XIX secolo; gitani spagnoli e
più recentemente i rom.
E ancora, da
Roma_Benelux
Dichiarazione di pace
Il Presidente della Repubblica ha dichiarato guerra alla gens du voyage
ed ai Rrom. Gli Zigani intendono rispondere con una dichiarazione di pace per
evitare un'esplosione sociale.
L'organizzazione il 28 luglio di una riunione all'Eliseo sui "problemi" posti
dagli Zigani, per la prima volta dalla Liberazione.
Come troppo spesso nello loro storia, gli Zigani sono una volta di più il
capro espiatorio preferito di una classe dirigente invischiata in scandali
politico-finanziari.
Se Nicolas Sarkozy dovesse reiterare la sua dichiarazione di guerra, il
Collettivo delle Associazioni Zigane sarebbe costretto ad intraprendere azioni
legali per incitamento all'odio razziale e chiedere ai parlamentari di
interrogarsi sulla necessità di riunire l'Alta Corte.
La prevalenza del razzismo anti-zigano nella società francese è tale che il
primoluglio2010 è passata totalmente inosservata la conferma in Corte d'Appello
della condanna di France Télévisions per incitamento all'odio razziale, in
ragione del contenuto della trasmissione "C dans l'air" intitolata "Delinquenza:
la via dei Rom" (vedi
QUI ndr).
Mentre la Francia è stata oggetto di numerose condanne da parte delle
autorità europee e rischia di trovarsi bandita dall'Europa, nessuno sforzo è
stato fatto dai poteri pubblici per lottare contro la moltiplicazione degli atti
e delle dichiarazioni razzisti contro gli Zigani.
Il 18 luglio 2010,
la Francia, tramite un discorso pronunciato dal segretario di stato agli ex
combattenti, ha finalmente riconosciuto ufficialmente il dramma
dell'internamento e della deportazione dal 1940 al 1946
Dieci giorni dopo, Nicolas Sarkozy prende l'iniziativa di una politica di
natura razziale che, se dovesse essere attuata, rischierebbe fortemente di
costituire una nuova pagina nera della storia francese, com'è vero che gli
Zigani, al di là delle profonde differenze esistenti tra Rrom e gens
du voyage, siano sottomessi in Francia ad un vero regime d'apartheid in
ragione di una legislazione d'emergenza indegna di un paese democratico.
Il Collettivo delle Associazioni Zigane chiede di essere ricevuto dal capo
dello stato per discutere i problemi alla base delle proposte razziste di alcuni
ministri e parlamentari dell'UMP.
Il Collettivo delle Associazioni Zigane chiede l'abrogazione di tutte le
leggi discriminatorie ed un'azione risoluta ai più alti livelli dello stato per
lottare contro il razzismo anti-zigano.
Per la salvaguardia dei valori universali che hanno fatto grande la Francia,
il Collettivo delle Associazioni Zigane lancia un appello riprendendo le parole
esatte utilizzate venticinque anni fa da Georges Guingouin, primo partigiano di
Francia, liberatore di Limoges, nel suo appello lanciato in occasione del 41°
anniversario della battaglia del Mont Gargan:
"Nel 1985, mi appello agli uomini e alle donne dall'animo generoso perché
un soprassalto morale, una nuova Resistenza comincino e la Francia resti il
paese dei Diritti dell'Uomo. La fiamma della Libertà non deve spegnersi!"
Il Collettivo delle Associazioni Zigane organizzerà una conferenza stampa
mercoledì 28 luglio alle 11.00 a Chope des Puces 122 rue des Rosiers à
Saint-Ouen.
Association "La voix des Rroms"
50, rue des Tournelles
75003 PARIS
tél. & fax: 01.80.60.06. 58
http://www.lavoixdesrroms.org
Da
Roma_Francais (Ne avevo scritto sul mio vecchio blog
Pirori quattro anni fa - i link del test sottostante sono in francese)
mercoledì 25 marzo per Gregory Salomonovitch
Yves Calvi è comparso ultimamente davanti al TGI (Tribunal de
grande instance ndr) per "incitamento all'odio razziale" riguardo
la trasmissione "C dans l'air" sulla delinquenza ed i rom diffusa l'11 febbraio
2005
Con due dei suoi invitati presenti quel giorno in studio,
Xavier
Raufer
e Yves-Marie Laulan, l'animatore-produttore di France 5 è accusato di aver
proferito propositi "a carattere apertamente razzista". Era stata
depositata una querela da alcune associazioni rom - tra cui La Voix des Roms che
ha dedicato un sito
a questa vicenda - la
LICRA, la
LDH e
il
MRAP.
I querelanti accusano una "confusione costante" tra rom,
Rumeni, zigani e
gens du voyage
durante la trasmissione. I "ladri di polli" come lo riassume Yves Calvi.
Ma anche un "amalgama" tra i Rom e gli atti di delinquenza: furto,
mendicità, prossenitismo e prostituzione. Sollevano anche la mancanza di un
contraddittorio: in studio non era presente nessun rappresentante dei rom. Fatto
ugualmente denunciato da
CSA e dal Consiglio d'Europa.

E' soprattutto il titolo della trasmissione che sarà discusso a lungo in
Tribunale: "Delinquenza: la via dei Rom". Questo titolo, esposto durante tutta
la trasmissione, era un gioco di parole, s'è difeso
Calvi: "Non un solo istante si è voluto fare allusione a niente". Se
la parola "Rom" appariva nel titolo è "perché due terzi della trasmissione
sono stati consacrati ai rom", spiega "non si voleva fare sembrare questo
come una componente della trasmissione". Avrebbero anche potuto titolare:
"Delinquenza: tutte le piste portano ai Rom"...
Tra razzismo ordinario e incompetenza
Il tribunale è in presenza di propositi xenofobi? Numerosi passaggi della
trasmissione sono incriminati, come anche il tono con cui sono stati proferiti. Yves-Marie Laulan,
assente all'udienza, è accusato di essere quello che si è spinto più oltre:
"Non li si può integrare in una società come la nostra, si possono integrare i
bambini [...] nel lungo termine, a condizione di donare loro un'istruzione
corretta e di portarli fuori dall'ambiente familiare", aveva detto. Portare
via i bambini ai loro genitori, questo vi ricorda niente?
Quando Xavier Raufer, "criminologo", già membro di movimenti di estrema
destra, prende la parola a sua volta, è per denunciare il "massacro"
delle sue parole nella trasmissione ed una "denigrazione", "al limite
del tentativo d'intimidazione". Fa ugualmente allusione alle tecniche
utilizzate da alcune reti mafiose per attaccare legalmente quanti li combattono
sotto la copertura di una associazione. Un'insinuazione che ha provocato
l'indignazione delle parti civili.
Rom e mezzi d'informazione
L'avvocato Braun, per le associazioni, fustiga da parte sua presentazioni dei
Rom fatte nei media: "smettetela, smettetela di stigmatizzare!" grida in
destinazione del banco - quasi vuoto - dei giornalisti. Denuncia ugualmente il
cameratismo che ha avuto luogo in "C dans l'air" ed aggiunge in direzione degli
accusati: "sono nulli ed incompetenti, è incontestabile!" Questo
provocherà i fulmini dell'avvocato del criminologo, che fa il gesto di alzarsi e
di uscire dalla sala dell'udienza urlando: "è insopportabile!". Al limite
del ridicolo.
Viene di seguito il turno dei querelanti, e qui, il dibattito si allarga:
"quello che domandiamo è il rispetto". I rom sono "sistematicamente
ignorati in maniera costante e voluta dai media e dagli osservatori", "si
è già sottolineato abbastanza come abbiano una cattiva immagine!",
"perché non fare una trasmissione sui loro aspetti migliori?", stimano gli
uni e gli altri.
Per l'avvocato della Lega dei Diritti dell'Uomo, se c'è stato uno
scivolamento da una "trasmissione di carattere pedagogico verso un'ora di
pregiudizi razzisti", è perché "il titolo è diventato il soggetto"."Voi
siete un eccellente giornalista, signor Calvi, ma questa volta avete sbandato"
aggiungerà l'avvocato della Lega Internazionale Contro il Razzismo e
l'Antisemitismo. Il magistrato ha richiesto la condanna dell'animatore e dei due
invitati, come quella di Marc Tessier, direttore all'epoca di France Télévisions,
e di
Laurent Souloumiac, responsabile del sito internet di France 5. Tuttavia non è
stata specificata alcuna pena precisa.
"L'onore" di Yves Calvi
Calvi, alla barra come nel suo studio, tenta di condurre il dibattimento,
con un filo di nervosismo. Giustifica le opinioni presentando il principio
stesso di "C
dans l'air": "noi trattiamo dei soggetti d'attualità". Il tema era:
"la delinquenza è legata alle settori rumeni", un soggetto "mediatico"
all'epoca. Di seguito precisa la "scelta irreprensibile" degli
intervenuti e spiega che "è la questione delle vittime che è al cuore della
nostra trasmissione". Il suo "onore di giornalista" sarebbe in gioco,
inoltre, questo non è niente! Per tutta la durata del processo, con una grande
attenzione ha in ogni caso ascoltato gli argomenti degli uni e degli altri.
"Non comprendo bene cosa mi è successo" ammette, "accetto le osservazioni
ma non di essere complice d'incitamento
all'odio razziale".
Questa udienza è stata anche una maniera di mobilitare l'opinione pubblica
sulla discriminazione subita dai rom e dalle associazioni. Bakchich è l'unico
media ad aver assistito all'intero processo, quando sono stati per questo
inviati 800 comunicati stampa.
Il Tribunale rimetterà il suo giudizio il prossimo 7 maggio.
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